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LA PASSIFLORA

DIVISIONE Magnoliophyta

Classificazione botanica. CLASSE Magnoliopsida

ORDINE Malpighiales

FAMIGLIA Passifloraceae

SPECIE Passiflora spp.

NOME COM. Passiflora/Fiore della

passione.

Specie più importanti. L.

P. caerulea

Foglie pentalobate, fiori grandi

(10 cm di diametro) in cui risalta

il blu acceso della corona di

filamenti. Selezionate cv con

diversi colori dei petali.

L.

P. incarnata

Foglie trilobate, petali dei fiori

bianco-violacei, corona appariscente

dello stesso colore dei petali.

Molto utilizzata in erboristeria come

blando sedativo. Feuillet & McDouglas.

P. quadrangularis

Fusto quadrangolare, fiori con sepali

bianchi e petali rossi, corona di varie

tonalità (bianca, blu, rossa...)

Sims.

P. edulis

Fiori di colore bianco, corona rosso-

violacea. Frutti commestibili.

P. mollissima.

Foglie trilobate ricoperte da lieve

peluria. Lungo calice tubulare da cui

fuoriescono petali rosa. Corona meno

vistosa ripetto alle altre specie.

La Passiflora è originaria dell'America del Centro-Sud (dove veniva

Provenienza.

chiamata il suo habitat prevalente è la foresta tropicale-subtropicale che va

Granadilla);

dalla catena delle Ande alle coste dell'Oceano Atlantico. Poche le specie originarie

dell'America settentrionale e dell'Australia.

Il nome le fu probabilmente attribuito dai primi missionari cristiani

Etimologia e storia.

che si recavano in America, e che ravvisarono in questo fiore un beneaugurante simbolo

della passione di Cristo: gli stigmi rappresenterebbero i tre chiodi, i filamenti la corona di

spine, i viticci i flagelli, e numerose altre corrispondenze fantasiose. In realtà la forma

fiorale è il risultato di un adattamento a scopo vessillare: essendo una pianta di modeste

dimensioni e dovendo competere nella foresta tropicale con centinaia di altre specie, la sua

evoluzione ha interessato soprattutto il fiore.

Questa pianta, già coltivata dagli Incas e dagli Aztechi per il suo frutto commestibile, fu

introdotta in Europa nei primi del Seicento e la sua prima descrizione, con il nome

si ritrova in un trattato teologico del tempo.

Passione incarnata,

Nel 1753 Linneo la classificò mantenendo il nome. In epoca vittoriana essa divenne

popolare, per poi passare di moda e tornare in auge ai nostri tempi, non tanto per il frutto,

quanto per la bellezza dei numerosi ibridi selezionati e per le proprietà fitoterapiche delle

sommità, utilizzate come blando sedativo.

Il frutto di alcune Passiflore ha sapore dolce e viene utilizzato

Importanza economica.

come base per marmellate, dolci in genere e bevande. Il più apprezzato è quello di

Maracuja (Passiflora dal tipico aroma tropicale.

edulis),

I principi attivi contenuti nelle sommità della pianta appartengono prevalentemente alla

classe dei flavonoidi (passiflorina, vitexina, iperoside ecc...) e hanno proprietà sedative,

spasmolitiche e antiinfiammatorie. Con le sommità fiorite si producono tagli per infusi,

tinture madri ed estratti secchi per capsule e compresse, utilizzati in caso di insonnia,

ansia, turbe della menopausa, nevralgie, crampi addominali. Spesso la si ritrova in

associazione con altre piante dalla presunta azione rilassante come biancospino, luppolo,

melissa e valeriana.

Nel 1867, per la prima volta, Phares descrisse l'azione sedativa della pianta che secondo

lui si esplicava a carico della zona motrice del midollo spinale, e la sua stimolazione

dell'attività respiratoria.

Durante la prima guerra mondiale la Passiflora era già impiegata per lenire l'angoscia

da guerra. Ad oggi viene utilizzata nelle sindromi ansiose, nell'insonnia, nella fame

nervosa e come spasmolitico generico, ad esempio in caso di asma bronchiale. L'infuso si

prepara lasciando riposare un cucchiaino di droga (2 g) in 100 ml d'acqua bollente; più

concentrato può essere anche usato esternamente in impacchi contro le irritazioni e le

infiammazioni cutanee (questa azione lenitiva sarebbe conferita dai flavonoidi).

L'uso ornamentale della Passiflora, considerata la sua estrema bellezza, non è però

valorizzato adeguatamente in Italia. Forse per gli inverni rigidi del Nord, o forse per la

difficoltà di coltivazione, questa pianta non ha l'attenzione che le spetta. Esistono

comunque anche qui associazioni di appassionati che diffondono l'interesse per la

Passiflora e soprattutto la conoscenza delle tecniche più adatte alla coltivazione.

Per finire, la Passiflora è coltivata anche dagli allevatori di farfalle del genere Heliconius

(tropicale), le cui larve sono ghiotte di questa pianta e l'individuo adulto si abbina bene

alla particolarità del fiore. Moltissimi sono gli ibridi di Passiflora, visto l'alto numero di

Miglioramento genetico.

specie combinabili tra loro, e altri vengono sfornati continuamente da istituti specializzati

che attuano piani sistematici di ibridazione. Gli obiettivi sono:

il fiore (sicuramente quello prevalente), alla ricerca di forme e colori sempre più belli e

– stravaganti;

il contenuto in principi attivi: si selezionano piante dall'alto tenore nel complesso attivo

– dei flavonoidi vitexina e isovitexina.

l'adattabilità climatica: importante soprattutto alle nostre latitudini, esempio una

– maggiore tolleranza al freddo.

Descrizione.

