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La Dispositio

Perché il discorso sia persuasivo, bisogna disporre bene l'ordine degli argomenti adoperati. L'argomento deve adattarsi all'uditorio ma anche all'ordine sintagmatico e paradigmatico.

In linguistica, l'ordine sintagmatico è l'asse verticale, quello lineare. In una frase riguarda i rapporti tra ogni parola con le altre.

L'ordine paradigmatico è invece l'asse orizzontale ed è quello della selezione tra un insieme e delle parole.

Parti del discorso:

Un discorso è diviso in 4 parti fondamentali:

  1. Esordio, cioè introduzione, l'inizio del discorso, la legittimazione del parlante.
  2. Narratio, cioè enunciazione della tesi e dei fatti.
  3. Confirmatio, cioè argomentazione o insieme di argomenti per dimostrare la tesi e confutare quella dell'avversario.
  4. Epilogo, ricapitolare i fatti.

La dispositio ha diverse funzioni, ovvero:

  • L'Animas impellere (commuovere), copre le prime 2

parti del discorso, che devono fare appello ai sentimenti e al versante emotivo.-Rem Docere (Informare, convincere) copre le altre due parti attraverso gli argomenti logici.

La dispositio è importante anche per le parti meno trattate della retorica (quindi actio e memoria) quali la postura, la mimica, la gestualità ecc. sono importanti per la persuasione perché si accorda ciò che si dice con le emozioni che l'oratore spesso simula e suscita quasi per contagio le emozioni dell'uditorio.

L'ordine del discorso può essere:

  • Lineare o ordo naturalis, che rispetta la norma codificata dell'arte retorica, ovvero la progressione dei fatti in ordine temporale. Se lo si ritiene opportuno, si può anche alterare, cioè invertire gli ordini di esposizione e argomentazione, avendo così l'ordo artificialis

Alla parte fissa che è l'ordo naturalis si può quindi aggiungere la digressione, quasi sempre tra

Narrazione ed argomentazione. Per digressione si intende quindi l'occasionale deviazione, o uscita provvisoria dall'argomento principale per trattare temi aggiuntivi ma pertinenti alla questione in esame. Si può arricchire il discorso e può essere collocato ovunque. Sul piano sintagmatico si interrompe la successione ordinaria delle parti.

Esordio: L'esordio poteva essere diviso in due varianti: la prima variante, era il primo momento del discorso, quello della Captatio Benevolentiae, ovvero la seduzione degli ascoltatori (Ad es. un capo di stato introdurrà sempre alludendo all'amicizia tra i due popoli), quello che in italiano potrebbe essere il preambolo. La seconda variabile è dovuta all'esposizione dell'argomento che è chiamata protasi. Essa è una sorta modulo fisso nei poemi epici, cavallereschi, eroici ecc. in cui la protasi può anche prendere il nome di prologo, cioè la scena introduttiva.

di un'opera teatrale, narrando gli antefatti. Spesso, veniva rappresentato da un monologo diretto del protagonista. Uno dei topoi più comuni è quello della falsa modestia, cioè quello che consente di evitare la frattura nel rapporto tra oratore e pubblico. Narrazione: Non intesa come racconto ma come espressione nuda dei fatti, senza argomenti. Dei tre modi di cui si attua la persuasione retorica (informare, commuovere, piacere) caratterizzante per la narrazione dei fatti è l'informare (o docere) che, per essere efficace, deve piacere, quindi farsi ascoltare volentieri, essere interessante, non annoiare. Il tutto viene racchiuso in quelle che sono le virtù del narratore. Caratteristiche o virtù della Narrazione: la verosimiglianza, la chiarezza, la brevità e la piacevolezza. - Per verosimiglianza si intende un argomento verosimile (che potrebbe accadere). - La chiarezza, cioè linguistica (dare un senso a ciò che si dice) nella

selezione dei dati e nell'argomentazione del discorso-Per brevità si intende eliminare il superfluo ed evitare anche l'eccesso di brevitas altrimenti si rischia di essere oscuri-Per piacevolezza si intende un argomento piacevole, quindi gradito dagli ascoltatori.

Sia la selezione che il suo modo di narrarli, suggerisce al narratore un'interpretazione ai fatti attraverso analessi e prolessi:

Analessi: raccontare dei fatti passati (Esempio come si svolge la serie TV How i Met Your Mother)

Prolessi: anticipare eventi futuri.

Per quanto riguarda la confirmatio, essa per molti tra cui Quintiliano, ritrova il suo inizio nella proposizione, ovvero il nucleo concettuale della narrazione. Non è altro che la presentazione dei termini essenziali del fatto che viene esposto.

Alcuni retori usano anche la partizione, che è l'enumerazione dei punti da trattare. È il procedimento di quasi tutti i tipi di discorso espositivo. I punti stessi sono proposizioni o

allegazioni in cui chi parla espone le proprie idee, e quelle dell'avversario. Ci sono 3 modi per ordinare le argomentazioni (dom.esame):

  1. Ordine crescente: si comincia dagli argomenti più deboli per giungere ai più forti.
  2. Ordine decrescente: si comincia dai più forti per giungere ai più deboli.
  3. Ordine Nestoriano o Omerico: il più suggerito dalla retorica, consiste nel posizionare gli argomenti forti all'inizio e alla fine, al centro quelli più deboli in modo da persuadere per tutto il discorso. Il suo nome deriva da un personaggio di nome Omerico Nestorione, che disponeva in questo modo le sue truppe (Le più affidabili all'inizio e alla fine, mentre le più deboli al centro).

