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CONNESSIONE DEGLI STRUMENTI
Per prima cosa colleghiamo il Variac ai terminali del primario del trasformatore ricordando che in
questa prova bisogna chiudere in corto circuito il secondario e alimentare il primario con una tensione
tale da far scorrere nei due avvolgimenti le correnti nominali quindi di fondamentale importanza la
presenza del Variac. Come seconda cosa dobbiamo collegare il voltmetro in parallelo ai terminali del
primario, prendendo il negativo della bobina voltmetrica e lo colleghiamo al morsetto negativo e infine
il positivo della stessa col positivo del trasformatore. Dovendo collegare pure l’amperometro in serie al
circuito per misurarne la corrente, creiamo un nodo con il positivo del Variac. In seguito connettiamo
il negativo dell’amoperometrica al terminale positivo del trasformatore.
Trattandosi della prova in corto circuito, bisogna mantenere il secondario in corto circuito, e quindi
installiamo sul secondario un amperometro. Nel caso particolare della prova che abbiamo svolto si è
l’amperometrica del secondo canale dell’analizzatore di potenza.
utilizzata Ricordiamo che
l’amperometro idealmente ha un’impedenza quasi nulla quindi rispettiamo le condizioni in cui va
svolta la prova.
SCHEMA ELETTRICO
Per eseguire questa prova andiamo per prima cosa ad agire sul Variac variando la tensione di
alimentazione dal valore zero al valore tale per cui sull’amperometro di secondario si legga la corrente
nominale che nel nostro caso risulta essere 3.3 A.
Quindi andiamo a stilare i dati misurati con I = 3.3°
2n
V = 22 V
1cc
I = 0.258 A
1cc
P = 5 W
1cc
Q =2.9 VAR
1cc
Andando ad effettuare altre misure, in particolare effettuiamo delle misurazione tra lo 0 e il 120 %
della corrente nominale, andiamo a valutare co me varia la tensione di corto circuito in funzione della
corrente al primario e come varia la potenza P sempre in funzione della corrente di cortocircuito al primario.
1cc
I [A] V [V] I [mA] P [W]
2cc 1cc 1cc 1cc
3.9 25.9 298 6.7
3.3 22 258 5
3 19 220 3.68
2.5 16 189 2.69
2 13 150 1.7
1.5 9.6 111 0.926
0 0 0 0
CALCOLO DEGLI ELEMENTI CIRCUITALI DEL CIRCUITO EQUIVALENTE DEL TRASFORMATORE
Utilizziamo i dati della prova a vuoto che ci servono per poter trovare il valore R e il valore X . Facciamo
0 0
Il trasformatore sul quale
riferimento al circuito equivalente approssimato del primo ordine come in figura.
abbiamo effettuato la prova risulta essere un trasformatore di piccola taglia. Per tali trasformatori, poiché non
sono trascurabili a vuoto le perdite sugli avvolgimenti di primario, bisogna effettuare prima la prova in
cortocircuito per valutare gli elementi circuitali longitudinali per poi poter stabilire nella prova a vuoto la parte
di potenza che compete agli avvolgimenti di primario e la caduta di tensione su di questi.
Stabiliamo il rapporto di trasmissione che sarà :
Possiamo anche calcolare, dai valori della prova di corto circuito, R valutato alla temperatura ambiente.
1cc
Come previsto dalle norme, per un trasformatore di classe H, bisogna effettuare il riporto in temperatura a valori
di 115° C.
Quindi dovendo effettuare questo riporto di temperatura teniamo conto che la componente della resistenza di
corto circuito è legata alla perdite addizionali R dipende però in maniera inversamente proporzionale dalla
add1cc
temperatura, cioè diminuisce all’aumentare di essa. Per tener conto di questo fatto dobbiamo usare il cosiddetto
metodo di misurazione Voltamperometrico e misuriamo le resistenze in continua del trasformatore, ovvero
quella parte della resistenza di corto circuito che tiene conto delle perdite per effetto Joule. Avendo a
disposizione un multimetro possiamo direttamente misurare il valore della resistenza tra i due terminali
leggendo così in modo diretto il valore. I valori ottenuti sono :
Con questi valori ottenuti possiamo quindi calcolare la R :
dc1cc
Ora quindi possiamo andare a trovare la parte che tiene conto delle perdite addizionali :
Possiamo definire il coefficiente di riporto della temperatura K , e riportare cosi la R alla temperatura di
rip 1cc
riferimento :
Noi ora andiamo a considerare a questo punto, non potendo dividere la parte di resistenza di corto circuito
dovuta agli avvolgimenti di primario e agli avvolgimenti di secondario la R :
12
Ora troviamo la reattanza di corto circuito X tramite i valori misurati
1cc
Allo stesso modo della resistenza di corto circuito, per la reattanza di corto circuito non possiamo dividere la
reattanza degli avvolgimenti di primario e la reattanza degli avvolgimenti di secondario, ma ricordando le norme
andiamo a considerare pure in questo caso la X 12
Riportiamo la potenza e la tensione di corto circuito alla temperatura di riferimento
Avendo trovato i valori degli elementi circuitali longitudinali andiamo a determinare a questo punto quelli
trasversali.
Calcoliamo l’impedenza di primario Z , R , X
1 0 0
Abbiamo cosi trovato anche gli elementi circuitali longitudinali del circuito equivalente del primo ordine del
trasformatore in esame.
Relazione sulla prova di laboratorio di un
motore asincrono trifase
Rando Alessandro ( Matricola 437602)
Cenni introduttivi
Il motore asincrono è un motore elettrico in corrente alternata dove la velocità angolare del rotore è
inferiore alla velocità di rotazione del campo magnetico generato dagli avvolgimenti di statore, da cui
l'asincronismo (al contrario del motore sincrono, in cui la velocità del rotore è diretta funzione della
frequenza di generazione del campo statore).
