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Driver decisionali

- Visione: indica una prospettiva futura rispetto a ciò che l'impresa intende diventare.

- Missione: collega il voler essere dell'impresa in un certo ambito competitivo. La missione, quindi, indica il ruolo che l'impresa decide di auto-assegnarsi in un dato contesto.

- Finalità: identifica un orientamento generale che si pone a monte del processo decisionale, la continuità, sopravvivere nel tempo.

- Obiettivi generali: definiscono traguardi funzionali rispetto al fine della sopravvivenza.

- Obiettivi specifici: un traguardo ovvero una soglia minima superata la quale si ritiene che l'obiettivo sia stato raggiunto.

Criteri di scelta delle decisioni

- Efficacia: capacità di produrre l'effetto desiderato. È il grado di rispondenza degli output effettivi agli output desiderati, il rapporto fra risultati ottenuti e obiettivi programmati. La ricerca dell'efficacia nelle decisioni di impresa passa soprattutto attraverso

scelte che siano coerenti con l'ambiente esterno e in grado di tramutare le opportunità ambientali in risultati di impresa.

Efficienza: capacità dell'impresa di minimizzare le risorse necessarie al conseguimento di un risultato. Può essere generalizzato come rapporto tra risultati ottenuti e mezzi impiegati, il rapporto fra output e input. L'accrescimento del suddetto rapporto produce benefici in termini di riduzione dei costi di produzione, con la conseguente possibilità di praticare prezzi di vendita dei prodotti finali maggiormente competitivi.

Produttività: esprime un rapporto tra output e input definiti entrambi in termini di quantità fisiche. Sono coerenti con il criterio della produttività tutte quelle scelte che tendono a accrescere le quantità prodotte, a ridurre gli input impiegati, ovvero a diminuire gli input impiegati aumentando al contempo gli output prodotti.

Economicità: l'attitudine a

ricavare dalle risorse disponibili il massimo beneficio economico. In altre parole, il passaggio dalla produttività alla economicità è dettato dal considerare i costi associati ai fattori della produzione impiegati nelle combinazioni produttive. L'economicità si esprime attraverso un rapporto tra output prodotto e costo sostenuto.

Redditività: esprime la capacità dell'impresa di generare reddito in proporzione agli stock di capitale in essa investiti. Implica un rapporto tra risultato economico e un capitale remunerato da questo flusso. La redditività non può essere analizzata separatamente al concetto di rischio, si fa quindi una distinzione fra rischio asimmetrico (possibilità che l'attività oggetto di valutazione generi una redditività inferiore alle attese, solo effetti negativi) e rischio simmetrico (la probabilità di subire perdite di natura economica tende ad essere compensata dalla

probabilità di ottenere risultati economici migliori delle aspettative). Il processo decisionale è quindi fortemente influenzato dal soggettivo grado di propensione al rischio.

Nel breve periodo, tra efficacia ed efficienza si possono manifestare delle condizioni di conflittualità che potrebbe spingere il decisore a sacrificare un criterio piuttosto che l'altro. Gli investimenti in R&S, implicano inefficienza fintanto che non emergano condizioni di sfruttamento economico delle ricerche svolte. Nel lungo periodo, invece, l'impresa deve ricercare decisioni che siano compatibili con entrambi i criteri.

CONFINE D'IMPRESA

ECONOMIE DI SCALA: relazione esistente tra aumento della scala di produzione (correlata alla dimensione di un impianto) e diminuzione del costo medio unitario di produzione.

ECONOMIE DI APPRENDIMENTO: riduzione dei costi unitari di produzione per effetto della crescita della produzione cumulata nel corso del tempo. L'impresa accumula

esperienza e conoscenza per ridurre gli scarti di lavorazione, migliora l'accuratezza e la qualità del prodotto.

ECONOMIE DI SCOPO (DIVERSIFICAZIONE): la produzione congiunta di due o più beni implica un costo unitario complessivo inferiore a quello che si verrebbe a sostenere nel caso di produzione disgiunta. Ad esempio: ipotizzando di avere un impianto petrolifero che può produrre allo stesso tempo benzina (prodotto x) e gasolio (prodotto y), le economie di scopo saranno tali che il costo della produzione congiunta dei due prodotti sarà inferiore alla somma dei costi della produzione disgiunta di ognuno di essi.

Il confine può variare nel tempo e può svilupparsi lungo la dimensione orizzontale e verticale dell'impresa. Si qualifica rispetto alle combinazioni produttive. Ci sono vari approcci per definire il confine:

  • In base all'osservatore, che qualifica quali combinazioni sono interne ed esterne;
  • Secondo la qualificazione delle
comportamento dell'agenzia. Le combinazioni produttive possono essere classificate in base alla loro efficienza, ovvero alla capacità di ottenere il massimo output con i dati input disponibili. Le combinazioni produttive efficienti sono quelle che utilizzano in modo ottimale le risorse disponibili, minimizzando gli sprechi e massimizzando la produzione. Inoltre, le combinazioni produttive possono essere soggette a rendimenti decrescenti, ovvero quando l'aumento di un input produce un aumento proporzionalmente inferiore dell'output. Questo fenomeno si verifica quando le risorse disponibili sono limitate e l'aumento di un input comporta una riduzione dell'efficienza degli altri input. Infine, le combinazioni produttive possono essere influenzate da fattori esterni all'impresa, come ad esempio le politiche governative, le condizioni di mercato e le tecnologie disponibili. Questi fattori possono determinare la disponibilità e l'efficienza dei diversi input e influenzare la scelta delle combinazioni produttive più appropriate. In conclusione, le combinazioni produttive sono un elemento chiave nella gestione delle risorse e nella determinazione dell'efficienza produttiva di un'impresa. La scelta delle combinazioni produttive ottimali dipende da una serie di fattori, tra cui la discrezionalità manageriale, i vincoli finanziari, le pressioni istituzionali e i fattori extra-economici.

delegato;- Costi di influenza: legati agli sforzi che i vari decisori di un'impresa attuano nei confronti degli organi di vertice per promuovere determinate azioni.

