Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 45
Ragioneria Pag. 1 Ragioneria Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ragioneria Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ragioneria Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ragioneria Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ragioneria Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ragioneria Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ragioneria Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ragioneria Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ragioneria Pag. 41
1 su 45
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE

Al momento della chiusura del Bilancio d’esercizio, è necessario classificare le voci di bilancio, e

cioè raggruppare i conti rimasti aperti in gruppi e sottogruppi omogenei e iscriverli nei documenti di

riepilogo (CE e SP). E' possibile prevedere diverse configurazioni (forme e strutture) dei prospetti

di conto economico e di stato patrimoniale. Il legislatore indica le “forme” e le “strutture” dello S.P.

e del C.E. negli artt. 2423-ter, 2424 e 2425 del Codice Civile.

La forma dello Stato Patrimoniale civilistico è quella di un prospetto a sezioni divise e contrapposte

dove le voci sono classificate secondo un criterio misto che tiene conto della natura delle poste

attive e passive e della loro destinazione rispetto all'attività ordinaria e solo in via subordinata, del

grado di liquidità degli investimenti e del grado di esigibilità delle fonti di finanziamento (criterio

finanziario). Per l’utilizzatore “esterno” del bilancio d’esercizio è abbastanza agevole procedere ad

una riclassificazione del bilancio secondo il criterio finanziario. Infatti, dalla lettura dello Stato

Patrimoniale e della Nota Integrativa è possibile ottenere informazioni sulla grado di liquidità e di

esigibilità delle voci attive e passive di bilancio. In base al criterio finanziario attività e passività

sono classificate in due grandi classi: correnti(“entro l’esercizio”) e non correnti (oltre l’esercizio,

dette anche Immobilizzazioni, per le attività, e consolidate, per le passività).

Possiamo valutare la correlazione esistente tra i tempi di liquidabilità degli impieghi e i tempi di

esigibilità delle fonti di finanziamento. Ciò risulta possibile mediante un’analisi per indici (e

margini) della struttura patrimoniale e finanziaria dell’impresa.

Questa analisi è finalizzata a valutare l’equilibrio finanziario dell’impresa ed è di tipo statico che

mira a fornire informazioni sulla capacità dell’impresa di coprire in modo adeguato(sotto i profili

temporale e della capienza) gli investimenti in essere. In sostanza, la struttura finanziaria deve poter

sostenere in modo adeguato e conveniente (dal punto di vista economico) la struttura dell’attivo

patrimoniale. In linea generale, ciò si realizza se: le attività immobilizzate sono coperte da fonti di

finanziamento di natura permanenti (PN) e da debiti di medio-lungo termine (struttura primaria); le

attività correnti sono coperte da passività di breve termine (struttura secondaria); il costo delle fonti

di finanziamento non è superiore alla redditività degli investimenti.

L’analisi della struttura patrimoniale e finanziaria si effettua mediante il calcolo dei seguenti indici

(o margini):

-indici di composizione

-indici di struttura

-indici di liquidità

-indici di indebitamento

I primi sono espressi in termini percentuali e derivano dal rapporto tra le diverse classi di

attivo/passivo e il totale degli impieghi/fonti. I principali indici di composizione sono i seguenti:

I secondi sono espressi in termini percentuali (indici) o in valore assoluto (margini) e derivano dal

rapporto (o differenza) tra le immobilizzazioni e il totale delle fonti «permanenti». I principali indici

e margini sono i seguenti:

Alcuni indici e margini di struttura sono i seguenti:

Gli indici di indebitamento sono espressi in termini percentuali e derivano dal rapporto tra le

diverse classi di passivo e il patrimonio netto. I principali indici di indebitamento sono i seguenti:

LA RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO

In relazione alle esigenze informative dell’utilizzatore del bilancio è possibile prevedere diverse

configurazioni (forme e strutture) del conto economico. La “forma” e la “struttura” del conto

economico sono indicate dagli artt. 2423-ter e 2425 del codice civile. Il conto economico civilistico

ha una forma “scalare” (cioè per aree e per ognuna delle quali sono rappresentati relativi ricavi,

costi e la differenza finale), così da mette in evidenza i risultati economici intermedi e i risultati

delle diverse aree della gestione. Il conto economico civilistico è a “Valori e costi della

produzione” ed è basato sulla distinzione tra gestione ordinaria e straordinaria. Il valore e i costi

della produzione comprendono non solo i proventi e i costi operativi ma anche proventi e costi di

diversa provenienza. Quindi la differenza tra valori e costi della produzione non esprime il

