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Il concetto di governo
Il governo è composto dalle istituzioni (autorità) che hanno la responsabilità di prendere decisioni collettive.
La concezione del governo è indispensabile in quanto consente il superamento di una condizione presunta di stato di natura in cui ci si scontra in continuazione (Hobbes).
Il concetto di governance
La governance è un termine che si applica alla più generale attività di regolazione dell'attività pubblica, che vede il coinvolgimento del governo e di altri attori quali, ad esempio, sindacati, giornalisti, esperti, ecc. Il passaggio dal governo alla governance è da un'autorità gerarchica ad un sistema di governo molto più fluido: la governance è un governo condiviso. Il problema è che le regole della condivisione non ci sono. Mentre siamo in grado di dire che il governo poggia su alcune regole che attribuiscono potere ad alcuni soggetti e non ne attribuiscono ad altri, nel caso della governance non ci sono regole chiare.
governance è molto più vago e deve essere specificato in continuazione.
CONCEZIONE: è un governo condiviso che viene visto come positivo, a prescindere dalla presenza o meno di regole di allocazione/competenza.
TIPI DI GOVERNO (secondo Aristotele)
I criteri classificatori secondo Aristotele sono la forma (pura>interesse comune; corrotta>interesse parziale) e il numero (uno, pochi molti). Secondo questi criteri, i tipi identificati da Aristotele sono:
FORMA PURA FORMA CORROTTA
UNO Monarchia Tirannia
POCHI Aristocrazia Oligarchia
MOLTI Politìa Democrazia 8
Scienza politica 2019-2020 prof. Graziano Unipd Erica Lunardi
N.B. Una classificazione è un’ordinazione a partire da un criterio. Il problema è che, come criterio, Aristotele scelse forma pura/forma corrotta, immettendo così un criterio valutativo nella classificazione. Una tipologia è una classificazione con iù criteri.
TIPOLOGIE DI DEMOCRAZIE:
1. DEMOCRAZIA
LIBERALE: governo rappresentativo e limitato che opera attraverso la legge emette a disposizione uno schema di riferimento accettato per la competizione politica (procedura elettorale). Esempi di democrazia liberale sono gli USA e l'Italia. Si parla di democrazia liberale perché al centro si colloca la libertà dell'individuo (di scelta, di opinione, di espressione, ecc.)
DEmOCRAZIA ILLIBERALE: governo rappresentativo e competizione politica genuina, ma la legge viene manipolata e i diritti individuali sono poco tutelati (es. Russia). Sono regimi ibridi perché presentano elementi di democrazia ed elementi di non democrazia.
REGIME AUTORITARIO: governo sottratto ad un controllo da parte dei membri della comunità politica (es. monarchie assolute, dittature, governi militari). Non c'è alcun elemento democratico.
CRITERI DI LEGITTIMAZIONE DELL'AUTORITÀ (Weber): L'autorità è il diritto riconosciuto di agire o
Potere legittimato. I tipi di autorità, secondo Weber, sono:
- TRADIZIONALE: legata alla consuetudine e alla tradizione (es. monarchia). Il rapporto tra sudditi e regnanti è un rapporto costruito sulla tradizione, cioè sul fatto che sia sempre stato così. Questa continuità di rapporto viene sempre più rafforzata con il passare del tempo.
- CARISMATICA: le virtù carismatiche sono un elemento di legittimazione che ha a che fare con le virtù della persona (es. Ghandi ha goduto di una legittimazione sociale straordinaria, diventata poi legittimazione politica con l'indipendenza dell'India.
- LEGALE-RAZIONALE: è basata sulle regole e sulle procedure. La principale fonte di legittimazione delle democrazie è l'elezione. L'elezione legittima il potere di un'autorità (es. parlamento elettivo). Le regole fanno sì che ci debba essere una maggioranza, ma anche che la minoranza
La democrazia è un elemento fondamentale da tutelare. Questo è un elemento definitorio della democrazia. Infatti il parlamento è un luogo di espressione anche delle preferenze della minoranza. Il sistema durerà tanto più quanto più riuscirà a poggiare su una legittimazione da parte dei membri della comunità. L'analisi comparativa mostra che la repressione può funzionare un numero limitato di volte. La legittimazione può essere politica ma anche sociale (es. Cina).
STATO: comunità politica formata da una popolazione assoggettata ad un governo all'interno di un dato territorio. (Scienza politica 2019-2020 prof. Graziano Unipd Erica Lunardi)
SOVRANITÀ: Massima fonte di autorità della società. Il "sovrano" è il decisore più alto all'interno di una data comunità. È possibile distinguere tra:
INTERNA: deriva dalla legittimazione democratica o sociale (=non democratica) interna al
territorio.
ESTERNA: è la legittimazione internazionale, cioè l'accettazione da parte della comunità internazionale dell'esistenza di un dato Paese o una data autorità.
NAZIONE: Elemento identitario che qualifica la popolazione o parte di essa all'interno di un gruppo di persone.
