Anteprima
Vedrai una selezione di 18 pagine su 82
Retorica classica Pag. 1 Retorica classica Pag. 2
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 6
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 11
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 16
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 21
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 26
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 31
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 36
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 41
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 46
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 51
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 56
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 61
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 66
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 71
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 76
Anteprima di 18 pagg. su 82.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Retorica classica Pag. 81
1 su 82
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

FEDRO: Sì.

SOCRATE: E allora, chi userà quest'arte farà apparire la medesima cosa alle medesime persone

ora giusta, ora ingiusta, quando lo voglia?

FEDRO: Come no?

SOCRATE: E nell'assemblea popolare, farà credere alla città le medesime cose ora buone, ora

invece cattive?

FEDRO: Esatto.

SOCRATE: E non sappiamo che il Palamede di Elea parlava con tanta arte da far sembrare a chi

lo ascoltava che le medesime cose fossero insieme simili e dissimili, una e molte, ferme e in

movimento?

FEDRO: Proprio così.

SOCRATE: Perciò l'arte del contraddittorio non riguarda solo i tribunali e le assemblee, bensì,

come pare, esiste un'unica arte per ogni genere di discorso (se in effetti c'è), grazie alla quale si

potrà rendere ogni cosa simile ad ogni altra, in tutti i casi possibili e riguardo a tutti coloro per cui

è possibile farlo, svelando anche quando qualcun altro riesce a fare la stessa cosa, ma di nascosto."

1. Nel "Fedro" si introduce anche un'idea psicagogica, infatti Socrate è consapevole del

fatto che la retorica riesca a "condurre la psiche" di chi ascolta;

"SOCRATE: Poiché la potenza del discorso consiste nella psicagogia, colui che vuole diventare

oratore deve necessariamente sapere di quante specie sia l'anima. Ne esistono infatti tante e di

diverso tipo, perciò alcuni uomini sono fatti in un modo, altri in un altro. Compiute che siano

queste distinzioni, lo stesso varrà per i generi del discorso: ognuno sarà di una specie particolare,

fatto in modo diverso. Perciò alcuni uomini, a causa di ciò, saranno facilmente persuasi da certi

particolari discorsi intorno a cose di un certo tipo; altri uomini, per le stesse ragioni, saranno

difficili da persuadere. Dopo aver considerato tutto questo in modo adeguato, bisogna inoltre

osservarne gli effetti e le applicazioni nella pratica, seguendoli con fine sensibilità, altrimenti non si

saprà niente di più dei discorsi ascoltati un tempo a scuola."

1. Socrate parla di Tisia, riprendendo il ragionamento costruito attorno all'idea di

verosimiglianza, per cui si può dimostrare una cosa ma anche il suo opposto;

"FEDRO: Proprio ciò che hai riportato, Socrate, è quello che dicono coloro che sostengono di

essere esperti nell'arte dei discorsi. Mi sono ricordato che anche prima abbiamo sfiorato

brevemente questo punto, che mi pare di enorme rilevanza per chi si occupa di simili temi.

SOCRATE: Di certo hai studiato Tisia con grande attenzione! Che Tisia allora ci dica ancora

questo: se per verosimile intende qualcos'altro rispetto a ciò che sembra tale all'opinione della

moltitudine."

1. Per quanto riguarda la questione della scrittura, Socrate sostiene le ragioni per la non

scrittura di un testo (attraverso anche la metafora del quadro), in quanto la scrittura dà un punto di

riferimento forte alla memoria ma con i discorsi orali è possibile entrare molto meglio in contatto

con gli ascoltatori.

"SOCRATE: Ho sentito raccontare che vicino a Naucrati, in Egitto, viveva uno degli antichi dei di

quel luogo, al quale era sacro l'uccello che chiamano ibis; il nome di questo demone era Theuth.

Fu il primo a scoprire i numeri e il calcolo, la geometria e l'astronomia, e anche il gioco della

scacchiera e dei dadi, e infine proprio la scrittura. A quei tempi, sovrano di tutto l'Egitto era

Thamus, che dominava da quella città dell'alto Nilo che i Greci chiamano Tebe Egizia, mentre il

suo dio lo chiamano Ammone. Theuth si presentò da lui, per mostrargli queste arti, sostenendo che

bisognasse diffonderle presso tutti gli Egiziani. Il sovrano gli domandò quale fosse l'utilità di

ognuna, e mentre Theuth glielo esponeva, a seconda che gli sembrasse parlare bene o male, la

criticava oppure la elogiava. Si narra che Thamus discusse a lungo con Theuth in entrambi i sensi

intorno a ciascuna arte, e per riferire tutto occorrerebbe un lungo discorso. Tuttavia, quando si

arrivò alla scrittura, Theuth disse: <<Ecco una conoscenza, mio re, che renderà gli Egiziani più

sapienti e più abili a ricordare; grazie ad essa è stato trovato il farmaco per la memoria e per la

sapienza.>> Ma il re rispose: <<Ingegnosissimo Theuth, qualcuno è in grado di creare le arti,

qualcun altro è capace di valutare in che misura esse arrecheranno danno oppure saranno

vantaggiose a chi dovrà farne uso. Tu, adesso, essendo padre della scrittura, hai attribuito ad essa

per benevolenza proprio l'effetto contrario a quello che provoca; infatti essa indurrà alla

dimenticanza l'anima di chi la apprende, trascurando di conseguenza l'esercizio della memoria;

fidandosi dello scritto, ci si abituerà a ricordare dall'esterno, attraverso segni estranei, e non

dall'interno, grazie a se stessi: perciò tu hai inventato non il farmaco per la memoria, ma solo del

riportare alla memoria. Della sapienza, tu procuri ai tuoi allievi solo l'apparenza, non la verità;

poiché, ascoltando molte cose, ma senza apprendimento, crederanno di sapere moltissimo, mentre

invece rimarranno per lo più ignoranti; perciò sarà difficile avere a che fare con loro, perché

saranno diventati dei portatori di opinioni, invece che dei sapienti."

