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T attivi che sono in mitosi. Sottoforma di compressa.
ETANERCEPT: farmaco biologico che deriva da anticorpi monoclonali rivolti verso
“qualcosa”, in questo caso al TNF-alfa, fungendo da antagonista. Farmaco potente e
efficace.
INFLIXIMAB: è un anti-TNF-alfa.
Questi farmaci hanno un alto costo e effetti collaterali, quindi vanno monitorati nel tempo.
Con i farmaci biologici blocco l’inizio della cascata di alterazione che forma il danno sinoviale.
In tutto questo però si usano anche corticosteroidi. Questi vanno dati in minima dose efficace e
all’orario consentito (8 del mattino), in quanto è importante che quando viene prodotto cortisolo
endogeno non venga aggiunta altra dose esogena, altrimenti si genera atrofia delle surrenali.
La fisiochinesiterapia è molto importante per combattere e prevenire ulteriori danni. Ci sono lo
splint, il ricciolo ecc.
La polimialgia reumatica
La polimialgia reumatica è una malattia del connettivo che colpisce, causando intenso dolore, i
cingoli scapolare e pelvico. I suoi sintomi principali sono rigidità mattutina, deperimento e
anoressia.
Agli esami di laboratorio troviamo elevati livelli di VES e PCR, ipoalbuminemia, anemia,
iposideremia e assenza del fattore reumatoide.
La terapia consiste in 8-16 mg/die di prednisone con lenta e graduale diminuzione di un
milligrammo al mese, fino a 2 mg/die. La guarigione dovrebbe avvenire intorno a un anno.
Nella polimialgia sono colpiti i muscoli, che sono dolenti ma non sofferenti. Per eseguire la
diagnosi differenziale si utilizza l’ecografia articolare. Questa malattia spesso si associa con
vasculiti, in particolare con la vasculite di Horton, la quale colpisce le medie e grosse arterie,
specialmente l’arteria temporale, provocando una cefalea. L’arteria appare dura, rossa e dolorante
alla palpazione. Può colpire anche l’arteria retinica portando alla cecità. L’esame principe è la
biopsia dell’arteria temporale, che risulta positiva in caso di riscontro di cellule giganti. È un
esame molto difficile da eseguire e spesso è sostituito con ecodoppler e la PET (che fa vedere le
aree in flogosi), la quale è proprio l’esame standard al giorno d’oggi.
La spondilite anchilosante
La spondilite anchilosante fa parte delle malattie reumatiche infiammatorie.
Si inserisce nel quadro nosologico delle spondiloartriti, chiamate così (spondilo = vertebra) perché
spesso è colpita la colonna vertebrale. Tra le spondiloartriti ci sono anche l’artrite psoriasica, le
spondiloartriti enteroepatiche (rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn [ma senti..]) e le
spondiloartriti reattive (come la sindrome di Reiter, dove sono colpite le articolazioni sacro-iliache)
e le spondiloartriti indifferenziate.
Il fattore reumatoide non è presente come nell’artrite reumatoide.
in questo tipo di patologia abbiamo entesopatia, ovvero la flogosi delle entesi. L’entesi è il punto di
inserzione di un legamento o di un tendine sull’osso. Si ha anche un interessamento cutaneo e
oculare (uveite). L’uveite può precedere di molti anni l’artrite.
La prevalenza è di 3:1 nei maschi. Colpisce principalmente il maschio dai 15-35 anni. La familiarità
è presente. Il gene HLA B27 è coinvolto nello sviluppo della patologia, la quale si può replicare di
padre in figlio. Questo gene caratterizza la spondilite nel 96% dei casi. Però le persone che
presentano HLA B27 solo per il 2% sviluppano la malattia. Infatti ci devono anche essere anche
altri fattori di rischio (come ad esempio i batteri).
Esordio
La spondilite anchilosante comincia con la sciatica mozza alternante ovvero una sciatica che parte
dal gluteo e arriva fino al ginocchio (non colpisce tutta la gamba). La sciatica dipende da
un’infiammazione dell’articolazioni sacroiliache, perciò è bilaterale. L’infiammazione erode i
margini dell’articolazione e la rima articolare si allarga. L’osso, a questo punto, si sclerotizza e si
ispessisce. Nella prima fase, con la RMN, notiamo solo una flogosi diffusa.
La proliferazione cellulare fa sì che l’osso iliaco e il sacro si uniscano, con conseguente scomparsa
dell’articolazione sacro-iliaca. L’infiammazione a questo punto scompare e con essa anche il
dolore. In questa fase il paziente non potrà eseguire i movimenti del parto (nella donna, sinfisi
pubica che si muove per facilitare l’espulsione del bambino). A volte però succede che nella donna
(dato che la malattia è molto rara) si abbia un effetto “frusta”, ovvero la patologia si ferma qui.
Un esame che può essere effettuato per diagnosticare questa malattia è la scintigrafia ossea total
body.
La stessa cosa che succede all’articolazione sacro-iliaca succede alla sinfisi pubica.
Successivamente la spondiloartrite procede in senso caudo-craniale e va a colpire le entesi della
colonna vertebrale, ovvero i dischi. Si viene a creare l’entesite dell’anello fibroso che viene eroso
dalla flogosi. L’osso prolifera e si forma lo spigolo bianco (o lucente), ovvero un ponte osseo tra la
vertebra soprastante e quella sottostante. Il ponte osseo si chiama sindesmofita. La colonna
vertebrale perde la sua lordosi e il soggetto non riesce più a muovere il rachide lombare. La
distanza tra le vertebre si mantiene. E’ importante evitare riposo e busti; la terapia prevede tanto
movimento, tramite esercizi terapeutici per contrastare la progressione.