La famiglia delle Passifloraceae comprende almeno 520 specie, quasi tutte a

Portamento.

portamento rampicante o lianoso, perenni, con robusti rizomi striscianti. Tuttavia sono

presenti anche cespugli, arbusti e piante erbacee perenni o annuali. L Passiflora tende a

presentare aspetto cespuglioso per via dei numerosi polloni emessi dal rizoma e dalle

radici.

I rami, che raggiungono anche lunghezze di alcuni metri, si aggrappano a tutto ciò che

sfiorano tramite strutture attorcigliate dette viticci; oppure, come accade per qualche

specie (P. tramite piccoli dischetti all'estremità dei viticci che

discophora, P. gracillima),

funzionano come ventose.

Il fusto è spesso sottile, verde (negli esemplari più vecchi la base è rivestita di corteccia),

talvolta cavo e generalmente a sezione rotonda, anche se molte specie hanno fusto

quadrangolare (P. quadrangularis).

Alterne, lungopicciolate, con stipole all'attaccatura al fusto e due ghiandole

Foglie.

nettarifere alla base della lamina. La forma di quest'ultima varia da specie a specie. Si

passa da un unico lobo fino a 9 o più (sempre in numero dispari).

Superficie glabra (eccetto per qualche specie), di colore verde chiaro a volte soffuso di

bruno, striato di giallo o di rosso, oppure con macchioline verde chiaro. Molte specie sono

fornite di ghiandole fogliari, simmetriche o meno, lungo le nervature centrali o laterali.

Solitari, portati su un lungo peduncolo con tre brattee ovali sulla parte superiore

Fiori.

(spesso dotate di ghiandole nettarifere), hanno generalmente cinque sepali verdi fuori e

bianchi dentro, cinque petali variamente colorati e una corona di filamenti, anch'essa di

diversi colori e forme, la cui funzione è vessillare. I filamenti possono essere disposti in più

serie e superare in lunghezza quella dei petali. Possono arricciarsi, come nel caso della P.

A volte sono colorati in modo da creare l'effetto di cerchi concentrici, tramite

incarnata.

colori contrastanti fra loro, il che migliora la visibilità da parte dell'insetto.

Il diametro del fiore va dai 5 ai 15 cm; sono ermafroditi: i cinque stami e l'ovario con i tre

stili sono riuniti nell'androginoforo.

Alcuni sono profumati; altri emanano odori poco gradevoli o troppo pronunciati.

La fioritura va da luglio a settembre (inizia ad agosto per le specie più tardive). Ciascun

fiore ha vita breve (1-2 giorni), ma la pianta ne produce continuamente.

Sono bacche ovali delle dimensioni di un uovo, rivestite di tessuto spugnoso di

Frutti.

colorito dal giallo al nero, oppure striato, e contenenti una polpa gelatinosa dolce che

immerge i numerosi semi.

e cuoriformi, sono rivestiti di cuticola scura e rugosa e arrivano a dimensioni

Semi. Piatti

di 5 mm.

LA COLTIVAZIONE

Essendo di provenienza tropicale, la Passiflora richiede un clima

Ambiente climatico.

piuttosto mite. La parte apicale della pianta è spesso danneggiata dal gelo, ma

generalmente alla base si formano nuovi fusti.

Può essere coltivata all'aperto nelle zone a clima mite, in serra nelle zone più fredde in

vasi o piccoli mastelli di 20-30 cm di diametro. La maggior parte delle specie si comporta

da sempreverde se le temperature minime non scendono sotto i 7°C. In estate si

ombreggiano i vetri e si arieggia la serra se la temperatura supera i 21°C. Nell'Europa

meridionale può trascorrere l'inverno all'aperto; altrimenti si trasferisce in locali luminosi

ad almeno 8-10°C e la coltivazione in vaso è quasi obbligatoria (es. Pianura Padana). Si

possono comunque reperire varietà abbastanza rustiche (ad esempio in P. caerulea)

coltivabili in pieno campo.

Per quanto riguarda la coltivazione casalinga, durante la bella stagione si trasferiscono

le piante all'esterno, ma ci sono anche specie che fioriscono in casa (es. P. trifasciata).

La produzione di fiori e frutti comincia a giugno, tranne per specie più tardive (P.

per cui bisogna attendere fino ad agosto.

quadrangularis, P. alata)

Per favorire la produzione dei frutti si mantiene umida l'atmosfera, bagnando

frequentemente il pavimento e spruzzando le foglie.

Durante i primi due anni, in inverno, le piante si proteggono dal freddo con fogli di

polietilene. Nel tardo autunno si pone uno strato di torba o foglie a proteggere le radici e il

colletto. Per proteggere i germogli dalle gelate tardive si lascia la pianta avvolta nel

polietilene all'inizio della primavera.

Le temperature minime di coltivazione della Passiflora vanno dai -15° (P. caerulea,

ai 15°C a seconda della specie. e presentano un minimo

incarnata, lutea) P. alata P. edulis

intorno ai 5°C, attorno ai 12°C.

P. quadrangularis

Un'illuminazione scarsa pregiudica la quantità e la qualità dei fiori, nonché il tenore in

principi attivi. L'esposizione deve essere preferibilmente soleggiata.

Diverse sono le miscele indicate per la Passiflora, che in linea

Esigenze pedologiche.

generale ha bisogno soltanto di un substrato molto sciolto.

Composta a base di: 4 parti di terriccio miscelato a torba, 1 parte di perlite, 2 di sabbia

– in varie granulometrie; oppure 1 parte di terriccio fertile, 1 di torba e 1 di sabbia.

Da evitare i terreni argillosi e pesanti che favoriscono i ristagni e impediscono

l'approfondimento delle radici, specialmen

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
8 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/04 Orticoltura e floricoltura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Antares87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Floricoltura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Martinetti Livia.