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7) LUOGO PER GLI ABITANTI
8) LOCALITA’ DI PRODUZIONE PER IL PRODOTTO
9) LA MARCA PER IL PRODOTTO
10) SIMBOLO PER LA COSA SIMBOLEGGIATA
11) LE DIVISE PER INDICARE CHI LE PORTA
SINEDDOCHE: è un TROPO. Consiste nella sostituzione di una parola con un’altra
- che sta con la prima parola in una relazione di tipo quantitativo.
1) parte per il tutto: es. TETTO per indicare la CASA.
2) singolare per il plurale e viceversa. Si trova spesso in poesia.
3) specie per il genere e viceversa.
4) materia per l’oggetto. Gli studiosi non sono concordi su questa categoria perché
secondo alcuni rientra nella sineddoche, secondo altri nella metonimia.
Es. “ferro” per indicare le “armi”.
SILVESTREM MUSAM: metonimia
- AVENA: o sineddoche o metonimia.
- Nel primo verso abbiamo TU; all’inizio del terzo verso abbiamo NOS; all’inizio del
- quarto verso abbiamo NOS; a metà del quarto verso abbiamo TU: ripetizione e
opposizione.
La ripetizione, a breve distanza, della stessa parola, all’inizio di più versi, di più frasi
viene definita ANAFORA. Poi il termine viene esteso ad indicare tutte le ripetizioni
anche non necessariamente all’inizio del verso. 5
Una variante dell’anafora è l’EPIFORA: figura speculare dell’anafora. Si ha quando
- uno più termini si ripetono alla fine di più versi, di più frasi.
FIGURE DI SUONO :
- 1) ANAFORA
2) ALLITTERAZIONE
3) OMOTELEUTO
-ALLITTERAZIONE: si ha quando vengono accostate parole che iniziano con lo
stesso suono. In origine, o la stessa consonante o la stessa sillaba poi,
successivamente, rientra nella categoria dell’allitterazione anche l’accostamento di
parole che iniziano con la stessa vocale. Di solito, l’allitterazione, quando è molto
insistita, è usata con intenzioni precise:
o con intenzione fonetica-descrittiva: es. quando il poeta sta descrivendo l’acqua
che scorre sceglie di accostare termini in cui ricorrono le sibilanti (es. S).
o come fenomeno raggruppante: quando abbiamo una serie di parole che hanno
uno stretto legame ma sono separate, il fatto che inizino con la stessa lettera agisce
da fenomeno raggruppante.
TU/NOS/NOS/TU: Melibeo contrappone due condizioni opposte, cioè Titiro, il senex
- fortunato che è riuscito a mantenere i propri terreni e Melibeo che è stato costretto
ad andarsene. Qui abbiamo un esempio di ANTITESI: netta contrapposizione tra
TU e NOS.
Spesso l’antitesi si basa sull’uso di ANTONIMI, cioè contrari. Qui l’antitesi si basa
su 2 condizioni opposte.
La disposizione TITYRE TU…NOS…NOS…TU TITYRE si definisce CHIASMO:
- figura di pensiero.
Chiasmo significa “dispongo le parole a forma di χ”, cioè dispongo coppie di parole
secondo lo schema ABBA (TU, NOS, NOS, TU).
CHIASMO: è un incrocio di membri corrispondenti e contigui dove 2 o più termini
collocati in successione seguono in uno dei membri l’ordine inverso a quello
dell’altro.
OMOTELEUTO: Figura di suono, figura speculare dell’allitterazione. Consiste
- nell’accostamento di parole che terminano con lo stesso suono.
Es. VENI, VIDI, VICI.
vv. 3-4: PATRIAE PATRIAM: POLIPTOTO. Si ha quando la stessa parola viene
- ripetuta con delle variazioni. È una variante dell’anafora.
Uso del NOS: nell’egloga a volte indica IO ma qui (NOS PATRIAM FUGIMUS) sta
- ad indicare tanti altri pastori che sono stati espropriati.
v. 5: esempio di PERSONIFICAZIONE: è un elemento tipico della poesia di Virgilio
- la personificazione di elementi naturali. Si attribuiscono comportamenti umani a
esseri inanimati o a entità astratte. Esempi di personificazione si trovano negli
apologhi: l’apologo è una favola in cui i protagonisti sono animali parlanti che
agiscono come se fossero esseri umani. Animali personificati.
