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Vantaggi della riabilitazione con REHACOM

Questo ultimo tipo di riabilitazione porta dei vantaggi considerevoli. Infatti:

  • Può dare la possibilità di analizzare materiale visivo, verbale o di esplorare lo spazio ed assolvere compiti simili a quelli che si ripropongono nella realtà giornaliera (ecologico).
  • Inoltre ha la capacità di presentare e registrare informazioni e risposte anche nell'ordine di millisecondi.
  • Dà la possibilità di controllare i risultati e di avere un immediato feedback sulla qualità dell'esecuzione e delle risposte.
  • Flessibilità e adattabilità dei vari programmi alla gravità della sintomatologia.
  • Opportunità di apprendere le procedure d'uso anche con pazienti con gravi disturbi mnesici.
  • Impostazione di livelli diversificati di difficoltà e possibilità di comparazione statistica dei risultati.
  • Possibilità di utilizzare i programmi al proprio domicilio.
  • Misurabilità.
dell'efficacia generica del trattamento Nell'adulto, effettuare una valutazione neuropsicologica, appare più facile dal momento che le funzioni e la struttura del cervello sono consolidate. Nel bambino, invece, bisogna tenere conto dei cambiamenti. Ci sono tre tipi di disturbi possibili nei bambini: - Disturbi acquisiti -> Quando dopo un periodo di sviluppo normale, in seguito a lesione neurologica o malattia, si determina un danno o la perdita di un'abilità precedentemente esistente (es. TC, epilessia, etc.). - Disturbi evolutivi -> Quando il disturbo si evidenzia durante il corso dello sviluppo come difficoltà di acquisizione di determinate capacità o abilità e le cause della patologia spesso non sono note (es. DSL, dislessia, etc.) I disturbi evolutivi spesso non si esprimono tramite un deficit selettivo, ma con un complesso pattern di deficit. - Disturbo sia acquisito che evolutivo -> Quando si manifesta dopo un danno cerebrale o malattia, ma anche durante lo sviluppo, con una combinazione di deficit acquisiti e evolutivi. La valutazione neuropsicologica è fondamentale per identificare il tipo di disturbo presente nel bambino e per pianificare un trattamento mirato.

una malattia, ma anche apparentemente senza una causa scatenante (es. Sindrome di Landau-Kleffner, casi di vulnerabilità genetica che può o meno esprimersi in uno o più domini). Soprattutto nei bambini e nei giovani è importante anche considerare l'ambiente e le interazioni tra genotipo e fenotipo. I geni non operano in modo isolato e non hanno un rapporto diretto con il comportamento. Ad esempio, nella Sindrome di Down, non si vedranno casi uguali, ma dipende da che ambiente crescono, gli stimoli che hanno eccetera. Molteplici livelli di interazione tra eventi genetici all'interno dell'organismo (fin dall'embriogenesi...) e interazione con l'ambiente esterno (successivi stadi di crescita). Nei bambini è normale il verificarsi di un'ampia variabilità. Ad esempio, nel linguaggio tutti hanno un loro ritmo ecc. inoltre, in caso di lesione focale a livello cerebrale, spesso vi è un notevole

recupero indipendentemente da luogo e ampiezza della lesione. Aspetto molto importante -> cervello dei bambini è gode di maggiore plasticità. Spesso quanto più è vasta la lesione, tanto più il cervello mostra enormi capacità di riorganizzazione -> La relazione tra sintomi e lesioni nei bambini è quantitativamente e qualitativamente diversa da quella osservata negli adulti. Però si possono avere anche dei limiti e restrizioni alla capacità di riorganizzazione compensatoria. Infatti si possono verificare: mancato sviluppo di nuove strutture; mancata ricollocazione di funzioni; no compenso lesioni o malattie nella prima infanzia; no risposta ad un processo evolutivo anormale; no effetti compensatori di lesioni postnatali; Effetti limitati o assenti nelle sindromi genetiche. Per un trattamento riabilitativo, per una valutazione neuropsicologica e per un’osservazione è importante osservare che in età evolutiva

c'è molta disomogeneità tra i disturbi e le qualità intellettive. Infatti esistono molti tipi di disturbi, tutti diversi, che vanno a colpire capacità diverse. Quindi per impostare il piano bisogna tenere conto di tutto questo, di tutti gli aspetti qualitativi del bambino. Quindi il terapista deve valutare e osservare: - Capacità comunicativa - Qualità dell'interazione con l'esaminatore/l'ambiente - Difficoltà di separazione delle figure genitoriali - Collaborazione/affaticabilità/mantenimento attenzione - Autonomia e livello di autostima - Uso spontaneo abilità - Capacità di richiesta di aiuto agli adulti - Flessibilità schemi di azione - Capacità mnesiche e linguistiche - Potenzialità ambiente familiare e sociale Quindi, una diagnosi funzionale nasce da una valutazione dinamica e longitudinale rilevando in modo trasversale: - Attenzione e Memoria (processi di controllo,difficoltà di elaborazione e di categorizzazione) - Ruolo di eventuali problemi emotivi nei processi di apprendimento e riabilitativi - Strategie di compenso Vedere caso clinico e riabilitazione con epilessia. Good clinical practices La figura del neuropsicologo sta acquisendo importanza con il passare degli anni. Questo ha alcune responsabilità professionali: - Privilegiare la priorità dell'interesse del paziente - Acquisire e mantenere un'adeguata competenza professionale - Adottare elevati standard etici Per il secondo punto di questo elenco è importante rifarsi e rimandare al quinto articolo del codice deontologico che recita: "Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione professionale e ad aggiornarsi nella propria disciplina specificatamente nel settore in cui opera" -> continuare ad aggiornarsi. Le competenze sulle quali un neuropsicologo deve aggiornarsi sono essenzialmente: - Conoscenze nel campo

