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In un caso squisitamente Italiano il razzismo della tolleranza si declina in due
microtipi di odio, diversificati a seconda della fazione politica che lo promuove:
Razzismo “di destra”: Tipico della Lega Nord e altri partiti che opprimono le
minoranze invocando il pugno di ferro e l’argomento tolleranza zero, nonché un
escludente senso del decoro. Questo oltre che ad una politica razzista introduce un
sistema fortemente classista.
Razzismo “di sinistra”: Odio razziale travestito da bonario paternalismo( gli stranieri
sono dei “mischini” ) o da un ingenuo esotismo( loro sono migliori di noi), che
rievoca il mito del “buon selvaggio” definendo arbitrariamente il “loro” si delinea
anche il “noi” colorato con i sentimenti della magnanimità e umiltà. Questo razzismo
fa degli immigrati esseri puri e nega loro quell’attributo poliedrico che è l’umanità.
Ma di chi è la colpa se l’odio e il pregiudizio prolifera tra la gente e se vengono
compiuti sempre maggiori abusi e soprusi sui migranti?
Effetto lucifero: Con questo termine lo psicologo sociale Philippe Zimbardo,
proponendo di affiancare alla responsabilità individuale quella di sistema, intende dire
che ”cattivi sistemi” creano sempre “cattive situazioni”, che creano “mele marce”, che
creano “cattivi comportamenti”, anche in brave persone. L’effetto Lucifero conferma
l’inquinamento morale e l’incattivimento di soggetti esposti a situazioni e istituzioni
tossiche. Il contesto influenza sempre le azioni individuali Rogers.
I comportamenti che producono effetti di tensione e razzismo interiorizzato così come
contribuiscono ad innescare l’effetto Lucifero sono:
1) effetto finestre rotte ambienti sporchi, malfamati e dove si avverte il
distacco e l’abbandono delle istituzioni producono nell’individuo avvilimento,
perdita di rispetto verso se stessi o la ricerca di un capro espiatorio su cui
scaricare la tensione
2) effetto bystander i testimoni di una tragedia o di un emergenza rimangono
impassibili e non prendono iniziativa. Questo atteggiamento, a causa di una
diffusione della resposabilità, genera nelle persone la convinzione che qualcun
altro presterà soccorso e a “lavarsi le mani”.
3) Polarizzazione forte dei gruppi può dare luogo a manifestazioni violente o
blande. È importante sottolineare che l’irrigidimento eccessivo delle identità
porta alla deumanizzazione dell’altro o alla deindividualizzazione.
4) Deindividualizzazione le persone sono trattate come numero o categoria. Le
caratteristiche individuali vengono meno e il soggetto, trovandosi in una
condizione di anonimato, perde gradualmente consapevolezza di se e può dare
sfogo a comportamenti autolesionistici o terroristici.
5) Deumanizzazione processo cognitivo che conduce a percepire come “non
persone” gli appartenenti ad un gruppo altro. La deumanizzazione è favorita
dall’etichettamento diffuse da rappresentazioni stereotipate diffuse da media,
autorità e comune sentire.
Perché ci sono così tanti detenuti stranieri in Italia?
Se gli stranieri sono appena il 7% della popolazione totale italiana, i detenuti sono il
36% di quella carceraria. Perché gli stranieri nelle patrie galere sono così numerosi?
Numerosi fattori concorrono nel dare risposta al quesito tra cui:
- Influenza del contesto sullo straniero
- Razzismo istituzionale e pregiudizio.