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UE.

Compiti degli organi dell’Unione europea

Comitato economico e sociale europeo = rappresenta la società civile, i datori di lavoro e i lavoratori, è un

forum di discussione sulle questioni legate al mercato unico. Ha come compito quello di offrire ai gruppi di

interesse (sindacalisti) la possibilità di esprimersi sulle proposte legislative dell’UE. È composto da membri

provenienti dai gruppi di interesse economico e sociale di tutta Europa, nominati dai governi nazionali e dal

consiglio dell’UE.

Comitato delle regioni = rappresenta le autorità regionali e locali, il suo compito è quello di far si che la

legislazione dell’UE tenga conto della prospettiva locale e regionale. Anche esso è composto da membri

provenienti da tutti i 28 paesi, e sono nominati dal consiglio.

Banca centrale europea (BCE) = è responsabile della politica monetaria europea. I suoi obbiettivi sono quelli

di mantenere la stabilità dei prezzi; e, mantenere stabile il sistema finanziario. Le banche centrali dei vari

paesi membri più la BCE vanno a formare il SEBC.

La BCE è costituita dal: comitato esecutivo; il consiglio direttivo; e, il consiglio generale.

Mediatore europeo = indaga sulle denunce contro organi istituzionali, uffici e agenzie dell’UE, esso è eletto

dal parlamento.

Banca europea degli investimenti = finanzia i progetti d’investimento dell’UE e sostiene le piccole e medie

imprese attraverso il fondo europeo per gli investimenti. Essa assume prestiti sui mercati dei capitali e

concede prestiti.

Gli organi dell’UE sono competenti ad emanare i seguenti atti:

1) regolamenti;

2) direttive;

3) decisioni;

4) raccomandazioni e pareri.

Il regolamento si sostituisce e si sovrappone alla regolamentazione interna dei singoli stati membri; ha

portata generale, è obbligatorio in tutti i suoi elementi ed è direttamente applicabile in ciascuno degli stati

membri. Entra in vigore a seguito della semplice pubblicazione nella GU della comunità, trascorsa una

vacatio legis di venti giorni, oppure entro un limite di volta in volta stabilito. Esso è uno strumento di

attuazione immediata del potere normativo conferito alle istituzioni sovrannazionali dai trattati.

La direttiva riguarda il risultato da raggiungere, salvo restando la competenza degli organi nazionali in merito

alla forma ed ai mezzi per trasformale in norme di dettaglio. Essa è il provvedimento che gli stati membri

devono adottare per realizzare gli obbiettivi comunitari.

Le decisioni hanno portata concreta, è un atto vincolante e quindi il soggetto a cui è destinata è tenuto ad

osservarla, acquista efficacia con la notifica ai loro destinatari. Quindi, tramite le decisioni le istituzioni

decidono se qualcuno deve agire o astenersi dall’agire imponendo obblighi e diritti.

I pareri sono atti di diritto comunitario derivato che tende a fissare e a rendere noto il punto di vista

dell’istituzione che lo emette in ordine ad una questione.

Infine, troviamo le raccomandazioni, esse hanno lo scopo di far si che il destinatario tenga un certo

comportamento. Questi ultimi due atti elencati hanno tra di loro punti in comune: Pag. 6 a 18

− privi di vincolo normativo, in quanto sono provvedimenti non normativi;

− i loro contenuti sono presi in considerazione dalla corte ai fini dell’interpretazione delle norme

comunitarie;

− non contengono obblighi giuridici nei confronti dei destinatari.

Oltre a dei punti in comune ci sono anche delle differenze, che sono le seguenti:

− da un punto di formale i pareri vengono richiesti agli organi comunitari, mentre le raccomandazioni

provengono da autorità degli organi comunitari;

− da un punto di vista sostanziale, i pareri permettono di pronunciarsi in modo non vincolante senza

imporre obblighi giuridici, mentre le raccomandazioni consentono di seguire una linea di condotta

riguardo problemi di carattere più ampio.

Il trattato di Maastricht

Il trattato sull’Unione Europea (TUE), firmato a Maastricht il 7 Febbraio del 1992 dai 12 paesi che allora

facevano parte della comunità europea, è entrato poi in vigore il 1 Novembre del 1993.

Fissa le regole politiche e i parametri economici necessari per l’ingresso dei vari stati nell’UE. L’Unione

Europea da esso creata è costituita da tre pilastri:

1. Il primo pilastro è costituito dalla Comunità europea, dalla Comunità europea del carbone e

dell’acciaio (CECA) e dall’Euratom e riguarda i settori in cui gli Stati membri esercitano

congiuntamente la propria sovranità attraverso le istituzioni comunitarie. Vi si applica il cosiddetto

processo del metodo comunitario, ossia proposta della Commissione europea, adozione da parte

del Consiglio e del Parlamento e controllo del rispetto del diritto comunitario da parte della Corte di

giustizia.

2. Il secondo pilastro instaura la Politica estera e di sicurezza comune (PESC), esso consente agli Stati

membri di avviare azioni comuni in materia di politica estera.

3. Il terzo pilastro riguarda la cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni. L’Unione deve

svolgere un’azione congiunta per offrire ai cittadini un livello elevato di protezione in uno spazio di

libertà sicurezza e giustizzia.

