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La regola e il principio

La regola è una norma che richiede un insieme sufficientemente specifico di comportamenti per la sua realizzazione.

Il principio è una norma che impone la massima realizzazione di un valore (si pensi all'articolo 32 della Costituzione che tutela più in generale la salute). Sua caratteristica è la non definibilità in astratto della fattispecie astratta alle quali è applicabile: è sempre applicabile ad una nuova fattispecie quando la valutazione della nuova fattispecie riceva senso soltanto mediante la realizzazione di quel valore che il principio afferma.

Il principio si afferma non con un'unica intensità e non con un'unica soluzione. In tal senso il principio è norma aperta ad una molteplicità di soluzioni.

Ogni regola è riconducibile almeno ad un principio. La regola riguarda un comportamento o una valuta; se il comportamento è valutato positivamente costituisce un modo di realizzare il principio.

principio.La regola è quindi una scelta tra le molteplici opportunità di realizzazione del principio. Le regole sono tra di loro in connessione e ciascuna di queste regole ha proprio un ruolo nell'attuazione del principio.

Nell'interpretazione di una fonte del diritto dalla quale trarre, per via interpretativa, una regola si pone un duplice problema:

  • Se la regola sia congruente con il principio
  • Se essa ne sia l'unica modalità di attuazione del principio

La regola incongruente con uno o più principi o è una norma illegittima o è una norma eccezionale. In tal caso la regola non è riconducibile in via immediata al principio e ne costituisce una deviazione giustificata, tuttavia, in quella particolare fattispecie dalla priorità di altre valutazioni.

La norma eccezionale non è applicabile oltre i casi e i tempi in essa considerati; la norma speciale è dettata per materie particolari all'interno di un tipo

più generale. Le regole speciali non sono necessariamente eccezionali: non è sufficiente la particolarità della materia, ma occorre che sussista una deviazione del principio. La regola speciale può essere applicata per analogia. La norma eccezionale è una prescrizione dettata per problemi singolari nei quali il principio corrispondente incontra l'esigenza di altri principi che in quella ipotesi richiedono di prevalere o, semplicemente, per fattispecie atipiche nelle quali il principio corrispondente deve essere attuato mediante regole altrettanto atipiche.

La regola che è valutata dall'ordinamento giuridico come l'unica modalità di attuazione del corrispondente principio è norma inderogabile (non possono essere derogate da privati).

La norma, invece, è derogabile quando una sua eventuale deroga non implica di per sé la violazione di interessi o valori fondamentali.

La norma inderogabile può essere anche

imperativa: in tal casoessa è vincolante e coercibile perché non lascia ai privati la libertà di disporre diversamente. La violazione di una norma imperativa provoca la nullità dell'atto, salvo che la legge non disponga diversamente. Sistema, gerarchia, bilanciamento dei principi Ogni norma è applicabile alle fattispecie concrete che rientrano nel suo ambito di valutazione. Così anche per i principi, i quali possono essere applicati direttamente e quindi senza mediazione di una regola, quando manchino regole esplicite corrispondenti. Se vi è una regola applicabile, allora vi è necessariamente anche un principio del quale la regola è attuazione. In un ordinamento costituzionale nessuna regola ha senso se non è contestualmente giustificabile secondo i principi della Costituzione. Se non vi è un principio, una regola corrispondente attuativa può esserci o no. In questa ultima ipotesi, il principio siapplicherà dasolo. Diversamente, non sarebbe attuabile la legalità costituzionale ex art. 54, 101, 117, cost. e 18 disp.trans.cost. Il significato delle regole e dei principi deriva dalle reciproche connessioni. Il diritto è sistema giuridico, l'insieme delle relazioni ordinate tra principi e regole, dei nessi che definiscono gerarchie, generi e specie, tipi e sottotipi, concatenazioni di concetti, intrecci tra valori, criteri di composizione di conflitti tra regole e principi. Il sistema è aperto, ciò significa che non vi è un ordine immutabile di valutazioni, ma l'ordine che risulta dalla continua produzione legislativa, dalle interpretazioni e applicazioni del diritto vigente, dall'incessante proporsi di problemi nuovi e di nuove tecniche di soluzione. Ogni norma che entra a far parte del sistema può mutare l'assetto, poiché può incidere sul complesso delle relazioni che lo compongono. L'unico limite

è dato dal rispetto delle regole sullaproduzione legislativa e dalla rigidità della Costituzione.

La capacità del sistema di adeguarsi alla realtà dipende anche dallarapidità e dalla qualità della produzione di regole legislative, masoprattutto dal contenuto dei suoi principi. Vi è sempre un concorsodi principi applicabili alla fattispecie concreta.

Ogni problema della vita richiama una pluralità di esigenze e dicriteri di valutazione cui corrisponde una pluralità di valori. Il dirittoè cultura; e nessuna cultura si costituisce monisticamente,affermando un unico principio, ma dialetticamente epluralisticamente, combinando diverse prospettive e reciprocherelazioni di identità e di differenza.

Nella risoluzione di una fattispecie non vi è soltanto un concorso diprincipi, ossia un richiamo alla pluralità di esigenze, ma anche unconcorso di regole, cioè quando due o più regole sono

applicabilialla medesima fattispecie concreta.Quando l'applicazione di due o più regole concorrenti genera unacontraddizione, vi è un conflitto di regole: una regola proibisce uncomportamento che altra regola impone.Per risolvere il conflitto tra due regole esistono tre criteri:

Criterio gerarchico

Permette al giudice di risolvere un conflitto tra due norme dirango diverso.Tra due regole in conflitto prevale quella posta da una fonte dilivello superiore, ad esempio la legge costituzionale rispettoalla legge ordinaria.

