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FUMAGGINI
Malattia: Si tratta di una malattia epifitica, caratterizzata dallo sviluppo di funghi saprofiti sulla superficie degli organi verdi della pianta ospite, su cui si nutrono a spese di sostanze zuccherine presenti su di essa.
Patogeno: Questa malattia è provocata da diversi funghi deuteromiceti, diversi dal punto di vista strutturale, ma accomunati dall'attitudine a svilupparsi saprofiticamente a spese di secrezioni zuccherine emesse dalla pianta. Essendo funghi saprofiti non intrattengono alcun rapporto trofico con la pianta, che rappresenta solo il substrato su cui si sviluppano. Esistono due tipologie di melata:
- Melata fisiologica: prodotta spontaneamente dalla pianta in determinate condizioni di stress
- Melata parassitaria: costituita dalle deiezioni liquide di insetti fitomizi in seguito ad un'alimentazione disequilibrata a base di linfa
Ospite: Jasminum
Quadro sintomatico: Presenza di uno strato fulliginoso/nerastro che ricopre gli organi verdi della pianta ospite.
Danni...
Le fumaggini non provocano danni diretti alle piante; i tessuti sottostanti a quelli occupati dal micelio dei funghi patogeni non mostrano alterazioni. Queste malattie comportano, però, danni indiretti che riguardano gli aspetti qualitativi e quantitativi della produzione. - I danni qualitativi riguardano il deprezzamento merceologico del prodotto. Si tratta di danni puramente estetici, in quanto il consumatore è generalmente propenso a rifiutare prodotti che presentano questa alterazione. - I danni di tipo quantitativo sono più importanti, perché la copertura feltrosa (segno caratteristico della malattia) è opaca e impedisce la cattura della luce da parte delle foglie, sottraendo dunque alla pianta ospite area fotosintetizzante. Inoltre provoca l'occlusione degli stomi, rallentando gli scambi gassosi. Tutto ciò comporta una minore efficienza fotosintetica della pianta che comporta uno sviluppo più stentato e una diminuzione delle rese. - DifesaTrattamenti a base di rame (es. poltiglia bordolese)- Eliminare i fattori che causano la formazione di melata
MUFFA AZZURRA
Malattia La muffa azzurra, insieme a quella verde, rappresenta una delle più comuni e gravi cause di alterazione degli agrumi in post-raccolta (sia durante la conservazione dei frutti che durante la loro distribuzione e messa in commercio).
Patogeno Penicilliu italicum Fungo Ascomicete
Ospite Citrus limon
Organi colpiti Frutti
Meccanismo di azione I conidi prodotti massivamente dal patogeno diffondono con estrema facilità sia all’interno dell’agrumeto che nel magazzini di lavorazione, in cui non sono state adottate adeguate misure igieniche.
Questi producono degli enzimi pectinolitici che determinano, durante l’infezione, la marcescenza dei tessuti e il disfacimento del frutto.
Quadro Il primo sintomo consiste nella comparsa di aree idropiche (processo sintomatologico patologico dovuto ad un accumulo di acqua all’interno delle cellule dei
tessuti colpiti) e soffici, a cui segue la comparsa di una moffa di colore azzurro dovuta alla presenza del micelio sulla superficie, conferendo al frutto un aspetto polverulento. L'area di sporificazione del patogeno è, solitamente, circondata da un margine bianco. I frutti colpiti deteriorano rapidamente e in presenza di bassa umidità mummificano. Esigenze ambientali La crescita del fungo avviene all'interno di un range di temperature compreso tra i 4 e i 25°C ed è favorita dalla presenza di acqua. Diffusione Il fungo può essere trasmesso per contatto tra frutti malati con frutti sani dopo la raccolta. Importante dunque prestare attenzione alle procedure in post-raccolta. La diffusione del patogeno può essere avvantaggiata dalla presenza di lesioni sui frutti provocate in fase di raccolta, trasporto e lavorazione in magazzino. Difesa La difesa si basa sulla prevenzione: - Prevenire la formazione di lesioni in campo dovute ad insetti o ad altri fattori. - Mantenere un'adeguata igiene durante la raccolta, il trasporto e la lavorazione dei frutti. - Utilizzare prodotti fitosanitari specifici per il controllo del patogeno. - Adottare pratiche agronomiche corrette, come la rotazione delle colture e la pulizia dei terreni. È importante monitorare costantemente le colture e intervenire tempestivamente in caso di presenza del patogeno per limitare i danni e garantire la qualità dei frutti.agenti atmosferici (gelo, vento) - Prestare attenzione durante i processi di raccolta e di lavorazione che seguono in modo da evitare la formazione di ferite sui frutti - Evitare di raccogliere i frutti subito dopo una pioggia o se coperti da rugiada - Nei magazzini ortofrutticoli disinfettare periodicamente i contenitori e le macchine - Eliminare eventuali frutti malati in magazzino, così da evitare che la malattia attacchi anche i frutti sani adiacenti - Trasporto e conservazione a basse temperature, in modo da inibire lo sviluppo del patogeno
VISCCHIO
Patogeno Viscum album
Pianta sempreverde, epifita, fanerogama semi-parassita. Si tratta di una pianta dotata di foglie verdi, dunque fotosintetizzanti, ma priva di radice per cui non è in grado di assorbire acqua e sali minerali dal terreno, mancando di contatto con questo. Per questo motivo necessita di instaurare un rapporto trofico con la vittima.
