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LAVORATORI COMPLEMENTI E SOSTITUTI:

Lavoratori sostituti: effetti di breve periodo:

Da questo momento l’analisi sarà concentrata solo sui lavoratori. Sappiamo cosa vuol dire

“sostituti” e cosa vuol dire invece “complementi”. Supponiamo di essere nella situazione in

cui i lavoratori residenti nella nazione di nostra appartenenza, da adesso “lavoratori

nazionali”, siano in un rapporto di “perfetta sostituzione” nella produzione con i lavoratori

immigrati nella nostra nazione, da adesso “lavoratori immigrati”, ovvero essi competono

nello stesso mercato del lavoro. Ora, supponiamo anche un flusso migratorio in entrata

e valutiamo gli effetti di breve periodo; sapendo che nel breve periodo il livello di capitale è

fisso, ciò che si può constatare è: una riduzione del livello dei salari generali da W a W’, la

riduzione dell’occupazione dei lavoratori nazionali da Q a Q”, un aumento dell’occupazione

totale da Q a Q’, e quindi la quantità di lavoratori immigrati occupati è pari alla distanza tra

Q’ e Q” (ovvero il numero di lavoratori totali meno quello dei lavoratori nazionali).

Lavoratori sostituti: effetti di lungo periodo

Alziamo lo sguardo e vediamo cosa accade nel lungo periodo a seguito di un flusso

migratorio in entrata: nel lungo periodo il livello del capitale non è più fisso e quindi

possiamo considerare anche i movimenti di quest’ultimo, sta proprio qui la differenza

fondamentale con il breve periodo. Infatti, accadrà che l’ingresso di immigrati farà:

abbassare i livelli salariali, aumenteranno i rendimenti del capitale, i datori di lavoro

pagheranno salari più bassi, aumenterà la profittabilità delle imprese, aumenteranno gli

investimenti, nasceranno e cresceranno nuove imprese che potranno sfruttare i bassi

salari, così la curva della domanda di lavoro si sposterà verso destra.

Lavoratori complementi: effetti di lungo periodo

Infine, c’è il caso in cui giunge un flusso migratorio di lavoratori perfetti complementi

rispetto ai lavoratori nazionali. Quest’ultima è una situazione di lungo periodo, e come tale

ci permette di considerare mobile il livello del capitale. In realtà, la spiegazione di tale caso

non apporta elementi significativi all’analisi poiché il fatto che il capitale sia mobile e la

complementarità dei due gruppi di lavoratori genera lo stesso effetto di aumento della

profittabilità del lavoro nazionale e quindi aumento della sua domanda.

IL SOLITO DUALISMO: quale ruolo occupano gli immigrati nel mercato del lavoro sia dal

punto di vista quantitativo che qualitativo.

tre elementi fondamentali che caratterizzano la presenza degli immigrati nel mercato del

lavoro italiano: 1) gli immigrati aumentano la produzione «tradizionale» del paese di arrivo

(agricoltura tradizionale, industria, servizi alle famiglie) e riducono la spinta innovativa del

sistema economico; 2) il ruolo giocato dagli stranieri è legato alla struttura economica delle

aree di arrivo: nelle regioni in cui prevale l’occupazione regolare gli immigrati sono per lo

più occupati regolarmente viceversa dove prevale l’occupazione irregolare essi lavorano

per lo più in modo irregolare; 3) gli immigrati giocano un ruolo più complementare nel Nord

dove la disoccupazione è bassa e la domanda di lavoro è ancora elevata. Nel Sud il loro

ruolo è più direttamente competitivo, specialmente nel lavoro irregolare in agricoltura.

Probabilmente gli stranieri svolgono anche un ruolo indirettamente competitivo nel Nord,

ma la competizione indiretta è più pronunciata nel Sud dove prevale l’occupazione

irregolare. Dunque, gli immigrati clandestini entrano a far parte soprattutto dell’economia

“sommersa” e contribuiscono alla sua espansione.

In questo contesto, è utile riconsiderare la teoria di Djajic[1997], che ipotizza un modello in

cui conclude così sugli effetti di breve periodo: “un incremento dell’occupazione di

lavoratori stranieri illegali nell’economia sommersa ha un effetto favorevole sui salari dei

lavoratori nazionali qualificati, inoltre, può avere alternativamente un negativo o un positivo

impatto sui salari dei nazionali non qualificati a seconda se i nativi competono o non

competono con gli immigrati per i lavori non qualificati nell’economia sommersa”. Per il

lungo periodo Djajic invece propone le seguenti considerazioni: “i nazionali qualificati

beneficiano dell’immigrazione illegale perché riduce il costo del bene intermedio utilizzato

nel settore che occupa i lavoratori qualificati; anche i lavoratori nazionali non qualificati ne

beneficiano perché l’economia si espande, aumentando la domanda di lavoro in attività

che richiedono lavoro non qualificato”.

