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CAPITOLO 3: GESU’ E I MALATI
Gesù conduce una vita itinerante annunciando il Vangelo e guarendo i malati e gli indemoniati. Gesù guarisce
tutti gli uomini senza alcuna distinzione. Nella pagina delle beatitudini Gesù afferma la certezza di una vita dopo
la morte e sarà proprio in quella vita che la sofferenza terrena troverà un senso. La guarigione di Gesù non è una
dimostrazione della verità dell’annuncio, ma è il segno della salvezza dell’uomo da parte di Dio. La guarigione
viene descritta da Gesù attraverso 3 verbi: visitare, venire, servire. VISITARE: preoccuparsi, soffermarsi,
concedere tempo. VENIRE: andare vicino al letto dell’ammalato per confortarlo. SERVIRE: aiutare non solo
concretamente, ma anche in termini di vicinanza.
Gesù compie varie guarigioni: ecco alcuni esempi:
guarigione di un lebbroso. La lebbra era una malattia che escludeva dalla comunità civile, religiosa e familiare.
Gesù purifica il lebbroso tendendo la mano e toccandolo. Gesù rappresenta la mano di Dio tesa verso gli uomini per
sanarli e restituire loro una vita piena e felice;
guarigione del servo. Un centurione romano va da Gesù e gli dice che il suo servo è paralizzato e dolorante. Gesù
gli dice che sarebbe andato a casa sua per guarirlo. Ma il centurione risponde di non essere degno di accogliere Gesù
in casa sua. Quindi chiede a Gesù di guarire il suo servo attraverso una semplice parola. Gesù si stupisce della
grande fede del centurione e guarisce il suo servo;
guarigione della suocera di Pietro. Gesù si reca a casa di Pietro e vede sua suocera a letto con la febbre. Vedendo la
sofferenza della donna, Gesù decide di guarirla attraverso un semplice tocco. Dopo la guarigione la donna comincia
a servire Gesù;
guarigione del paralitico. Gesù guarisce il paralitico sia dalla malattia che dai peccati. Esiste dunque un
collegamento tra guarigione e perdono. Il paralitico rappresenta gli uomini paralizzati dal peccato e quindi
incapaci di camminare sulla via del bene. Per guarire gli uomini hanno bisogno dell’amore di Dio, rappresentato da
Gesù;
guarigione di due ciechi. Due ciechi chiedono a Gesù di restituire loro la vista. Gesù domanda loro se credono che
lui possa compiere un tale gesto. Essi rispondono di sì e Gesù li guarisce. Ciò che consente ai ciechi di guarire è la
fede. Si tratta di una fede con una duplice consapevolezza: consapevolezza della propria impotenza e
consapevolezza della potenza di Gesù;
guarigione di un muto indemoniato. Non appena il demone viene scacciato l’uomo comincia a parlare. La
guarigione dell’uomo suscita l’entusiasmo della folla e l’opposizione dei farisei.
Gesù guarisce anche dalla morte. Vivere nel peccato è uguale a morire.
Nel suo Vangelo Matteo paragona una folla di persone ad un gregge di pecore senza pastore. Le persone sono
stanche, sfiduciate, malate e senza una guida. Gesù ne ha compassione. La compassione è un sentimento
tipicamente materno: si tratta dell’amore che solo una mamma può avere nei confronti del proprio figlio. Questo
amore è esattamente l’amore che Dio prova nei confronti degli uomini. L’uomo deve prendere esempio da Dio ed
essere compassionevole verso il prossimo. Gesù si è preoccupato della sofferenza degli uomini non soltanto per
obbedienza di Dio, ma anche per un suo personale coinvolgimento.
Matteo sostiene che i compiti del discepolo di Gesù siano: predicare, guarire, risuscitare, mondare, cacciare i demoni
e offrire gratuitamente.
Gesù è il Messia promesso e atteso. Le caratteristiche della messianicità di Gesù sono:
annuncio del Vangelo ai poveri;
predilezione per i poveri e gli emarginati;
potenza che supera ogni legge umana;
miracoli.
Dio non chiude mai gli occhi davanti alle necessità degli uomini e se talvolta si dimostra insensibile alle loro
richieste è soltanto per mettere alla prova la loro fede.
PARABOLA DEL GIUDIZIO: alla fine del mondo il figlio dell’uomo siederà su un trono e sarà circondato dagli
angeli. Davanti a lui verranno radunati tutti gli uomini, che successivamente verranno divisi in due gruppi: i giusti
e i peccatori. I giusti sono coloro che durante la vita terrena hanno aiutato il prossimo, in particolare i bisognosi; i
peccatori sono coloro che durante la vita terrena non hanno aiutato il prossimo, in particolare i bisognosi. Fare del
bene al prossimo significa fare del bene a Dio. I giusti andranno in paradiso e otterranno la vita eterna; i peccatori
andranno all’inferno e otterranno il supplizio eterno.
CAPITOLO 4: GESU’, I POVERI E I RICCHI
Nell’Antico Testamento sono presenti tre riflessioni a proposito di ricchi e poveri:
1.RIFLESSIONE DEI SAGGI: la ricchezza sociale è l’ideale dell’uomo. La ricchezza sociale è un dono di Dio,
ma da sola non conduce alla felicità. Infatti deve essere necessariamente accompagnata dalla compassione verso i
poveri. Sia la povertà che la ricchezza contengono pericoli mortali: la povertà può indurre l’uomo a rubare, la
ricchezza può indurre l’uomo a rinnegare Dio.
2.la povertà materiale è negativa, la povertà spirituale è positiva. L’uomo povero spiritualmente è colui che ha
coscienza della propria debolezza e del proprio peccato e che sa di poter essere salvato solamente da Dio.