I fiori sono dioici, riuniti in infiorescenze dal colore giallo e forniti di
nettare (appetibile da parte di alcuni insetti). I frutti sono delle bacche sferiche di colore bianco o giallo;
Ospiti: Latifoglie, conifere
Quadro sintomatico: Si ha la presenza di cespugli di vischio nei tronchi dell'albero, visibili soprattutto in inverno in quanto evidenziati dalla perdita delle foglie della pianta che li ospita. Un attacco massiccio può provocare dei disturbi di crescita e può contribuire, insieme ad altri fattori, al deperimento degli alberi.
Diffusione: La diffusione di questa pianta avviene per due modalità distinte, entrambe ad opera di uccelli. A gennaio-febbraio i fiori maschili attirano gli insetti che si contaminano di polline e che trasferiscono sui fiori femminili, fecondandoli. Dalla fecondazione si svilupperanno le bacche che matureranno, poi, a ottobre-novembre. Nel primo caso gli uccelli, dopo l'ingestione delle bacche, possono far sì che il seme si depositi sugli alberi rilasciandolo mediante gli escrementi. In alternativa, grazie
alla sostanza vischiosa contenuta nelle bacche, queste,possono restare attaccate al corpo degli uccelli che depositerannoinvolontariamente in un secondo momento su un ramo della pianta.Il vischio ha tempi di crescita molto lunghi. Dopo la germinazione del seme può impiegare anche due anni per instaurare un contatto trofico con la pianta ospite per formazione dell'austorio. Avvenuto ciò la piantina può richiedere circa 5 anni per fiorire. Difesa: - Diretta eliminazione della pianta di vischio. - Segale cornuta Patogeno: Claviceps purpurea Pianta ospite: Graminacee Quadro sintomatico: Si manifesta alla maturazione dei cereali con la formazione di sclerozi al posto delle normali cariossidi. Questi sclerozi (strutture di conservazione del fungo) contengono diverse sostanze tossiche, tra cui l'ergotina ed altri alcaloidi che possono provocare intossicazioni negli animali e negli uomini, provocando il cosiddetto Ergotismo. Infatti il danno qualitativo che comporta questa.malattia è modesto; il problema riguarda la tossicità delle farine derivate da spighe infette.
Ciclo biologico: Il patogeno si conserva sotto forma di sclerozi all'interno del terreno. In primavera gli sclerozi germinano differenziando sferidi portanti i periteci. All'interno di queste strutture si ha la formazione degli aschi, contenenti le ascospore che, trasportate casualmente dal vento, atterrano sui fiori di graminacee dove germinano e il micelio che ne deriva darà luogo alla colonizzazione dell'ovario. Parallelamente sul fiore si forma un micelio con conidi e melata (prodotta dalla pianta come risposta all'infezione). Gli insetti attratti dalla melata, si contaminano con i conidi che, una volta giunti su un altro fiore, rilasceranno involontariamente provocando infezioni secondarie. L'infezione sul fiore porta, poi, alla formazione dello sclerosi con il quale si concluderà il ciclo biologico.
Difesa: Avvicendamenti colturali, in modo da
sottrarre al patogeno l'ospite (glisclerozi possono rimanere vitali nel terreno per circa due anni) - Utilizzo di partite di seme sane e certificate ROGNA dell'ULIVOMalattia Auxonica, Diffusa in tutto il mondo, è presente da millenni nel mediterraneo con condizioni endemiche.
Agente patogeno Batterio: Pseudomonas savastanoi.
Ospite Olea europea
Sintomi Il periodo di incubazione può durare qualche mese, in base alle condizioni ambientali. Sono ottimali periodi umidi con temperature intorno ai 25-30°C.
I sintomi sono delle escrescenze sferoidali sugli organi assili. Inizialmente con dimensioni di qualche mm, colore chiaro e consistenza molle. Successivamente assumono dimensioni di qualche cm, colorazione brunastra e aspetto lignificato. Dopo qualche anno sono, poi, destinati a disgregarsi. Se più tubercoli interessano un ramo questo può andare incontro al disseccamento.
Rari i sintomi su foglie e frutti.
Meccanismo di azione Essendo P. savastanoi un
batterio non è in grado di penetrare attivamente all'interno dei tessuti integri dell'ospite, necessita per cui di aperture naturali o di microlesioni (provocate da diversi agenti come grandine, geli primaverili, insetti, potature, pratica della "bacchiatura"). Fondamentale è, inoltre, la presenza di un velo liquido sulla superficie della pianta, così da poter permettere alle cellule batteriche di potersi muovere (in quanto dotate di flagelli) e raggiungere eventuali aperture/lesioni. Una volta penetrate all'interno dei tessuti dell'ospite, le cellule batteriche agiscono a livello delle cellule del cambio, modificando il loro normale sviluppo in seguito all'emissione, da parte del batterio stesso, di sostanze ormoniche (auxine e citochine) che stimolano la proliferazione e l'accrescimento cellulare. Il risultato è la formazione di tubercoli. Il batterio può diffondersi, poi, anche all'interno della pianta.causando la formazione di tubercoli "secondari", lontani rispetto al punto di penetrazione. Il vettore principale che permette la diffusione della malattia è la pioggia. Difesa Non essendo legale l'utilizzo di antibiotici, la difesa può essere applicata solo a livello preventivo. È importante asportare gli organi colpiti e distruggere tale materiale. Applicare dei prodotti rameici a livello dei tagli di potatura. Utilizzare attrezzi sterilizzati (la sterilizzazione può avvenire per fiamma, alcool denaturato o sali quaternari di ammonio). Mettere a dimora esemplari sani e certificati. Evitare operazioni di raccolta tramite bacchiatura, in quanto si tratta di una tecnica che provoca inevitabilmente delle lesioni, che potrebbero essere utilizzate come via di penetrazione da.