Reumatologia - Appunti Completi
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molto all’antigene
Esistono alcuni antigeni batterici (Shigella o Klebsiella) che assomigliano
questo fa sì che l’organismo riconosca questo antigene come not self e lo attacchi.
HLA-B27;
Ma come può cominciare la spondilite?
1. Sciatica mozza alternante, dovuta ad una sacroileite (infiammazione del sacro e
dell’ileo): mozza perché raggiunge il ginocchio e non si espande al di sotto.
L’infiammazione provoca un’erosione della rima
a livello delle articolazioni sacro-iliache
articolare e si espande: l’osso si sclerotizza, prolifera, si congiunge fra sè, getta dei ponti
l’articolazione con osso.
e sostituisce Ricorda, però, che le articolazioni sacro-iliache non
si muovono, eccetto durante il parto (molto importante, quindi, che la donna conosca la
propria patologia, in caso di travaglio).
2. Artrite al ginocchio (soprattutto nei giovani)
3. Talalgia, ossia dolore calcaneare (al tallone); può esserci un dolore a livello del tendine
di achille e alla pianta del piede
un’infiammazione dell’iride
4. Irite, ossia e dei corpi ciliari
5. Febbre La spondilite anchilosante ha un decorso ascendente, colpendo piano
piano tutte le vertebre.
I vari anelli fibrosi vertebrali vanno incontro ad entesite: viene eroso
lo spigolo della vertebra e l’osso prolifera, formando un ponte osseo,
che congiunge la vertebra sotto a quella sopra: il ponte prende il nome
di sindesmofita.
La stessa cosa accade, poi, a livello del rachide dorsale: il paziente si
blocca in cifosi. Piano piano ossificano tutti i legamenti della colonna
vertebrale.
A livello toracico, tuttavia, esistono anche le articolazioni delle coste
con lo sterno e delle coste con la colonna: anche qui succedono le stesse cose. In questo caso, la
con l’uso del
persona va incontro a grandi problemi respiratori; il soggetto riesce a respirare solo
diaframma.
Alla fine si blocca anche il collo: la testa, quindi, continua la proiezione della cifosi dorsale.
Uno dei test che si eseguono per valutare la motilità del rachide è il test di Schober:
si fa piegare la persona e si misura di quanto si allunga il segmento lombare (in una
persona si allunga da 10cm almeno fino a 15cm).
In un altro test, si misura la distanza delle dita dal suolo, durante una flessione
laterale del soggetto.
Un altro test (distanza dita-muro o freccia di Forestier), si pone la persona ad un
muro e si calcola la distanza della nuca dal muro stesso.
Esistono, poi, dei questionari da presentare alla persona, come:
BASDAI: basato sull’attività quotidiana (cosa è capace di svolgere durante il giorno)
1. lo stato di salute nell’ultima settimana
2. BAS-G: esprime
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 12
La spondilite, come già detto, non
colpisce solo la colonna, bensì anche:
spalle, gomiti, mani, ginocchia anche e
piedi.
Ma che differenza c’è tra l’artrite
reumatoide e le poliartriti sieronegative a
livello di sede colpita e progressione
della patologia?
La tabella di fianco esprime le principali
differenze.
L’acrosteolisi indica una
NB: lisi/necrosi delle ossa distali; ciò provoca la formazione di un dito
a salsicciotto: il dito diviene tutto gonfio (dattilite).
Artrite psoriasica
La psoriasi è una malattia della pelle che porta ad un aumento dello strato corneo e della sua
desquamazione. La patologia interessa soprattutto ginocchia, cuoio capelluto, gomiti, e talvolta
anche le unghie. E’ predisponente all’artrite psoriasica, che interessa invece le articolazioni oltre
alla cute. L’artrite psoriasica si presenta ugualmente nell’uomo e nella donna; l’età prediletta è
30-40 anni. Ma quali possono essere gli agenti scatenanti?
1. Agenti infettivi (HIV)
2. Traumi fisici e psichici
3. Farmaci
4. Fattori immunologici
La prevalenza della psoriasi nella popolazione europea è dell’1-2%, è quindi molto diffusa come
patologia.
