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MOTIVAZIONI E PREMESSE

Mappare i volumi citati da Aldo Rossi nel libro del 1966.

Titolo memore del titolo di Venturi. Questo libro muove da premesse di cui Aldo Rossi fa parte

(incluso Venturi).

Breton “oggetto di studi tanto affascinato quanto opaco e disponibile a diverse interpretazioni”

1. Rossi vs Rossi.

Il cinquantesimo è un pretesto: il libro richiedeva una ripresa. Punto di partenza: semplificazione.

C’è una distinzione netta nell’attività di Rossi che si traduce in 2 libri:

- “l’architettura e la città”, 1966. Libro a 4 mani

- “autobiografia scientifica”, frammenti collezionati da Rossi negli anni

Un testo che corrisponde a due rossi differenti, oggetti che riempiono l’immaginario collettivo, con

i quali abbiamo tutti molta familiarità. Tutta la prima attività di Rossi si caratterizza per un’idea di

collaborazione e partecipazione. Forte tendenza all’astrazione e alla semplicità. Non è Rossi

buono vs Rossi cattivo.

SECONDO ROSSI

E’ stata la prima archistar, entrato nell’immaginario collettivo oltre la disciplina.

- teatro del mondo

- immaginario felliniano: oggetti che entrano nell’immaginario collettivo ES. caffettiere che

riprende cupole neoclassiche ES. cabine di luoghi che Rossi frequentava in gioventù. ES.

teatro 1987. ES. residenza di Alessi ES. tecnoparco sul lago maggiore.

PRIMO ROSSI

Ma il primo sta più a cuore. Rossi è iscritto al partito comunista. Il PCI organizza un viaggio a

Mosca, 1951. Un uomo tra i 26-30 anni che produce cose lontane dal tipico immaginario

rossiano.

ES. concorso Torino anni 60 per il centro direzionale.

ES. monumento alla resistenza a Cuneo.

ES. fontana di Segrate con Canella

Uso del disegno parco e sobrio rispetto alla grafia conosciuta di Rossi.

Tutta l’attività ha un carattere collaborativo e collettivo: frutto di collaborazioni. Collaborazione

con Giorgio Grassi. Tendenza ad astrazione e semplicità.

ES. cimitero di Modena: segna a figurazioni e narrazioni differenze. Apre al secondo libro.

Queste due fasi confluiscono in questi due testi

- “l’architettura e la città”, 1963-1965. Scritto da uomo di 32 anni con grandi ambizioni,

problematiche. Testo scritto per accedere alla docenza. Non ha avuto grande editoria. Scritto

di fretta mettendo insieme frammenti tra scritti di Rossi su Casabella (direzione di Rogers) e

spunti e appropriandosi di passaggi provenienti da diverse discipline. Testo di carattere

collettivo, polifonico e contraddittorio. Carattere molteplice in cui riconosciamo un valore.

- “l’autobiografia scientifica”

I 2 libri hanno avuto versioni negli USA: diffuso prima “l’autobiografia scientifica”: si pensa quindi

ad un Rossi che ha successo, invece è il primo Rossi e produce appropriazioni strumentali che

costituiscono un arricchimento del testo originale. Qui editoria maggiore ed inaspettata. Un libro

che ha avuto molteplici influenze al di là delle sue intenzioni.

2. Contesto dell’architettura della città.

DIBATTITO MILANESE

ES. immagine di Milano II guerra mondiale che sta finendo. Rossi conosce la città da

adolescente. Milano esce dalla II guerra mondiale con il problema della ricostruzione e della

convivenza tra vecchio e nuovo, architettura moderna in città consolidate (problema del nuovo).

Rossi si cala in queste problematiche (lavora a contatto con Rogers in Casabella). Si forma in

Rossi una sensibilità: la modernità deve o può intrattenere un rapporto particolare con il vecchio.

ES. foto metro rossa di Albini

ES. immagine piazza duomo stile Broadway. Milano ottimistica e aperta alle nuove forze del

dopoguerra.

La Milano che Rossi ha a cuore è una Milano meno entusiasticamente partecipe della

modernizzazione, non c’è lavoro: problema delle migrazioni per cercare lavoro.

ES. Boom milanese con migrante del sud.

Scrive “l’architettura e la città” come architetto moderno, non è un post moderno, convinto della

propria modernità. Inizia ad avere con Rogers delle perplessità. Anno in cui i Beatles vengono a

Milano: nel manifesto con Peppino di Capri. Da qui Rossi sviluppa un’idea diversa da idea

normale di modernità: l’idea di Rossi è un’idea diversa del tempo storico, diversa da quella del

passato, cumulativa del tempo, che deriva da esperienza materiale più che teorica. Metafora:

Peppino di Capri non verrà sostituito dai Beatles. Quello che è interessante è la parabola

milanese che vive il passaggio del neorealismo degli anni 50 “Miracolo a Milano” di De Sica.

Film dove le miserie della vita disagiate si uniscono a toni romantici fiabeschi e leggera

nostalgica linea di fondo “si stava meglio quando si stava peggio” “pur nella povertà esistono

veri valori”. Subentra la Milano di cui si parlava prima: ora ci sono nuovi conflitti sociali film

“Rocco e i suoi fratelli”.

“La vita agra” film, narra le vicende di un uomo che viene a Milano per vendetta della morte di un

collega sul lavoro.

