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fede: ABBIATE FEDE IN DIO!
IL VANGELO SECONDO MATTEO
CAPITOLO 9: LA FUGURA DI GESU’ DI NAZARET
Per il cristianesimo la domanda CHI E’ GESU’? è sempre stata una questione importante e
decisiva. La risposta è: GESU’ E’ IL SIGNORE E IL FIGLIO DI DIO. Gesù nacque a Betlemme ma
trascorse infanzia e giovinezza a Nazaret con la sua famiglia, lavorando come artigiano con
Giuseppe, suo padre putativo. A 30 anni lascia casa e paese e inizia a diffondere e predicare il
Vangelo del regno di Dio per le strade della Palestina. Scelse da subito i dodici Apostoli affinché lo
seguissero da vicino. Numerosi furono i contrasti con le autorità religiose del tempo che lo
condannarono alla morte di croce. Da lì a poco fu annunciato risorto dai morti dai suoi discepoli.
Questi ultimi, fortificati dalla discesa su di loro dello Spirito Santo, iniziarono a diffondere il
messaggio di Dio. GESU’ INSEGNAVA CON AUTORITA’: la sua autorità viene vista da alcuni
come una pretesa di Gesù: egli osava affermare che il suo insegnamento era veritiero. Anche la
parola amen che caratterizza i suoi discorsi viene valutata in questa maniera (amen = in verità, in
verità vi dico).
CRISTOLOGIA = scienza, dottrina circa Cristo. Nota bene: GESU’ TERRENO: espressione che si
riferisce all’esistenza temporale dell’uomo Gesù, dalla nascita fino alla morte in croce. GESU’
STORICO: espessione che si riferisce a tutti quei dati, eventi, situazioni, circostanza storiche che
sono considerate come accertate dalla scienza. Si distingue:
- Dal punto di vista temporale: cristologia pre-Pasquale e cristologia post-Pasquale
- Dal punto di vista formale: cristologia indiretta/implicita (contenuta in parabole, racconti di
miracoli, gesti senza che però siano usati titoli o fatte esplicite confessioni di fede) e
cristologia diretta/esplicita (vengono utilizzati titoli per definire chiaramente Gesù come per
esempio Cristo, Messia
- Dal punto di vista del metodo: cristologia dal basso (prende avvio dal Gesù terreno e
storico) e dall’alto (prende avvio dall’esistenza divina e celeste di Gesù).
I TITOLI CRISTOLOGICI
1. MESSIA: titolo attribuito a Gesù dopo la risurrezione. In greco si dice Cristo, in ebraico
Messia e il suo significato è unto, consacrato attraverso un’unzione. Gesù ha sempre
rifiutato tale titolo, non lo ha mai utilizzato ma non ha mai nemmeno escluso di essere il
Messia (segreto messianico). Il termine Cristo ha originato il nome di cristiani. Il nome
cristiani viene usato per la prima volta in Antiochia di Siria.
2. FIGLIO DI DIO: titolo maggiormente utilizzato nella fase pre-Pasquale. Gesù non si è mai
proclamato figlio di Dio ma in varie circostanze si proclama figlio in assoluto. Esempio: nella
preghiera PADRE NOSTRO (dicendo padre si proclama indirettamente figlio) o nella
preghiera prima della passione.
3. FIGLIO DELL’UOMO: espressione molto dibattuta e studiata.
4. SIGNORE: in quel tempo il termine signore aveva vari significati: da semplice appellativo di
cortesia a uso riservato per Dio. Dopo l’evento Pasquale la Chiesa applicherà questo titolo
a Gesù. Tale titolo nella Bibbia indica la sovranità di Dio, la sua signoria sugli uomini e il
creato, la sua potenza salvifica.
5. SERVO
6. IO SONO: in una prima formula Gesù dice solo “io sono” senza aggiunte, in una seconda
affianca l’io sono con delle espressioni figurate (la luce del mondo, il buon pastore, la via, la
vita e la verità).
7. IL RE DEI GIUDEI: in cima alla croce vi è la targa di condanna: GESU’ IL NAZARENO, RE
DEI GIUDEI.
