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USCITE  

IMPEGNO   LIQUIDAZIONE   ORDINAMENTO   CASSA  

  Due   fasi   di   competenza,   la   prima   in   cui   sorge   il  

diritto,  la  seconda  in  cui  si  consolida.  

Fasi  di  competenza   Fase  documentale   Fase  di  cassa  

L’impegno è la fase giuridica nella quale attraverso un determinato atto nasce un’obbligazione

giuridicamente perfezionata individuando il soggetto e le somme impegnate. Questa ha una valenza

contabile perché rappresenta un vincolo sullo stanziamento di bilancio. Cioè se ad esempio sono

stati stanziati €10.000 per acquisto di beni e se ne vogliono spendere €2.000 per l’acquisto di carta,

su quei 2.000 è creato un vincolo, cioè non sono più disponibili per altri utilizzi. E’ richiesto al fine

di verificare la presenza dei fondi per poter prendere un ulteriore impegno un visto di copertura.

L’impegno sorge per forza amministrativa, di legge, di contratto o per sentenza (ad esempio persa

dall’ente chiamato in causa da un soggetto che s’è ferito in una buca nell’asfalto per strada).

ANDREA  SESTINO,  UNIBA  –  ECON.  AMM.NE  AZIENDE    

Avvenuta la fornitura sulla base di un opportuno controllo sul ricevuto e sulla documentazione (es.

conformità delle fatture a quanto richiesto) il dirigente provvede a liquidare l’impegno nel limite

dello stesso.

L’ordinazione è invece la fase cartolare con la quale l’ente dà l’ordine al proprio tesoriere di pagare

al suo creditore la somma in questione. Il documento su cui è attestato è il mandato di pagamento

reso disponibile in duplice copia per tesoriere e creditore.

Con il pagamento il tesoriere provvedere alla materiale estinzione del debito, con consegna delle

somme di denaro previste (=esborso).

Vincoli di Gestione

Mentre per le entrate non esistono vincolo quantitativi, nelle uscite per salvaguardare il bilancio e per

non spendere più di quanto previsto, sono disposti dei vincoli.

STANZIAM. COMPET. IN USCITA IMPEGNI (controll. Dirigente)

PREVIS. CASSA IN USCITA PAGAMENTO (controll. Tesoriere)

Segue che la liquidazione avviene nei limiti delle somme impegnate e pertanto:

IMPEGNO PAGAMENTO

Nei casi di revisione prezzi (cioè situazioni nel caso in cui per varie ragioni economiche cambiano i

prezzi delle merci pattuite e acquistate durante la fornitura), comunque non potrà essere liquidato più

di quanto previsto. Al massimo è creato un nuovo impegno per revisione prezzi, sempre nel limite

dello stanziamento. Ma se gli stanziamenti non sono sufficienti?

Strumenti di flessibilità

Gli strumenti di flessibilità di bilancio sono:

- variazioni in senso proprio (o stretto)

- storno

- fondo di riserva

Avendo a che fare con previsioni, è possibile un diverso verificarsi dell’evento rispetto a quanto

previsto. Sono individuabili strumenti di flessibilità del bilancio che durante l’anno possono

modificare stanziamenti e previsioni, con operazioni possibili dall’organo (volitivo) che ha fatto

proprio quelle previsioni (es. Parlamento, etc).

Mentre nelle entrate non c’era nessun problema nel verificarsi di maggiore entrate rispetto al previsto

non può dirsi la stessa cosa per le uscite. Se anziché acquistare 1.000 euro, dovrò acquistare 1.200

come potrò faro comunque salvaguardando i vincoli di bilancio.

ANDREA  SESTINO,  UNIBA  –  ECON.  AMM.NE  AZIENDE    

ENTRATE STANZIAMENTI DI COMPET- PREVISIONI DI CASSA

A 100 95

B 30 25

C 70 65

Totale 200 185

USCITE STANZIAMENTI DI COMPET. PREVISIONI DI CASSA

Man.strade 80* 70

Y 40 30

Z 80 70

Totale 200 170

Nell’esempio notiamo che tutti i vincoli sono rispettati: gli stanziamenti di competenza in entrata

sono uguali a quelli in uscita (vincolo verticale di competenza), le previsioni di cassa di entrata sono

maggiori o uguali alle previsioni di cassa in uscita (vincolo verticale di cassa) e per ogni voce, lo

stanziamento di competenza è maggiore alla previsione di cassa (vincolo orizzontale).

Si supponga che la voce X = 80, sia riferita alla manutenzione stradale e che si sia verificata

un’alluvione, e pertanto si necessiti almeno di 100 per poter riparare le strade. Non posso impegnare

100 altrimenti violerei il vincolo di gestione.

Aumentando a 100 il totale non sarebbe più 200, ed infatti da 200 passerebbe a 220 violando anche il

vincolo verticale.

Allora sarà necessario recuperare maggiori entrate (= variazioni in senso stretto) quando

l’incremento delle spese allora è coperto dall’incremento delle entrate, oppure si fa necessario ridurre

altre spese (ad esempio riduco Z a 60 aumentando X a 100) con l’operazione di storno. È

ovviamente possibile anche una soluzione ‘mista’ mediata tra le due. Nel primo caso il bilancio si

gonfia aumentando, nel secondo caso la dimensione resta quella perché s’è variata solo la

composizione delle voci.

Ma se le esigenze di spesa verificatesi sono magari più piccole ed irrisorie, è possibile usare tra le

voci delle uscite una voce non destinata che chiameremo Fondo di riserva.