L’artrite psoriasica si manifesta in 5 modi diversi:
1. Oligoartrite asimmetrica delle grandi e piccole articolazioni, con dattilite (65% dei casi)
2. Forma classica, con coinvolgimnto delle piccole articolazioni inter-falangee distali (9%)
Artrite mutilante (1%), ossia quella con l’acrosteolisi
3. (riassorbimento dell’osso,
generalmente a livello delle falangi distali)
4. Artrite simil-reumatoide, generalmente simmetrica
5. Spondilite anchilosante, presente tuttavia in forma asimmetrica
La prognosi della artrite psoriasica è migliore dell’artrite reumatoide: c’è una minor disabilità e
non c’è una riduzione della vita.
stesse dell’artrite reumatoide.
Le terapie di fondo sono le
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 13
Osteoartrosi
L’osteoartrosi o artrosi è una malattia articolare cronica caratterizzata da lesioni degenerative e
produttive della cartilagine delle articolazioni diartrodali.
E’ la malattia reumatica più frequente (in Italia il 20% della popolazione ne è affetta, soprattutto
femmine).
In realtà, soffrire di artrosi significa avere i
l’avanzare dell’età,
sintomi di artrosi. Con
infatti, alla radiografia è possibile scambiare il
semplice invecchiamento delle articolazioni
con l’artrosi (questo però, al contrario della
patologia, non dà sintomi clinici). L’artrosi,
invece, ha i sintomi clinici.
La matrice cartilaginea è sintetizzata e
degradata dal condrocita. Quando viene
l’artrosi, quindi?
Le nostre articolazioni funzionano correttamente in caso di compenso articolare. In caso, invece,
di scompenso articolare per eccesso di lavoro o per ridotta capacità di lavoro articolare, si va
Esistono una serie di fattori che generano l’eziopatogenesi:
incontro ad artrosi.
1. Fattori che agiscono sul carico
Malformazioni o malposizioni articolari
Instabilità articolare
Microtraumi ripetuti
Attività professionali e sportive
Traumi
Obesità
Età, dovuta all’aumento della disidratazione, che influisce sulle cartilagini
2. Fattori che agiscono sulla cartilagine
Ereditarietà
Obesità
Fattori metabolici e endocrini
Artriti
L’artrosi può avere varie forme:
1. Osteoartrosi primaria
2. Osteoartrosi secondaria:
A displasie e dismorfismi
A traumi
A sovraccarico funzionale
Ad artriti
A malattie congenite del connettivo
A condropatie primitive o secondarie
Ad osteopatie
3. Degenerazione del disco intervertebrale
4. Poliartropatia (o polientesopatia) iperostosante dismetabolica
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 14
I sintomi dell’artrosi sono:
1. Dolore aggravato dal carico articolare
2. Rigidità di breve durata al mattino (< 30 minuti)
3. Limitazione funzionale
4. Dolore al movimento che si calma a riposo
5. Dolore alla pressione articolare (dolorabilità)
6. Tumefazione ossea
7. Scrosci articolari
8. Parametri di laboratorio nella fase acuta nella norma.
Tutti questi sintomi, ma in particolare la rigidità, il
dolore, la tumefazione ossea, rendono lo stadio della
malattia: lieve, moderato o grave, a seconda della
loro presenza e della loro intensità.
Ma cosa succede a livello dei noduli generati
dall’artrosi?
In quasi tutti i casi si ha una riduzione asimmetrica
della rima articolare e la presenza di osteofitosi,
ossia l’allargamento della articolazione per via dell’accrescimento osseo, che genera delle vere e
proprie “spine” nell’articolazione colpita (degli allungamenti).
Nella colonna si genera la discoartrosi, in cui il disco intervertebrale si riduce. La discoartrosi
cervicale si differenzia a sua volta in più tipologie:
1. Cervicoartrosi inferiore, con contrattura dei muscoli cervicali
2. Cervicobrachialgia, da compressione radicolare
dovuta ad una stenosi dell’arteria vertebrale
3. Sindrome di Barrè-Lieou, (cambiamenti
artritici a livello di vertebre cervicali provocano irritazione che tende a colpire i nervi
simpatici collocati nell’area spinale del collo: per questo motivo si sviluppano diversi
disturbi neurologici, come mal di testa, spasmi, disturbi alla vista ed ulcere alla cornea)
4. Mielopatia cervicale, in cui gli osteofiti o il disco comprimono il midollo spinale
Esiste anche un caso, chiamato stenosi a trifoglio, in cui la osteofitosi, va ad incidere sulla
morfologia del canale vertebrale, generando una forma a trifoglio.