I fattori che hanno contribuito alla formazione dell’UE sono di diverso tipo: abbiamo quelli di natura esterni,

come il crollo del comunismo e la prospettiva dell’unificazione tedesca; e quelli di natura interni, dove gli Stati

membri volevano espandere con delle riforme i progressi realizzati dall’atto unico europeo.

I suoi obbiettivi sono:

• rafforzare la legittimità democratica delle istituzioni;

• rendere più efficaci le istituzioni;

• instaurare una unione economica e monetaria;

• sviluppare la dimensione sociale della comunità;

• instaurare una politica estera e di sicurezza comune.

Il trattato instaura politiche comunitarie in sei settori nuovi:

1) reti transeuropee;

2) politica industriale;

3) tutela dei consumatori;

4) istruzione e formazione professionale;

5) gioventù;

6) cultura.

Il mercato unico viene completato dall’instaurazione dell’unione economica e monetaria (UEM). La politica

economica comporta tre elementi: coordinamento delle politiche economiche; istituzione di una sorveglianza

multilaterale di tale coordinamento; e infine, sono soggetti a norme di disciplina finanziaria e di bilancio.

La politica monetaria, invece, ha come scopo principale quello di istituire una moneta unica, e mira a

garantire la stabilità tramite la stabilizzazione dei prezzi e al rispetto dell’economia di mercato.

Il trattato prevede l’instaurazione di una moneta unica in tre fasi successive:

− la prima fase, che liberalizza la circolazione dei capitali (1/07/1990); Pag. 7 a 18

− la seconda fase (1/01/1994) che permette la convergenza delle politiche economiche degli Stati

membri;

− la terza fase (1/01/1999) deve iniziare con la creazione di una moneta unica e la costituzione di una

BCE.

Con il protocollo sulla politica sociale allegato al trattato, le competenze comunitarie vengono estese al

settore sociale. Il protocollo si prefigge i seguenti obbiettivi:

• promuovere l’occupazione;

• migliorare le condizioni di vita e di lavoro;

• garantire un’adeguata protezione sociale;

• promuovere il dialogo sociale;

• sviluppare le risorse umane per garantire un livello elevato e sostenibile d’occupazione;

• integrare le persone escluse dal mercato del lavoro.

Tra le grandi innovazioni del trattato figura l’istituzione di una cittadinanza europea, che si aggiunge a quella

nazionale. Chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro è anche cittadino dell’Unione. Tale

cittadinanza conferisce nuovi diritti:

• il diritto di circolare e risiedere liberamente nella Comunità;

• il diritto di votare e di essere eletti alle elezioni europee e comunali nello Stato di residenza;

• il diritto alla tutela da parte delle autorità diplomatiche e consolari di uno Stato membro diverso da

quello d’origine nel territorio di un paese terzo nel quale lo Stato membro di cui hanno la cittadinanza

non è rappresentato;

• il diritto di petizione dinanzi al Parlamento europeo e il diritto di sporgere denuncia al mediatore

europeo.

Il trattato sull’Unione adotta come norma generale il principio di sussidiarietà. Tale principio precisa che nei

settori che non sono di sua esclusiva competenza, la Comunità interviene soltanto se gli obbiettivi possono

essere realizzati meglio a livello comunitario che a livello nazionale

Quindi, per riassumere, il trattato di Maastricht rappresenta una tappa determinante della costruzione

europea. Attraverso l’istituzione dell’Unione Europea, la creazione di un’unione economica e monetaria e

l’estensione dell’integrazione europea a nuovi settori, la Comunità entra in una dimensione politica.

Consapevoli dell’evoluzione dell’integrazione europea, degli ampliamenti futuri e delle necessarie modifiche

istituzionali, gli Stati membri hanno inserito una clausola di revisione del trattato.

Una delle modifiche è apportato dal trattato di Amsterdam (1997):

• esso permette di rafforzare i poteri dell’Unione attraverso la creazione di una politica comunitaria in

materia di occupazione;

• rafforza le misure volte ad avvicinare l’UE ai suoi cittadini;

• semplificazione e rinumerazione degli articoli dei trattati.

In seguito, nel 2001, c’è stato il trattato di Nizza che ha apportato alcune risoluzioni di questioni lasciate

aperte dal trattato di Amsterdam, ossia i problemi istituzionali legati all’ampliamento. Esso semplifica il

ricorso alle procedure di cooperazione rafforzata e rende più efficace il sistema giurisdizionale.

Trattato di Lisbona

Il trattato di Lisbona è entrato in vigore il 1 Dicembre 2009, mettendo fine a diversi anni di negoziazione sulla

riforma istituzionale. Esso modifica il trattato sull’Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità

europea, senza tuttavia sostituirli. Il nuovo trattato dota l’Unione del quadro giuridico e degli strumenti

necessari per fare fronte alle sfide del futuro e rispondere alle aspettative dei cittadini.

I punti del trattato sono i seguenti:

1) Un Europa più democratica e trasparente, che rafforza il ruolo del Parlamento europeo e dei

parlamenti nazionali, offre ai cittadini maggiori possibilità di far sentire la loro voce e chiarisce la

ripartizione delle competenze a livello europeo e nazionale. Pag. 8 a 18

2) Un Europa più efficace, che semplifica i suoi metodi di lavoro e le norme di voto, rendendo il

processo decisionale più efficace e

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Publisher
A.A. 2014-2015
18 pagine
22 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/13 Scienze merceologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martins93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Merceologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Jacoboni Antonella.