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Assunzione e perdita giornaliera di liquidi
L’acqua entra nell’organismo tramite due vie:
1. Introdotta sotto forma di liquidi o presente nel cibo (2100 mL/die);
2. Sintetizzata dall’organismo come risultato dell’ossidazione dei carboidrati (200 mL/die).
Logicamente questi sono valori molto variabili da soggetto a soggetto e in uno stesso individuo da
giorno a giorno, in quanto dipende dalle condizioni ambientali in cui ci si trova, dalle abitudini di vita e
dal grado di attività fisica espletata.
L’acqua viene persa invece nei seguenti modi:
a. Perdita insensibile di acqua:
o Evaporazione dal tratto respiratorio: non appena l’aria entra nel tratto respiratorio, si
satura di vapore acqueo prima di essere espulsa, a una pressione di 47 mmHg. Poiché la
pressione di vapore del’aria inspirata normalmente è inferiore a 47 mmHg, si perde
continuamente acqua attraverso i polmoni con la respirazione.
o Diffusione attraverso la pelle: avviene indipendentemente dalla sudorazione; questa
perdita è limitata dallo strato corneo della pelle ricco di colesterolo, che crea una barriera
contro un’eccessiva perdita di acqua per diffusione (vedasi che i pazienti ustionati devono
ricevere grandi quantità di liquido per via endovenosa, per bilanciare la perdita di liquido)
Totale = 700 mL/die in condizioni normali
b. Perdita di liquidi con la sudorazione:
o Questa quantità di acqua persa è molto variabile e dipende dall’attività fisica, ma anche
dalla temperatura ambientale.
o Il volume di sudore è di circa 100 mL/die ma può raggiungere anche 2 L/ora.
c. Perdita di acqua con le feci:
o Solo 100 mL/die vengono persi con le feci in condizioni normali; può aumentare fino a
diversi litri in pazienti con diarrea grave.
d. Perdita di acqua attraverso i reni:
o Una grande perdita di acqua avviene con le urine escrete dai reni.
o Ci sono diversi meccanismi che presiedono al controllo della velocità di escrezione delle
urine, poiché il mezzo principale con cui l’organismo mantiene l’equilibrio tra l’assunzione e
la perdita di acqua e elettroliti è proprio il controllo della velocità con cui i reni eliminano
queste sostanze. (il volume di urina può essere inferiore a 0,5 L/die in un soggetto
disidratato o può arrivare a 20 L/die in una persona che ha bevuto quantità eccessive di
acqua.
Compartimenti liquidi dell’organismo
1) Liquido extracellulare (20% del peso totale dell’organismo, 14 L, in una persona normopeso di 70
kg): o Liquido interstiziale11 L
o Plasma sanguigno 3 L; poiché plasma e liquido interstiziale sono separati solo dalla parete
dei capillari, che è altamente permeabile, la loro composizione ionica è simile, a esclusione
delle proteine che sono più concentrate nel plasma.
Volume di sangue:
Il sangue contiene sia liquido intracellulare (all’interno dei globuli rossi) sia
extracellulare (il liquido nel plasma);
Tuttavia, essendo contenuto in un ambiente delimitato, cioè nell’apparato
circolatorio, è considerato un compartimento liquido a sé stante.
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Il suo volume è importante soprattutto per il controllo delle dinamiche
cardiovascolari.
a causa dell’effetto Donnan, la concentrazione degli ioni carichi positivamente è
leggermente più alta nel plasma rispetto al liquido interstiziale. Le proteine del plasma
hanno una carica netta negativa e quindi tendono a legare cationi (sodio potassio),
trattenendo così una quota extra dei cationi nel plasma insieme alle proteine plasmatiche.
2) Liquido intracellulare (40% del peso totale, 28 L):
o separato da quello interstiziale dalla membrana cellulare, che è altamente permeabile
all’acqua ma non alla maggior parte degli elettroliti presenti nell’organismo.
o Contiene solo piccole quantità di ioni sodio e cloro e praticamente non ci sono ioni calcio
(0,0001 mmol/L) vedi tabella nella sezione fisiologia cellulare.
3) Liquido transcellulare: comprende i liquidi sinoviale, pleurico, peritoneale, pericardico, intraoculare
e il liquor (considerato solitamente un tipo di liquido extracellulare specializzato) il loro insieme
ammonta a circa 1 o 2 litri.
In una persona di 70 kg l’acqua totale ammonta al 60% (nelle donne 50%, nei bambini 75%) del peso
corporeo (42 L); questa percentuale può variare, a seconda dell’età, del sesso e del grado di obesità.
Le quantità relative di liquido extracellulare distribuite tra il plasma e il liquido interstiziale sono
determinate soprattutto dal bilancio tra le forze idrostatiche e colloido-osmotiche che agiscono attraverso
le pareti capillari.
Riprende concetti già noti: osmosi - moli - osmoli (numero totale di particelle di soluto, viene usato
mOsm=1/1000 osmole) –osmolarità – osmolarità – liquidi isotonici/ipotonici/ipertonici …
L’acqua fluisce rapidamente attraverso la membrana cellulare, perciò le osmolarità dei liquidi inter
- ed extracellulare restano praticamente uguali l’una all’altra a eccezione dei pochi istanti in cui
viene variata la composizione di uno dei due compartimenti.