Ovviamente, a seconda della compromissione delle radici dei nervi che escono dal forame
intervertebrale, varieranno anche i sintomi del paziente.
Per valutare lo stato di compromissioni delle radici spinali, si esegue la manovra di Laseguè, in
cui si pone il paziente supino e si tira su una gamba; se il paziente prova dolore ed il ginocchio
dell’altra gamba si flette, il risultato al test è positivo, implica quindi una compromissione delle
radici dei nervi della zona lombare.
NB: un caso particolare è quello dell’artrosi erosiva, generalmente patologia della donna, dove si
osservano le falangi ad ala di gabbiano, similissima a quelle presenti nell’artrite psoriasica. La
diagnosi differenziale si fa con la presenza di psoriasi o meno.
Un’altra forma particolare di osteoartrosi è la DISH, ossia la polientesopatia iperostosante
metabolica, causata da problematiche a livello metabolico. Questa è una forma degenerativa, che
porta al blocco articolare; è quindi necessario agire il prima possibile per impedire questa
complicanza. Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 15
La terapia dell’osteoartrosi
La terapia verte su moltissimi aspetti:
1. Informazione del paziente
2. Norme igieniche e di vita
3. Terapia condroprotettiva, quella che va a proteggere e riparare la cartilagine che si è
rovinata per l’artrosi. La terapia utilizzata è glucosamina solfato e
galattosaminaglicornoglicano solfato, ossia le sostanze che formano la cartilagine e che
modo all’organismo di riparare la stessa. Un'altra molecola è la
danno quindi diacereina,
che non è un costituente della cartilagine, ma che stimola la sua difesa e riduce la sua
distruzione (blocca ad esempio gli enzimi che la demoliscono).
4. Terapia sintomatica, con utilizzo di antinfiammatori e analgesici
5. Terapia fisica
6. Medicina termale
Ortesi, come per esempio il tutore per l’artrosi del pollice (il riposizionamento riduce il
7. dolore immediatamente, impedendo anche la progressione).
8. Fattori tropici piastrinici
9. Trapianti di condrociti, di cellule staminali
10. Terapia chirurgica
La fibromialgia
La sindrome fibromialgica è una sindrome dolorosa cronica ad eziologia sconosciuta
caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, associato alla presenza di punti
dolorabili alla pressione (tender points) localizzati in distretti muscolari e tendinei tipici
e da una varietà di sintomi di accompagnamento.
La fibromialgia rappresenta da sola il 10-20% dei pazienti reumatici. Ha una prevalenza del 2-
4% e colpisce soprattutto il sesso femminile (90%) di età fra 20 e 50 anni.
Quali sono le cause?
Prima di tutto troviamo una predisposizione ereditaria: è presente un polimorfismo del gene 5-
HTT, che provoca un deficit dei livelli sierici di serotonina.
Inoltre, queste persone hanno una riduzione della risposta allo stress: possiedono livelli basali di
cortisolo aumentati e una minor produzione di cortisolo in risposta allo stimolo di ACTH,
prodotto da eventi stressanti.
A questo viene aggiunto un fattore scatenante, che può essere un trauma fisico o psichico. Infine,
a questi si aggiungono dei fattori aggravanti e di mantenimento (personalità o esposizione ad
eventi stressanti).
Tra questi ultimi possiamo trovare:
1. Fattori socio-economici:
Cultura medio-bassa
Attività lavorative poco gratificanti
Situazioni familiari conflittuali
2. Fattori climatici
3. Fattori ormonali
Periodo premestruale, menopausa
Disfunzioni della tiroide
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 16
4. Fattori stressanti:
Discussioni, litigi
Abusi sessuali e maltrattamenti in famiglia
La persona fibromialgica è molto caratteristica:
1. Perfezionismo
2. Avere aspettative irrealistiche
3. Difficoltà a rilassarsi
4. Eccessiva irritabilità
5. Tendenza ad adottare il ruolo del malato
6. Aumento di rabbia ed aggressività
7. Scarse capacità adattative
8. Pessimismo
9. Ansia verso il futuro
10. Pedanteria
11. Necessità di ordine e pianificazione
12. Eccessiva pulizia
13. Difficoltà ad esprimere verbalmente i propri sentimenti ed emozioni
Ma quali sono i principali sintomi? studi sul dolore hanno dimostrato un’intensità
1. Dolore muscolo-scheletrico diffuso:
superiore a quella dei pazienti con artrite reumatoide e di quelli con artrosi (nella scala
analogica visiva, o VAS, riporta un valore medio di 4.5, rispetto al 3.1 dei pazienti con
artrosi); il dolore si basa sui cosiddetti tender points (punti dolorabili alla pressione).