Dei disordini cognitivi ed emotivo-motivazionali associati a lesioni/disfunzioni del sistema nervoso

Diagnostica comportamentale (test psicometrici), riabilitazione cognitiva, applicazioni forensi

Interpretazione degli esiti della valutazione testistica alla luce delle tecniche di neurofisiologia e neuroimaging

Utilizzo di metodologie in linea con le evidenze scientifiche

Fornire affermazioni curriculari documentabili e tracciabili

Pian piano, negli anni, si sta distinguendo sempre di più la figura del neuropsicologo e i comportamenti a cui deve attenersi. In Italia non esiste ancora una tutela legale, è in via di definizione. Questa disciplina deve attenersi all'etica della riabilitazione. Questa ha dei principi (i principi di bioetica) presi come riferimento e come regole dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante il processo di Norimberga. Questo perché si decise di condannare molti scienziati tedeschi e molti medici di Auschwitz, dopo

avercombinato macelli. I principi della bioetica sono:
  • Principio di autonomia: diritto di autodeterminarsi, diritto a recuperare l'autonomia (cognitiva, motoria...)
  • Principio di beneficienza: diritto ad azioni che promuovano il benessere dell'individuo
  • Principio di non maleficienza: diritto a non essere oggetto di interventi potenzialmente dannosi
  • Principio di giustizia: diritto a una equa distribuzione delle risorse (non si possono trattare diversamente i pazienti con situazioni di partenza simili).
Inoltre importante è non imporre una cura, deve essere volontaria. Ciò che deve fare il terapista è fare leva sulla motivazione del paziente. Però da questi principi derivano delle discussioni. Per quanto riguarda il primo punto, ad esempio, ci si chiede quanto possa essere giusto provare a portare e riabilitare all'autonomia un paziente che non può avere miglioramenti. Il principio di autonomia è statointegrato con il principio dell'utilità sociale -> entra in gioco il rapporto tra COSTO e BENEFICI per la collettività e non solo per il singolo. Però ci sono pensieri contrastanti. Infatti, la scuola utilitarista non ammette alla riabilitazione tutti i soggetti in cui il rapporto costo/beneficio non è positivo. Però oggi prevale la posizione "contrattualista": riabilitatore, paziente e terzo pagante stabiliscono obiettivi da raggiungere in un tempo ragionevole, e interrompono la riabilitazione se non vi sono miglioramenti. Tra gli obiettivi di questo "contratto" deve esserci, assolutamente, il miglioramento della qualità dell'individuo. Altri problemi riguardano la valutazione dell'individuo. I test sono da correggere in base all'età, al grado di scolarizzazione ecc. Nel caso, ad esempio, di un immigrato, però, bisogna considerare: variabili legate all'linguaggio (es. tipo di bilinguismo: precoce/tardivo).simultaneo/successivo) e variabili legate al processo di acculturazione (età di arrivo, frequenza scolastica nel Paese ospitante, importanza attribuita al timing e alla performance da culture diverse). Altro esempio è la persona che ha solo la terza media però ha viaggiato molto e ha molta cultura -> riserva culturale. Bisogna correggere i test in base a tutte queste considerazioni. Inoltre, negli immigrati bisogna considerare se sono di prima o di seconda generazione, ma anche gli anziani bisogna considerare la nascita. Gli anziani di ora sono sicuramente diversi dagli anziani di 40 anni fa, ad esempio. Perciò bisognerebbe modificare la metodologia, o utilizzare dei test meno sensibili alle variabili cross-culturali. 1° step -> Triage -> selezione dei pazienti e delle persone da trattare. Non tutti gli individui potranno beneficiare del trattamento. Il processo di selezione varia da paziente a paziente. Inoltre, centri con particolari competenze possono

Selezionare i pazienti che più si adattano ad essi invece che i più bisognosi. Pazienti con prognosi peggiore (minore indipendenza alla fine del trattamento) possono essere discriminati a favore di pazienti con prognosi di autonomia maggiore, sebbene per loro la riabilitazione possa avere un effetto dirompente sulla qualità della vita.

Durata -> dipende da pazienti a pazienti.

Obiettivi -> dipendono da tanti fattori, vedere slide 10.

Altro punto importante da considerare per una riabilitazione è il consenso informato -> infatti capita che i pazienti non abbiano le capacità di capire ciò che il terapista fa o dice. Importante il ruolo della famiglia.

Tra i compiti eticamente rilevanti del riabilitatore vi è la comunicazione prognostica e la quantificazione del danno irreversibile. La comunicazione non può prescindere dalla preparazione del soggetto alla consapevolezza del danno e dalla valorizzazione delle abilità residue.

Deve essere sincera e vera. Non tralasciare considerazioni utili.

Le Good Clinical Practices sono:

  • Stilare e seguire un protocollo sperimentale
  • Regole
Dettagli
A.A. 2020-2021
57 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SammyWrestling di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Riabilitazione cognitiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Bottini Gabriella.