3.RIFLESSIONEDEI PROFETI: secondo i profeti nella religione non c’è posto per le discriminazioni sociali:
ricchi e poveri sono uguali.
Gesù conduce una vita povera. Egli predilige i poveri. I poveri sono gli emarginati, gli ammalati, i peccatori, gli
stranieri, i pubblicani, le donne. Gesù predilige i poveri per mostrare a tutti il volto di Dio: per Dio tutti gli uomini
sono uguali. Prediligere i poveri non significa assolutamente disprezzare i ricchi, bensì aiutare coloro che ne hanno
più bisogno. L’atteggiamento di Gesù verso i poveri è molto innovativo e quindi suscita grande scandalo. Gesù ha
frequentato anche i ricchi, cioè uomini amati da Dio. Però non ha mai considerato la loro ricchezza come un
privilegio, bensì come un ostacolo alla sequela.
CAPITOLO 4: GESU’ E IL DENARO
Gesù dà all’uomo diversi insegnamenti relativi al denaro:
non accumulare ricchezze sulla terra, bensì in cielo;
non si possono servire due padroni. I due padroni sono Dio e la ricchezza. Il servizio di uno dei due padroni
esclude automaticamente il servizio dell’altro padrone;
non preoccupatevi di ciò che mangerete e di ciò che indosserete: la vita vale più del cibo e il corpo vale più del
vestito. Le preoccupazioni relative al cibo e ai vestiti sono tipicamente pagane. Chi ha fede non dovrebbe averle,
poiché Dio sa che l’uomo ha bisogno di cibo e di vestiti;
non pensate al domani, poiché a ciascun giorno basta la sua pena.
Questi consigli di Gesù sono veri e validi per tutti, ma possono apparire poco realistici. Gesù esalta i valori
spirituali, ma non disprezza mai il denaro. Gesù non usa denaro e invita anche i suoi discepoli a seguire il suo
esempio. Il discepolo missionario non ha bisogno di denaro per due motivi: l’azione missionaria è gratuita; il
missionario è fedele a Dio e Dio provvederà a lui.
CAPITOLO 5: IL RIFIUTO DI GESU’
Gli oppositori sono coloro che non accettano la pretesa di Gesù di essere il Messia. Gli oppositori considerano i
miracoli di Gesù come opera di Satana e chiedono continuamente a Gesù di dimostrare la sua messianicità
attraverso segni prodigiosi, senza accontentarsi dei segni già compiuti da Gesù. Si tratta di un’opposizione totale.
La messianicità di Gesù viene messa in dubbio sia dagli oppositori che dai discepoli.
OPPOSITORI: il popolo di Nazareth non crede che Gesù sia il Messia a causa delle sue umili origini: Gesù è un
carpentiere.
DISCEPOLI: Pietro crede nella messianicità di Gesù, ma si chiede perché Gesù non sia sceso dalla croce. Questo è
lo stesso ragionamento degli oppositori e rappresenta il tentativo di Satana di separare Gesù e la croce.
CAPITOLO 6: GESU’ E SATANA NEL VANGELO DI MARCO
Dal Vangelo di Marco emerge un continuo confronto tra Gesù e Satana. Marco definisce il diavolo mediante
numerosi termini: Satana, spirito impuro, demonio, diavolo. Gesù, l’uomo e il discepolo si devono confrontare
ripetutamente con Satana. Satana si manifesta sotto forma di tentazione, malattia, ossessione e opposizione a
Dio. Marco descrive numerosi episodi di uomini posseduti dal demonio. Tali episodi presentano sempre la stessa
struttura: lo spirito malvagio presente negli uomini sfida Gesù, Gesù gli ordina di uscire dal corpo degli uomini, lo
spirito cerca di ribellarsi, ma alla fine deve cedere di fronte alla superiorità di Gesù. Questi episodi non raccontano
una semplice vittoria sul demonio, bensì la sua sconfitta definitiva. Satana è forte, ma Gesù è il più forte. Satana è
colui che ostacola il cammino degli uomini verso Dio e proprio per questo motivo Gesù deve sconfiggerlo. Satana
propone la via del successo, mentre Gesù propone la via della croce, cioè una via piena di sacrifici. Gesù non ha mai
ceduto alle tentazioni di Satana e quindi ora Satana cerca di ottenere dall’uomo ciò che non è riuscito ad ottenere
da Gesù.
INDEMONIATO DI GERASA: Prima di incontrare Gesù l’uomo è malato e violento, dopo aver incontrato Gesù
diventa sano e ragionevole. Il demonio comporta l’alienazione dell’uomo, mentre Gesù comporta la ricostruzione
dell’uomo. In questa situazione Gesù deve affrontare una duplice lotta: quella contro satana e quella contro la
folla. Satana viene sconfitto, poiché Gesù libera l’uomo dal demonio. La folla che assiste alla guarigione dell’uomo
riconosce la potenza di Gesù, ma la teme e proprio per questo motivo invita Gesù a lasciare il territorio. Gesù se ne
va. Abbiamo due comportamenti opposti: di fronte a Satana Gesù lotta, di fronte alla folla Gesù si arrende. Gesù
sconfigge Satana, ma la sua vittoria viene parzialmente vanificata dall’incredulità della folla. Dopo essere stato
guarito l’uomo vorrebbe seguire Gesù, ma quest’ultimo glielo impedisce e lo manda a testimoniare la grazia
ricevuta. Attraverso questo racconto Marco non offre una lezione di demonologia, bensì una lezione sulla salvezza
di Dio per gli uomini.
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