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Modello della transizione demografica
Il modello può essere indicato con l'espressione di modello di cambiamento della popolazione in quanto illustra l'evoluzione di lungo periodo di una popolazione che si estrinseca, di solito, attraverso una serie di regole e perciò schematizzabile in diversi stadi. Il modello è caratterizzato dalla transizione demografica che può essere più o meno lunga. Nella figura seguente sull'asse delle ascisse sono riportati i tempi e su quello delle ordinate i tassi di natalità e di mortalità. 1) PRIMO STADIO (REGIME DEMOGRAFICO ANTICO) Questo stadio è caratterizzato da un sostanziale equilibrio tra natalità e mortalità ad alti livelli. Graficamente, ciò si traduce nella prossimità o, talvolta, nell'intersezione delle due linee (natalità e mortalità). In termini numerici, invece, ciò si traduce in una bassa crescita della popolazione.contrassegnata da una struttura per età giovane. Gli alti tassi di natalità, in questo stadio, sono dovuti:
- al carente o pressoché inesistente controllo delle nascite (questa fase è definita con l'espressione di demografia naturale);
- alla necessità di reperire manodopera nelle aziende agricole (esigenza pressante in quanto a causa degli alti tassi di mortalità le famiglie necessitano di bambini per assicurarsi la sopravvivenza per l'avvenire);
- alla convinzione, in diverse culture, che i bambini siano un segno di virilità.
Gli alti tassi di mortalità sono dovuti invece:
- alle epidemie propaganti;
- alle carestie;
- alla scarsa igiene, etc.
2) SECONDO STADIO (I FASE)
In questo stadio, che coincide con l'inizio della transizione demografica, esiste un forte squilibrio tra nascite e morti, infatti, permangono alti i tassi di natalità, mentre i tassi di mortalità, soprattutto quella infantile, decrescono provocando un
incremento della popolazione.Il declino dei tassi di mortalità è attribuito, generalmente: -ai progressi nella medicina, principalmente nell'igiene pubblica; -al miglioramento della qualità dell'alimentazione
3) TERZO STADIO (II FASE) In questo stadio i paesi sperimentano enormi cambiamenti nell'andamento della popolazione, nel senso di un declino sia dei tassi di natalità sia dei tassi di mortalità. La consistenza numerica della popolazione raggiunge un massimo, mentre l'incremento naturale inizia a rallentare. Il declino dei tassi di natalità in questo stadio si attribuisce generalmente ad un cambiamento nell'apprezzamento dell'opportunità di avere figli.
4) QUARTO STADIO (REGIME DEMOGRAFICO MODERNO) In questo stadio, in cui termina il vero e proprio processo di transizione, si ripristina l'equilibrio, ma a bassi livelli, tra tassi di natalità e di mortalità, e si attua il passaggio dalla
demografia naturale alla cosiddetta demografia controllata. Addirittura, alcuni paesi dell'Europa stanno attraversando una fase in cui la popolazione sta diminuendo a causa della caduta dei tassi di natalità al di sotto dei tassi di mortalità. Tra tali paesi si deve annoverare la Germania che ha dovuto far ricorso a stranieri per la pressante crescita di domanda di lavoro. In Italia nel 2017 prosegue la diminuzione della popolazione residente, già riscontrata nel biennio precedente. Al 31 dicembre la popolazione italiana è pari a 60,483 mln. D. LA TAVOLA DI MORTALITÀ 1. – CONCETTI L'analisi della distribuzione per sesso e per età della mortalità non può essere condotta utilizzando semplicemente i tassi di mortalità, generici e specifici, o standardizzati, in quanto questi, se da un lato consentono considerazioni degne d'attenzione sul fenomeno, dall'altro si dimostrano carenti perché al denominatore.di tali tassi figura una popolazione eterogenea. Pertanto, sono stati inseriti due fattori di differenziazione nella manifestazione del fenomeno: il sesso e l'età. Lo strumento fondamentale di cui si serve l'analisi demografica è la tavola di mortalità; la tavola di mortalità riporta i dati relativi alla distribuzione di un evento non rinnovabile. Essa descrive il processo di eliminazione per morte che una generazione può subire nel tempo, supponendo che le condizioni di mortalità restino uguali a quelle osservate nel periodo assunto come base e che la popolazione descritta dalla tavola sia chiusa a nuovi ingressi, per cui l'unica causa di uscire sia la morte. I parametri in essa indicati si definiscono funzioni biometriche. La tavola di