L'estensione verticale di un'impresa è definita dall'insieme dei cicli produttivi verticalmente collegati tra loro che sono collocati all'interno del confine di un'impresa. Integrazione verticale a monte (o a valle), un'azienda decide di assumere il controllo di uno step antecedente a quello già svolto. Quando è diagonale, l'impresa riporta all'interno dei suoi confini combinazioni produttive che offrono servizi strategici ai processi di trasformazione. L'impresa può anche decidere di ridurre l'estensione verticale mediante scelte di esternalizzazione a fornitori.

L'estensione orizzontale è definita dall'insieme dei cicli produttivi non verticalmente collegati (o aree di affare) tra loro che sono collocati all'interno

del confine di un'impresa. All'ampliamento dell'estensione orizzontale concorrono la crescita della scala dimensionale e la diversificazione. Ad esempio, l'assorbimento di un'impresa che opera nel settore degli elettrodomestici e che produce lavatrici e lavastoviglie da parte di un'impresa che opera nello stesso settore ma che produce frigoriferi. Motivazioni a base delle scelte di diversificazione: ricerca di potere di mercato, accrescimento dell'efficienza mediante economie di scala e di scopo e riduzione dei costi di transazione, riduzione del rischio, sviluppo dell'impresa e possibilità di cogliere opportunità mercatistiche. Matrici di analisi del portafoglio di aree di affare per meglio decidere come diversificare: - Matrice BCG: si fonda sul concetto di curva di esperienza che cattura la riduzione del costo medio unitario di produzione per effetto delle economie di scala e di apprendimento. Esprime la capacità effettiva.dell'impresa a trasformare il potenziale produttivo presente in un'ASA in quantità effettivamente vendute. Bisogna avere un bilanciamento fra le attività collocate fra stelle (assorbono flussi di cassa ma l'impresa mantiene posizione leader) e mucche cassiere (generano sostanziali flussi di cassa), investire nelle aree d'affari considerate enigmi (potenziali sviluppi per il futuro) e disinvestire nell'area cani. - Matrice General Electric (McKinsey): l'impresa dovrebbe concentrare i propri investimenti nelle aree di affare che presentano medio-alta attrattività dell'industria (tasso di crescita del mercato, dimensione, numero di concorrenti, barriere) e della posizione competitiva (forza dell'impresa rispetto ai concorrenti, quota di mercato). Modalità di sviluppo: - Vie interne: impiego di risorse in combinazioni produttive alternative, importante l'attività di ricerca e sviluppo. - Vie esterne: fusione con altre aziende, acquisizione di altre aziende, alleanze strategiche.altre imprese, formazione di imprese multinazionali.- Modalità ibride: consorzi, joint ventures. CONTESTO INTERNO ATTIVITÀ ORGANIZZATIVA La persona è fondamentale nell'organizzazione dell'impresa, infatti le decisioni e le azioni nell'impresa richiedono l'intervento degli individui. La dissociazione fra compiti dell'individuo e obiettivi dell'impresa dà vita a 4 problemi fondamentali: problema della fedeltà, del contributo, del coordinamento (modalità con cui è svolta), dell'adattamento. L'impresa deve quindi incentivare la creazione di un contesto favorevole nel quale le scelte del lavoratore siano funzionali allo scopo dell'impresa, creare le condizioni affinché le persone garantiscano il supporto continuo all'impresa. Tutto questo è definito come equilibrio organizzativo e per la realizzazione dello stesso è necessaria l'attività della funzione diare e sviluppare le competenze specifiche dei suoi dipendenti attraverso la formazione e lo sviluppo delle carriere. Per incentivare i dipendenti, l'organizzazione può adottare diverse politiche, come ad esempio l'implementazione di un sistema di premi e riconoscimenti per il raggiungimento degli obiettivi, la promozione interna basata sul merito e l'offerta di opportunità di formazione e crescita professionale. Per quanto riguarda la strutturazione e l'integrazione, l'organizzazione deve definire chiaramente i percorsi di carriera e le opportunità di crescita all'interno dell'azienda. Questo può includere la creazione di ruoli e responsabilità ben definiti, la definizione di criteri di valutazione delle performance e la promozione di una cultura aziendale basata sulla collaborazione e la condivisione delle conoscenze. Inoltre, l'organizzazione deve prestare attenzione alla divisione del lavoro, cercando di bilanciare l'efficienza tecnica ed economica con i costi di coordinamento e di agenzia. Questo può essere fatto attraverso una corretta progettazione organizzativa, la definizione di processi di lavoro chiari e la promozione di una comunicazione efficace tra i dipendenti. Infine, l'organizzazione deve riconoscere l'importanza delle risorse umane e investire nella loro formazione e sviluppo. Le competenze specifiche dei dipendenti possono rappresentare un vantaggio competitivo per l'azienda e quindi devono essere valorizzate e preservate.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
35 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher diegocarboni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Gatti Mauro.