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Gli spettatori passivi si difendono dalle emozioni di solidarietà svalutando le vittime e
colpevolizzandole per il loro destino.
2. Lo spettatore nella psicologia sociale
2.1. Chi è lo spettatore?
Caso di Catherine Genovese: persona che non si lascia coinvolgere attivamente in una situazione
dove qualcun altro chiede aiuto o necessita di immediata assistenza.
2.2. Spettatori in situazioni di emergenza
La diffusione di responsabilità genera passività e inibisce l’azione di aiuto.
Lo spettatore è apatico perché:
- Inibizione da pubblico (imbabazzo, valutazione non positiva)
- Inerzia da influenza sociale (l’inazione veicola il messaggio che non c’è nessuna emergenza)
Per eliminare la responsabilità diffusa:
- Presenza di un leader;
- Attrbuire in anticipo la responsabilità esclusiva ad una specifica persona.
Processo decisionale per comportamento d’aiuto:
- Accorgersi che qualcosa sta accadendo;
- Interpretare la situazione come una situazione nella quale è necessario prestare aiuto;
- Assumersi una responsabilità personale;
- Scegliere una forma di aiuto;
- Compiere l’aiuto.
2.3. Lo spettatore e il potere della situazione
L’altruismo è indluenzato da una serie di aspettative normative:
- Norma della reciprocità;
- Norma della responsabilità sociale;
- Norma di autosufficienza;
- Relazioni intergruppi;
- Giustizia sociale “se lo è cercato”.
- Sfera emotiva: rabbia vs compassione.
2.4. Spettatori nelle organizzazioni
L’osservatore di un reato deve decidere se:
- La gravità dei fatti sia tale da richiedere un intervento;
- Si sente responsabile per intraprendere un’azione;
- Le potenziali operazioni correttive sono disponibili;
- Valutazione costi-benefici di un’eventuale deluncia.
2.5. Spettatore come negazione della responsabilità
La responsabilità verso gli altri può essere indebolita dalle caratteristiche situazionali entro cui si
trova ad agire lo spettatore.
2.6. Carnefici, vittime, spettatori
- Profittatore;
- Testimone;
- Inerte;
- Soccorritore.
3. Prima dell’(in)azione
3.1. La personalità autoritaria
Adorno:per capire in nazismo dipende dall’educazione data in famiglia.
3.2. La personalità altruistica
Nel nazismo le vittime vengono disumanizzate (da persone a corpi) per la logica
dell’autoconservazione.
Il soccorritore:
- Si sente vicino alla sua famiglia;
- È stato educato all’etica della cura;
- Accetta la responsabilità sociale ed empatizza con chi si trova in situazioni difficili;
- Sostieme la pace e i valori democratici;
- Respinge l’intolleranza, l’etnocentrismo, gli estereotipi;
- In infanzia aveva amici e parenti di diversi gruppi sociali e religiosi, con un locus of control
interno;
- Ha integrità personale;
- Non apprezza l’obbedienza all’autorità;
- Ha capito le conseguenze dei suoi comportamenti sbagliati in infanzia, senza essere solo
picchiato;
- Ha coraggio morale (opposto ad apatia e disperazione).
3.3. Differenze individuali
Colui che possiede abilità cognitive sofisticate, tipiche di stadi evolutivi più avanzati, dovrebbe
essere in grado di comprendere meglio i bisogni degli altri. Il vero altruista viene confinato in
un’élite della morale.
3.4. La moralità e le motivazioni del soccorritore
Aspetti della Condizioni per Emozioni Forma di azione
situazione avere questa concomitanti del intrapresa
condotta comportamento
di soccorso
Motivi la diretta Sostegno Coinvolgimento Aiutare una
allocentrici esposizione alla morale da altre personale con persona o un
vista di una persone l’individuo gruppo con cui
persona soccorso si ha avuto
bisognosa contatto diretto
Motivi Presenza di una Sentimenti In soccorritore
normocentrici richiesta impersonali partecipa ad
normativa focalizzati non una rete sociale
appropriata alla sulla persona ma impegnata in
situazione sul principio e pratiche di aiuto
indirizzata allo sulla norma (in gruppo)
spettatore
Motivi assiologici Violazione di un Contatto Sentimenti Azione può
principio etico personale con il impersonali essere rivolta ad
bisognoso focalizzati non un gruppo con
sulla persona ma cui il
sul principio e soccorritore non
sulla norma ha mai avuto
contatto diretto
3.5. Intersoggettività situate
Relazioni importanti nella situazione di aiuto:
- Soccorritore-vittima
- Individuo-comunità
- Individuo-leader.
3.6. La solidarietà della resistenza
L’altruismo può essere spinto sia dall’empatia (dimensione emotiva) che dalla resistenza
(dimensione morale, contro il conformismo e l’obbedienza).
3.7. L’occazione fa l’uomo altruista?
Le caratteristiche morali degli individui possono determinare le caratteristiche della società. Per
ottenere comportamenti altruistici è necessario garantire un’uguaglianza di opportunità di
crescita, quindi di una specifica educazione morale.
4. La costruzione sociale del sistema simbolico e normativo
4.1. La società all’alba delle atrocità
Minaccia al senso di sicurezza, benessere e autostima colpevolizzare gli altri diminuisce le nostre
responsabilità.
Caratteristiche di un gruppo per essere stigmatizzato:
- Visibilità;
- Estraneità;
- Avversione pregressa.
4.2. Indifferenza come differenziazione sociale
La semplice appartenenza ad un gruppo fittizio crea discriminazione. Favoritismo deprivazione
del gruppo esterno e ricompensa al proprio gruppo.
4.3. Rifugio in un “mondo giusto”
Lerner “teoria del mondo giusto” idea di giustizia fondata sul concetto di merito. Se la realtà
contraddice questa teoria autoinganno.
Festinger: dissonanza cognitiva si è inclini a mantenere il proprio sistema di credenze e
conoscenze per orientarsi adeguatamente nel mondo. In situazioni difficili, per
l’autoconservazione di cerca di non avere contatti con l’altro bisognoso per non cadere in uno
stato di dissonanza.
4.4. L’invenzione dell’odio etnico
Vicende dei Balcani e del Ruanda: l’odio etnico è un’invenzione per risolvere problemi di tutt’altra
natura.
4.5. L’immunizzazione linguistica
Primo mezzo di discriminazione, scatena la paura di essere visti come diversi.
5. La costruzione sociale del contatto con l’altro
5.1. Prossimità e responsabilità
Inibizione sociale causata da:
- Autorizzazione
- Routine
- Disumanizzazione (vittime private dell’identità e della comunità)
Bauman prossimità
Contesti ristretti: responsabilità relazionale;
contesti allargati: responsabilità di ruolo.
5.2. Il disordine dell’empatia
- Inibisce o mitiga il comportamento aggressivo