Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La cultura del positivismo e l'analisi dei fenomeni artistici
Si allinea alla cultura del positivismo per inquadrare i fenomeni artistici entro leggi evolutive. Ebbe un buon riscontro all'inizio del secolo, ma dal dopoguerra fu messo da parte (ci si concentrerà su Riegl). La produzione è l'esito di una reazione psicofisica individuale alla realtà: assume grande importanza l'esperienza personale, che confluisce nello stile proprio di ogni epoca storica. La storia artistica è storia del mutato modo di vedere il mondo; da ciò consegue che, in nessun caso, si può andare oltre i limiti del proprio tempo. Famose le sue lezioni nelle quali utilizza sempre due proiettori, per una formazione basata sulla comparazione e sull'ampliamento del repertorio visivo.
1888 | "Rinascimento e Barocco"
Lo scrive a soli 24 anni, affrontando un periodo della storia considerato "non classico", sulla strada già tracciata da Burckhardt. L'epoca barocca è...
contraddistinta da pittoresco, movimento, senso del grandioso e dell'abnorme, contrapposto ai valori opposti del Rinascimento. Per lui l'arte classica è quella del '500 (soprattutto quella di Michelangelo e Raffaello).
1905 | "L'arte di Albrecht Dürer" Analizza l'adattamento dell'artista tedesco alla forma classica, ponendo le differenze con quella italiana. Fu attratto dalla corrispondenza tra razza e cultura, ma in un'accezione meno ideologica ("esistono due modi di rappresentare, uno tedesco e uno italiano").
1915 | "Concetti fondamentali della Storia dell'Arte" (in Italia dal '53) Stabilisce le 5 coppie di principi formali che documentano due modi opposti della visione:
- Lineare (disegno, precisione) / pittorico (luce, colore, indeterminatezza);
- Superficie (piani ordinati) / profondità (dislocazione libera);
- Forma chiusa (oggetti disposti secondo una forma
rigida) / forma aperta (oggetti liberi);
4. Molteplicità (gli elementi mantengono indipendenza) / unità (gli elementi si fondono);
5. Chiarezza assoluta (scene finite, compiute) / chiarezza relativa (scene transitorie).
Qui si convince, in maniera illusoria, che le coppie possano essere adottate in un razionale pro-cesso per leggere le forme di tutti i tempi. Inoltre, svaluta l’individuo come fattore storico, per ilquale fu tacciato di portare avanti una “Storia dell’Arte senza nomi”. Altra critica che gli fu mossaè che, in questo modo, non si spiegano i vari ritorni degli stili.
• “La spiegazione dell’opera d’arte” (1921) e “Riflessioni sulla Storia dell’Arte” (1940)
Tenta di rivedere il concetto di “Storia dell’Arte senza nomi”, dicendo che il valore dell’individuorimane intatto, ma è evidente il suo interesse per una narrazione impersonale.
Termine coniato da Schlosser,
Oggi utilizzato per indicare una ricca successione di personaggi che hanno rivoluzionato la disciplina, considerata parte integrante delle scienze storiche. Il suo indirizzo metodologico si concentrava sui seguenti punti:
- Attenzione spostata dalla ricostruzione dell'attività artistica all'analisi delle opere dal vivo, specialmente nei musei. La centralità dell'oggetto artistico deriva soprattutto dall'incontro di Thausing con Morelli, che fu addirittura incluso da Schlosser tra i membri della scuola viennese. Il metodo fu integrato dalla filologia di Sickel, che Schlosser definì "Sickel-Morelli". È inoltre da ricondurre all'influenza della filosofia herbartiana e agli studi di Robert Zimmerman, secondo il quale la forma va riferita agli organi di senso (scultura/tattile, pittura/ottica). La pura visibilità viene adottata per gli schemi interpretativi.
- Individuazione filologica e scientifica dei caratteri
dell'opera (mettendo insieme gli apparente-mente inconciliabili metodi Morelli e Cavalcaselle), trascurando l'aspetto estetizzante e sogget-tivo della critica tardoromantica. Questo avrebbe consentito di trasformare la disciplina in una scienza oggettiva e autonoma, che però non precludeva lo scambio con altre discipline.