Questi sono 18 e si conferma la diagnosi di fibromialgia se troviamo almeno 11 di questi
18 punti.
Esistono, poi, altri punti, detti trigger point (che però non fanno parte della fibromialgia
ma della sindrome miofasciale): questi, a differenza dei tender points, se premuti non
danno dolore locale, ma in aree bersaglio distanti.
2. Astenia
3. Rigidità generalizzata, soprattutto al risveglio o dopo essere stati fermi nella stessa
posizione, ma anche la sera dopo una giornata lavorativa. La rigidità è soprattutto a
livello dorsale e lombare.
4. Ansia: nel 60% dei pazienti le situazioni ansiogene e stressanti danno origine a dolore.
5. Sonno non ristoratore: viene a mancare il sonno profondo, fase nella quale i muscoli si
rilassano e recuperano la stanchezza accumulata durante il giorno
Difficoltà nell’addormentamento
6.
7. Frequenti risvegli notturni
8. Stanchezza al risveglio
soprattutto cefalea nucale (dicono che “fanno male i capelli”)
9. Mal di testa:
10. Parestesie: percepiscono formicolii diffusi a tutto il corpo (punti di aghi)
11. Diminuzione della sensibilità: senso di intorpidimento
12. Sensazione di gonfiore, soprattutto alle mani e ai piedi
13. Alterazioni della temperatura corporea, con sensazioni anomale di freddo o caldo intenso
diffuso a tutto il corpo o agli arti
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 17
Alterazioni dell’equilibrio:
14. senso di instabilità, di sbandamento e anche vere e proprie
vertigini la cosiddetta colite spastica; c’è alternanza di stipsi e
15. Sindromi del colon irritabile:
diarrea con dolore addominale e meteorismo
16. Dismenorrea (mestruazione dolorosa)
17. Vaginismo
18. Spasmi vescicali, con pollachiuria
19. Sindrome sicca: la persona presenta una riduzione di saliva e lacrime
20. Fenomeno di Raynaud
21. Vasospasmo da freddo
22. Episodi di tachicardia con cardiopalmo, associato a dolori della gabbia toracica
23. Difficoltà a concentrarsi, con testa confusa e perdita di memoria a breve termine
24. Crampi
25. Movimenti incontrollati delle gambe (sindrome delle gambe senza riposo)
26. Noduli fibrositici: noduli rotondeggianti o cordoniformi, di consistenza aumentata, a volte
dolenti alla pressione
I pazienti fibromialgici hanno un’anomala percezione del dolore, con abbassamento dei livelli
soglia in risposta a stimoli pressori, termici e stimolazione ischemica. Presentano, inoltre,
pazienti fibromialgici hanno un’anomala percezione del dolore, con un
iperalgesia e allodinia. I
abbassamento della soglia; soffrono di iperalgesia (aumentata percezione del dolore in uno
stimolo doloroso) e allodinia (percezione di dolore in uno stimolo non doloroso).
Questi pazienti possiedono un deficit di serotonina (che sappiamo essere una delle sostanze
inibitorie del dolore). Questo deficit comporta, quindi, dolore, disturbi del sonno REM e
depressione.
Ma come si fa diagnosi?
E’ necessario ritrovare alcuni sintomi precisi, quali dolore diffuso, fatigue, testa confusa (con
difficoltà di concentrazione) e sonno non ristoratore.
In realtà, se si hanno dolori, crampi addominali, mal di testa e sintomi depressivi, si può già fare
diagnosi di fibromialgia.
La fibromialgia provoca disabilità? Questa persiste per anni, ma non è causa di invalidità
permanente, né di mortalità, ma molti pazienti si considerano disabili e tendono a smettere di
lavorare. I soggetti fibromialgici segnalano, poi, difficoltà nello svolgimento delle attività della
vita quotidiana e, nonostante tutto, la fibromialgia è la causa più frequente di richiesta di
pensione di invalidità.