Quello che è in linea con Rossi e Ritter. Un monumento del Duomo è sfondo comune a 3 storie

diverse, sfondo permanente invariato di cornice in cui la vita si accumula depositando tracce è

centrale in quella che sarà l’idea di Rossi in architettura. La semplicità e l’astrazione vuole far

spazio alle vicende umane. Elemento architettonico, riconoscibile che viene utilizzato come

sfondo a tutte le narrazioni e di eventi.

Torre Velasca rappresenta questa idea dell’epoca di non negare la modernità ma dà idea

alternativa allo stile internazionale o quello dei CIAM.

DIBATTITO INTERNAZIONALE

Grande successo dell’architettura moderna: da avanguardia a establishment.

Situazione di scontento: nuove esigenze della società europea: c’è bisogno più che altro di

welfare dopo la guerra. Questi 2 progetti non rispondono alle esigenze della società civile:

indifferenti alle culture e ai contesti. Più che altro sono effetti della globalizzazione. Si forma una

coscienza critica.

La Tourette di Le Corbusier: di questo progetto Rossi parla spesso. “io su le curbusier ho deciso

di sospendere ogni giudizio”. Insieme alla chiesa di Rochamp ha generato un dibattito. In questi

anni c’è un dibattito su Casabella. Questo progetto brutale e rudimentale nella sua realizzazione

tecnica è molto influente sulla generazione di Rossi e quella del Team Ten.

TEMA DELLA COMPLESSITA’: essi partono tutti dal presupposto comune del riconoscimento

dell’incapacità dell’architettura ortodossa di rispondere a ergonomia e efficienza e quindi voglia

di arricchimento del bagaglio. Da qui però due risposte diverse.

ES. quartiere residenziale della periferia di Tolosa.

Alla medesima domanda di complessità la risposta è diversa.

- TEAM TEN arricchimento e reintroduzione della complessità attraverso complicazione del

bagaglio formale. Con forme meno ortogonali, più labirintiche, macchinose, organiche, deriva

dello spazio architettonico

- ROSSI prende forme come cimitero di Modena (tardo). Rappresenta l’idea del rapporto che

intercorre tra la forma architettonica e la vita. E’ impossibile star dietro al tema della modernità ,

sempre crescente nella società, in maniera ergonomica (come moderno). Il discorso di Rossi è

un passo indietro. L’architettura è la scena fissa di un accumularsi di eventi, viene da

quanto detto per Milano. La vita è libera di andare e venire. Idea che ritorna da “l’architettura e

la città”. Cambiano funzione e programma.

3. L’architettura e la città

Nasce come critica del funzionalismo o funzionalismo ingenuo, cioè idea che la forma segue la

funzione. Arricchimento non passa dall’arricchimento della forma ma dei contenuti, della

cornice fissa. L’architettura moderna è stata una battaglia vs standard minimi. L’obiettivo di

Rossi è quella di massimo di possibilità, non più standard. Questo si traduce in astrazione, non

minimalismo ma inclusione.

Contenuti: diversi autori presi da Rossi contribuiscono a formare Rossi agli anni 60. Libro noioso e

oscuro e non è un libro che è di piacevole lettura. Il finale è difficile e vaga con frasi poetiche sul

destino degli uomini. Il carattere inclusivo dell’architettura farà spazio all’autobiografia. Il vero

finale del libro è la fine del primo capitolo. Aldo Rossi fa convergere 160 autori in maniera

coerente “non vi è nulla di nuovo”, tenta di raccogliere e raccontare la realtà servendosi di diversi

strumenti senza la pretesa di inventare, dando spazio al bisogno di fenomeni che devono

convivere. 163 testi, alcuni commentati, altri riportati, altri presenti solo nelle note. I libri più

importanti sono quelli che non vengono citati: non ci sono.

- Testi italiani che parlano della città

- Testi francesi e tedeschi su Berlino e Vienna

- Testi di altre discipline

- Testi di Rossi, per lo più di Casabella 55-66. Berlino, Berhens, Berlino, Vienna

- Altri

Mappa per divisione in capitoli.

Aspetto visivo nel libro non ha ruolo importante. Ma nemmeno l’architettura.

- testi o monografie di architettura

- Altri argomenti di altre discipline

Sprovvisto di corredo grafico. Teoria generale della teoria della città e si serve di strumenti

provenienti da altri mondi.

10 libri fondamentali dal punto di vista qualitativo e quantitativo: solo uno è di architettura. Molto

anomalo: Adolf Loos “Scritti scelti”.

Monumento: non è tale solo perché celebra qualcosa. Sedimentarsi di significato. C’è in Rossi

idea di inerte, opposta all’idea di flessibilità.

NON CITATI MA SIMILI

Bergson: polemica col pensiero scientifico. L’architettura si è ispirata alla fisica. Ma ha portato

Rossi a sviluppare il concetto anti funzionalista. Il tempo non evolve dal passato al futuro:

concentrico su se stesso. Esiste estensione ma esiste anche permanenza.

differenza tra passato (sperimentato tutti i giorni) e futuro (è un’idea) è semplice. E’ una

polemica alle astrazioni.

PASSAGGI DI ALDO ROSSI

1) Rossi commenta Levi-Strauss “la città come lavoro d’arte, ha un equilibrio tra natura e

artificiale, oggetto di cultura e soggetto di cultura”. IDEA DELLA TABULA RASA. Rossi non è

reazionario antimoderno ma riconosce nella città qualcosa che sfugge alla cultura (intenzioni)

e si sviluppa in maniera autonoma collettiva: le forme naturali. “La questione della citt&a

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Publisher
A.A. 2016-2017
4 pagine
2 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Biasil94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e teorie dell'architettura del secondo novecento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Deambrosis Federico.