LA NASCITA DI GESU’: le notizie relative alla sua nascita ci sono fornite da Matteo e Luca anche
se vi sono delle divergenze tra i due: la visita dei Magi è solo in Matteo, in Luca l’annuncio
dell’angelo è a Maria e è legato all’annuncio della nascita di Giovanni il Battista (diversa reazione:
Zaccaria mostra dubbi e perplessità nel diventare padre e rivela la sua non fede mentre Maria si
professa l’umile serva del Signore e accoglie con fede le parole di Dio), in Matteo è a Giovanni
(l’angelo lo tranquillizza riguardo le sue titubanze per quella nascita fuori dal comune. Matteo narra
la nascita di Gesù dal punto di vista di Giuseppe (vedi pag 131). Sia Luca che Matteo concordano
sul luogo di nascita: Betlemme. IL NOME GESU’:
SINGNIFICA “Dio salva”. Il nome racchiude la sua identità e missione poiché è lui che salverà il
suo popolo dai peccati. Molti hanno cercato di interpretare la sua figura: per alcuni era il Cristo, per
altri Giovanni il Battista, per altri il profeta Elia tornato sulla terra o un altro dei profeti.
GESU’ DISCENDENTE DAL RE DAVIDE: si pensa che Gesù discenda dal re Davide. Giuseppe è
il padre legale di Gesù: colui che prende la paternità legale è a tutti gli effetti il padre del bambino
al di là che lo abbia procreato fisicamente o meno. Attraverso la paternità regale di Giuseppe,
Gesù è inserito tra i discendenti di Davide.
IL CONCEPIMENTO VERGINALE DI GESU’: Dio si è fatto uomo ed è nato dalla Vergine Maria. La
parola INCARNAZIONE definisce il mistero della nascita di Gesù nella nostra umanità e la
condivisione della nostra esistenza. La chiesa esprime l’incarnazione dicendo che Gesù Cristo è
vero Dio e vero uomo, con due natura: la natura divina e la natura umana. Le due nature non sono
confuse ma sono unite nella persona del Verbo. Incarnazione, concepimento e risurrezione
vengono attribuiti allo Spirito Santo. ADOLESCENZA DI GESU’: unico episodio relativo alla
sua adolescenza è quello del suo ritrovamento a 12 anni nel Tempio di Gerusalemme dopo 3 giorni
di ricerca da parte dei genitori. Tale episodio ci fa capire la religiosità profonda della famiglia di
Gesù: essa osservava le pratiche della tradizione ebraica come il pellegrinaggio annuale a
Gerusalemme in occasione della Pasqua (+ importante festa ebraica che celebra la liberazione
dalla schiavitù di Egitto. Circa la crescita di Gesù, Luca dice: stava sottomesso ai genitori,
conduceva una vita dedita allo studio della Torah e nella dedizione a Dio con una vita di preghiera
e servizio verso gli altri.
LINGUA USATA PER PREDICARE: aramaico, la lingua parlata dalla popolazione. Nella Sinagoga
aveva imparato anche l’ebraico, la lingua della liturgia e del culto.
SAPEVA LEGGERE E SCRIVERE? Si, nella Sinagoga aveva appreso l’arte del leggere e scrivere.
LA PROFESSIONE MANUALE DI GESU’: il lavoro di falegname o carpentiere lo apprese da suo
padre. Apparteneva ad una categoria di poveri ma la sua esistenza non fu comunque precaria a
misera: al di sotto della sua classe sociale vi erano braccianti, ambulanti, schiavi.
I GENITORI DI GESU’: Yosef e Myriam. Molto probabilmente Giuseppe muore ancor prima
dell’inizio della sua attività pubblica mentre Maria vive almeno fino ai primi giorni della Chiesa.
