vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ASSORTIMENTO E FUNZIONE LOGISTICA
- Consegna diretta da fornitore o da CEDI: il prodotto viene consegnato
direttamente o passa attraverso un intermediario? quando il prodotto è fresco-
freschissimo ( con shelf life breve) la consegna è generalmente diretta; i
prodotti confezionati (con shelf life lunga) vengono consegnati a magazzino.
Tranne per quanto riguarda il punto vendita Iper dove anche i confezionati
vengono consegnati direttamente.
- Shelf life dei prodotti: ciclo di vita del prodotto
Tutto ciò per evitare il problema dell’out of stock
Un altro problema significativo è quello riguardante l’insuccesso dei nuovi prodotti
nella distribuzione moderna: gli scaffali si riempiono sempre di più di prodotti che non
funzionano. Solo il 2% ha successo in punto vendita sugli scaffali.
Concetto della produttività delle referenze e le variabili rilevanti
Per definizione la produttività è funzione delle vendite: più vendo più si alza il livello
della produttività stessa. La produttività è connessa anche al livello dei prezzi di
vendita e si correla all’intensità promozionale.
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
INDICE
1) Politiche di segmentazione: la prospettiva distributiva
2) L’albero ECR delle categorie
3) La politica assortimentale nel marketing della distribuzione
Ogni segmentazione ha le sue logiche . Con la segmentazione le imprese tracciano i
confini della loro azione di marketing. I confini di una categoria possono essere definiti
attraverso l’intersezione di un numero di insiemi di prodotti omogenei rispetto ad un
dato carattere. Maggiore è il numero dei caratteri scelti per la segmentazione e più
ristretti saranno i confini della categoria considerata.
I caratteri utilizzabili per la segmentazione nel settore del largo consumo sono i
seguenti:
- Funzione d’uso/occasione di consumo
- Tecnologia
- Shelf life
- Tipo di confezione (materiali utilizzati nel pack)
- Gusto, colore, profumo
- Formato di prodotto
Le variabili da considerare nell’individuazione della categoria:
a) Profilo del segmento di domanda : riguarda le variabili geografiche, le variabili
socio-demo e le variabili psiografiche
b) Comportamento di consumo: si tengono in considerazione: luogo di consumo,
modalità di consumo, occasione di consumo
c) Attributo del prodotto: si guarda al posizionamento di prezzo, al
confezionamento, agli attributi specifici del prodotto.
LEZIONE 2/05 MATTINA
MODELLO ECR viene inventato da Bryan Harris; sponsor occulto P&G a cui
interessava fare dei progetti insieme ai propri clienti (distributori). In tutte Europa si
era affermato il codice a barre(CODICE EAN), e qualsiasi impresa poteva vedere
l’uscita del prodotto dal punto vendita tramite una lettura ottica. Il codice è unico e
specifico per ogni prodotto.
Il category management rappresenta un processo condiviso tra distributori e
produttori di gestione delle diverse categorie merceologiche considerate come unità
strategiche di business avente l’obiettivo di aumentare il fatturato e l’utile attraverso
una maggiore soddisfazione dei bisogni dei consumatori. (GS1)
Ci sono alcune regole fondamentali per la collaborazione industria-distribuzione:
- Obiettivi e strategie devono essere condivisi
- Deve instaurarsi un clima di fiducia (trasmissione dei dati)
- Pariteticità: nessun partner dispone di tutto lo know how
- È essenziale la confidenzialità nella condivisione delle informazioni
- Il team deve essere interfunzionale
- Il progetto deve essere “win-win.win” (terzo win=consumatore)
LEZIONE MERCOLEDI’ 8 POMERIGGIO
Obiettivi del distributore : segmentazione dell’assortimento per processi di
consumo
- Riduzione della quota della singola marca e contestuale riduzione della
ledership riconosciuta
- Crescita del numero dei fornitori e riduzione correlata del rapporto di
dipendenza
- Aumento del campo di variazione delle condizioni di vendita degli investimenti
riconosciuti dall’industria
La diversa visione di industria e distribuzione:
l’obiettivo dell’industria : accrescere la penetrazione della marca tramite
l’abbinamento dei prodotti ad alta rotazione con quelli che ruotano meno, offerta di
sconti al distributori che trattano un numero elevato di referenze, concessione di
contributi ai distributori che raggiungono predefiniti scaglioni di fatturato, induzione
dei distributori ad anticipare gli acquisti nella presunzione che le politiche di sell in
influiscano sul sell out, promozione delle vendite con taglio prezzo finanziati in merce
a scapito dei rivali.
L’obiettivo della distribuzione: disporre di un assortimento ampio e profondo in
quanto : aumenta i gradi di autonomia nello space allocation, consente di disporre di
più fornitori verso i quali si esercita maggior potere contrattuale e fornisce più
alternative di acquisto agli shopper.
