ARMI CHIMICHE E BATTERIOLOGICHE
• armi chimiche: composte da composti chimici arti ciali (es. cloro, pirite e sarin)
• armi batteriologiche: uccidono tramite la di usione di batteri e virus (es. botulino, antrace)
• mezzi: aerei agricoli, ordigni esplosivi, contaminazione acquedotti
• le armi chimiche sono state usate nella WW1 (Francia e Germania); negli anni ’80 sono state
usate nella guerra tra Iraq e Iran e nella guerra civile siriana
• tali esperienze hanno ra orzato il consenso internazionale sulla necessità di vietare le armi
convenzione sulle armi chimiche
chimiche: il trattato più importante è la (1997):
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- include 192 Paesi e vieta la produzione e il possesso di armi chimiche
- prevede il dovere di distruggerle e il permesso di fare ispezioni
• le armi batteriologiche hanno storia anche più antica (avvelenamento di acqua e cibi, catapulte
di animali morti)
• convenzione sulle armi batteriologiche
la (1972) è sottoscritta da 176 Stati, ma non prevede
monitoraggio
Confronto tra tipi di arma
• le armi nucleari molto più dannose: le armi chimiche e quelle batteriologiche sono letali solo a
certe condizioni
• anche la possibilità di difesa diverse: è quasi impossibile difendersi da un attacco nucleare, ma
è possibile difendersi da armi chimiche e batteriologiche (maschere antigas, indumenti protettivi,
vaccinazioni preventive, ecc.)
• le armi nucleari sono più di cili da sviluppare (riprocessare il plutonio e arricchire l’uranio
richiedono infrastrutture complesse), mentre le armi chimiche e batteriologiche sono più facili da
reperire
• gli inquadramenti legali sono diversi: le armi chimiche e batteriologiche sono totalmente vietate;
le armi nucleari legittimano la divisione in due blocchi (gerarchia per evitare la proliferazione)
Armi di distruzione di massa e terrorismo
• i gruppi terroristici sono di cilmente scoraggiabili da tali armi
• guerra informatica: utilizzo di tecnologie informatiche per disabilitare attività o sistemi di un
avversario o di un attore privato ad esso collegato
• i Governi stanno investendo nella ricerca di armi informatiche capaci di far collassare le borse
azionarie e i mercati internazionali, di aprire dighe o avvelenare acquedotti
• è possibile che anche attori non statali possano impiegare un cyber attack per minare la
vulnerabilità e la sicurezza economica e sica
• i Governi stanno cercando di fronteggiare questa nuova minaccia
• occorre vedere se “la corsa agli armamenti informatici” verrà controllata o vietata dalla comunità
internazionale nei prossimi anni
Economia internazionale: tentativi di governance
• prevalenza nel passato di “autarchia” e mercantilismo
• un’apertura sregolata alla globalizzazione nanziaria può provocare forti problemi, interni e
internazionali
• tra la metà del ‘700 e dell’800 si sviluppano moderne teorie del commercio internazionale:
utilizzo più e ciente delle risorse nazionali
• commercio internazionale volontario: un Paese può consumare più beni di quanto potrebbe fare
se i consumi fossero limitati alla produzione nazionale
• il commercio internazionale non è sempre bene co per tutti gli individui e i gruppi all’interno di
un Paese: coloro che sono danneggiati dall’apertura al commerci internazionale hanno un
incentivo a mobilitarsi per contrastare la liberalizzazione o per proteggersi da essa (il primo
Paese che a ronta questo problema è UK)
• teoria dei vantaggi comparati: uno Stato ha un vantaggio comparato su un altro Stato nella
produzione di un bene se per produrre un’unità in più di quel bene, deve rinunciare a meno unità
di un altro bene
• anche se per gli economisti i Paesi hanno un interesse razionale nel commercio internazionale,
nei calcoli economici degli Stati contano molto anche le considerazioni politiche che hanno un
forte impatto sull’economia globale e sono fondamentali
• gli Stati ricorrono al protezionismo o per proteggere determinati interessi nazionali o perché
ricevono pressioni da alcuni gruppi interni alle loro società che vengono danneggiati dal
commercio
• gli Stati ricorrono al protezionismo (invece che il libero scambio di Ricardo) per proteggere
determinati interessi nazionali o perché ricevono pressioni da alcuni gruppi interni alle loro
società che vengono danneggiati dal commercio sul mercato globale
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Perché i Paesi si proteggono dal commercio
• protezione dell’industria nascente: limitazione delle importazioni di un prodotto speci co per
consentire la crescita dell’industria domestica in quel settore (es. USA, Giappone e Corea del
Sud) anche se non sempre conviene a livello di e cacia
• protezione dei lavoratori e delle imprese esposti e danneggiati dalla concorrenza internazionale
(es. oggi le forze nazionaliste in USA e in Europa)
Forme di protezionismo:
1. dazi (forma di tassa sui beni importati)
2. barriere non tari arie (BNT):
- pratiche antidumping (vendita a prezzi più bassi che nel mercato domestico); alcuni Paesi fanno
anche delle pratiche di dumping sociale (es. Cina)
- appalti pubblici (il Governo favorisce le imprese nazionali)
- quote di importazione
- norme sanitarie