mortalità può essere costruita: - per generazioni, per cui si segue una generazione nel tempo (tale procedimento è detto longitudinale e richiede un periodo di osservazione che vaoltre i 100 anni);- per contemporanei o tavola del momento, per cui si osservano i contemporanei alle diverse età (tale procedimento è detto trasversale e consente di esprimere la mortalità di una generazione fittizia caratterizzata dagli avvenimenti cui sono esposti, nel momento di osservazione, generazioni reali diverse). L'età indicata con x è espressa in anni compiuti (ossia è l'età all'istante del compleanno) e va dall'età minima 0 all'età massima ω-1: nessun individuo sopravvive all'età ω. 2. - LA PROBABILITÀ DI MORTE Considerare la probabilità di morte quale indicatore della mortalità - piuttosto che il tasso specifico di mortalità per età: mx = Mx/Px*1000; x=0, 1, 2, …. ω-1 - risponde ad un'esigenza di maggiore precisione nella scelta della giusta espressione analitica. La probabilità di morte che siriscontra in una tavola si basa sullateoria frequentista della probabilità, la quale stabilisce una relazione tra il concetto di frequenza e quello diprobabilità. Tale relazione è espressa dalla legge empirica del caso per la quale, effettuando un gran numerodi prove nelle medesime condizioni, il valore della frequenza relativa si approssima al valore della probabilitàe l’approssimazione migliora al crescere del numero delle prove.A) LA PROBABILITÀ DI MORTE IN ASSENZA DI DATI SUI MOVIMENTI MIGRATORI
Per determinare la probabilità di morte ci serviremo dell’ausilio del diagramma di Lexis.
Si voglia calcolare, nell’intervallo di tempo (t,t+1), la probabilità di morte di un individuo di età x, ossia laprobabilità che muoia prima del compleanno successivo x+1. Considerando le notazioni introdotte per ildiagramma di Lexis, nella figura seguente la probabilità suddetta è rappresentata da:
compleanno.compleanno. Il metodo presenta il limite di non essere applicabile se non si conosce l'anno di nascita degli individui (generazione), ma solo la distribuzione per età di tali individui e dell'anno in cui si è verificato l'evento. Graficamente, conoscere l'anno di nascita di tali individui equivale a conoscere le linee di vita contenute nei triangoli che compaiono nel diagramma di Lexis. Infatti, si è visto che i triangoli ACD e CDF identificano, entrambi, individui nati nell'anno t- x. Analogamente, il triangolo DFE identifica gli individui nati nell'anno [(t +1)-x]. Nella realtà i dati di cui si dispone sono quelli relativi ai corrispondenti quadrati del diagramma: il quadrato ABCD definisce i morti di x anni durante il corso dell'anno t di cui parte (ABC) sono nati nell'anno [(t-1)-x], mentre l'altra parte (ACD) sono nati nell'anno t-x. In tale situazione si assume l'ipotesi che i morti si equidistribuiscano.tra le 2 generazioni di origine.La tavola di mortalità abbreviata (o ridotte secondo la dizione usata dall'ISTAT) sono costruite, per economia di costi e per insufficienza di dati sulla mortalità, anziché per singola età, per classi di età (di solito si tratta di classi quinquennali).
Talvolta si preferisce operare una suddivisione della prima classe (0-1) e (1-4) di età, tale da tener conto della mortalità infantile che diverso peso assume nell'ambito del fenomeno generale della mortalità.
Sostanzialmente le modalità di costruzione di siffatte tavole sono analoghe a quelle viste per le tavole di mortalità per intervalli annuali d'età; tuttavia occorre fare delle precisazioni in merito alle espressioni analitiche delle funzioni biometriche che in esse compaiono.
Le probabilità di morte sono stimate ricorrendo alla relazione che le lega ai tassi
utilizzando dati diversi - ha i suoi vantaggi e svantaggi. La tavola di mortalità completa fornisce una visione più dettagliata e accurata della sopravvivenza in base all'età, ma richiede dati completi sui decessi per ogni singola età. D'altra parte, la tavola di mortalità ridotta semplifica l'analisi demografica, ma può essere meno precisa a causa della riduzione delle classi di età. In conclusione, entrambe le tavole di mortalità hanno il loro ruolo nell'analisi demografica e possono essere utilizzate in base alle disponibilità dei dati e agli obiettivi della ricerca.Direttamente nel senso in cui i dati disponibili siano "omogenei", mentre quando ciò non si verifica il calcolo delle probabilità passa attraverso i quozienti di mortalità.