I FRATELLI E LE SORELLE: vi sono due ipotesi: 1. Quelli indicati come suoi fratelli sono in realtà
cugini. 2. Quelli indicati come suoi fratelli sono fratelli germani, ovvero nati da un precedente
matrimonio di Giuseppe. Quest’ultimo, rimasto vedovo si è sposato con Maria dalla quale nacque
Gesù. Abbiamo notizie di almeno 4 fratelli (Giacomo, Ioses, Giuda, Simone) e di due sorelle
anonime. Famiglia di ebrei profondamente credenti e devoti. I membri della sua famigli lo
consideravano pazzo o non credevano in lui. STATO CIVILE: scelse di essere
celibe per potersi dedicare completamente all’annuncio del messaggio di Dio. L’attribuzione di un
matrimonio con Maddalena non regge. Il suo status era di laico profondo conoscitore delle
Scritture.
SITUAZIONE POLITICA DELLA PALESTINA AL TEMPO DI GESU’: Palestina divisa in tre regioni:
Galilea al nord, Samaria al centro e Giudea al sud. Nell’ultima si trovava la capitale Gerusalemme.
A metà I secolo a.C. la regione viene conquistata dai Romani. Alla morte di Erode, le regioni
vengono affidate ai tre figli: la Giudea venne poi affidata a Ponzio Pilato. In Israele vi era un regime
teocratico, il potere religioso coincideva con quello civile interno, limitato dalla legge dei
conquistatori. Per questo vi era il Sinedrio, il supremo tribunale ebraico che dibatteva cause
religiose, civili, penali. SITUAZIONE RELIGIOSA: Israele si considerava il popolo di Dio, da lui
stesso scelto e amato. Gerusalemme era la città salta scelta da Dio come sua dimora. Il calendario
ebraico comprende 5 importanti festa: Pasqua, Pentecoste, Festa delle capanne, Capodanno,
Giorno della purificazione. Il sabato era il giorno del riposo dedicato al culto di Dio.
CAPITOLO 10: IL REGNO DI DIO: ANNUNCIO, SEGNI E DISCEPOLI
Al centro del messaggio di Gesù vi è il regno di regno di Dio. Parlando del regno di Dio, Gesù
annuncia semplicemente Dio che è in grado di operare concretamente nel mondo e che tiene in
mano le fila del mondo. Il regno di Dio indica la signoria di Dio, la sua sovranità che si manifesta
tramite l’amore (è un Dio vicino all’uomo, un padre amorevole, un padre che si rallegra nel vedere i
suoi figli tornare e che soffre quando essi sono lontani). È sinonimo di giustizia, pace, speranza,
salvezza. Per entrare nel regno di Dio servono due condizioni essenziali: la conversione e la fede.
Convertirsi significa poter vivere di perdono, essere di nuovo figli, ritrovare la propria identità.
Credere vuol dure attendere con fiducia ogni cosa da Dio. Il regno di Dio crea nuovi rapporti: un
nuovo rapporto con Dio stesso (genera fiducia) e uno nuovo con gli uomini (si fonda su
amore/carità). Al centro del suo messaggio Gesù non pone se stesso ma bensì il regno di Dio;
tuttavia non si dichiara estraneo ad esso ma fa capire che lui in persona è l’inizio del regno di Dio.
Egli non ci offre una descrizione del regno di Dio ma utilizza una serie di immagini per descriverlo
(tratte dalla vita quotidiana. Marco nel suo Vangelo usa due immagini prese dal mondo vegetale
(vedi pagina 146). LE PARABOLE: per invitare la gente alla conversione e all’accoglienza del
regno di Dio, Gesù usa le parabole, ovvero metafore o trasposizioni attinte dalla vita di tutti i giorni.
REGNO DI DIO vs CHIESA: non sono la stessa cosa. La Chiesa ha semplicemente il compito di
annunciare il regno di Dio. LE BEATITUDINI EVANGELICHE:
il discorso della montagna in Matteo avviene in cima ad un monte, in Luca in un luogo
pianeggiante. In tale discorso, Gesù annuncia la nuova Torah, la nuova legge portata da Lui. Il
discorso sulle Beatitudini dà particolare rilevanza al tema della povertà: i poveri sono favoriti
nell’accedere al regno di Dio.