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La Campania fu uno dei distretti agricoli più ricchi dell'Italia antica e conserva uno degli esempi più
evidenti di centuriazione; oltre alla produzione di cereali, vi si coltivavano vigne e ulivi è
importante fu la produzione manifatturiera.
Viabilità: la viabilità del Lazio antico è caratterizzata da un sistema radiale di strade che muovono
da Roma in tutte le direzioni. 4
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Regio III: Lucania et Bruttium (Basilicata e Calabria)
Confini:
a nord con la regio I e II
a est con il mar Ionio
a ovest con il mar Tirreno
Il territorio della regione è quasi completamente montuoso e l’idrografia interessa sia il versante
tirrenico che quello ionico, ma è costituita da corsi d'acqua di scarsa importanza.
In età storica il territorio fu occupato dagli enotri, poi dai Lucani (metà del V secolo a.C.), dai quali
un secolo dopo si distinsero più a sud i Bruttii, mentre sulle coste si insediarono numerose e fiorenti
colonie greche a partire dall’VIII secolo a.C.
Nella regione prosperarono commerci e agricoltura; dopo la guerra contro Pirro e l'occupazione di
Taranto nel 272 a.C., anche i Bruttii vennero sconfitti e il loro territorio annesso all’ager publicus di
Roma: il territorio fu riorganizzato dei romani su base agricola, a conduzione schiavistica.
Viabilità: via Popilia (132 a.C.), via Herculia; le disagiate vie del Bruttium non ebbero molta
importanza nell'antichità, perché ai tortuosi itinerari terrestri si preferirono i trasferimenti via mare. 6
Regio IV: Samnium (Molise e Abruzzo)
Confini:
a nord con la regio VI (Umbria)
a est con la regio V (Piceno)
a sud con la regio II
a ovest con la regio I
La regione prende il nome dai Samnites che ne occupavano la parte meridionale, ma si estendevano
anche nell’Apulia e della Campania; in realtà, la regione augustea comprendeva altre popolazioni
osche nella sua parte centrale, ed italiche più ad ovest.
Essa ha un territorio montuoso che favorì in ogni tempo la pastorizia; il rapporto delle popolazioni
sannitiche con Roma fu a lungo conflittuale, e la conquista del territorio avvenne progressivamente;
l'intero processo di romanizzazione potè dirsi concluso solo dopo la guerra sociale la vittoria sillana.
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Allora fu attuata una politica di municipalizzazione, allo scopo di esportare il modello urbano nel
territorio, fino ad allora popolato da villaggi, e di rafforzare un'economia stabile con l'apertura di
nuove strade o la sistemazione di tracciati più antichi.
Viabilità: la strada più importante era la via Salaria.
Regio V: Picenum
Confini:
a nord ovest con la regio VI (Umbria)
a est con l’Adriatico
a sud ovest con la regio IV (Samnium)
Stando all'affermazione di Plinio, la regione avrebbe avuto un unico ethnos, i piceni, mentre
sappiamo che furono due le popolazioni italiche che abitarono questa regione, i piceni a nord e i
pretuzzi a sud.
La distinzione trova riscontro anche nelle vicende politiche di età repubblicana e nel processo di
integrazione nell'orbita romana: i pretuzzi furono sottomessi nel 290 a.C., dopo la fine della terza
guerra sannitica e il territorio fu confiscato e oggetto di distribuzioni viritane ai veterani; i piceni
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invece, alleati dei romani nel 290 a.C. contro i galli senoni, si ribellarono durante la guerra contro
Pirro e furono sottomessi nel 268 a.C.
Il territorio mantenne la sua organizzazione precedente, legata a un popolamento sparso di tipo
vicinale dedito ad attività artigianali e alla viticoltura; anche in questo territorio persistette la
stabilità poleografica preromana, cui si aggiunsero, ancora in età augustea, alcune assegnazioni
viritane ai veterani dell'esercito, con conseguente apporto di nuova popolazione.
Viabilità: la regio V fu percorsa da due strade consolari, articolate in numerosi diverticoli funzionali
ai collegamenti tra i centri distribuiti lungo tutte le valli preappenniniche (via Salaria, via Caecilia).
Con ogni probabilità, una rete stradale locale risaliva tutte le valli fluviali e appenniniche, servendo
i centri lungo di esse ubicati e collegandoli al mare.
Regio VI: Umbria et ager gallicus
Confini:
a nord con la regio VIII (Aemilia)
a est con l’Adriatico e la regio V (Picenum)
a sud con la regio IV (Samnium)
a ovest con la regio VII (Etruria)
Tutta la fascia montana appenninica e la propaggine sudoccidentale del territorio fu abitata dagli
umbri, mentre l'aggregazione alla regio VI del settore nordorientale avvenne non su base etnica e si
tratta della zona occupata in precedenza dai galli senoni. 9
Augusto probabilmente riunì in una sola regione i due territori sia perché entrambi erano entrati nei
possedimenti romani in seguito alla battaglia di Sentino (295 a.C.), sia perché erano attraversati fin
dal 220 a.C. dalla via Flaminia, che rappresentò per tutta l'età romana la maggior arteria di traffico
tra Roma e la pianura padana.
Il territorio della regio VI si presenta prevalentemente montuoso o collinare; fanno eccezione le
esigue pianure fluviali adriatiche; importanti erano le coltivazioni della vite e dell'ulivo, ma buona
parte della ricchezza della regione sembra provenisse dalle attività di allevamento degli ovini,
mentre ebbe grande rilievo lo sfruttamento dei boschi dell'Appennino umbro.