Criterio di specialità

Permette di risolvere un conflitto tra una norma generica e unanorma specifica.Prevale la regola che disciplina una ipotesi particolare, ocomunque più limitata, rispetto a quella che disciplina l'ipotesigenerale o comunque più ampia.

Criterio cronologico

Permettere di risolvere un conflitto tra due norme emanate inmomenti differenti.Prevale la regola emanata per ultima.

I tre criteri possono a

loro volta confliggere:
  1. Il criterio gerarchico prevale sul criterio di specialità: la regola generale gerarchicamente superiore prevale sulla regola speciale inferiore.
  2. Il criterio cronologico cede di fronte agli altri due.
Tra principi non vi è mai conflitto, ma concorso. Poiché i principi mettono una pluralità di livelli di soddisfazione e non un'unica modalità di attuazione, i principi nella fattispecie concreta sono tutti applicati e anche se con un diverso grado di soddisfazione; tale concorso si identifica nel bilanciamento dei principi. Nella loro pluralità i principi devono essere ponderati, sì che si discorre di un necessario bilanciamento dei principi, per giungere a una soluzione adeguata. "Bilanciare" i principi significa individuare le rispettive relazioni di preferenza e di compatibilità al fine di determinare la norma applicabile e la soluzione preferibile sulla scorta di un giudizio influenzato da unamolteplicità di caratteri, che non consente la determinazione di una graduazione di principi. Il criterio del bilanciamento, trova fondamento nell'art. 2 della Costituzione, è la "ragionevolezza", che è il criterio di giudizio ricavato dal sistema ordinamentale: ragionevole o irragionevole è la regola concreta applicata, individuata dall'interpretazione sistematica a seguito del bilanciamento. Ragionevole è la scelta di chi pone una regola adeguata, proporzionata, non discriminatoria, non contrastante con la legalità costituzionale; il controllo concerne sia il rapporto tra il fine perseguito dalla regola e i mezzi adoperati sia la congruenza tra il fine della regola e i valori che i principi applicabili tutelano. La dottrina del bilanciamento, diffusasi di recente, nega che esista una gerarchia interna ai principi, ovverosia che nel resto della Costituzione si possa rintracciare un ordine di preferenza tra i principi fondamentali.siano basate su principi giuridici validi e coerenti; assicurare che il giudice mantenga la sua indipendenza e imparzialità. Per fare ciò, è necessario utilizzare tag html per evidenziare i concetti chiave del testo. Ecco un esempio di come potrebbe essere formattato il testo utilizzando tag html:

Assenza di un criterio di preferenza, tuttavia, sarebbe impossibile stabilire se una soluzione sia migliore di un'altra, impossibile distinguere bilanciamenti corretti e scorretti, fondati o infondati. Bilanciare senza gerarchia deresponsabilizzerebbe il giudice, libero di non pronunciarsi su priorità di valori, e ciò sarebbe un bene se non si affiancasse al pericolo di scadere nella violazione del principio di legalità. Tanto varrebbe riconoscere al giudice del bilanciamento il potere di determinare l'effettiva forza normativa dei principi, il loro contenuto, le loro gerarchie interne. Consapevole dei pericoli di tale riconoscimento, la dottrina del bilanciamento introduce un ulteriore principio, quello del precedente giudiziario moderatamente vincolante.

In realtà, occorre mantenere un equilibrio tra esigenze: evitare che il giudizio sui valori favorisca l'intolleranza e visioni assolutiste o fondamentaliste della vita; garantire che le argomentazioni siano basate su principi giuridici validi e coerenti; assicurare che il giudice mantenga la sua indipendenza e imparzialità.

e in una determinata situazione. La ragionevolezza implica una valutazione equilibrata e ponderata dei diversi interessi in gioco, al fine di garantire il rispetto dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali. Per garantire la fedeltà dei giudici alla Costituzione, è necessario che essi siano soggetti a controlli e bilanciamenti. Ad esempio, possono essere previste procedure di selezione e nomina dei giudici basate su criteri di competenza e indipendenza. Inoltre, è importante che vi sia un sistema di ricorsi e appelli che consenta di verificare la correttezza delle decisioni prese dai giudici. La continuità nelle decisioni giudiziarie è fondamentale per assicurare la stabilità dell'organizzazione politica e culturale della comunità. Ciò significa che le decisioni dei giudici devono essere coerenti nel tempo e basate su principi giuridici consolidati. In questo modo, si evitano situazioni di incertezza e contraddizione che potrebbero compromettere la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario. Contrapporre gerarchia dei valori e bilanciamento è un errore, in quanto entrambi sono necessari per garantire un ordinamento giuridico equilibrato. La gerarchia dei valori implica che alcuni principi costituzionali possono avere un peso maggiore rispetto ad altri, ma ciò non significa che i valori inferiori siano completamente sacrificati. Il bilanciamento, invece, permette di conciliare interessi contrapposti, cercando di trovare una soluzione equa e ragionevole. Infine, è possibile affermare che i valori non patrimoniali, come la tutela dell'ambiente e della salute umana, sono gerarchicamente superiori rispetto a quelli patrimoniali, come il profitto di un'impresa. Ciò significa che, anche se un'inquinamento ambientale può portare ad un aumento dei profitti, esso non è giustificabile se danneggia la salute umana. Questo principio si basa sulla considerazione che la tutela della vita e della salute delle persone è un valore superiore e prioritario rispetto agli interessi economici.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
17 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ci.mil di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Molise o del prof Scienze giuridiche Prof.