Il motore si compone di una parte fissa detta statore e una parte mobile detta rotore. Lo statore è
formato da un pacco di lamierini aventi la forma di corona circolare. Le scanalature interne al pacco di
lamierini statorici accolgono i conduttori (filo di rame smaltato) dell'avvolgimento trifase statorico
oppure bifase statorico (in caso di utilizzo di corrente alternata monofase). Il rotore è situato all'interno
dello statore ed è costituito da un pacco di lamierini aventi la forma di corona circolare, con un foro
interno per il passaggio dell'albero di rotazione, e scanalature esterne (cave rotoriche) per accogliere
l'avvolgimento rotorico. Tra statore e rotore è presente uno spessore d'aria o dielettrico
detto traferro di qualche decimo di millimetro per consentire la libera rotazione del rotore.
Introduzione alla Prova
DATI DI TARGA ( )
MACCHINA CONNESSA A STELLA
Potenza nominale P= 0.75 KW
Tensione nominale allo statore( tensione concatenata) V = 400 V
1n
Corrente nominale allo statore I = 1.6 A
1n
Frequenza nominale F = 50 Hz
n
Classe A
Le prove sperimentali eseguite per il motore asincrono vengono effettuate con lo scopo di poter
calcolare il valore dei parametri del circuito equivalente. La prova a vuoto permette di determinare il
valore degli elementi circuitali connessi in parallelo e cioè la reattanza di magnetizzazione X e la
1m
resistenza equivalente delle perdite nel ferro R . La prova a rotore bloccato (scorrimento unitario)
0
permette di determinare il valore degli elementi circuitali connessi in serie riportati allo statore e cioè
le reattanze di dispersione X , X e le resistenze dei due avvolgimenti R e R .
1d 12 1 12
STRUMENTAZIONE
VARIAC : È la denominazione commerciale dell'autotrasformatore, è un particolare tipo
di trasformatore costituito da un unico avvolgimento dotato di prese intermedie. Rispetto al comune
trasformatore, l'avere un solo avvolgimento semplifica molto la costruzione, riduce di molto le perdite
ohmiche dovute alla resistenza dei conduttori ed elimina i problemi di isolamento fra avvolgimenti, ma
d'altro canto, al contrario del normale trasformatore, primario e secondario non sono galvanicamente
isolati. Abbiamo utilizzato tale strumento durante le prove sul trasformatore monofase per
interfacciarlo alla rete di alimentazione fissa a 230 V.
WATTMETRO : misura la potenza attiva.
VOLTMETRO : per misurare la tensione tra i terminali del trasformatore.
AMPEROMETRO: per misurare la corrente.
CONVERTITORE STATICO DI POTENZA : per interfacciare la macchina alla rete dovendo far
variare nella prova a rotore bloccato oltre che l’ampiezza della tensione anche la frequenza.
Utilizzando l’analizzatore di potenza come strumento per misurare tensioni, correnti, potenze e fattori
di potenza al posto di avere come strumentazione necessaria per effettuare la prova tre amperometri,
un voltmetro e tre wattmetri avremo semplicemente un canale per fase.
ESECUZIONE PROVA A ROTORE BLOCCATO
impedendo la rotazione dell’asse della macchina con opportuni fissaggi meccanici ed
Viene eseguita
alimentando lo statore ad una tensione molto inferiore al valore nominale e tale da far circolare la
corrente nominale. Equivale alla prova in corto circuito del trasformatore perché, per s=0,
l’equivalente elettrico del carico meccanico è nullo. A rotore bloccato e tensione nominale la macchina
assorbe una corrente molto superiore alla nominale (corrente di spunto). Tale corrente può essere
sostenuta solo per qualche decina di secondi. A rotore bloccato la frequenza delle grandezze di rotore è
uguale a quella delle grandezze di statore, mentre in condizioni di funzionamento nominali la
frequenza delle grandezze di rotore è di pochi Hz. Pertanto, è opportuno effettuare la prova a rotore
bloccato a frequenza ridotta, non superiore al 25% del valore nominale. Per poter variare la frequenza
oltre che l’ampiezza della tensione dobbiamo utilizzare dunque un convertitore elettronico che ha in
entrata delle tensioni continue e in uscita delle tensioni variabili in frequenza e in ampiezza. Per la
macchina considerata dai dati di targa si ricava che la corrente nominale per una connessione dei
terminali a stella con una frequenza nominale di 50 Hz risulta essere 1.6 A.
Dalle misurazione effettuato con I =1.6 A si ricava che
1n
V =101 V
1cc
P = 39.82 W
1cc
A = 160.67 VA
1cc
Q = 155.42 VAR
1cc
Cos φ = 0.25
1cc
f = 8.2 Hz
PROVA A ROTORE BLOCCATO CON VARIAC (frequenza di alimentazione 50 Hz)
Si è effettuata anche una seconda prova sul motore asincrono a rotore bloccato andando ad
interfacciare la macchina alla rete con l’uso del solo variac.
Ricaviamo quindi :
V = 41 V
1cc
P = 46.17 W
1cc
A = 67.71VA
1cc
Q = 49.30 VAR
1cc
Cos φ = 0.68
1cc
Dalle misurazioni effettuate per I = 0.951 A si ricava che
1
V = 26.25 V
1cc
P = 15.55 W
1cc
A = 24 VA
1cc
Q = 19.53 VAR
1cc
Cos φ = 0.62
1cc
ESECUZIONE PROVA A VUOTO
La prova a vuoto permette di determinare il valore degli element