AMARYLLIDA: donna amata.
- 6
DULCIA ARVA: DULCIA sottolinea il senso di attaccamento ai propri territori, ai
- propri campi.
vv. 3-4: LINQUIMUS: indica la costrizione nel lasciare il luogo.
- FUGIMUS: indica l’essere costretti ad andare in esilio.
PERMISIT: regge 2 infinitive (MEAS ERRARE BOVES; IPSUM LUDERE)
- La seconda strofa è introdotta da una seconda APOSTROFE: Titiro che si rivolge a
- Melibeo.
v.7: ILLE/ILLIUS: POLIPTOTO.
- v.8: NOSTRIS AB OVILIBUS: particolare disposizione delle parole. Dovrebbe
- essere: AB NOSTRIS OVILIBUS. Quindi va a creare un IPERBATO e una
ANASTROFE (=inversione).
Non tutte le inversioni di parola sono anastrofi. La vera e propria ANASTROFE
riguarda lo spostamento di o preposizioni o congiunzioni o particelle, non tutti gli
spostamenti. Lo spostamento deve riguardare parti del discorso come congiunzioni,
preposizioni, particelle.
Quando si intrecciano tra di loro IPERBATO e ANASTROFE abbiamo la SINCHISI
- o MIXTURA VERBORUM: mescolanza dell’ordine abituale delle parole, costruzione
caotica.
Nella prima parte della bucolica troviamo una sorta di dialogo fra i due pastori.
- Quando vengono riportate in forma diretta le parole di qualcuno abbiamo la figura
retorica della SERMOCINATIO.
SPEM GREGIS: apposizione di GEMELLOS.
- CONIXA: participio perfetto di CONITOR.
- vv. 11-12: TOTIS AGRIS: IPERBATO
- v.15: SILICE IN NUDA: SINCHISI
- Lo spostamento di IN crea anche un IPERBATO.
v.13: AGO/DUCO: sembrerebbero due sinonimi ma, in realtà, AGERE indica
- l’azione del pastore che guida il gregge stando alle spalle del gregge stesso.
DUCERE è il trascinarsi dietro il gregge. Si sottolinea la fatica del gregge che deve
seguire il pastore.
La quercia è una pianta considerata sacra a Giove. Le querce colpite dal fulmine
- erano interpretate come un segno funesto. C’erano stati segnali se la mente di
Melibeo non fosse stata stolta e avrebbe dato ascolto a questi segni e avrebbe
capito che il suo destino sarebbe stato l’esilio.
SI MENS NON LAEVA FUISSET: periodo ipotetico del terzo tipo.
- v.17: TACTAS QUERCUS: IPERBATO.
- STULTUS: complemento predicativo del soggetto.
- FETUS: indica qualunque discendenza che sia di natura animale o vegetale. Qui
- indica i cuccioli degli ovini (gli agnelli).
DEPELLERE: termine tecnico che indica lo svezzamento degli agnelli che vengono
- allontanati dal latte materno.
Il fatto che il verbo ESSERE sia sottinteso è una figura retorica che si chiama
- ELLISSI (=ogni volta che un termine è sottinteso).
v.21: TENEROS FETUS: IPERBATO.
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SIMILES: accusativo plurale della terza.
- NORAM: sta per NOVERAM (piuccheperfetto sincopato).
- SIC, SIC, SIC: ANAFORA.
- CATULOS: diminutivo di CANIS.
- vv.24-25: si vuole sottolineare come sia improponibile un confronto tra Roma e le
- altre città vicine. Poi fa una SIMILITUDINE (indica un paragone tra due entità, due
situazioni…) tra Roma e le altre città.
Sia la città di Roma sia gli elementi vegetali vengono PERSONIFICATI. Infatti, della
- città di Roma si dice che abbia sollevato il capo tra le altre città.
v.24: ALIAS INTER URBES: SINCHISI. INTER che segue ALIAS e va a creare un
- IPERBATO tra ALIAS e URBES.
v.25: LENTA VIBURNA: IPERBATO.