Il controllo del territorio da parte dei romani iniziò nel corso del III secolo a.C. con le prime
deduzioni coloniali, per proseguire fino all’età triumvirale ed augustea.
Viabilità: la strada più importante della regio VI, forse l'asse viario di maggior rilievo per le
comunicazioni fra Roma e Italia settentrionale, fu la via Flaminia.
Regio VII: Etruria
Confini:
a nord con la regio VIII (Aemilia) e la regio IX (Liguria)
a est con la con la regio VI (Umbria)
a sud con la regio IV (Samnium) e la regio I (Latium et Campania)
a ovest con il Tirreno 10
Dal punto di vista geografico il territorio risulta in prevalenza collinare, mentre le pianure si
limitano alla zona litoranea; la costa presenta larghe insenature e offriva numerosi approdi portuali,
tuttavia già in epoca romana l'insabbiamento ne rese impraticabili una parte.
Vi sono diversi i fiumi e numerosi laghi; le abbondanti risorse naturali favorirono le attività
artigianali e commerciali; le fonti scritte sottolinea l'abbondanza di metalli e di marmi (Alpi
Apuane).
La regione fu abitata dagli etruschi, mentre la parte meridionale della regione fu occupata dai falisci
che vennero distrutti nel 241 a.C. dai romani.
Viabilità: la regio VII era attraversata da numerosi e importanti arterie stradali, come la via Aurelia,
la via Aemilia Scauri, la via Cassia, la via Clodia; anche la viabilità marittima fu significativa: i
porti principali furono Centumcellae (Civitavecchia), gli scali di Cosa e il porto fluviale di Pisa.
Regio VIII: Aemilia
Confini:
a nord con la regio X (Venetia et Histria) e la regio XI (Transpadana)
a est con la regio IX (Liguria)
a sud con la regio VII (Etruria) e la regio VI (Umbria) 11
a ovest con l’Adriatico
Plinio, descrivendo la regione, la denomina semplicemente octava regio, evidenziando così il
proposito di Augusto di eliminare anche nel nome il ricordo dell'antico popolo gallico che la abitò.
Il territorio comprende una vasta zona appenninica e una vasta pianura in parte paludosa, nella
quale, una volta bonificata, si attua a numerose divisioni agrarie per lo stanziamento dei coloni;
importanti erano l'agricoltura, l’allevamento del bestiame, la produzione vinicola, il legname e il
commercio delle stoffe.
La regione fu abitata in età storica da comunità etrusche, che diedero origine alla maggior parte dei
centri urbani, mentre nel IV secolo a.C. la regione fu occupata dalle tribù galliche dei Boi e dei
Senoni.
In seguito alla guerra annibalica i galli Boi vennero sconfitti e assoggettati; grazie alla costruzione
della via Aemilia, dopo una vasta organizzazione agraria, si diffuse in breve tempo l'intera
romanizzazione della regione.
Viabilità: la felice posizione geografica permise facili comunicazioni sia verso nord che verso il
centro sud della penisola e favorì gli scambi commerciali; importante fu la via Aemilia, lungo il cui
asse si dispongono tutti i principali centri poleografici, tanto di fondazione preromana, quanto di
nuova deduzione, e in molti casi essa costituì l'asse generatore dell'organizzazione territoriale
romana.
Importante era anche la via Popilia. 12
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Regio IX: Liguria
Confini:
a nord con la regio XI (Transpadana)
a est con la regio VIII (Aemilia) e la regio VII (Etruria)
a sud con il Tirreno
a ovest con la Gallia
La regione dei liguri si può dividere geograficamente in due settori assai diversi: quello del versante
tirrenico, montuoso e poco fertile ma aperto ai traffici marittimi, quello padano, collinare e
pianeggiante, che si estendeva fino al corso del Po.
I liguri vennero sottomessi dai romani dopo la seconda guerra punica; le città della costa sembrano
quelle più vivaci e di più lunga durata, favorite dalla posizione e dalla buona propensione all'attacco
delle navi da trasporto.
Viabilità: alquanto significativa è l'efficiente rete stradale creata da Roma e resa indispensabile
anche dalle conquiste d'oltralpe sia lungo l'arco ligure costiero, sia a valico degli Appennini verso la
pianura del Po (via Postumia, via Fulvia, via Aemilia Scauri).
Tuttavia i traffici litoranei da e per le Gallie, essendo la costa ligure provvista di numerosi porti e
ricoveri efficienti, si avvalsero prevalentemente della navigazione di cabotaggio. 14
Regio X: Venetia et Histria
Confini:
a nord con la Retia e il Noricum
a est con la Pannonia e la Dalmazia
a sud con la regio VIII
a ovest con la regio IX (Transpadana)
La regione si può distinguere in una zona alpina con gruppi montuosi imponenti, cui segue una
fascia prealpina, caratterizzata da una collana di altopiani con orientamento sudovest, nordest;
infine vi è la pianura alluvionale.
Essa fu abitata originariamente dagli Euganei che vennero soppiantati dai veneti e si ritirarono nelle
zone più elevate dove conservarono la propria peculiarità sociale e culturale fino alla conquista
romana.
Il centro più importante della cultura veneta fu Este, ma a quest'epoca risale anche la fondazione
della maggior parte delle città che poi divennero colonie o municipi romani. 15
La regio X augustea prende dunque nome dai due principali popoli