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X IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO
B Tacere © Parlare (D)
A Tacere R, R S,T
3,3
© 1,4
Parlare T, S P, P
(D) 4,1 2,2
Equilibrio di Nash (ma sub-ottimale): DD
Soluzione Pareto efficiente (ma non di equilibrio): CC
Come risolvere il Dilemma?
- Reiterazione del gioco un numero indeterminato di volte
- comunicazione
- aumento fiducia
–
131. Il gioco su cui si concentra maggiormente Keohane e l'istituzionalismo liberale (a proposito della
collaborazione) è il Dilemma del prigioniero. Ha caratteristiche specifiche. Storia: due personaggi
compiono un crimine insieme e rubano un bottino cospicuo. Lo nascondono e vengono arrestati. Vengono
separati e interrogati e la polizia dice a ciascuno dei due che l'altro sta per confessare e che non ci si può
fidare dell'altro. Perhcè se l’altro confessa tu rimani in prigione e l’altro avrà una riduzione di pena (uscire e
godersi il bottino). Si gioca su questo per incentivarli a parlare. Se ciascuno dei due stesse zitto, la polizia
non avrebbe prove e i due uscirebbero di prigione. È una situazione ideale. Ma ciascuno dei due ha un forte
incentivo a parlare, perché ritiene che se l’altro starà zitto, potrà uscire prima di prigione e godersi il bottino.
La preferenza assoluta per entrambi è quella di fregare la controparte, parlare, uscire e godersi i soldi. Il
secondo esito preferito é cooperare: escono entrambi ma si devono dividere il bottino. L’esito che nessuno
dei due vorrebbe, se sono soggetti razionali, é rimanere in prigione perchè tutti e due parlano. In questo caso
tutti e due stanno in prigione e non si godono il bottino. Se I due non possono parlare fra loro perchè sono
tenuti separati e non si possono fare promesse o minacce, inevitabilmente finiranno per confessare. Un
dilemma del prigioniero se viene così giocato porta a un esito non ottimale. È chiamato Esito Pareto sub-
ottimale. L'esito Pareto efficiente o ottimale è un esito che è congiuntamente migliore per entrambi. In
questo caso sarebbe tacere-tacere, ovvero la collaborazione reciproca. I numeri sono ordinali, quindi l'ordine
di preferenza di ciascuno sarebbe:
• Io parlo- l'altro sta zitto
• Entrambi tacciamo
• Entrambi parliamo
132. Il primo numero è il giocatore di Riga e il secondo è quello di Colonna. Associato all’esito tacere-
tacere c’è mutuo beneficio, entrambi sarebbero in una situazione ragionevolmente preferita. Se questo gioco
si produce una volta, porta all'esito io parlo e l'altro sta zitto. Per dimostrare che è cosi, ci sono stati molti
esperimenti condotti nelle università, con gli studenti presi con incentivi economici. Si dimostra che facendo
il gioco una sola volta senza parlare, tutti gli studenti pensano di essere furbissimi e di poter fregare la
controparte, e invece finiscono nell'esito sub-ottimale. Quindi in un esito di equilibrio. Si chiama equilibrio
di Nash.
133.
La soluzione di equilibrio
La TdG Classica propone “soluzioni” diverse secondo il tipo di gioco (o: la strategia che
consente di massimizzare l’utilità attesa dei giocatori è diversa secondo il gioco che si sta
conducendo). Il concetto fondamentale per la TdG Classica è comunque quello di “equilibrio” in
la situazione in
particolare l’equilibrio di Nash, definito come
cui nessuno dei giocatori é incentivato a spostarsi unilateralmente.
134.
135. L’equilibrio di Nash é la situazione dalla quale nessuno dei due giocatori é disposto ad uscire
unilateralmente data la strategia dell'altro. Non c'è incentivo a spostarsi da soli da un'alternativa strategica ad
un'altra. L'equilibrio di Nash ci dice che, in questo caso, la soluzione è sub-ottimale. Rapoport vede che se
questo gioco viene ripetuto, alla fine questi imparano dandosi anche delle chances, ovvero adottando delle
tattiche. Una di queste è il Tit for Tat, io faccio un atto cooperativo e rilancio con un atto cooperativo anche
di fronte ad una risposta negativa tua, per dirti veramente che ho buone intenzioni. La controparte rilancia
positivamente e si arriva ad aumentare la fiducia reciproca. Se il gioco viene giocato ripetutamente, gli attori
coinvolti imparano a cooperare anche in assenza di comunicazione. Se ai giocatori viene data l'opportunità di
parlarsi e di fare degli accordi, la possibilità che questi giocatori abbiano un esito positivo aumenta. Si nota
che se si fa giocare un numero predefinito di volte (es 5 volte), la prima ci sarà defezione, la seconda, la terza
e la quarta collaboreranno e l’ultima non collaboreranno perché vogliono fregare la controparte. Non solo
serve la reiterazione del gioco, ma serve la comunicazione tra i giocatori e serve che il gioco abbia una
durata indefinita. Se si sa quando finisce, all'ultimo colpo si proverà a fregare la controparte. Queste
indicazioni sono importanti, si fanno in modo sperimentale, con dei giochi che coinvolgono i ragazzi con
incentivi economici. Ci si rende conto che quelle stesse indicazioni hanno una rilevanza in generale per le
situazioni di interazione strategica. Si comprende che possono essere replicate a livello di PI in contesti
paticolari. Keohane (messaggio più importante del suo pensiero) ci dice che la creazione di istituzioni non fa
altro che fornire le condizioni per cui una situazione in interazione strategica, analoga al modello del
prigioniero, é risolta o è risolvibile in modo cooperativo.