- v.27: la libertà viene presentata come una dea personificata perché si volta indietro
- a guardare.
TONDENTI: participio presente in caso dativo concordato con un sottinteso MIHI.
- PECULIUM: il risparmio dello schiavo. Lo schiavo poteva tenere per sé una parte
- dei proventi del gregge. Lo schiavo, attraverso i suoi risparmi, poteva acquistare la
sua libertà.
Titiro ci sta dicendo che c’è stata una fase della sua giovinezza, quando lui stava
con Galatea, in cui non aveva nessuna preoccupazione di risparmio. A questo
amore dissennato segue l’amore maturo per Amarillide. Quando abbandona
Galatea per Amarillide nasce in lui l’esigenza di riscattare la sua libertà.
Vengono usati termini tipici della poesia neoterica: Virgilio, durante il suo soggiorno
- a Roma, era venuto direttamente a contatto con il circolo neoterico. Abbiamo
termini come HABET (indica il possesso assoluto), TENEBAT, RELIQUIT.
vv.27-29: ANAFORA e CHIASMO che si intrecciano tra di loro: TAMEN
- RESPEXIT/RESPEXIT TAMEN (schema ABBA).
RESPICERE: voltarsi indietro per guardare con attenzione qualcosa.
- SAEPTIS: da SAEPIRE (=chiudere, cingere). Da l’idea del recinto dove venivano
- tenuti gli animali.
v.33: MULTA VICTIMA MEIS SAEPTIS: IPERBATO INCROCIATO
- v34: INGRATAE URBI: dativo di vantaggio. Personificazione della città perché è
- definita ingrata. Nonostante le fatiche compiute dai contadini, dai pastori nel
coltivare la terra e nell’ allevare gli animali, il ricavato delle cose vendute era
sempre minimo ecco perché la città era ingrata.
NON UMQUAM: “mai”. È una LITOTE. Figura retorica che consiste nella negazione
- del contrario.
v.35: GRAVIS DEXTRA: IPERBATO.
- AERE: termine per indicare “rame, bronzo”. Qui indica il denaro. È una forma di
- SINEDDOCHE/METONIMIA perché indica la materia per l’oggetto.
v.34: PINGUIS ET: ANASTROFE.
- v. 36: APOSTROFE: Melibeo si rivolge direttamente ad Amarillide.
- v.37: CUI: dativo di vantaggio.
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v.39: qui la natura è simpatetica delle vicende dei personaggi che la popolano. Non
- soltanto gli esseri umani soffrono ma anche gli elementi naturali invocano Titiro.
Questo è un elemento topico nella poesia bucolica. Lo ritroviamo nella V egloga,
nelle Georgiche.
La natura è personificata.
vv. 38-39: TE: ANAFORA
- vv.38-39: IPSAE, IPSI, IPSA: POLIPTOTO
- v.38: TITYRUS TITYRE: POLIPTOTO
- v.41: PRAESENTES: accusativo plurale.
- v.41: DIVOS: in alternativa a DEOS. Sta ad indicare personaggi alla stessa altezza
- del dio che concederà a Titiro la libertà. Probabilmente fa riferimento a personaggi
dell’entourage di Ottaviano Augusto.
vv.42 e 44: HIC, HIC: anafora.
- v.42: ILLUM IUVENEM: IPERBATO
- v.42: IUVENEM: Ottaviano.
- v.44: PETENTI: participio presente in caso dativo congiunto con MIHI
- v.45: PUERI: può indicare sia il fanciullo di nascita libera che non è ancora nel
- pieno delle sue capacità giuridiche e legali ma può indicare anche lo schiavo di
sesso maschile perché lo schiavo, come il puer, non ha gli stessi diritti degli altri
cittadini romani.
Qui PUERI sta ad indicare gli schiavi.
v.43: BIS SENOS DIES/NOSTRA ALTARIA: IPERBATO INCROCIATO. Notiamo
- anche l’OMOTELEUTO.
v.44: MIHI PETENTI: IPERBATO
- v.44: PRIMUS ILLE: IPERBATO
- La parola DIVOS usata al verso 41 viene scelta perché è più solenne rispetto a
- DEOS.
Dal v.46 in poi segue un gruppo di versi pronu