Logicamente, stabilire quali argomenti sono forti e quali deboli dipende dal contesto e dal pubblico a cui ci si sta rivolgendo.

L'Epilogo è la chiusura del discorso, la fine del progetto. Esso dispone di due livelli:

  1. Livello delle
cose (Posita in rebus): riassume tutto quanto detto prima nel discorso, come una sorta di mappa concettuale. 2. Livello dei sentimenti (Posita in affectibus): si chiude eccitando passioni del pubblico, intrigandolo o commuovendolo, anche ricorrendo a trucchi (Come ad esempio il sangue della vittima sull'arma di chi l'ha uccisa). L'ELOCUTIO. L'Elocutio è la redazione del discorso, l'atto di dare forma linguistica alle idee (ornatus). Una volta trovato ciò che si vuole dire, stabilito l'ordine in cui si vuole dire, ora bisogna scegliere le parole. Le parole hanno un significante o un significato. Il Significante è il corpo fonetico della parola; Il significato è il contenuto concettuale della parola. Esiste poi il Verbum Proprium, ovvero il significato letterale codificato di una parola. Ad esempio, prendendo in considerazione la parola "ORO", il suo verbum proprium è il grado zero del linguaggio, quindi in questo caso.

Il metallo prezioso, mentre il senso figurato della parola può essere usata ad esempio per indicare i capelli biondi "di colore oro". Secondo le regole dell'Elocutio, un discorso per essere efficace deve avere alcuni requisiti. Il requisito fondamentale è che esso si addica, convenga, sia congruente ed appropriato. Questa appropriatezza, convenienza o congruenza del discorso e del suo "essere adatto" fa parte di quella parola che i greci chiamavano pròpon ed i romani aptum, cioè una virtù che possedeva l'oratore.

La prima virtù è rappresentata dalla correttezza grammaticale, cioè il rispetto di un'ideale integrità della lingua. La seconda virtù che un oratore doveva possedere è la chiarezza, cioè rendere il discorso comprensibile, la terza invece consiste nell'ornatus, cioè un lusso sapientemente regolato di mezzi ed ornamenti, per rendere un discorso.

più persuasivo. Tutte queste virtù si esercitano sia su parole singole che su gruppi di parole. Il venir meno ad una di queste virtù costituisce un errore quando la deviazione è ingiustificata, una licenza quando l’infrazione è giustificata da un dovere più forte di quello al quale si contravviene. Nei confronti della virtù si godeva dunque di un esonero. Si salvava il principio di autorità e nello stesso tempo si arginava l’errore, riservando il privilegio di infrangere le prescrizioni grammaticali solo a chi aveva l’autorità e quindi le buone ragioni. Questo concetto riporta al campo della puritas, cioè la virtù grammaticale basilare. La puritas si divide in barbarismi e arcaismi - Barbaismo è il vizio per difetto (barbaro è uno che balbetta, per i greci sembrava così chi parlasse una lingua diversa dalla loro) indica quindi qualsiasi cambiamento nella costituzione delle parole.

aferesi (ad es. verno per inverno) -Nel corpo della parola quindi sincope (opra per opera) -Alla fine della parola quindi apocope (amor per amore) I Metaplasmi possono anche avvenire per aggiunta: -All'inizio della parola quindi proparagoge (ad es. stella per ella) -Nel corpo della parola quindi epentesi (ad es. famosissimo) -Alla fine della parola quindi paragoge (ad es. amicizia per amico) I Metaplasmi possono inoltre avvenire per trasposizione: -Scambio di suoni all'interno della parola quindi metatesi (ad es. fresco per ferro) -Scambio di suoni tra parole quindi anastrofe (ad es. casa mia per mia casa) Infine, i Metaplasmi possono avvenire per sostituzione: -Sostituzione di un suono con un altro quindi cacofonia (ad es. cazzimma per pazienza) -Sostituzione di una lettera con un'altra quindi metaplasmo consonantico (ad es. frate per padre) -Sostituzione di una vocale con un'altra quindi metaplasmo vocalico (ad es. pietra per pietro) Questi sono solo alcuni esempi di metaplasmi, ma ce ne sono molti altri che possono avvenire nella lingua italiana.apocope (piè per piede) - La fusione di due vocali contigue e appartenenti a parole diverse è detta sinalefe; l'eliminazione di una diesse è chiamata elisione ed è indicata spesso con l'apostrofo (l'orto, un'erba). Quelli per aggiunzione: - All'inizio della parola quindi prostesi (ad es. per iscritto) - Nel corpo della parola quindi epentesi (ad es. ruina per rovina) - Alla fine della parola quindi epitesi (filme). L'opposto della sinalefe è la dialefe (metaplasmo per aggiunzione, dunque) che permette di calcolare separatamente due vocali contigue di parole diverse, che potrebbero occupare una sola posizione sillabica. - La fusione di due vocaboli adiacenti alla stessa parola e quindi l'unione di due sillabe in una all'interno della parola è detta sineresi. Il contrario della sineresi è la dieresi, cioè dividere in due sillabe un nessovocalico che normalmente costituisce una sola sillaba.

per mutazione, cambiando l'ordine del suono:

  • Metatasi (Crapa per capra)
  • tmesi (che è l'omissione
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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Roby_13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Retorica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Genovese Gianluca.
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