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EURIPIDE

vive nel 5 secolo, è il più giovane dei tre tragici ma muore prima di Sofocle. ateniese

seguace della sofistica, ha avuto contatti diretti con protagora e anche con Socrate.

certo è che alcuni passaggi delle sue tragedie ci fanno pensare che fu proprio un allievo

di Socrate cosi come il contatto con la sofistica appare evidentissimo dall’andamento

quasi processuale dei suoi dialoghi. sono dei veri e propri agoni verbali, gare e scontri

verbali. Euripide rappresenta quell’intelligenza avanzata e progressista che porta a

compimento il genere letterario ma anche la sua disgregazione. non amato dal pubblico,

detestato da parecchi suoi contemporanei, dai comici, non amato dal publico che gli

decreta la vittoria sulle sue tetralogie solo 4 volte. e dicevano che era detestato anche

dagli dei. Euripide era critico rispetto alla religione tradizionale.

è uno sperimentare, nelle sue tragedie E riversa tutta la cultura che assorbe dai filosofi

che frequenta. questa frequentazione cosi assidua della filosofia lo porta ad una rilettura

razionalistica del mito, riprende il mito ma li critica. ridimensiona gli dei anche i

personaggi del mito. mette in scena degli eroi straccioni, l’eroe non è più il semidio che

può più degli altri ma è una persona comune, è trasportato nella vita comune ( ex Elettra

viene descritta da E come una adolescente capricciosa ed è anche un’eroina stracciona

in quanto è sposata con un contadino che per la cultura dell’epoca rappresentava una

forma di abbassamento sociale molto grave ancor di più per la figlia del re)

esasperazione del contrasto. i personaggi battibeccano tra di loro, le passioni sono

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portate all’estremo, all’esasperazione e infatti si dice che E è il primo attore teatrale

moderno perché porta il patetico in scena teatrale, il pathos viene fortemente criticato

dai suoi contemporanei e sopratutto da ari anche se è un atto molto moderno.

il alto emotivo è cosi forte da farci dimenticare la pochezza delle trame.

pone anche in discussione l’operato degli dei, era un iper razionalista e accusa la

religione tradizionale e la superstizione senza problemi.

compone delle tragedie ad intreccio cosiddette a lieto fine, che costituiscono

un’innovazione: Elena , lo ione. e fa un uso molto consistente del deus ex macina,

ingarbuglia cosi tanto le trame da cui si può uscire solo con un dio che arriva dall’alto

con una macchina teatrale. pero non sempre abbiamo uno scioglimento ordinato ma

utilizza un elemento. mercoledì 13 aprile 2016

Euripide crea un punto di rottura, cambia la prassi, la rappresentazione teatrale diventa

un’altra cosa per Euripide a partire dalla sua formazione intellettuale che lo porta a

costituirsi cioè diverso rispetto agli altri. vediamo come il teatro diventa importante

perché l’apprendimento che passa dai sofisti a Euripide viene diffuso più o meno

volontariamente utilizzando la cassa del medium. non soltanto momento di

apprendimento e religioso ma anche di diffusione di informazioni nuove e

potenzialmente pericolose. la censura colpisce le possibili idee che possono rovesciare

una condizione governativa o il modo di pensare comune. E si pone contro gli eversori

del modo di pensare comune. figlio della sofistica di protagora e di Socrate. non si

poteva prendere che euripide desse al pubblico che gli era stato dato fino a quel

momento e infatti la prima reazione è di rifiuto. E viene fischiato e deriso. di li ad un

secolo quando il teatro diventa di repertorio cioè si recuperano testi vecchi arcaici antichi

e non si inventano più cose nuove, il più rappresentato di tutti è eruipide segno che

aveva colpito il suo bersaglio. poetica di erupide: tendenza alla razionalizzazione, la

tradizione non si recepisce cosi com’è ma si discute. io eredito l’ipotesto di una saga

mitica e non lo riproduco vuol dire far passare la tradizione e il mito attraverso il filtro

della ragione. ciò vuol dire che il nostro eroe viene abbassato al limite dell’umanità

peggiore. esempio elettra uccide la madre ma il vero motivo per cui cova rancore verso

la madre ed egisto è che l’hanno obbligata a sposare un contadino, uomo inferiore alle

sue possibilità e a ciò che avrebbe ereditato. non può fare la bella vita che avrebbe fatto

sposando un ricco e si macera questo odio che è tremendamente umano.

allo stesso tempo in questa umanizzazione del mito porta con se una accusa alla

religione tradizionale che genera mostri ma in realtà essi sono generati dall’uomo

stesso. le mostruosità ai limiti dell’incesto che si compiono nell’Ippolito derivano da un

capriccio di Afrodite-> quasi eresia.

21 mercoledì 13 aprile 2016

sulla scena in pratica cambiano almeno due elementi:

1 si amplifica a dismisura il conflitto tra le pedine umane, i personaggi, anche ai limiti

quasi dell’eccesso, quasi disgusto del lettore sul discutere sempre le stesse cose e i

singoli termini ma questo amplificarsi del conflitto porta anche ad un incremento

eccessivo del pathos, l’emozione viene caricata fino che allo spettatore manca il fiato.

peculiarità contestata da Aristotele e poi diventata il punto centrale di oggi poetica di

consumo. gli ateniesi prima inorridiscono “ci emoziona talmente tanto da nausearci” poi

pero morto E non si può fare a meno del pathos.

ex caso di elettra: figlia del re, per eccitare massimamente il senso di svilimento di

questa donna, di annientamento sociale non ci si limita a descrivere le sue condizioni di

vita ma la si mostra mentre si occupa delle faccende quotidiane più umili.

ex nelle troiane: euripide si impegna in una descrizione virtuosistica anche delle

reazioni della madre o della nonna.