“risultato operativo”. Nella parte relativa ai costi della produzione, i costi sono classificati secondo

la loro natura, in base, cioè, alla loro origine. Nel Conto Economico non compaiono le “rimanenze

finali” e le “rimanenze iniziali”, ma la loro variazione; a tal proposito, nell’aggregato riguardante il

valore della produzione è inclusa la variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione,

di semilavorati e di prodotti finiti; mentre nell’aggregato riguardante i costi viene indicata la

variazione dei beni che si trovano nello stesso stato in cui sono stati acquistati, ossia materie prime e

sussidiarie, beni di consumo e merci. . L’aggregato che riguarda le “rettifiche di valore di attività

finanziarie” si riferisce, invece, alle svalutazione e ai successivi eventuali ripristini di valore di

partecipazioni, titoli, attività finanziarie, ecc.. Il conto economico presenta alcuni limiti informativi,

infatti non vengono né individuati i risultati delle diverse aree in cui può essere suddivisa la

gestione aziendale; non vengono neanche evidenziati alcuni importanti aggregati intermedi utili ai

fini della comprensione delle dinamiche produttive dell’azienda. La riclassificazione del conto

economico secondo un criterio “funzionale” permette, in parte, di superare i suddetti limiti. Secondo

tale criterio le aree gestionali che concorrono alla formazione del risultato di periodo sono:

IMMAGINE SLIDE 22

A seconda dei risultati intermedi che vengono evidenziati nell’area caratteristica, possiamo ottenere

due differenti riclassificazioni del conto economico: conto economico “a valore aggiunto” e conto

economico “a margine di contribuzione” (o “costo del venduto”). Il valore aggiunto ha per

oggetto l’acquisto da terzi di beni e servizi, esso si ottiene dalla differenza tra il valore della

produzione e il conto dei beni e dei servizi stessi. Questo valore aggiunto servirà a coprire altri costi

aziendali, quali: i lavoratori, le strutture, i finanziatori, lo Stato, i soci. Il conto economico a valore

aggiunto si costruisce come illustra la seguente tabella: SLIDE 23

Valore della produzione:

• - acquisti di materie prime, sussidiarie di consumo e merci

• +/- variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci

• - costi per i servizi

• - costi per beni terzi

• - altro oneri di gestione

Valore aggiunto:

• - costi del personale

Margine operativo lordo:

• - ammortamenti e svalutazioni di immobilizzazioni

• - svalutazione crediti

• - accantonamento per rischi

• - altri accantonamenti

Margine operativo netto:

• +/- risultato economico della gestione finanziaria

• +/- risultato economico della gestione accessoria

Risultato economico della gestione ordinaria:

• +/- risultato economico della gestione straordinaria

Risultato economico al lordo delle imposte:

• - imposte di esercizio

Reddito d’esercizio

Il costo del venduto si ottiene dalla somma di tutti i costi industriali di produzione e richiede la

conoscenza della suddivisione dei costi per area aziendale di competenza (ovvero amministrativi,

industriali, commerciali, finanziari, accessori, straordinari). Il conto economico a costo del venduto

ha la forma illustrata nella seguente tabella:

Ricavi netti:

• - costo del venduto

Margine lordo industriale:

• - costi di amministrazione

• - costi di distribuzione

• +/- altri ricavi tipici

Reddito operativo:

• +/- risultato economico della gestione finanziari

• +/- risultato economico della gestione accessoria

Risultato economico della gestione ordinaria:

• - risultato economico della gestione straordinaria

Risultato economico al lordo delle imposte:

• - imposte d’esercizio

Reddito d’esercizio ANALISI DELLA REDDITIVITA’: IL ROI

Uno degli indici di redditività più utilizzati nell’analisi di bilancio è il Return On Investment (ROI).

Esso indica la redditività del capitale investito ed è quindi il rapporto tra il reddito operativo

generato, nel corso di un periodo, e il capitale investito nell’attività operativa riferibile allo stesso

periodo di tempo. In formule avremo: ROI=RO/I dove RO è il reddito generato dalla gestione

operativa e I è il valore medio degli investimenti. Il ROI indica la capacità del management di

ottenere redditi operativi dalla gestione degli investimenti operativi, senza tener conto delle gestioni

accessoria, finanziaria e straordinaria. Il ROI è un parametro utile a valutare l’efficacia dell’azione

del management. L'analisi del ROI può essere ulteriormente approfondita scomponendo l'indice nei

seguenti fattori:

dove il ROS è il return on sales, mentre il ROT (o Capital Turnover) è il tasso di rotazione del

capitale. Tale scomposizione del ROI nelle sue determinanti fondamentali, consente di valutare

se le variazioni di tale indice sono dovute ad una modificazione del tasso di redditività sul

venduto (ROS) o se si è modificato il tasso di rotazione del capitale investito (ROT). Il ROS è

un indice di redditività che indica quanta parte del fatturato diviene reddito operativo. Il Capital

Turnover, invece, indica quante volte in un periodo di tempo il capitale investito si è

“trasformato” in disponibilità finanziarie. IL ROE

Il Return On Equity (ROE) può essere in prima approssimazione calcolato come rapporto tra il

reddito netto prodotto (RN) e la consistenza del patrimonio netto (PN) alla fine dell’esercizio:

ROE=RN/PN. Il ROE è molto importane in quanto indica il rendimento del capitale investito

dagli azionisti. Per poter dire se un dato valore di ROE è buono o cattivo bisogna metterlo a

confronto con il rendimento di investimenti alternativi (BOT, CCT, depositi bancari, ecc.), cioè

valutare il costo opportunità dell'investimento nell'azienda in questione. La differenza fra gli

investimenti alternativi "sicuri" (BOT, CCT, ecc.) e il valore del ROE viene definita "premio a

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
45 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Danielpass di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Moscarini Flaviano.