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INVENZIONE
1. Trovare gli argomenti: l'inventio
La prima parte del discorso è in realtà un procedimento puramente intellettuale: cosa pensare?
Come comporre concetti?
Per Aristotele la retorica rende visibile la logica di un concetto. Per Perelman l'inventio è invece una
vera e propria strategia per pensare, non solo per esporre.
Aristotele sottolineava l'importanza di non scegliere ciò che si ritiene vero ma ciò che gli ascoltatori
ritengono vero.
Le vie persuasive sono sostanzialmente due: la convinzione, parlando della ragione, e la
stimolazione delle passioni, provocando un'adesione di tipo estetico.
Aristotele dava priorità alla prima, nonostante tenesse ampiamente conto degli aspetti emotivi.
Nel pensiero greco (e anche oggi in molti casi) ciò che è vero si sovrappone a ciò che è bello e
buono. Per questo alcuni aspetti periferici possono influenzare l'esito persuasivo.
La passione di chi ascolta, il pathos, condiziona il giudizio. Le passioni dell'oratore, invece,
contribuiscono a disegnarne il carattere, l'ethos, uno dei più efficaci metodi a favore della tesi
sostenuta.
L'inventio concerne la ricerca degli argomenti più idonei per sostenere una tesi. Per costruire la
probatio, l'insieme delle prove, si può contare su prove tecniche o extratecniche. Le seconde non
necessitano di retorica, basta prenderle e inserirle nel discorso (contratti già stipulati, sentenze
anteriori, ecc). Le prime dovevano invece essere costruite.
Le prove tecniche sono di tre tipi:
-prove di fatto: le più simili alle prove scientifiche (se c'era fumo c'era fuoco).
-exemplum: è un racconto (aneddoto, similitudine, ecc.) che fa un paragone col passato
presupponendo che alcuni eventi tendono a riverificarsi in modo simile.
-entimemi: è il sillogismo retorico. A differenza di quello dialettico, è abbreviato, ellittico. Risulta
soppressa una proposizione data per vera a priori. Inoltre ricordiamo che il sillogismo retorico
appartiene all'universo del verosimile. Spesso l'incompletezza di questo sillogismo richiama il
pubblico ad una collaborazione: il che è anche un meccanismo persuasivo.
2. L'archivio della memoria: stereotipi e luoghi comuni
Abbiamo visto le possibili configurazioni formali dell'inventio, che non consiste in una fase di
invenzione, ma di approvvigionamento di argomenti preesistenti, di idee e categorie concettuali.
Tali idee sono raggruppate nella topica, un luogo astratto che raccoglie la varietà delle categorie
concettuali. Nel caso dei sofisti, la topica si concretizzò in un vero e proprio prontuario.
La topica è un reticolo, mentre sono i topoi a rappresentarne le maglie, che dividono i vari luoghi
retorici. I principali sono:
-quantità: qualcosa vale di più perchè è presente in maggior numero o quantità;
-qualità: a contare è l'unicità
-ordine: ciò che è anteriore vale di più
-esistente: il concreto vale di più
ecc.
Per trovare cosa dire, quindi, dobbiamo far passare l'oggetto del discorso attraverso le varie
categorie e registrare gli effetti di questa operazione.
I topoi corrispondono alle categorie di pensiero per la dialettica, sono argomenti utilizzati in
relazione a diverse discipline. Ecco alcuni esempi di topoi (sing: topos):
-il viaggio con ritorno in patria
-il viaggio all'inferno
-l'amore guerresco
-captatio benevolentia (tipica apertura letteraria)
ecc.
I topoi inoltre sono segnali metatestuali: rivelano il significato connotativo che denota l'essenza
letteraria del testo. La costanza del topos non equivale a costanza di significato.
3. La nuova retorica
Dagli anni 50 Perelman ha provato a contraddire la tendenza a distinguere la verità filosofica dal
puro ornamento retorico. Perelman era di fatto insoddisfatto della risposta scettica del positivismo a
tutti i problemi non dimostrabili (es: diritto).
Perelman vuole rifondare una logica specifica per tutti gli ambiti che sfuggono alla logica
matematica; per fare ciò, sceglie la retorica come arma principale, in quanto unica via per sottoporre
alla ragione tutto ciò che non è matematicamente dimostrabile.
Il suo TA riprende il pensiero aristotelico che legava indissolubilmente retorica e dialettica. Per
Aristotele, la dialettica era una tecnica universale del dialogo, mentre la retorica era legata al
contesto, precisamente all'uditorio, a cui il discorso va adattato. Il TA da molta importanza a questo
aspetto pragmatico della retorica.
Il “contatto delle menti” è infatti per Perelman la presa di coscienza del contesto e dell'uditorio che
si ha di fronte, che influenza cosi la scelta delle premesse condivise.
La presentazione dei dati e la loro formulazione (nella retorica classica inclusa nell'elocutio) è
altrettanto importante. Ogni termine può essere neutro od opaco, se attira l'attenzione su di sé prima
ancora che sull'idea che veicola. Ogni scelta linguistica può avere una connotazione.
Secondo gli autori del TA, le tecniche argomentative possono basarsi su due procedimenti inversi:
associazione o dissociazione delle nozioni.