La sindrome fibromialgica giovanile ha una prognosi migliore: dopo 30 mesi di follow up, il
73% dei pazienti non ha più sintomi.
Il trattamento è individualizzato, difficile e richiede tempo.
La terapia medica prevede:
FANS (scarsa efficacia con effetti collaterali)
Miorilassanti (scarsamente efficaci)
Antidepressivi (riequilibrano il deficit di serotonina a livello del SNC)
(migliorano il sonno e l’ansia)
Ipnotico-sedativi
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 18
Analgesici (farmaci che modulano la sensibilizzazione periferica, come la lidocaina;
farmaci che agiscono aumentando le vie inibitorie discendenti, come gli oppioidi; farmaci
che modulano la sensibilizzazione centrale, come il gabapentin o il metadone)
Antiepilettici
Oppioidi
Infiltrazione dei tender points con anestetici locali
Le strategie non farmacologiche (da considerarsi parte integrante della terapia farmacologica)
prevedono:
Riabilitazione: sono efficaci perché danno benefici di maggiore durata; molto spesso le
persone con fibromialgia tendono a smettere di fare attività fisica e questo provoca un
peggioramento della patologia stessa, con l’instaurarsi di un circolo vizioso.
La riabilitazione mira proprio ad interrompere questo circolo vizioso di dolore-inattività-
dolore, a migliorare la forma fisica, ridurre l’affaticabilità e migliorare il tono dell’umore.
Terapia mente-corpo (metodo Rességuier): è una metodica che facilita la capacità della
mente di influenzare la funzionalità e i sintomi del corpo; si basa sulla relazione fra
cervello, mente, corpo e comportamento e il loro effetto sulla salute e sulla malattia
(alcune si basano sulla concentrazione, altre sul movimento); la notevole e rapida
efficacia raggiunta con l'uso del metodo Rességuier ci porta a concludere che questo
approccio potrebbe diventare di prima scelta nella riabilitazione della fibromialgia.
La gotta
La gotta è una patologia che fa parte delle artropatie da microcristalli e dismetaboliche. Le
artriti microcristalline sono delle artriti dovute alla deposizione di microcristalli nelle strutture
articolari e periarticolari (nella gotta, i cristalli sono di urato monosodico).
è l’iperuricemia, condizione in cui l’acido
La condizione favorente e indispensabile per la gotta
urico è maggiore di 7mg/dL (maggiore di 6mg/dL nelle femmine).
Gli acidi urici derivano dal catabolismo delle basi azotate puriniche e pirimidiniche.
La prevalenza di questa malattia è del 2-3%; colpisce soprattutto i maschi (80%). Il giovane non
si ammala prima della pubertà e la donna non si ammala prima della menopausa.
Nell’età senile, l’incidenza nei due sessi è pressoché uguale.
L’iperuricemia può essere da:
1. Abusi alimentari (le basi azotate, infatti, derivano anche dal cibo, quali carne, pesce,
alcol, ecc.)
2. Iperproduzione di urato
3. Iposecrezione di urato
La gotta, dunque, può essere:
1. Primaria: soprattutto da iposecrezione, meno da iperproduzione
2. Secondaria: da iposecrezione (per esempio, in caso di insufficienza renale) o da
iperproduzione (malattie mieloproliferative)
Oggi giorno, tuttavia, troviamo soprattutto la cosiddetta sindrome plurimetabolica, che non
provoca solo iperuricemia, ma anche iperglicemia, dislipidemia, ecc.
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 19
La gotta si divide in più fasi:
1. Iperuricemia asintomatica l’attacco acuto prevede un rapido incremento
2. Attacchi di monoartrite acuta:
dell’uricemia (per una maggiore introduzione di proteine, a causa di un pasto copioso, o
per una minore eliminazione di acido urico, per esempio a causa di alcolici o farmaci; o,
ancora, per una aumentata distruzione cellulare); l’attacco avviene soprattutto la notte,
subito dopo il pasto, quando la temperatura e il pH corporeo si abbassano.