OBIETTIVI DELLA MANOVRA DI SPACE ALLOCATION:
1) Miglioramento della leggibilità dell’assortimento e della connessa visibilità dei
prodotti
2) Aumento degli acquisti d’impulso
3) Miglioramento della qualità del servizio attraverso la riduzione del tempo di
acquisto
LIMITI ALLA SEGMENTAZIONE PER FUNZIONE D’USO/CATEGORIA:
- Non serve per guidare la negoziazione
- La misurazione della performance perde di significato quando viene realizzata
con prodotti eterogenei sul piano del consumo
Alcuni indicatori di performance della categoria utilizzati dai distributori:
- Vendite per referenza (sku)
- % vendite / % spazio
- % vendite / % del margine
LEZIONE VENERDI’ 10/05 MATTINA
Gli elementi che contraddistinguono la qualità dell’assortimento:
- Copertura dei bisogni attraverso ampiezza assortimentale e presidio della
profondità;
- Flessibilità in relazione al clima (il clima è un fattore FONDAMENTALE)
- Anticipo dei rivali nelle variazioni stagionali
- Inserimento in sintonia con le campagne pubblicitarie (questo punto fa
riferimento alle marche)
- Alto turnover delle marche industriali
Due differenziazioni diverse:
DIFFERENZIAZIONE DI FORMATO: in uno stesso mercato abbiamo diverse tipologie di
formato
DIFFERENZIAZIONE DI MERCATO: punti vendita dello stesso formato in diversi mercati
Perché c’è la necessità di innovare? Di diversificare l’assortimento?
1) CRESCITA DELLA CONTRIBUZIONE RELATIVA: le nuove categorie hanno in media
una domanda meno elastica per la minor frequenza di acquisto inoltre gli effetti
positivi derivano dalla sensibilità incrociata della domanda che sceglie l’insegna
in funzione dell’immagine innovativa
2) IL VANTAGGIO RISPETTO ALLA DISTRIBUZIONE SPECIALIZZATA DERIVA DA: minor
profondità di categoria che si traduce in una maggior rotazione, minor livello di
servizio offerto dal personale di contatto, possibilità di sfruttare
l’interdipendenza delle domande parziali e di stimolare gli acquisti di impulso
Qual è il limite di applicazione del piano di assortimento in relazione alla domanda e
alla concorrenza?
a) Viene privilegiato l’accentramento decisionale
b) Resistenza dei buyer che temono che la forte differenziazione dell’assortimento
abbia effetti sul potere contrattuale detenuto
c) Difficoltà e onerosità nella gestione del datawarehouse in grado di combinare le
informazioni interne con quelle dei singoli mercati
TRADE OFF TRA EFFICIENZA ED EFFICACIA
EFFICIENZA (può avvenire se si è leader) EFFICACIA
- Centralizzazione - Decentramento
- Quota di mercato - Profittabilità
- Standardizzazione - Innovazione
- Massa critica - Flessibilità e localismo
Come può verificare il distributore la correttezza dell’inserimento della nuova
referenza?
Osservando:
1) Miglioramento del margine unitario la referenza inserita fa registrare un
margine maggiore rispetto a quella che ho eliminato
2) Fatturato della categoria/segmento le vendite della categoria aumentano
senza alcun effetto di sostituzione
3) Crescita della marginalità complessiva si verifica una situazione intermedia
rispetto alle prime due con effetto positivo sulla contribuzione complessiva
generata
STRATEGIE E POLITICHE DI PREZZO (PRICING)
La fissazione del prezzo al consumo dipende dalla leadership di canale (leader di
canale = colui che ha convinto l’utente finale)
IL PREZZO E’ FISSATO DALL’INDUSTRIA settori interessati : design, fashion, luxury,
libri, ecc..
C’è integrazione discendente della funzione distributiva (tramite rete propria o
affiliazione commerciale): le azioni di marketing arrivano fino al cliente finale
IL PREZZO E’ FISSATO DALLA DISTRIBUZIONE settori interessati: deperibili,
drogheria, alimentare, cura casa, prodotti per animali, ecc…
C’è gestione autonoma della rete di vendita
Non esiste un prezzo che massimizzi il profitto di entrambi gli attori in funzione di una
diversa elasticità della domanda. L’industria vende al distributore e non attraverso
quest’ultimo.
Il distributore realizza margini inferiori vendendo i prodotti di marca industriale in
quanto:
a) La maggior rotazione delle marche leader si traduce in minori dosi di servizio
commerciale e quindi in minori costi
b) La promozione di prezzo è prevalentemente indirizzata a prodotti caratterizzati
da forte elasticità
Forme di discriminazione del prezzo attuabili dalla distribuzione:
- Discriminazione perfetta: si fa pagare il cliente in base alla sua capacità di
acquisto ed in rapporto al valore del prodotto; viene realizzata per i beni di alto
valore unitario o beni difficilmente confrontabili in quanto “unici”.
- Discriminazione spaziale: i mercati possono essere delineati in base al reddito
del consumatore ed al livello di competizione presente; l’obiettivo dell’impresa
è di sfruttare la diversa elasticità della domanda in tutte le aree in cui sono
presenti i suoi punti vendita.
- Discriminazione temporale: si cerca di modificare i prezzi in base al giorno o
all’orario per ridurre i costi ed attrarre nuova domanda con basso costo di
opportunità del tempo; si riesce altresì a migliorare la qualità del servizio
offerto.
- Discriminazione di servizio: la distribuzione può offrire dosi incrementali di
servizio allo stesso prezzo o diversi prezzi per lo stesso servizio
- Discriminazione sistematica di prodotto: questa azione si realizza ad esempio
nei confronti di categorie a domanda meno elastica
- Discriminazione selettiva di prodotto: la riduzione selettiva del