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DIRITTO DI FAMIGLIA

I due pilastri del diritto di famiglia sono il matrimonio, a cui è stata di recente affiancata l'unione civile, e la filiazione. Gran parte dei diritti di famiglia, quindi, riguardano le persone che sono unite tramite unione coniugale, oppure da un rapporto di filiazione. Non a caso, si tratta anche dei due istituti che sono disciplinati dalla Costituzione.

Articolo 29 della Costituzione: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare."

La Costituzione parla, innanzitutto, del matrimonio. Si è molto discusso sull'espressione "società naturale" in quanto ha un'ispirazione sicuramente cattolica. In sostanza, questo articolo riconosce che la famiglia preesiste allo Stato, come

afferma anche la storia. Perciò, non è il diritto dello Stato che crea la famiglia ed il diritto dello Stato non può non attribuire rilevanza giuridica alla famiglia. Però, la famiglia che, secondo la Costituzione, deve essere riconosciuta è quella fondata sul matrimonio. L'articolo poi afferma l'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi ma aggiunge anche che, questa, potrebbe essere limitata in nome dell'unità familiare. Fino al 1975 non si poteva parlare di uguaglianza giuridica in quanto il marito aveva potere e la moglie doveva obbedirgli. Questa scelta era giustificata dalla prudenza dell'articolo 29 della Costituzione. Oggi tutto ciò è stato superato, perché nel 1975, è stata fatta una riforma dal legislatore onde si afferma la piena uguaglianza giuridica dei coniugi.

Articolo 30 della Costituzione: ''È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se

Nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità. "Anche il rapporto di filiazione è espressamente menzionato dalla Costituzione, che lo disciplina. Si può notare anche qui una posizione prudente da parte del legislatore, che afferma che vi è il diritto ed il dovere da parte dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli anche se nati fuori dal matrimonio ma aggiunge anche che questa tutela è in qualche modo subordinata a quella dei diritti dei membri della famiglia legittima. Perciò vi è stata una differenza di trattamento tra figli nati dentro il matrimonio e figli nati fuori dal matrimonio, inizialmente la differenza era molto forte, si

è andata via via riducendograzie ad interventi sia da parte del legislatore sia da parte della corte costituzionale, mapiù di recente, ossia dopo il 2000, si è arrivati ad una piena equiparazione tra questi.Oltre a questi due pilastri del diritto di famiglia ve ne sono anche altri, che potremmochiamare ‘‘diritti di famiglia allargata’’ e sono i rapporti di parentela ed affinità ed irapporti di convivenza di fatto tra i soggetti.Queste altre relazioni hanno rilevanza, ma più limitata. Queste relazioni acquistanoimportanza quando vengono a mancare i rapporti di coniugio o di filiazione.Cosa intende la legge quando attribuisce rilevanza al vincolo di parentela?Articolo 74: ‘‘La parentela e' il vincolo tra le persone che discendono da uno stessostipite, sia nel caso in cui la filiazione e' avvenuta all'interno del matrimonio, sia nel casoin cui e' avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui ilutilizzando tag html.

Figlio e' adottivo. Il vincolo di parentela non sorge nei casi di adozione di persone maggiori di eta', di cui agli articoli 291 e seguenti.

Il vincolo di parentela è quello che si instaura tra persone che hanno uno stesso stipite. Articolo 75: "Sono parenti in linea retta le persone di cui l'una discende dall'altra; in linea collaterale quelle che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l'una dall'altra."

Allora si distingue tra parenti in linea retta e parenti in linea collaterale. Sono parenti in linea retta, ad esempio il padre e il figlio, e sono parenti in linea collaterale ad esempio il fratello e la sorella. Articolo 76: "Nella linea retta si computano altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite. Nella linea collaterale i gradi si computano dalle generazioni, salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, sempre utilizzando tag html.

restandoescluso lo stipite.’’A volte la legge parla di gradi di parentela.

Articolo 77: ‘‘La legge non riconosce il vincolo di parentela oltre il sesto grado, salvo cheper alcuni effetti specialmente determinati.’’

L’articolo dice che, se non è previsto diversamente, il limite di rilevanza della parentela siferma al sesto grado (ad esempio le due figlie di due cugini sono tali).

Cosa intende la legge quando attribuisce rilevanza all’affinità?

Articolo 78: ‘‘L'affinita' e' il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge.Nella linea e nel grado in cui taluno e' parente d'uno dei coniugi, egli e' affine dell'altroconiuge.L'affinita' non cessa per la morte, anche senza prole, del coniuge da cui deriva, salvo cheper alcuni effetti specialmente determinati. Cessa se il matrimonio e' dichiarato nullo,salvi gli effetti di cui all'art. 87, n.