Nel mito raccontato da Socrate vengono attribuite a Theuth le scoperte che nel Palamede di Gorgia

Palamede si attribuisce, inoltre è presente l'idea che la scrittura funga da supporto alla memoria e

in questo caso vengono proposte delle argomentazioni pro e contro la scrittura da parte del re.

"FEDRO: Cogli nel segno a rimproverarmi, e sono del parere che sulla scrittura le cose stiano

come dice il re tebano.

SOCRATE: Quindi chi ritenesse di lasciarsi dietro un'arte consegnandola alla scrittura, e chi la

ricevesse convinto che da quei caratteri si possa ricavare qualcosa di chiaro e di saldo, dovrebbe

essere pieno di ingenuità e ignorare l'oracolo di Ammone, qualora ritenesse che i discorsi scritti

siano più che un mezzo per ricordare a chi già le conosce le cose di cui si tratta nello scritto."

1. Verso la fine dell'opera Socrate afferma esplicitamente di non essere interessato all'arte

retorica.

"SOCRATE: […] Per me, Fedro, credo ne siano causa gli dei di questo luogo; ma forse anche le

profetesse delle Muse, che stanno cantando sopra la nostra testa, potrebbero averci ispirato questo

dono. Infatti io non possiedo di sicuro un'arte del parlare."

"SOCRATE: […] E lasceremo stare Tisia e Gorgia, che capirono come il verosimile sia da tenere

più in conto del vero, e che con la forza della parola fanno sembrare grandi le cose piccole, e

piccole quelle grandi, antiche le cose nuove e quelle nuove antiche […]"

1. Alla fine del dialogo Platone indica un retore-filosofo, cioè un retore che ha studiato

filosofia e può insegnare la propria arte praticando anche la verità (identifica questo personaggio

con Isocrate, retore professore che teneva discorsi di natura giudiziaria e politica a scuola,

basandosi su fondamenti di verità).

La "Retorica" di Aristotele

La grande sistemazione aristotelica della retorica comprende: "una teoria

dell'argomentazione, che ne costituisce l'asse principale e che fornisce, al tempo stesso, il nodo della

sua articolazione con la logica dimostrativa e con la filosofia, una teoria dell'elocuzione e una teoria

della composizione del discorso".

Compito del teorico è occuparsi degli argomenti probanti, o probatori: non di quelli

extratecnici ("àtechnoi"), che si utilizzano come dati già pronti in partenza e sono le testimonianze,

le confessioni estorte con la tortura, i documenti scritti ecc., ma di quelli tecnici (éntechnoi), che

bisogna trovare applicando un metodo. Dialettica e retorica vengono messe in parallelo: ciò che

nella prima è l'induzione, nella seconda è l'esempio; ciò che nella prima è il sillogismo, nella

seconda è l'entimema. Con la differenza che il sillogismo logico dà una verità inconfutabile, mentre

l'entimema arriva a conclusioni probabili e confutabili.

Gli esempi possono essere o storici, o inventati. Di questi ultimi Aristotele distingue

due specie: le parabole e le favole (come quelle esopiche).

L'espressione "concisa e sintetica" è il tratto stilistico che Aristotele assegna

all'entimema. Omettere una premessa significa dare per scontato ciò che in essa si asserisce, e

quindi non sottoporlo a dubbio o a discussione, col risultato di influire in maniera diretta e incisiva

sulle decisioni dei destinatari.

Le premesse dei sillogismi, dialettici e retorici, si traggono dai "tòpoi", "luoghi", che

sono di due specie: comuni e propri.

Dei tre elementi di cui il discorso persuasivo consta - chi parla, ciò di cui egli parla e

colui al quale si rivolge - è il terzo quello che determina la classificazione. Poiché tre sono i tipi di

ascoltatore, altrettanti sono i tipi del discorso persuasivo, cioè i generi della retorica. Le prime due

classi di ascoltatori hanno una prerogativa in comune: il loro giudizio è tale da mutare una

situazione. Essi devono pronunciarsi o su azioni future o su azioni passate. L'ascoltatore che decide

riguardo al futuro è il membro di un'assemblea politica; quello che decide riguardo al passato è il

giudice nei processi. La terza classe è costituita dagli spettatori. Ciò su cui lo spettatore dà un

giudizio è unicamente il talento dell'oratore. Al primo tipo di ascoltatore corrisponde il genere

deliberativo; al secondo il genere giudiziario; al terzo il genere epidittico (o dimostrativo). Nel

discorso deliberativo l'oratore consiglia ciò che è utile e sconsiglia ciò che è nocivo. Il discorso

giudiziale, di accusa e di difesa, verte sul giusto e sull'ingiusto. Il discorso epidittico, di lode e di

biasimo, è centrato essenzialmente su ciò che è bello o, all'opposto, turpe.

Il secondo libro della "Retorica" di Aristotele sistema concetti destinati ad alimentare

la didattica e la pratica della disciplina nei secoli posteriori: l'"éthos", cioè le doti di carattere, il

modo di comportarsi nella professione e nella vita, quindi la moralità, dell'oratore; e il "pàthos",

cioè l'insieme delle passioni da suscitare, la vita emotiva, che diviene oggetto di analisi e motivo

dell'argomentare. L'aspetto psicagogico che aveva caratterizzato ben determinate manifestazioni

dell'arte

Dettagli
A.A. 2016-2017
82 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aurora.ferraro.af di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Retorica classica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Matelli Elisabetta.