Il fondo di riserva, è uno stanziamento non destinato, cioè di cui non è stato previsto l’uso, ma sarà

impiegato se si verificherà l’eventualità di maggiori spese.

ANDREA  SESTINO,  UNIBA  –  ECON.  AMM.NE  AZIENDE    

ENTRATE STANZIAMENTI DI COMPET- PREVISIONI DI CASSA

A 100 …

B 30 …

C 70 …

Totale 200 …

USCITE STANZIAMENTI DI COMPET. PREVISIONI DI CASSA

X 80 …

Y 50 …

Z 76 …

Fondo di riserva 4 …

Totale 200 …

Prevedendo come nel nuovo esempio il Fondo di riserva, se nel caso in cui Y dovesse essere

aumentato a 52 potrei attingere stornando il fondo di riserva di due modificando le voci come segue:

Y 52 Fondo di riserva 2

L’impegno non sarà fatto sul fondo di riserva ma sul capitolo Y aumentato.

Il fondo di riserva non può superare un certo limite dimensionale (variante dall 1% al 3% della

spesa totale), proprio data la sua natura d’affrontare emergenze e per non ‘sottrarre’ competenze

all’organo volitivo.

Tutte le variazioni e storni sono effettuabili entro il 30 Novembre di ciascun anno e devono esser

fatte per poter mantenere gli equilibri che controlleremo durante l’anno, ed in particolar modo in

modo pre-consuntivo il 30 Settembre.

ANDREA  SESTINO,  UNIBA  –  ECON.  AMM.NE  AZIENDE    

Rendiconto delle Entrate anno 1

Residui finali. I residui finali, sono crediti che l’ente ha al 31/12 di ogni anno. Sono in particolare

residui attivi, quando al 31/12 esistono somme accertate ma non riscosse. Essendo infatti il residuo

un credito, la riscossione è la fase che trasforma il credito in cassa.

Residuo finale = Accertamenti – Riscossioni [Colonna 8 – Colonna 9]

Al 31/12 confrontiamo poi le effettive risorse accertate con le previsioni. Gli stanziamenti sono

somme che prevediamo di accertare. Dal confronto delle somme delle somme che prevedevo

d’accertare e quelle accertate emergerà che:

(1) Se gli accertamenti effettivi [8] sono maggiori degli stanziamenti previsti finali [4] avrò una

differenza positiva, in quanto sono affluite più risorse di quanto previste. Sono dette economie di

entrata.

(2) Se gli accertamenti effettivi [9] sono inferiori degli stanziamenti previsti finali [4] avrò una

differenza negativa, in quanto sono affluite meno risorse di quante ne sono state previste. Siamo nel

caso delle diseconomie di entrata.

ANDREA  SESTINO,  UNIBA  –  ECON.  AMM.NE  AZIENDE    

Rendiconto delle Spese anno 1

Qualora gli impegni sono inferiori agli stanziamenti competenza finali, ho avuto meno spese pertanto

s’è realizzata una economia di spesa.

Dato il vincolo di gestione, cioè dato il fatto che non si possono avere impegni superiori agli

stanziamenti previsti, le diseconomie di spesa sono impossibili e non possono verificarsi.

DETERMINAZIONE DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE

Sono normalmente individuate due Gestioni, una di competenza ed una di cassa da cui avremo

risultati sulla Gestione in generale. Dal risultato della gestione di cassa otterremo che:

Riscossioni -

Pagamenti =

Fondo Cassa Finale

Questo evidenzia il risultato delle sole operazioni che hanno raggiunto la cassa. E’ rimasto fuori dal

calcolo tutto l’insieme di operazioni accertate ma non riscosse ed ancora quelle impegnate e non

pagate.

ANDREA  SESTINO,  UNIBA  –  ECON.  AMM.NE  AZIENDE    

Determiniamo allora il risultato di amministrazione secondo tre metodi differenti.

Mentre il fondo cassa finale è un valore sempre positivo, il risultato di amministrazione può

essere un valore positivo – avanzo di amministrazione – piuttosto che valore negativo – disavanzo

di amministrazione.

1° METODO

+ Riscossioni

- Pagamenti =

Fondo cassa finale

+ Accertamenti non ricossi (Residui attivi)

- Impegnati ma non pagati (Residui passivi)=

Risultato di amministrazione

Dal primo metodo, possiamo distinguere il Risultato di amministrazione nelle sue componenti più

elementari. Pur avendo un buon risultato, ovviamente dove la casa è bassa ma sono alti i residui tanto

attivi tanto passivi

Gli alti residui attivi (= crediti) devono essere verificati, occorre cioè vedere se hanno ancora

ragione d’essere perché cosi finirebbero in effetti solo per gonfiare il risultato se quegli stessi crediti

(magari molto vecchi ed obsoleti) hanno ormai poche possibilità d’essere riscossi.

Parimenti è necessaria un’analisi che i residui passivi non siano sottodimensionati, ovvero che non

siano state formalizzate obbligazioni giuridicamente perfezionate e cioè che non vi sia stata fatta per

alcuni debiti, la fase d’impegno.

2° METODO

± Economie di competenza

± Diseconomie di competenza =

Risultato di amministrazione

Dal secondo metodo individuiamo quante più risorse sono entrate e quante più risorse sono uscite

rispetto alle previsioni. È possibile in questo modo capire il deficit che si crea quando a parità di

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
16 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andreasestino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle amministrazioni pubbliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Nisio Antonio.