3. L'opposizione alla distinzione in arti maggiori e minori, a cui contribuisce il fenomeno delle Espo-sizioni Universali, la costituzione dei musei di Arte Industriale e il movimento delle Secessioni (se-condo quella viennese, l'arte applicata completava l'architettura). Il rifiuto va esteso anche al di-svalore attribuito a determinate epoche storiche considerate di "decadenza" (Barocco, tardoan-tico) e alle aree geografiche "marginali" (apertura verso l'arte Orientale); questo interesse va lettoinoltre in relazione al momento di declino vissuto dall'Impero asburgico.
Le basi furono gettate da
Rudolf Eitelberger, che per primo considerò l'oggetto in rapporto filologico con altri, e considerò fondamentale la collaborazione tra Università e museo. Notevole impulso giunse da Moritz Thausing, che contemplava una separazione netta tra Storia dell'Arte ed estetica ("non posso immaginare Storia dell'Arte migliore di quella in cui la parola bello non sia contemplata").
Parallelamente, furono fondate diverse istituzioni volte al perseguimento dei sopracitati obiettivi:
- 1850 | Imperiale e Regia Commissione Centrale per lo Studio dei Monumenti Artistici e Storici. Formata da Eitelberger, Wickhoff, Riegl, Tieze e Dvořák; il suo compito fu catalogare un patrimonio artistico che partiva dal 1840 di diverse nazioni europee. Dal 1856 si dotò di un annuario relativo al problema del restauro e della conservazione, diretto da Riegl e Wilhelm Kubichek.
- 1854 | Istituto per le ricerche storiche (parallelo
all'Università)Diretto da Theodor Von Sickel e poi da Thausing (già direttore dei disegni dell'Albertina).
- 1863 | Museo austriaco per l'arte e l'industriaFondato da Eitelberger. Riegl lavorò per ben 11 anni nella sezione dedicata ai tessuti.
- 1883 |Annuario delle collezioni storico-artisticheIl suo compito era illustrare i fondi delle raccolte Imperiali viennesi.Tenutosi in occasione dell'Esposizione Universale, portata avanti dall'Impero Asburgico per riacquistare prestigio dopo l'indebolimento dato dalla maggiore autonomia ungherese e dalla fondazione dell'Impero tedesco. Parteciparono anche il Giappone, la Cina e l'impero Ottomano, diffondendo il gusto per l'arte orientale, soprattutto nel campo delle arti applicate. Al congresso non presero parte esponenti molto noti; l'unico partecipante italiano fu Cavalcaselle. Vennero discussi molti temi: i musei, la catalogazione, il restauro, l'insegnamento,
La riproduzione delle opere…
Questo episodio diede il via a una definizione della disciplina storico-artistica, evidente inoltre nella creazione di numerose cattedre universitarie che formeranno una generazione di storici dell’arte:
- Svizzera Jacob Burckhardt Metà ‘800 ca.
- Germania 1860 ca.
- Impero austriaco Rudolf Heidelberg Università di Vienna 1852
- École du Louvre Precursore Hippolyte Taine Francia
- École des beaux Art (Archeologia dell’arte ed estetica) Emile Mâle Sorbona di Parigi 1899
- Adolfo Venturi Sapienza di Roma 1901 Italia
- Pietro Toesca Torino 1907
Nel 1909 si svolse il IX Congresso a Monaco di Baviera, dove Aby Warburg espresse disaccordo sulla condanna di Venturi rispetto al mercato dell’arte; credeva infatti che proprio grazie all’acquisto di privati stranieri le opere dei pionieri italiani furono compresi nel resto dell’Europa. Il X fu invece il primo a rompere il primato tedesco, in quanto convocato a Roma.
1912. Fu il ruolo più attivo nella scuola. Conoscitore e trascinatore di giovani, da Thausing apprende il metodo Morelli e la passione per il disegno antico. Si attesta su un positivismo rigorosamente storico-filologico-documentario, ma estraneo alla "grammatica storica" di Riegl.