Successivamente si sale al rachide dorsale, dove avviene la stessa cosa del rachide lombare.
Il paziente avrà una cifosi accentuata: quello che in gergo viene chiamato rachide a canna di
bambù.
Il quadro della spondilite anchilosante è simmetrico.
Si ossificano anche le articolazioni condrosternali e le costovertebrali. Il problema diviene grave, il
paziente non respira più, perde in particolare l’espansione toracica e respira solo con la respirazione
diaframmatica. Alla scintigrafia le zone nere sono i punti in cui si trova la malattia.
Alla fine colpisce il collo, il rachide cervicale diviene dritto, perde la sua lordosi.
Nella postura finale dello spondilitico il baricentro si sposta in avanti.
La spondilite anchilosante può anche iniziare, soprattutto nei più giovani, con monoartrite
periferica degli arti inferiori. Può anche cominciare con una talalgia, cioè un dolore al tallone.
Perché comincia dal tallone? Perché c’è l’entesi del tendine di Achille che si inserisce
posteriormente. Sotto il tallone si inserisce anche la fascia plantare, perciò ci può essere anche un
dolore inferiore al tallone.
Valutazione della patologia
Prima di iniziare la fisioterapia si effettua il test di Schober, che consiste nella misurazione di 10
cm cranialmente sulla perpendicolare alla linea che unisce le spine iliache posteriori, la quale
presenterà una ridotta escursione (<4 cm).
Si misura anche la mobilità cervicale, in particolare la distanza mento-acromion e mento-sterno.
Viene misurata anche l’espansibilità toracica (tramite la flessione anteriore dita-suolo).
Esistono anche delle scale standardizzate:
BASMI riporta le misure su una tabella che dà uno score.
Frecce di Forestier distanza della testa dal muro con i talloni appoggiati al muro.
BASDAI questionario sulla salute da compilare da parte del paziente. È indice di
malattia.
BASFI ci dice la funzione, ovvero le attività che il paziente è in grado di svolgere
abitualmente. E’un’intervista al paziente.
BAS-G che esprime lo stato di salute del paziente negli ultimi 6 mesi.
La spondilite anchilosante non colpisce solo la colonna ma anche gli arti.
[La differenza tra artrite degli arti della spondilite e quella dell’artrite reumatoide è che:
L’artrite reumatoide colpisce le piccole articolazioni di mani e piedi mentre la spondilite
colpisce gli arti inferiori.
L’AR è poliarticolare, mentre la spondilite è oligoarticolare.
Acro-osteolisi (necrosi e scomparsa parti distali di osso → falangi) no nell’AR e si nell
poliartrite.
Il dito diventa come un fuso in AR mentre diventa a salsicciotto nella poliartrite (colpisce
tutte le articolazioni).
Nella spondilite anchilosante scompaiono le articolazioni sacro-iliache e la rima articolare a livello
dell’anca.
Il ginocchio come AR. Nel calcagno si verifica entesite, con infiammazione dell’attacco del tendine
di Achille.
L’acro-osteolisi si manifesta nel piede con erosioni a livello delle falangi.
La spondilite colpisce tra gli organi, oltre all’occhio, l’aorta: si manifesta una aortite a livello
dell’origine del grosso vaso. QUESTO PEZZO NON L’HO CAPITO TANTO BENE]
L’artrite psoriasica
L’artrite psoriasica fa sempre parte del gruppo delle malattie reumatiche infiammatorie. La
psoriasi è un malattia cutanea che porta ad un ispessimento e desquamazione di alcune regioni
tipiche della cute, può dare anche onicopatia (ispessimento e presenza di solchi/ammaccamenti
delle unghie).
L’artrite psoriasica ha la stessa prevalenza in uomini e donne, si manifesta tra i 30/40 anni e c’è una
predisposizione familiare (specialmente nel caso della forma assiale spondilitica). Gli agenti
scatenanti ipotizzati, ma non confermati con certezza, sono:
Agenti infettivi (HIV).
Stress fisici e psichici.
Farmaci.
Fattori immunologici.
La psoriasi è abbastanza frequente (1/2% nella popolazione europea) e abbastanza di frequente
volte si manifesta in pazienti con artrite psoriasica.
L’artrite psoriasica si manifesta in 5 forme:
Forma classica colpisce le articolazioni interfalangee distali. Dà quadri piuttosto
importanti e presenta spesso onicopatie.
Oligoartrite asimmetrica l’artrite di queste forme è meno grave di quella dell’AR, ma
bisogna intervenire subito per evitare l’anchilosi ossea.
Artrite Mutilante vi è osteolisi. Si presenta con una scomparsa dell’osso (dito a
telescopio: si allunga e si accorcia). L’acroosteolisi si manifesta inizialmente con erosioni
dette ad ala di gabbiano ed altre dette a penna di calamaio.
Artrite simil-reumatoide colpisce anche le articolazioni falangee distali ed è più
simmetrica, a differenza dell’AR.
Forma spondilitica è uguale alla spondilite anchilosante ma è asimmetrica.
La prognosi è abbastanza buona: si va incontro minor disabilità dell’AR e non c’è riduzione della
vita. Le terapie sono le stesse dell’AR con qualche differenza: