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Oggi negli uomini sembra aumentare il senso di solitudine ed il peso delle paure e delle
sofferenze che un tempo sconvolgevano meno le sensibilità. L’uomo è in una condizione
fragile e ha un forte bisogno di essere salvato. C’è però un problema: la preghiera nel
recente passato si è appannata e spenta perché si è spento il bisogno che l’uomo ha di
pregare. L’uomo è la sete e Gesù è l’acqua che disseta. Egli è la risposta alla domanda che
è l’uomo.
La preghiera dell’apocalisse, che si conclude con le parole “Vieni, signore Gesù” è molto
più di un semplice desiderio: è un bisogno. L’oggetto del bisogno sta dentro l’animo,
mentre l’oggetto del desiderio sta fuori. L’apocalisse rivive in tre dimensioni ineliminabili
rispetto alle altre: bisogno, desiderio e fede.
Marco e Giovanni descrivono Gesù unicamente da adulto, trascurando la sua vita da
bambino. Al contrario Matteo e Luca insistono molto su come Dio entra nel mondo anzi
tutto come bambino e non già come uomo adulto. Il fatto di nascere bambino è un segno
del destino umano. La verità quindi non è soltanto quello che vediamo: molte persone
pensano che Dio sia assente. Dio non è assente: è nascosto.
Accettare Dio e credere in lui è anche trovare il senso ed il valore alla vita normale di tutti i
giorni.
il dramma umano oggi è legato al fatto che l’eccezionale risulta essere sempre più
discostato dal normale. La vita di tutti i giorni ha una qualità scadente e l’uomo soffre gli
squilibri. Questo spiega il bisogno sempre crescente di voler andare lontano. Le persone
fanno grossi sacrifici per rendere fantastiche poche ore e poi non fanno niente per rendere
fantastica la loro vita.
L’uomo secolare mira a sviluppare il progresso economico, tecnico, scientifico… egli è
riuscito a razionalizzare la sua vita terrena in modo perfetto, ha espulso la religione
dall’organizzazione della sua vita. La sfida dell’uomo secolare è oggi quella di riempire il
senso profondo di vuoto che si è venuto a creare.
Torqueville ed Hengel affermano un fondamentale ideale: gli uomini sono simili ed uguali.
Paolo invece afferma che Dio si è fatto vivo e attraverso la croce di Gesù ha realizzato
questo valore prima di lui schiacciato nel ruolo di istanza morale. La fede cristiana è
l’azione attraverso la quale Dio attua i valori e consente all’uomo di poterli efficacemente
predicare.
Un altro problema è quello che conosciamo la riconciliazione con Dio ma paradossalmente
non conosciamo quella con il fratello separato. La via che porta ad esso non è una via
diretta ma è una via che passa attraverso Dio. La riconciliazione è lottare con Dio e non
solo con se stessi. Riconciliazione significa avere un nuovo nome e quindi presuppone il
cambiamento.
Chiedere un segno è una richiesta logica ma anche scontata. La richiesta di un segno
decisivo è comunque una sorta di pretesto per consentire alla coscienza di rimandare la
decisione fondamentale al futuro. Se l’uomo decide di seguire la fede, allora deve fare
cadere due maschere: quella che gli uomini hanno messo a Dio e quella che si sono messi
sul proprio volto. La vita dell’uomo nuovo
Pensiamo ora ad un prato, se non si interviene, il terreno si trasforma in una savana
impraticabile. Se si interviene e si taglia l’erba, il prato resta un angolo di terra attraente. Il
taglio dell’erba si limita a eliminare gli steli esterni ala terra, lasciando intatte le radici
nascoste da essa.
Questa è la condizione dell’uomo. La vita tenda a complicarsi dentro le difficoltà. I
problemi si risolvono ma rispuntano.
L’uomo quindi cerca di contrastare il potere che il male esercita sulla sua coscienza ma
non trova un’azione di annientamento totale. È Gesù che annienta le radici del male.
Israele si allontanava sempre di più da ciò che Dio e Mosè avevano sancito sul monte
Sinai. Molti avevano deciso di sconfessare pubblicamente l’Alleanza del Sinai ma non
potevano farlo in modo eclatante. Decisero quindi di farlo con dei piccoli cambiamenti che
lasciavano intatta la sensazione che nulla stava cambiando.
Questo accade anche nella vita di tutti i giorni: trattandosi di piccole cose non si da il
giusto peso a quello che succede. Piano piano si cambiano le abitudini di vita.
Nelle regioni occidentali si sta ritornando al sacro (ad esempio i pellegrinaggi aumentano)
per motivazioni profonde. Sono crollate tutte le altre ideologie e l’uomo si ritrova sempre
più solo.
La Genesi propone una riflessione precisa. Sono presi in considerazione il mistero del
contatto e quello della trasformazione. Dal contatto con Dio parte un certo tipo di
trasformazione. Dal contatto con il serpente inizia un altro genere di trasformazione.