1895 | Arte antica e classica – "La genesi di Vienna" Illustra un famoso codice miniato, dove nella prefazione sostiene per la prima volta l'autonomia dell'arte romana da quella greca. L'originalità di questo periodo consisterebbe nel suo carattere pittorico, coloristico, illusionistico, spaziale e per il realismo ritrattistico. Pur essendo ipotesi ampiamente superate, poiché l'arte romana non può prescindere da quella greca, si tratta di un'opera di fondamentale rottura. Si interessa al mondo antico anche per via degli scavi in area mediterranea.
Arte medievale – Il forte interesse per la tecnica miniatoria
(e per la rivalutazione della tecnica) lo impegna nella catalogazione globale dei codici miniati del territorio austriaco.
- Rinascimento – Il suo studio parte con il tema della continuità dei motivi classici nel '400 – '500; fu uno dei suoi campi di ricerca preferiti.
- 1900 | Contemporaneità – “Che cos'è brutto?” Quando Klimt dipinse la decorazione dell'aula magna dell'Università di Vienna ricevette numerose critiche per non essersi rifatto a maestri del passato e non aver aderito alla visione classicista di armonia e proporzione. In questo saggio, Wickhoff lo difende come innovatore, sostenendo la tesi del relativismo delle categorie di brutto e bello.
Non sappiamo molto della sua vita: era una persona estremamente riservata. Nato a Linz da un ufficiale in una manifattura di tabacco che si sposta spesso per lavoro, Dvořák disse che la sua infanzia non fu molto felice: i giochi gli
vengono vietati in favore dello studio, e a 4 anni sa già leggere e scrivere. Quando il padre muore nel 1873, torna a Linz con la madre con cui visse in una piccola pensione. In teoria doveva perseguire una laurea in legge, ma frequenta corsi di Filosofia, Storia e Storia dell'Arte, nonché le lezioni di Franz Brentano e Zimmermann. Nel 1881 viene accettato dall'Istituto per le ricerche storiche, dove Thausing gli insegna Storia dell'Arte. Nel 1883 passa l'esame di diploma e ottiene un dottorato in filosofia. Dopo sei mesi a Roma torna a Vienna nel 1886, dove diviene apprendista al Museo di Arte e Industria e, un anno dopo, custode della collezione di tessuti. Nel 1895 diventa professore straordinario e nel 1901 capo della Commissione per la conservazione dell'arte, dove avvia un progetto monumentale di documentazione, interrotto dalla prematura morte. La sua attività accademica non è durata più di un decennio, ma diede deglili diverse) e promuove la diffusione della cultura austriaca nel mondo. La Scuola di Vienna è un movimento artistico e intellettuale che si sviluppa tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, principalmente a Vienna, ma con influenze e partecipazioni internazionali. I principali esponenti della Scuola di Vienna sono Gustav Klimt, Egon Schiele e Oskar Kokoschka nel campo delle arti visive, Sigmund Freud nella psicoanalisi, Arnold Schoenberg nella musica e molti altri. Questi artisti e intellettuali hanno contribuito a creare un'identità culturale unica per Vienna e per l'Austria nel suo complesso. La Scuola di Vienna si caratterizza per la sua ricerca di nuove forme espressive e per la sua attenzione alle emozioni e all'inconscio. Gli artisti di questo movimento hanno abbandonato le convenzioni accademiche e hanno cercato di esprimere la loro visione del mondo in modo più libero e personale. La Scuola di Vienna ha avuto un impatto significativo sulla cultura austriaca e internazionale. Grazie al suo approccio innovativo e alla sua capacità di rompere con le tradizioni, ha contribuito a creare un'identità multinazionale per l'Austria, un paese caratterizzato dalla presenza di diverse nazionalità. Inoltre, la Scuola di Vienna ha promosso la diffusione della cultura austriaca nel mondo. Grazie al successo e alla fama dei suoi artisti e intellettuali, Vienna è diventata un importante centro culturale e ha attirato l'attenzione di persone provenienti da tutto il mondo. In conclusione, la Scuola di Vienna ha avuto un ruolo fondamentale nella costruzione di un'identità multinazionale per l'Austria e nella diffusione della cultura austriaca nel mondo. Grazie al suo approccio innovativo e alla sua capacità di rompere con le tradizioni, ha lasciato un'impronta duratura nella storia dell'arte e della cultura.