4. L'affinità è tra il genero e la suocera ad esempio, quindi, è quel vincolo che nasce con i parenti dell'altro coniuge e prende la stessa linea e lo stesso grado del coniuge che ha i rapporti di parentela. L'affinità, in linea generale, non cessa anche se il coniuge muore.

GLI ALIMENTI
I rapporti di parentela ed affinità prendono rilievo sotto molti punti di vista (ad esempio nel diritto delle successioni). Una delle conseguenze che si estendono al di là della famiglia in senso stretto, cioè dei rapporti tra i coniugi o tra genitori e figli, è l'obbligo degli alimenti.

Articolo 438: "Gli alimenti possono essere chiesti solo da chi versa in stato di bisogno e non è in grado di provvedere al proprio mantenimento. Essi devono essere assegnati in proporzione del bisogno di chi li domanda e delle condizioni economiche di chi deve somministrarli. Non devono tuttavia superare quanto sia"

necessità di mantenere l'alimentando, ma anche della posizione sociale del donatario. Il donatario non è tenuto a versare più di quanto vale la donazione che ancora esiste nel suo patrimonio. Con "obbligo relativo agli alimenti" si intende che alcuni soggetti sono tenuti a fornire sostentamento ad altri soggetti. Gli alimenti sono ciò che viene richiesto da coloro che si trovano in uno stato di bisogno e le persone obbligate sono tenute solo a pagare ciò che è strettamente necessario per sopravvivere. Quindi, chi richiede gli alimenti non può chiedere più di quanto sia strettamente necessario. Inoltre, è importante considerare anche le condizioni economiche di chi deve fornire gli alimenti, quindi potrebbe esserci un contributo parziale se chi deve fornirli non ha la disponibilità economica per farlo completamente. È interessante notare anche come il codice civile tenga conto della

La posizione sociale, infatti, si dice che nel calcolare quanto è necessario per la vita si deve tener conto, in qualche misura, anche della posizione sociale.

Chi è tenuto a prestare gli alimenti?

Articolo 433: "All'obbligo di prestare gli alimenti sono tenuti, nell'ordine:

  1. il coniuge;
  2. i figli, anche adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi;
  3. i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi; gli adottanti;
  4. i generi e le nuore;
  5. il suocero e la suocera;
  6. i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali."

L'articolo elenca l'ordine a cui riferirsi per richiedere gli alimenti. L'obbligo riguarda anche i soggetti affini o altri parenti come i fratelli e le sorelle.

Per alcuni di questi soggetti l'obbligo di prestare gli alimenti è riassorbito dal dovere di mantenimento che non è subordinato allo stato di bisogno, come nel caso del coniuge.

alimenti. In caso di situazioni urgenti, l'autorità giudiziaria può anche decidere temporaneamente di far ricadere l'obbligo alimentare su una sola persona tra quelle obbligate, con la possibilità di richiedere il rimborso agli altri. Si può quindi scegliere se ospitare l'alimentando nella propria casa o pagargli un assegno alimentare. La decisione spetta in genere a chi ha l'obbligo di fornire gli alimenti, ma ci possono essere circostanze che portano l'autorità giudiziaria a stabilire il modo in cui devono essere somministrati gli alimenti.

Parliamo ora della convivenza di fatto e di che rilevanza assuma.

Sentenza della corte costituzionale n. 310/1989: ‘‘Sotto il profilo del principio di uguaglianza la pretesa violazione dell'art. 3 è contraddetta dal rilievo, ripetutamente espresso da questa Corte, che <la situazione del convivente more uxorio e nettamente diversa da quella del coniuge> (sentenze n. 45 del 1980, n. 404 del 1988). È vero che l'art. 29 Cost. non nega dignità a forme naturali del rapporto di coppia diverse dalla struttura giuridica del matrimonio, ma è altrettanto vero che riconosce alla famiglia legittima una dignità superiore, in ragione <dei caratteri di stabilità e certezza e della reciprocità e corrispettività di diritti e doveri, che nascono soltanto dal matrimonio>. Lo stesso giudice remittente, là dove fa <salve eventuali, future differenziazioni riservate al legislatore>, ammette in definitiva che l'art. 3

non può essere invocato nella suaportata eguagliatrice. Ma le norme in esame non meritano censura

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher usairoberta23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Caterina Raffaele.