Le membrane cellulari sono praticamente impermeabili a molti soluti; perciò il numero di osmoli
nei liquidi intre- ed extracellulari resta generalmente costante a meno che non vengano aggiunti o
persi soluti dal compartimento extracellulare
Effetto dell’aggiunta di una soluzione salina al liquido extracellulare
Osmolarità Come si comportano il sodio Effetto netto:
e il cloro?
Aggiunta di soluzione Non varia, quindi non Restano nel compartimento Aumento del volume del
isotonica avviene osmosi extracellulare liquido extracellulare
Aggiunta di soluzione Aumenta e provoca il Tutto l’NaCl aggiunto resta Aumento del volume
ipertonica passaggio per osmosi fuori e il liquido diffonde extracellulare,
dell’acqua dall’interno dalle cellule nello spazio diminuzione di quello
all’esterno extracellulare per intracellulare e aumento
raggiungere l’equilibrio dell’osmolarità in
osmotico entrambi i compartimenti
Aggiunta di soluzione Quella del liquido Il volume del
ipotonica extrac. diminuisce e compartimento
parte dell’acqua del intracellulare subisce un
compartimento incremento maggiore di
extracellulare diffonde quello extracellulare
nelle cellule Pag. 2 a 11
Diversi tipi di soluzioni sono somministrate per via endovenosa per alimentare i soggetti
che non possono assumere un’adeguata quantità di nutrienti per altra via. Le soluzioni di
glucosio sono le più utilizzate, mentre quelle aminoacidi che e di grassi omogeneizzati sono
usate in misura minore.
Nel somministrare queste soluzioni, solitamente viene aggiustata la concentrazione di
sostanze osmoticamente attive, in modo da essere vicina all’isotonicità.
Dopo che il glucosio o altri nutrienti sono stati metabolizzati, resta di solito un eccesso di
acqua, soprattutto se viene ingerita una quota addizionale di liquidi; generalmente i reni
eliminano questo liquido in eccesso sotto forma di urina molto diluita.
Il risultato netto, perciò, è la sola assunzione di nutrienti da parte dell’organismo
Anomalie cliniche
La misura che i clinici possono ottenere più facilmente per valutare lo stato di idratazione di un paziente è
la concentrazione plasmatica di sodio (buon indicatore):
- Quando la sua concentrazione scende al di sotto dei valori normali (142 mEq/L) si dice che il
soggetto è andato incontro a iponatremia.
- Se la concentrazione plasmatica di sodio supera quella normale si ha una condizione di
ipernatremia.
Edema: consiste nella presenza di un eccesso di liquido nei tessuti dell’organismo. Tre condizioni
possono determinare rigonfiamento intracellulare:
1. Iponatremia
2. Depressione dei sistemi metabolici dei tessuti
3. Mancanza di un adeguato apporto nutritivo alle cellule
Se il flusso ematico rimane troppo basso per mantenere il normale metabolismo tissutale, le
pompe ioniche della membrana cellulare riducono la loro attività gli ioni sodio che
normalmente permeano all’interno della cellula non possono più essere trasportati fuori da
questa e l’eccesso intracellulare di ioni sodio induce un flusso osmotico d’acqua verso l’interno
delle cellule.
Quando la funzionalità dei vasi linfatici è gravemente danneggiata, per via di un’ostruzione o di una
perdita di vasi linfatici, l’edema può diventare particolarmente grave poiché non vi è altro modo di
rimuovere le proteine plasmatiche che si riversano negli interstizi. L’aumento della concentrazione
delle proteine fa aumentare la pressione colloido-osmotica del liquido interstiziale e questo fa sì che
altro liquido venga trascinato fuori dai capillari.
Il blocco del flusso linfatico può essere di natura grave specialmente in caso di coinvolgimento
dei linfonodi nelle infezioni: vedi l’infezione dovuta al nematode filaria (Wurcheriiabancrofti):
l’esemplare adulto alberga nel sistema linfatico umano e si propaga da individuo a individuo
attraverso le zanzare. I soggetti colpiti da infezioni dovute a filaria possono presentare
linfedema grave ed elefantiasi e, gli uomini, un rigonfiamento dello scroto chiamato idrocele.
Il linfedema può presentarsi anche in certi tipi di cancro o dopo un intervento chirurgico in cui
vengano rimossi oppure ostruiti i vasi linfatici.
I. Formazione delle urine nei reni: filtrazione glomerulare, flusso ematico
renale e controllo
Il rene è un organo dalle molteplici funzioni, come ad esempio quella di ripulire il corpo dai materiali di
scarto che sono ingeriti o prodotti dal metabolismo, oppure quella di controllare il volume a la
composizione dei liquidi corporei, … ora le analizzeremo una alla volta. Pag. 3 a 11
Escrezione di prodotti metabolici di scarto, di sostanze chimiche esogene, di farmaci e di
metaboliti degli ormoni.
o I reni sono il mezzo principale di eliminazione dei prodotti di scarto del metabolismo non più
necessari all’organismo.
o Ad esempio: urea, creatinina, bilirubina, metaboliti di vari ormoni, xenobiotici.
Regolazione del bilancio idrico e degli elettroliti
o Per il mantenimento dell’omeostasi, l’escrezione dei liquidi e degli elettroliti deve
corrispondere esattamente alla quantità introdotta. Se l’assunzione di una sostanza eccede
l’escrezione, la quantità di tale sostanze nell’organismo aumenterà; se la sua assunzione è
inferiore all’escrezione, la quantità nell’organismo diminuirà.
o I reni hanno una notevole capacità di modi