RAPPORTO TRA STATO E NAZIONE:
STATO-NAZIONE: Stato e nazione coincidono perfettamente. L'Islanda è lo Stato-nazione più puro perché non è facilmente raggiungibile e le condizioni di vita in termini di temperatura non sono delle più favorevoli, il che significa che non c'è immigrazione.
STATO MULTINAZIONALE: al cui interno ci sono diversi rappresentanti di altre identità nazionali (es. Inghilterra).
NAZIONE SENZA STATO: popolazione identificata da un tratto identitario ma sparpagliata su diversi stati vicini (es. Curdi)
DIASPORA: nazione al di là della patria. La nazione
È più legata a identità religiose e non ha• un territorio dove stabilizzarsi, non è concentrata geograficamente ma sparpagliata sul territorio mondiale (es. Ebrei).
Dunque quando si parla di nazione si intende qualcosa che non ha fisicità, non ha una struttura organizzativa, la nazione è un concetto che ha a che fare con l’identità.
DESTRA E SINISTRA
La nascita della differenziazione tra destra e sinistra avviene nella Francia rivoluzionaria del XVIII secolo: a sinistra del re si sedevano i riformatori, a destra i conservatori.
In un contesto in cui anche gli Stati nazionali vengono in parte superati dalla globalizzazione, anche destra e sinistra diventano sempre più difficili da distinguere. Secondo Norberto Bobbio la sinistra si costruisce intorno ad una valorizzazione del concetto di uguaglianza, la destra intorno alla valorizzazione del concetto di libertà individuale.
APPROCCI ALLO STUDIO DELLA POLITICA
Sono
modalità attraverso le quali leggere la politica, si tratta di insiemi di atteggiamenti, interpretazioni e pratiche che influenzano il modo di effettuare la ricerca politologica. I diversi approcci vengono usati per temi diversi. Inoltre ci sono delle tradizioni continentali (es. negli USA è stata posta più enfasi sugli approcci comportamentisti). Gli approcci sono: 1. ISTITUZIONALE: privilegia l'analisi delle istituzioni. Le istituzioni sono delle organizzazioni formali, con delle regole che determinano forme specifiche. All'interno delle istituzioni i membri agiscono sulla base delle regole del gioco istituzionale. Le letture istituzionaliste partono dal concetto istituzionale per comprendere il comportamento degli attori politici (individuali e collettivi). La logica dell'appropriatezza che condiziona i comportamenti degli attori istituzionali può essere da questi ridefinita tramitedal contesto sociale, ma si studiano le dinamiche sociali che influenzano il comportamento individuale. Questo approccio mette in luce le disuguaglianze sociali e le strutture di potere presenti nella società.4. CULTURALE: si concentra sulle idee, i valori e le credenze che influenzano il comportamento politico. Questo approccio considera la cultura come un fattore determinante nella formazione delle opinioni politiche e nella partecipazione politica. Si analizzano le influenze culturali sulla politica, come ad esempio la religione, l'etnia, la lingua, ecc.5. STORICO: si basa sull'analisi del passato per comprendere il presente e prevedere il futuro. Questo approccio studia l'evoluzione delle istituzioni politiche nel tempo e come esse si sono adattate ai cambiamenti sociali. Si analizzano le influenze storiche sulla politica, come ad esempio le rivoluzioni, le guerre, i movimenti sociali, ecc.Dal resto, ma si include anche il contesto sociale, che può comprendere anche il contesto istituzionale. I limiti di questo approccio sono dati dalla complessità del soggetto in analisi. È particolarmente utile per studiare ciò che è avvenuto in passato.
4. DELLA SCELTA RAZIONALE: enfatizza gli interessi degli attori individuali come motore della politica, come soggetti che si muovono razionalmente. Secondo questo approccio si possono modellizzare i comportamenti individuali (es. teoria economica della democrazia). La politica viene sostanzialmente vista come un mercato in cui le preferenze dei consumatori sono gaussiane (cioè seguono una curva a campana al centro della quale ci si concentra per ottenere il successo elettorale). I limiti sono l'eccessiva semplificazione e l'eccessiva formalizzazione. Questa semplificazione funziona solo nel sistema elettorale maggioritario.
5. INTERPRETATIVO: considera tutti i fenomeni politici come frutto di
Un'interazione sociale. Essendo basato sulle relazioni, non fa altro che relativizzare qualsiasi definizione. Ad esempio la definizione di democrazia, secondo questo approccio, varia a seconda delle relazioni. I limiti hanno a che fare con l'applicabilità empirica di questo approccio. Fornendo questa lettura della società come interazione si trascurano i vincoli strutturali della società, che possono essere molto importanti.
STRATEGIE DI RICERCA:
- STUDIO DI UN CASO: può fornire delle indicazioni su delle ipotesi più generali che poi vengono sottoposte a verifica. Si utilizza un caso per poi fare un'astrazione e vedere se quelle stesse caratteristiche o elementi rilevanti possono valere anche fuori dal contesto specifico. La prima fase della ricerca è lo studio della letteratura scientifica per evitare una duplicazione della conoscenza. Il passaggio successivo è lo studio di documenti secondari (ad esempio scritti da...
giornalisti o ricercatori non accademici), Infine c'è la ricerca