Il modello microeconomico del mercato del lavoro, così come lo conosciamo, ci porta

subito a pensare che un aumento dell’offerta di lavoro dovuta ad un flusso migratorio in

entrata faccia diminuire il livello salariale poiché ci sarà un eccesso di forza lavoro rispetto

a quanta ne viene effettivamente richiesta. Questo accade anche in virtù di un altro

concetto cardine della teoria di base, ovvero la produttività marginale decrescente, infatti

al crescere della quantità del fattore lavoro ne diminuisce la produttività e quindi la

remunerazione che chiaramente è rappresentata dal salario. Spostando l’utilizzo della

teoria sulla situazione specifica dei lavoratori sostituti e dei lavoratori complementi si fa

subito il primo balzo in avanti. Considerando i lavoratori perfetti sostituti con sguardo di

lungo periodo accadrà che l’ingresso di immigrati farà abbassare i livelli salariali,

aumenteranno i rendimenti del capitale, i datori di lavoro pagheranno salari più bassi,

aumenterà la profittabilità delle imprese, aumenteranno gli investimenti, nasceranno e

cresceranno nuove imprese che potranno sfruttare i bassi salari, così la curva della

domanda di lavoro accrescerà nuovamente. Considerando invece il caso dei lavoratori

complementi, indifferentemente se si guarda al breve o al lungo periodo, un loro ingresso

è sempre positivo per i lavoratori nazionali in quanto ne aumenta la produttività. Questi

sono di fatto i primi risultati che ci discostano dalla teoria di

I dati sul nostro paese suggeriscono principalmente che continua ad esistere un dualismo

tra Nord e Sud anche nelle caratteristiche del mercato del lavoro, infatti nella parte alta

della nostra penisola si registrano molte più presenze di lavoratori immigrati rispetto alla

parte bassa, e che questi stranieri sono occupati in percentuali più elevate nello

svolgimento di lavori che non necessitano di qualifica. Considerando che lo sviluppo

economico dell’Italia settentrionale corre certo più velocemente di quello del meridione,

possiamo ritenere dimostrato che l’ingresso di lavoratori stranieri ha effetti diversi al

variare del mercato del lavoro che trova, e che l’arrivo di lavoratori scarsamente qualificati

favorisce il ruolo dei lavoratori qualificati proprio in virtù della teoria della complementarità.

IL SISTEMA DI ACCOGLIENZA:

Si articola in 3 livelli : 1) soccorso e prima assistenza, 2) prima accoglienza, 3)

seconda accoglienza.

Le funzioni di soccorso e prima assistenza, nonché di identificazione continuano ad essere

svolte nelle strutture allestite ai sensi della c.d. legge Puglia (CPSA)

Per le esigenze di prima accoglienza, il DLgs 142/2015 istituisce i centri governativi di

prima accoglienza (art. 9), la cui gestione può essere affidata “ad enti locali, ad enti

pubblici o privati che operano nel settore dell'assistenza ai richiedenti asilo o agli

immigrati”.

Infine per la seconda accoglienza il DL norma il trasferimento dei richiedenti asilo che

abbiano espletate le operazioni di identificazione, che siano privi di mezzi e che ne

facciano richiesta nei centri del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati

(SPRAR) o nel caso in cui sia “temporaneamente esaurita la disponibilità di posti

all'interno delle strutture SPRAR, a causa di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti”, il

prefetto può disporre l’accoglienza in “strutture temporanee, appositamente allestite,

anche al fine di accertare la sussistenza di esigenze particolari di accoglienza: i Centri di

assistenza straordinaria (CAS).

L’APPROCCIO HOTSPOT:

L’Agenda Europea sulla Migrazione introduce per la prima volta il cosiddetto “approccio

hotspot”. L’approccio hotspot,, è una nuova metodologia di lavoro intesa a dare sostegno

agli Stati membri in prima linea nell’affrontare le fortissime pressioni migratorie alle

frontiere esterne dell’UE. Il nuovo orientamento riguarda le operazioni di identificazione,

registrazione e rilevamento delle impronte digitali dei migranti in arrivo che non verranno

più gestite esclusivamente dalle autorità nazionali competenti ma beneficeranno della

collaborazione e il sostegno delle agenzie europee: Easo, Frontex, Europol.

La Roadmap italiana dettaglia tutta una serie di procedure da attuarsi all’interno

dell’hotspot, dal momento dello sbarco all’uscita e trasferimento in altre strutture. Nello

specifico, all’interno dell’hotspot: 1) tutte le persone sbarcate saranno sottoposte a

screening medico; 2) successivamente saranno intervistate da funzionari degli uffici

immigrazione, i quali compileranno il cd. foglio-notizie contenente le generalità, la foto e le

informazioni di base della persona, nonché l’indicazione circa la sua volontà o meno di

richiedere la protezione internazionale; 3 In questa fase, avrà luogo una prima

differenziazione tra le persone richiedenti asilo/potenziali ricollocabili e quelle in posizione

irregolare; 4) successivamente all’espletamento di queste attività le persone che

richiedono la protezione internazionale saranno trasferite nei vari regional hub presenti sul

territorio nazionale; le persone che rientrano nella procedura di ricollocazione saranno

trasferite nei regional hub dedicati. Le persone in posizione irregolare e che non

richiedono protezione internazionale saranno trasferite nei Centri di Identificazione ed

Espulsione (C.I.E.).

CRITICHE AI CIE: il primo documento ufficiale a denunciare le condizioni all'interno dei

centri è la relazione del 2003 della Corte dei conti; in essa si parla di «programmazione

generica e velleitaria», «strutture fatiscenti», «scarsa attenzione ai livelli di sicurezza»,

«mancata individuazione di livelli minimi delle prestazioni da e

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trovich di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle migrazioni e regolamentazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Rossi Enzo.