L’uomo non ha due possibilità di scelta ma una sola: o Dio o il serpente. Entrato in
contatto con il serpente, però, non è più in grado di sottrarsi alla scelta fatta. Può maledire
Dio, se stesso, il serpente, ma questo non serve a nulla.
Il contatto con il serpente si consuma nel disobbedire ma soprattutto nel non provare
paura a disobbedire.
Non sappiamo se anticamente Dio ed il serpente fossero invisibili come ora.
Schiavitù: non è un fatto individuale ma è universale. Nell’antichità il sistema sociale
considerava la schiavitù come parte integrante di ogni espressione della vita quotidiana. La
schiavitù non è un problema, è il problema.
Nella Roma imperiale gli schiavi erano persone che traevano la propria origine da altri
schiavi e superavano i 4/5 della popolazione. Gli schiavi non potevano unirsi in matrimonio
ma solo in convivenza, in questo modo i figli erano di proprietà del padrone e non dei
genitori naturali.
Guardando il fenomeno nel suo complesso, tra gli schiavi troviamo poi anche contingenti
sociali di agricoltori o di operai specializzati.
Nel NT Paolo parla di schiavitù solo in modo metaforico, sviluppando tre concetti religiosi:
- Redenzione: indica la liberazione di uno schiavo Gesù ha liberato i credenti dal
peccato.
- Giustificazione: atto con il quale un giudice dichiara l’accusato non colpevole
libertà completa donata da Gesù.
- Riconciliazione: allo schiavo vengono ridati i diritti quando Gesù rende un
uomo membro della famiglia di Dio.
Libertà è arrivare a trasformare la vita del prossimo compromessa dal male e dalle
sofferenze.
Gesù con la sua morte riscatta l’uomo dalla schiavitù del peccato.
Beatitudini:
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia.
Gesù dice poi che non è venuto ad abolire la Legge o i Profeti ma a dare ad essi
compimento. Inoltre spiega che chi non è in pace con il fratello non deve offrire doni a Dio
ma deve prima riconciliarsi con il fratello e solo successivamente offrire dei doni a Dio.
Spiega poi di fare le opere buone non per essere ammirati dagli uomini ma per essere
ammirati da Dio che in segreto li ricompenserà. La stessa cosa deve avvenire per la
preghiera insegna il Padre Nostro. Anche il digiuno non deve essere reso pubblico ma
deve essere reso noto solo al Padre.
Metz: a undici anni è in guerra. La sua unità ha la necessità di comunicare con il comando
locale. Egli viene scelto per la sua giovinezza e quindi la sua capacità di correre e di
resistere nel farlo. Quando ritorna con la risposta attesa trova tutti morti a causa di un
attacco nemico. Metz individua una funzione fondamentale della teologia: ricercare le
radici del potere del male per configurare nel modo più efficacie possibile le soluzioni da
avanzare.
Gesù nel vangelo di Marco dice che non c’è nulla fuori dall’uomo che entrando in lui possa
contaminarlo ma, al contrario, sono invece le cose che escono dall’uomo che lo
contaminano. Questo significa che ciò che entra da fuori non entra nel cuore ma solo nel
ventre e va a finire nella fogna, mentre ciò che viene da dentro viene dal cuore ed è da
qui che possono nascere le intenzioni cattive.
Dio vuole la trasformazione radicale del tempo della vita terrena. Vuole che a cambiare sia
tutto ciò che nell’uomo diventa origine di disumanizzazione e spersonalizzazione.
Il comandamento dell’amore tende a produrre il superamento di tutte le barriere che
impediscono il sopraggiungere tra le persone dell’uguaglianza, della fratellanza e della
pace.
Il cristianesimo conduce le persone che credono verso la giustizia.
La forma più evidente della schiavitù nell’occidente cristiano è il non dar peso alle cose, il
non vedere e il non sentire le ingiustizie.
Gli ebrei e la terra promessa
Gli ebrei ritengono di dover vivere la benedizione di Dio non all’interno dell’intero mondo
ma dento una particolare porzione di terra. Essa è “la terra dove scorre latte e miele”, cioè
la Palestina. Dopo il ritorno dall’esilio babilonese, la vita in Palestina riprende solo
parzialmente perché la monarchia ed il tempio di Gerusalemme non raggiungono più lo
splendore e l’importanza che avevano precedentemente. La monarchia riprende con Erode
(che non ha niente a che vedere con la stirpe di Davide), egli fa rinascere il tempio ma
tutto ha durata limitata: i romani presto lo distruggeranno. Da Traiano al 1948, quindi per
oltre 1800 anni, la Palestine ha smesso di essere la terra degli Ebrei. Il loro ritorno è
iniziato nella prima parte del 1900.
Gesù organizza il nuovo vero esodo: quello che consiste nel traghettare l’intera umanità
dalla terra al cielo di Dio. Gesù quindi trasforma radicalmente la visione teologica della
terra promessa.
Lettera di Ignazio: è felice di morire sbranato dai leoni perché così potrà vedere Dio.
Rapporto con Dio: se il legame con Dio permane e la sottomissione a Lui non è un
problema, allora se gli interrogativi non h