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POLITICHE DI RACCOLTA DEI DEPOSITI IN C/C:
Segmentazione della clientela: segmentare i potenziali utenti del prodotto-servizio di c/c
significa studiare come le loro decisioni di acquisto reagiscono rispetto alle possibili
combinazioni delle 4 variabili ricordate. In questo modo diviene possibile identificare gruppi
o cluster, cioè segmenti di clienti che presentano reazioni omogenee in termini di
preferenza di acquisto rispetto alle combinazioni delle variabili prodotto-prezzo-
comunicazione-distribuzione.
Politica di prodotto e di servizio: la politica di prodotto consiste nella ricerca e
nell'attuazione di tecniche di pagamento e di incasso innovative, che rispondono alle
condizioni di efficienza-costo richieste dal cliente. I servizi di c/c offerti ai clienti sono i
seguenti: a) prelievi e veramenti; b) pagamenti e incassi; c) lettura saldo e movimenti del
c/c; d) gestione carte di credito e di debito. Questi servizi, possono essere utilizzati con
modalità diverse presso le filiali della banca, mediante ATM o da postazione remota
(internet banking).
Politica di prezzo: il prezzo che viene riconosciuto al cliente è di norma basso, dato che il
cliente non ha un obiettivo di investimento, ma rivolge alla banca una domanda di servizi
di cassa. Il fatto che la banca riconosca al cliente un tasso di interesse dipende dalla
circostanza che essa offre i depositi di c/c in competizione con altre banche e perciò ne
può aumentare l'attrattività con il pagamento di una remunerazione. Il prezzo è anche
quello che il cliente paga sotto forma di commissioni alla banca per l'utilizzo dei servizi di
cassa da questa offerti. La banca può adottare diverse politiche di prezzo: a) politica
analitica dei prezzi: da un lato il tasso di interesse passivo e dall'altro le commissioni
applicate ai singoli servizi (operazioni e transazioni). Questa, risponde ai caratteri di
razionalità e di trasparenza, anche se la determinazione dei prezzi analitici comporta
difficoltà e costi non lievi; b) politica dei prezzi correlati: viene offerto un tasso di
interesse basso al cliente, che viene però compensato da un costo unitario minore per
l'utilizzo dei servizi (commissioni); c) politica condizionale dei prezzi: condizionare i
prezzi in funzione di alcuni parametri che determinano la convenienza dello scambio; d)
politica relazionale dei prezzi: la banca correla i prezzi del c/c ai volumi di utilizzo di altri
prodotti e servizi. Questa politica si definisce relazionale perché differenzia i prezzi in
funzione dell'articolazione, dell'ampiezza e del valore della relazione con la clientela. La
banca persegue dunque l'obiettivo del cross-selling, cioè di aumentare l'offerta e la vendita
trasversale di altri prodotti e servizi, facendo leva sulla relazione principale con il cliente,
centrata sul deposito in c/c; e) politiche ibride dei prezzi: è conveniente per la banca
progettare ed offrire un'offerta “a pacchetto” che hanno il pregio della semplicità. Il
pacchetto consiste in una combinazione di prodotti-servizi-condizioni-modalità di utilizzo
appositamente studiata per rispondere alle preferenze di acquisto di un dato segmento di
clientela. Il pacchetto prevede in genere che il cliente possa fare un certo numero
massimo di operazioni riferite alle diverse categorie di servizi, alla condizione che
mangenga un saldo medio di conto non inferiore ad un certo valore. Ogni pacchetto in
genere adotta e attua una combinazione diversa dei tipi descritti di poliche di prezzo. Le
politiche di prezzo della banca non possono raggiungere e perciò non hanno un elevato
livello di trasparenza.
Politica di comunicazione: il prodotto-servizio deve essere proposto alla clientela
potenziale attravero strumenti promozionali volti a sollecitare decisioni di acquisto dello
stesso. E' importante capire come si svolge il processo cognitivo che precede la decisione
di acquisto del deposito di c/c. In alcuni casi qualità e costo dei beni e servizi possono
essere conosciuti a priori mediante un'analisi comparata, oppure mediante una
sperimentazione diretta che comporta la disponibilità e l'uso dell'oggetto, oppure ancora
mediante un processo cognitivo basato su informazioni esterne e indirette che generano
fiducia nella reputazione del produttore. La comunicazione della banca, con riferimento sia
ai depositi in c/c sia a numerosi altri prodotti con contenuti fiduciari e di servizio, presenta
una combinazione dei seguenti contenuti: forte richiamo di immagine-reputazione,
informazioni sintentiche sull'uso, affermazione generica della convenienza del costo-
prezzo e promesse convincenti.
Politica di distribuzione: il prodotto-servizio deve essere anche distribuito, nel caso del
deposito in c/c è più corretto parlare di accesso al servizio e di prestazione del servizio.
Le banche, per distribuire i prodotti-servizi utilizzano: a) rete di filiali; b) phone banking; c)
remote banking; d) rete ATM e POS; e) internet o home banking.