Politica e relazioni monetarie internazionali
• il commercio internazionale e altri tipi di operazioni implicano la compravendita di valute
(monete dei singoli Paesi):
- investimenti esteri diretti
- investimenti di portafoglio (acquisto di titoli esteri)
- depositi e prestiti bancari (prestiti a individui e imprese stranieri)
• persone, famiglie o società che vogliono acquistare valute estere lo fanno generalmente
comprando sul mercato dei cambi
• l’interazione tra domanda e o erta delle diverse valute determina i loro rispettivi tassi di cambio
(la quantità di una determinata valuta necessaria per comprare un’unità di una valuta straniera)
Sistemi di cambio nazionali
A. sistemi di cambio essibili: uno Stato permette, entro certi limiti, alla domanda e all’o erta di
determinare il tasso di cambio (es. USA, UK, Svizzera)
B. sistemi di cambio sso: uno Stato stabilisce che la propria valuta si cambia a un tasso
speci co o in un determinato intervallo di valori rispetto a una o più valute straniere (misure di
politica monetaria tramite un intervento sui tassi di interesse o tramite l’acquisto o la vendita di
valute straniere); nell’UE è come se avessimo un sistema di cambio sso
Implicazioni cambi essibili
• a volte i Paesi che scelgono tale soluzione intervengono sul mercato valutario per correggere un
tasso di cambio che rischia di danneggiare i loro interessi, specie il commercio con l’estero
• un’eccessiva rivalutazione della moneta, ad esempio, può incidere negativamente sulle
esportazioni di un Paese
Implicazioni e rischi dei sistemi di cambio ssi
• tale sistema richiede interventi sul mercato valutario: transazioni di un Governo sul mercato dei
cambi per sostenere un tasso di cambio sso
• ruolo della bilancia dei pagamenti: eccessi di surplus o de cit commerciale richiedono interventi
sui mercati valutari
Vantaggi e problemi
Incentivi:
1.
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- dimostrare di contrastare l’in azione ancorando la valuta ad una moneta di un Paese con bassa
in azione (al posto di misure di austerità attraverso tassi di interesse, tagli alla spesa pubblica e
aumenti di tasse)
- ancorare la valuta a un livello inferiore del suo valore di mercato per favorire le esportazioni (di
fatto è una pratica sleale)
Rischi:
2.
- nel caso di svalutazioni competitive, il Paese che ne appro tta può generare spinte
in azionistiche al suo interno
- l’accumulo di riserve in valuta straniera (necessario per garantire bassi tassi di cambio
arti cialmente) può incentivare l’acquisto di titoli del Paese che emette quella valuta esponendo
a delle potenziali perdite se i titoli calano di valore
- reazione degli altri Paesi alle svalutazioni competitive
- rischio per Paesi poveri a itti da de cit: per fermare la perdita di riserve u ciali vendi la tua
valuta e alzi i tassi di interesse e si può provocare una grave recessione
01/04/25 - lezione 22
MULTINAZIONALI
• imprese multinazionali: sono società che hanno la loro sede centrale in un dato Paese e hanno
operazioni commerciali in uno o in diversi altri Paesi
• diverse motivazioni per il loro insediamento: esigenze del settore, valutare meglio le esigenze dei
consumatori locali (es. Mc Donald’s), sfruttare capacità e opportunità di altri Paesi, costi minori
(del lavoro e della tutela dei lavoratori; es. Cina, Vietnam, India, ecc.), aggirare le barriere non
tari arie
Impatto delle multinazionali per l’economia mondiale
- contributo alla crescita del PIL mondiale (aumentano i fatturati)
- contributo allo sviluppo dei Paesi in via di sviluppo: investimenti in capitale sso, seminazione
di “know how” (addestri la forza lavoro e la formi)
- promozione dello scambio globale tramite scambi infra-gruppo, che alimentano gli scambi
commerciali
- elementi fondamentali delle catene globali del valore (si distribuiscono lungo un arco di Paesi);
speso le catene ti espongono alle fragilità (se comprendono Paesi nemici o avversari)
Problemi politici legati alle multinazionali
- autonomia nazionale: ambiente e diritti dei lavoratori (corsa al ribasso tra gli Stati per ottenere
investimenti; alcuni Paesi possono concedere davvero molto in cambio di ciò)
- conseguenze politiche interne: diritti umani e democrazia (es. le imprese petrolifere forniscono
introiti scali agli Stati autoritari, inoltre c’è una correlazione debole tra IDE e la
democratizzazione)
- multinazionali e pace: sembra esserci una correlazione tra IDE e una soluzione paci ca delle
controversie
Istituzioni dell’economia globale
• gli sforzi degli USA e degli alleati post WW2 per rivitalizzare l’economia internazionale: conciliare
mercati relativamente liberi in ambito commerciale e nanziario con adeguate politiche scali e
monetarie a favore dell’occupazione e del welfare (regolazione importante)
• a tal ne si creano diverse istituzioni internazionali che regolano e aumentano la cooperazione
tra i vari Paesi
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Commercio internazionale: dal GATT all’OMC
• architettura del sistema di Bretton Woods (1944): norme per governare il commercio
internazionale e le relazioni monetarie (cambi s
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