E alla ricerca di questo pathos si spinge a dar vita ad un teatro del macabro (strappare

gli occhi ecc..), diventa la base del teatro latino e di quello inglese elisabettiano. mezzi

che si utilizzano per suscitare la partecipazione emotiva dello spettatore che anche oggi

è comunemente utilizzato.

sostituire il dato oggettivo all’astrazione rischia di inibire la capacità attrattiva dello

spettatore oltre che ad assuefarlo. cercavano la via più facile per la partecipazione del

pubblico ma questa via porta ad una partecipazione superficiale e quindi una

comprensione dei fatti che è apparente e non è oggetto di riflessione. ecco perché ARI

critica E e i suoi epigoni perché non favoriscono lo sviluppo del racconto e quindi uno

sviluppo della mente.

una delle più straordinarie capacità di Euripide è quella di portare in scena i moti

dell’animo rendendo imprescindibili i monologhi interiori.

il monologo interiore da E è usato proprio per portare davanti allo spettatore l’animo del

personaggio e tutti i suoi tormenti e quindi si vede come l’azione non sia più il frutto di

un’ordine che gli cade sulla testa dall’alto o il frutto di una ossessione, in E l’agire

scenico viene proposta nel suo formarsi nel monologo interiore, la sua sofferenza e tutti i

suoi pensieri vengono dispiegati all’occhio di chi assiste.

(realismo e pathos sono collegati perché nel momento in cui non c’è più la forza della

divinità e il personaggio eroico, l’azione è tutta umana e viene amplificata a dismisura).

Euripide nella sua Elettra attacca Eschilo in una maniera violentissima che è anche

abbastanza comica ma che ci da la prova di come i tempi siano cambiati radicalmente.

Eschilo nelle Coefore mette in scena la stessa storia di Elettra, il momento più

emozionante è il momento del riconoscimento tra Elettra e Oreste che avviene in

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maniera sillogistica. Elettra vede degli indizi e Oreste si materializza, indizi: orma del

piede di Oreste, il ricciolo dei biondi capelli di O e l’abito.

Euripide fa delle considerazioni: 1 se ultima volta che E ha visto O erano piccoli come fa

E a riconoscere l’orma di Oreste che è cresciuto e con lui anche l’ombra?

2 i capelli sono uguali a quelli di elettra ma quante persone possono avere gli stessi suoi

capelli?

3 veste dell’ultima volta che si videro ma lui aveva 4 anni e non può essere la stessa.

nell’Elettra di Euripide arriva un pedagogo che gli dice che troppe persone in Grecia

potrebbero avere la stessa orma del piede o anche lo stesso ricciolo. rigetta anche il

terzo indizio. l’unico indizio razionale potrebbe essere una cicatrice. teatro razionalistico

ma anche detestato perché mette in ridicolo il vecchio e la religione tradizionale. ->

esempio di razionalismo portato all’estremo

->esempio di pathos: positivo sono quelli che attraverso uno shock cognitivo impongono

al percettore di ragionare su un argomento.

Euripide ha scopi politici e anche per questo utilizza il pathos per sensibilizzare il

pubblico a problemi politici: sensibilizzazione degli ateniesi al disastro umanitario che

Atene provoca nella guerra del Peloponneso, cioè alla ferocia talvolta assassina di

Atene. ex l’attenzione che si rivolge alla sofferenza dei vinti nelle Troiane. in esse la

prospettiva è quella dei vinti e non dei vincitori, qui l’attenzione è posta su una comunità

distrutta che sia vede tutti gli affetti, il contesto familiare distrutto ma che deve anche

lasciare la propria casa e città che brucia per partire come schiava sulle navi de nemici.

martedì 19 aprile 2016

pathos euripideo visto come elemento negativo, pathos per ari è negativo nel momento

in cui si sostituisce ad un’organizzazione lineare e logica della trama, cioè nel momento

in cui il racconto nella sua logica viene sconvolto e i buchi dell’azione vengono tappati

dal pathos allora per Aristotele non va bene perché si priva del far scaturire paura e

pietà attraverso il racconto stesso.

Euripide ha la tendenza di costruire delle trame al quanto movimentate, trame concitate

con elementi di scompiglio, irruzioni, rapimenti, compresa di diversi personaggi, questo

ha un effetto scioccante sul pubblico ateniese,accese reazioni-> il pathos fa perdere di

vista,concentrando tutto sull’elemento emotivo, il ragionamento, mette in subordine la

ragione. la struttura armonica del racconto non è più importante. di fatto euripide non

usa il pathos per far vedere che è bravo ma per sottolineare un elemento ideologico:

significa che mentre sicuramene non sfugge talvolta all’errore più o meno consapevole

di utilizzare degli espedienti facili per la lacrima dietro a questo spesso c’è la volonta di

23 mercoledì 13 aprile 2016

porre in rilievo un elemento che &

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A.A. 2017-2018
51 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia96gallo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Retorica classica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Montenz Nicola.