Determinazione del volume massimo della raccolta: il modello del moltiplicatore dei
depositi: questo modello sostiene che la quantità dei depositi e dei prestiti è vincolata,
cioè non può superare certi valori massimi che dipendono: a) dalle condizioni di equilibrio
finanziario e patrimoniale (adeguatezza patrimoniale); b) da caratteristiche strutturali del
sistema finanziario (regolamentazione, moneta legale in circolazione, propensione a
detenere moneta legale). Gli attori e le variabili in gioco sono:
1) il pubblico, inteso come il complesso degli agenti economici presenti nel sistema, oltre
alle banche e alla Banca Centrale, esprime una certa propensione a tenere un certo
rapporto di equilibrio (p) fra la moneta legale posseduta (MLP) e i depositi (D). Quindi:
p = MLP / D (1)
2) anche le banche nel loro insieme esprimono una certa propensione (b) a tenere una
scorta di moneta legale allo scopo di fare fronte a eventuali rischieste del pubblico di
convertire depositi in moneta legale. Questa scorta può essere definita come riserva
bancaria (RB). Quindi: b = RB / D (2)
3) occorre tenere conto anche del vincolo di bilancio derivante dal fatto che la moneta
legale (ML) in circolazione, emessa dalla Banca Centrale, può essere detenuta
esclusivamente dal pubblico e dalle banche. Vale quindi questa equazione:
ML = MLP + RB (3)
Sostituendo la 1 e la 2 nella 3 e risolvendo per D, si ottiene: D = ML x 1/(p+b) (4)
nella quale il moltiplicatore 1/(p+b), denominato appunto moltiplicatore dei depositi,
esprime la quantià dei depositi che esiste in condizioni di equilibrio, data una
predeterminata quantità di moneta legale e in presenza di date propensioni. Considerando
che (p+b) è generalmente inferiore all'unità, si comprende che i depositi sono un multiplo
della moneta legale esistente.
Volendo introdurre anche i prestiti: RB + P = D (5)
Sostituendo la 2 nella 5 e risolvendo ancora per D, si ottiene: D = P/(1-b) (6)
Infine, sostituendo la 4 nella 6 e risolvendo per P, si ottiene: P = ML x (1-b)/(p+b)
nella quale il rapporto (1-b)/(p+b) esprime il moltiplicatore del credito. Poiché anche
questo rapporto è di norma superiore all'unità, si comprende che, anche i prestiti sono un
multiplo della moneta legale esistente. Conclusioni a cui giunge il modello: 1) prestiti e
depositi sono quantità co-determinate dal vincolo di bilancio delle banche e dipendenti
dalla quantità di moneta legale e dalla propensione dei vari soggetti a detenere moneta; 2)
le politiche di raccolta ed impiego non possono conseguire risultati di sviluppo delle
quantità dei depositi e dei prestiti oltre alla situazione di equilibrio del modello: le azioni
competitive agiscono solo sulla quota che la banca attrae del totale dei depositi e dei
prestiti; 3) l’offerta di moneta (OM) in un sistema chiuso all’estero è uguale a MLP + D,
quindi la Banca Centrale può modificarla agendo su D e in particolare sulla riserva
obbligatoria delle banche (che modifica b) oltre che modificando ML.
Considerazioni: 1) la moneta scritturale è un fattore stabilizzante dell’intermediazione
creditizia; 2) l’efficienza della moneta scritturale dipende dal suo grado di sostituzione
rispetto alla moneta legale; 3) la sostituzione di moneta legale con quella scritturale
genera disponibilità di riserve per le banche aumentando il moltiplicatore dei depositi e dei
prestiti; 4) la dimensione della quota di mercato della singola banca determina in quale
misura la moneta scritturale creata tornerà nei depositi della stessa banca o presso altre
banche; 5) la propensione delle banche per ML (b) dipende dalla prop. del pubblico (p).
I depositi a scadenza e la funzione di investimento: i depositi a scadenza, anche detti
certificati di deposito, si caratterizzano per una funzione d'uso del tutto diversa da quella
dei depositi in c/c: essi sono costruiti in modo da soddisfare particolari bisogni di
investimento. Costituisce una forma di investimento intermedio fra il deposito in c/c e gli
strumenti finanziari caratterizzati da scadenza più lunga, rendimenti più elevati, in
presenza di rischi maggiori (azioni, obbligazioni ecc). La politica di prodotto presenta
caratteri di grande semplicità e riguarda le modalità di differenziazione del prodotto in
relazione alla scadenza (che può essere determinata, indeterminata o con scadenza
determinabile unilaterlmente dalle parti con un preavviso di prelievo-rimborso), alla quale
corrispondono livelli differenziati di tassi d'interesse (politica di prezzo). La politica di
prodotto e di prezzo sono realizzate in modo tale da proporre una forma di investimento di
immediata comprensione, di semplice uso e destinata soprattutto ai soggetti che
dispongono di capitale di importo limitato e/o desiderano mantenere una certa flessibilità
decisionale di investimento-disinvestimento senza sostenere particolari costi di
transazione, diversamente dall'investimento in valori mobiliari. Per quanto riguarda la
politica di comunicazione, si può sostenere, alla luce di quanto detto, che il prodotto è
trasparente e può essere valutato ex ante. Le modalità d'uso del prodotto sono molto
chiare, lo è anche la politica di distribuzione, per l'attuazione di versamenti e di prelievi in
moneta presuppone contatto fisico tra la banca e il cliente.
Le operazioni di raccolta pronti contro termine: l'operazione PCT consiste in un
contratto in base al quale la banca vende al cliente una quantità (in genere non piccola) di
titoli di Stato o altri titoli obbligazionari a un dato prezzo e contestualmente si impegna a
riacquistare gli stessi titoli a un termine futuro (breve) a un prezzo determinato maggiore di
quello a pronti. La differenza tra il prezzo a termine e quello a pronti, configura il tasso di
in