136. Gioco X: Gioco più diffuso, che crea più problemi in politica internazionale. Il problema in PI è la
controparte che ti vuole fregare e entrambi si finisce in una guerra. In questo gioco cosa fa l’istituazione?
L’istituzione é un tavolo negoziale permanente e quindi l'interazione dura nel tempo. Vuol dire che il gioco è
passibile di essere reiterato. Se con la stessa controparte negoziale io ho a che fare oggi su un negoziato per il
commercio del grano, ma so che domani ci avrò a che fare per il commercio di un altro bene, io so che dovrò
continuare a negoziare con quella controparte. Le istituzioni forniscono un tavolo negoziale permanente che
é l’analogo della ripetizione del gioco. C'è un incentivo forte a trovare forme di cooperazione. Le istituzioni
forniscono canali di comunicazione e di informazione. Più facilmente siamo in grado di acquisire
informazioni e conoscenza del fenomeno, più siamo in grado di fare una valutazione che sia fondata in modo
razionale. Non solo. Più siamo in grado di avere canali di comunicazione, più possiamo parlare con la
controparte. Questo dilemma del prigioniero non avviene nel nulla. Si pensi alla differenza fra prima e dopo
l'instaurazione del Telefono Rosso fra le 2 superpotenze. Prima era un dilemma del prigioniero giocato senza
comunicazione, poi si apre la possibilità di una comunicazione diretta. In una istituzione questa diventa la
norma. La comunicazione fra le parti coinvolte è una base fondamentale dell'istituzione e le istituzioni
facilitano l'acquisizione delle informazioni. Le istituzioni diminuiscono anche il costo dell'acquisizione delle
informazioni. Se si ha a che fare sempre con la stessa controparte, il costo relativo delle informazioni da
acquisire diminuisce molto. Un canale di comunicazione permanente. L'istituzione, in alcuni casi e nel
dilemma del prigioniero è necessario, ha anche un potere sanzionatorio. Può sanzionare le defezioni rispetto
alla cooperazione stessa. Quando accade, si crea un vincolo ulteriore di tipo sanzionatorio affinché la
cooperazione vada avanti. Nella teoria di Keohane la presenza di istituzioni internazionali che possono essere
formali (ONU, NATO, UE) o informali (Regime di non proliferazione nucleare, è una istituzione, non una
organizzazione). L'organizzazione ha una sede, una burocrazia funzionali. Una istituzione internazionale di
tipo regime è una cosa più fluida, fatta sulla base di un trattato, non ha una sede e non ha funzionali proprie,
ma ha delle regole di funzionamento. Nella grande famiglia delle istituzioni internazionali ci stanno le
organizzazioni, regimi internazionali e convenzioni ancora meno formalizzate. Tutti questi sono contesti nei
quali la cooperazione, anche quando si ha a che fare con situazioni di interazione strategica difficili (come il
dilemma del prigioniero), si può risolvere in modo pacifico e cooperativo. A questo Keohane aggiunge
un'altra importante valutazione: Non solo le istituzioni aiutano a risolvere il dilemma del prigioniero perchè
forniscono comunicazione, informazione e ripetizione del gioco, ma sono anche in grado di amplificare la
cooperazione aumentando (era un po' l'idea dello spillover) le aree e l’intensità della cooperazione. Se un atto
di cooperazione si traduce nella creazione di un regime internazionale, questo avrà la tendenza ad ampliare e
approfondire le aree di cooperazione. Si pensi a come l'attuale Organizzazione Mondiale del Commercio
(OMC) sia figlia di un regime internazionale (GATT). Prima c'è un atto di liberalizzazione dei mercati con il
sistema di Bretton Woods, poi la creazione del GATT e poi la trasformazione in organizzazione. Anche
l'OSCE (l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea) oggi é una organizzazione, ma prima
un Rergime Internazionale che nasce sulla base dei negoziati intrattenuti dall'inizio degli anni 70 fra le 2
superpotenze. Keohane dice che questo è perché la cooperazione istituzionalizzata tende ad amplificare la
cooperazione stessa e a renderla più approfondita. In questo c'è molto di liberale, perchè c'è l'idea di una
storia progressiva dove pace e cooperazione possono essere aumentate se si riesce ad agire sulle condizioni
per cui gli attori interagiscono. Il sistema resta anarchico, ma questo non é rilevante per quello che avviene in
alcune aree geografiche, vedi l'UE, nelle quali si sono create delle istituzioni che consentono agli Stati di
potersi fidare gli uni degli altri. Si possono fidare perché hanno creato le istituzioni che gli hanno consentito
di avviare la fiducia e amplificarla nel corso del tempo. Questo filone teorico si chiama liberalismo
istituzionale o istituzionalismo neoliberale perché non é più il liberalismo delle origini con la naturale
armonia degli interessi, ma è più raffinato e contemporaneo. Questo liberalismo istituzionale pone al centro il
ruolo delle istituzioni in senso ampio (OI e RI) e ci fa capire come, se si cambiano le condizioni all’interno
delle quali gli Stati interagiscono fra loro, gli Stati (attori razionali) saranno più propensi a collaborare invece
che farsi la guerra.