L’attacco acuto ha un inizio violentissimo, monoarticolare, con dolore acutissimo, che
provoca una tipica intolleranza alle lenzuola. La cute va incontro a rossore, diviene liscia,
(l’articolazione inizialmente compromessa è la metatarso falangea,
calda e si tumefà
quindi il piede). Generalmente, si risolve in 5-7 giorni se non curata, con desquamazione
della pelle.
Esiste un metodo, che sfrutta il microscopio a luce polarizzata, per eseguire diagnosi: con
questo è possibile vedere, infatti, i cristalli aghiformi di acido urico, che riflettono la luce.
A volte, invece, viene usato un microscopio con una lente rossa (compensatore rosso): a
seconda di come viene ruotata questa lente, gli aghi di cristalli urici cambiano colore e
vengono identificati: i cristalli di urato monosodico monoidrato (propri della gotta)
vengono distinti dai cristalli di pirofosfato di calcio diidrato (proprio dellla pseudogotta o
condrocalcinosi).
3. Intervalli intercritici (a causa dell’eccesso di acido urico a
4. Gotta cronica tofacea, con poliartrite e nefropatia
livello renale); i tofi sono degli accumuli di cristalli di acido urico nei vari tessuti.
Il trattamento dell’iperuricemia (non in attacco acuto!) prevede:
Dieta povera di purine
Farmaci uricosurici
Farmaci uricoinibitori (allopurinolo, per esempio)
In attacco acuto, invece, bisogna utilizzare:
Colchicina (adatto proprio per gli attacchi acuti, poiché va a bloccare le mitosi cellulari)
FANS
Quindi, ripetendo: Colchicina per gli attacchi acuti e principalmente Allopurinolo per
l’iperuricemia cronica.
La condrocalcinosi o pseudogotta
La condrocalcinosi è dovuta ad un accumulo di pirofosfato di calcio diidrato.
La prevalenza aumenta con l’età. In genere si tratta di una forma idiopatica e colpisce soprattutto
gli anziani.
La condrocalcinosi può presentarsi sottoforma di:
1. Condrocalcinosi asintomatica (la si individua solo con radiografia)
2. Pseudogotta
3. Forma poliarticolare
Ma dove vanno ad accumularsi queste calcificazioni? Vengono colpite soprattutto la cartilagine
ialina, la fibrocartilagine e le entesi, a livello di:
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 20
Ginocchio
Polso
Sinfisi pubica
Disco intervertebrale
Altre
La condrocalcinosi, in genere, viene curata con dosaggi minimali di cortisone.
Le connettiviti
Le connettiviti sono malattie sistemiche e sono principalmente 3:
1. Dermatopolimiosite
2. Sclerosi sistemica o sclerodermia
3. LES (Lupus Eritematoso Sistemico)
La polimiosite o dermatopolimiosite (se è influenzata anche la cute) è una patologia autoimmune
caratterizzata da un processo infiammatorio della muscolatura scheletrica.
L’eziopatogenesi prevede un’associazione fra una predisposizione genetica e un agente
eziologico sconosciuto, che provoca una reazione citotossica, con produzione di flogosi e lesioni
muscolari o, a volta, può esserci una reazione da immunocomplessi (vasculite) con flogosi e
lesioni cutanee (dermatopolimiosite).
La dermatopolimiosite provoca:
1. Interessamento muscolare:
Debolezza della muscolatura prossimale degli arti e del collo
Disfagia, disfonia e disartria
Mialgie
2. Interessamento cutaneo:
Eritema eliotropo
Dermatite delle zone fotoesposte
3. Artrite
Questo quadro generale, col tempo, si estende ai vari muscoli e a diverse zone cutanee.
Come si esegue la diagnosi?
Biopsia muscolare, attraverso la quale possiamo osservare le lesioni muscolari
VES e CPK (enzima muscolare che si rialza in caso di danno)
Elettromiografia, per visualizzare la funzionalità muscolare
La dermatopolimiosite molte volte può insorgere come sindrome paraneoplastica, in
associazione con alcuni tumori (stomaco, mammella ed altri organi).
La terapia prevede l’utilizzo di corticosteroidi.
La sclerosi sistemica o sclerodermia è una malattia sistemica del tessuto connettivo,
caratterizzata da alterazioni vascolari che progressivamente producono fibrosi a livello della cute
e di alcuni organi interni.
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Riassuntiinfermieristica di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Reumatologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Firenze - Unifi o del prof Maddali Bongi Susanna.
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