L'associazione si basa sul trasferimento (per proprietà transitiva) dell'adesione alle ipotesi
all'adesione alle conclusioni. Gli argomenti di questo tipo possono essere di 3 tipi:
-argomenti quasi logici (i più simili ai modelli della logica matematica, es: principio di non
contraddizione)
-argomenti fondati sulla struttura del reale (la validità delle premesse è trasferibile alle conclusioni
in quanto premesse e conclusioni sono legate sul piano della realtà)
-argomenti incentrati sui legami che fondano il reale (caso particolare-illustrazione e analogia).
DISPOSIZIONE
1. La dispositio
La dispositio è la vera costruzione del testo. L'argomentazione, a differenza della dimostrazione
scientifica, tiene in considerazione la possibile reazione del pubblico per costruirsi e ordinarsi.
La dispositio può essere considerata da due punti di vista:
-sintagmatico (dispositio interna): la successione lineare delle sue parti;
-paradigmatico (dispositio esterna): modello di riferimento per il testo.
Dal primo punto di vista, la dispositio ordina sia le sezioni, sia l'ordine degli argomenti all'interno
delle sezioni, sia l'ordine delle parole all'interno degli argomenti. La scelta dell'ordine va fatta
spesso anche in funzione dell'actio e della memoria.
Esistono due ordini:
-ordo naturalis: conforme ai canoni dell'arte: esordio, esposizione, argomentazione, epilogo.
-ordo artificialis: costruito ad hoc.
E' diffuso (quindi parliamo di ordine naturale) l'ordine crescente delle parole su vari piani:
lunghezza, intensità del significato (vita, morte, miracoli).
L'ordine canonico dell'ordo naturalis è di Aristotele. L'argomentazione può anche essere
considerata, in una prospettiva differente, divisa tra dimostrazione della propria tesi e confutazione
della tesi dell'avversario. Alla successione dell'ordo naturalis possono aggiungersi parti “mobili”, le
digressioni.
L'enumerazione del discorso che si andrà ad esporre ha una funzione edonistica (sconfigge la noia).
Vediamo ora nel dettaglio le parti del discorso retorico elencate da Aristotele (solo esposizione ed
argomentazione sono necessarie, cioè le parti logiche e razionali):
Esordio
Aiuta a collocare il testo nel continuum del mondo. Inquadra i contenuti. Ha, come l'epilogo,
elementi passionali più che logici. Può consistere nella motivazione, nella legittimazione,
nell'ingraziarsi il pubblico, ecc (altri topoi).
Esposizione / Narrazione
Non bisogna rispettare l'ordine cronologico ma esporre solo i fatti più importanti in una sequenza
logica (anacronia). Tre sono le caratteristiche richieste: verosimiglianza (molto diverso da vero),
chiarezza, brevità, piacevolezza.
Argomentazione
E' la parte con il maggior sforzo tecnico. Solitamente gli ordini consigliati nell'argomentazione
sono quelli crescente, in modo da creare un climax che faccia ricordare soprattutto la parte finale di
sé, e quello nestoriano, che concentra gli argomenti più deboli al centro. È anche il TA ad insistere
sull'importanza dell'ordine degli argomenti nel definirne la forza (molto conta l'introduzione).
Bisogna anche pianificare la probabile reazione dell'uditorio in modo da plasmare al meglio la
successione degli argomenti.
Epilogo
Può ricapitolare (aiutando la memoria) o eccitare il pubblico, il che però rischia di distrarre dalla
verità. Efficace è il meccanismo della presenza, secondo il cui si svelano oggetti o rivelazioni.
Questa è la parte meno codificata dalla retorica classica. Spesso il topos di conclusione dipende dal
genere lettarario: il congedo per la canzone, il lieto fine del romanzo o la morale per la fiaba. Spesso
l'epilogo sottolinea elementi ipertestuali del testo in relazione al panorama della letteratura.
ELOCUZIONE
1. L'elocutio
L'elocutio comprende le strategie adatte a costruire una veste linguistica appropriata agli argomenti
trovati attraverso l'inventio e ordinati attraverso la dispotitio.
L'elocutio è la tecnica del parlar bene, sia dal punto di vista grammatico che estetico (figure
retoriche).
Esiste una doppia dimensione del linguaggio, uno consueto, proprio della grammatica, e uno
figurato, un uso più originale del primo. Le figure retoriche sono quindi una deviazione, tuttavia è
una tendenza naturale del nostro linguaggio (è evidente negli infanti) che ci aiuta particolarmente ad
esprimere le nostre emozioni.
Il linguaggio normale è quindi definibile come grado zero, ossia assenza totale di figuralità.
Le figure retoriche sono forme costanti che possono essere analizzate e descritte in quando
invarianti. Esse vengono poi plasmate in base alla trasposizione nei vari tipi di discorso e di
contesto. Le figure orientano l'attenzione più sul linguaggio che sul contenuto.
La funzione può essere estetica, funzionale o giocosa.
La classificazione più antica è quella tra verba singula e verba coniuncta (singola parola o insieme
di parole). La prima consiste nella semplice sostituzione di una parola (es vela per nave).
La retorica generale del Gruppo di Liegi
Gli studi retorici del gruppo di Liegi sono principalmente legati ai testi letterari. L'intersezione di 4
parametri (significante, significato, parola, frase) è alla base della classificazione ideata dal gruppo
di Liegi. Le figure, o metabole, sono dispositivi linguistici che comportano un'alterazione del
sig