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Passività e flussi patrimoniali

Le passività possono essere classificate come lordi o semilordi di segno negativo, mentre quelli netti di segno positivo prendono il nome di parti ideali del netto. I netti di segno negativo sono chiamati deficit.

Il fondo netto rappresenta la ricchezza patrimoniale netta dell'azienda e l'idea di semilordo deriva dal fatto che i fondi lordi hanno subito delle rettifiche. Non tutte le variazioni di fondo possono essere considerate flussi.

La variazione del fondo netto (ΔFN) è diversa dalla variazione dei flussi (ΔFl), in quanto le modificazioni indirette riguardano i fondi intermedi, mentre le modificazioni dirette riguardano i flussi. Le modificazioni dirette sono di tipo extra-gestione, mentre solo le modificazioni indirette considerano i flussi. I flussi sono principalmente modificazioni dei fondi netti.

I flussi patrimoniali possono essere indagati come:

  1. Variazioni del lordo
  2. Variazioni del netto

Una prima grande categoria di flussi patrimoniali riguarda le attività e le passività. I flussi possono essere lordi o netti e possono essere distinti in:

  • Consumo
  • (soddisfacimento di un bisogno)

    produzione (attività di produzione di reddito). Vediamo che i flussi di produzione che si distinguono in:

    • lordi positivi che prendono il nome di RICAVI;
    • lordi negativi che prendono il nome di COSTI;
    • netti positivi che prendono il nome di UTILE o PROFITTO (il profitto sembrerebbe essere la remunerazione del fattore produttivo "coordinamento aziendale");
    • netti negativi che prendono il nome di PERDITE.

    Mentre i flussi di consumo si distinguono in:

    • lordi positivi sono i TRASFERIMENTI ATTIVI (tributi, contributi e lavoro volontario) e lordi negativi sono i TRASFERIMENTI PASSIVI (Borse di studio), CONSUMI DI EROGAZIONE.
    • netti positivi sono gli AVANZI, mentre i netti negativi sono i DISAVANZI.

    Una precisazione, non è corretto dire che lo Stato è in perdita, ma è in disavanzo.

    FLUSSI TOTALI NETTI risultati o margini

    FLUSSI TOTALI LORDI proventi od oneri.

    LEZIONE "B di E" DEL 06/04/2005 -

    COSTAAnnotazione lezione precedente:
    Definiamo, tre risultati particolarmente importanti, nelle imprese.
     Il valore netto della produzione: fondamentalmente è, il valore della produzione o il valore dei fattori trasformati al netto di alcune rettifiche, così pensiamo ai ribassi, agli abbuoni, sconti e cose di questo genere. Di fatto, quando abbiamo parlato, di classificazione dei fattori non abbiamo posto una relazione perché porre una relazione significa introdurre già una sintattica mentre quello, di cui ci stiamo occupando, è una semantica, ma che è fondamentale, cioè che :“trasformatori”I fattori in termini di valore +“trasformandi”I fattori , grossomodo, =equivalgono al “valore dei fattori trasformati”.Questo lo possiamo, certamente, capire in maniera intuitiva.I fattori trasformandi, sono quelli che sono compresi, ovvero quei beni e servizi che sopra la terza economia più la remunerazione diquei fattori.. Terra, Capitale, Lavoro, che servono per trasformare questi beni e servizi, che si acquistano da terze economie, non possono che essere di quello che un'impresa vende, una non impresa, uguali, al valore dei fattori trasformati, cioè evidentemente cede, gratuitamente, o quant'altro. Allora, quindi, il valore netto della produzione, grossomodo, equivale al valore dei fattori trasformati. Il valore aggiunto: il valore aggiunto può essere definito in due modi, o come il valore dei netto, di quelli che in letteratura si chiamano, i "costi che è il fattori trasformati esterni" valore dei fattori trasformandi cioè tutto quello che è acquistato da terze economie, o, come vediamo è la stessa cosa, il valore dei fattori trasformatori cioè la somma delle l'interesse remunerazioni dei fattori trasformatori, salario per il lavoro, o il dividendo per i capitali, il profitto o qualunque risultato residuale per ilfattore Coordinamento aziendale, le imposte per il fattore ambiente di cui è astrattamente titolare la P.A.  Il reddito: costituisce un aggregato, ancora più piccolo del valore aggiunto, in quanto, è la remunerazione non di tutti i fattori trasformatori, ma di un fattore trasformatore specifico qual è "il capitale" e neanche tutto il capitale ma solo il "capitale quindi tolto di rischio" quel capitale che viene preso a prestito da terze economie, quindi il reddito rappresenta un "risultato reddituale", fra gli altri, e il senso di questa cosa era che "non si deve ritenere che l'unico risultato sia il reddito" i risultati sono tanti, ci sono correnti di "letteratura aziendalistica" che mettono l'accento sul reddito perché hanno un'ottica più capitalistica, e correnti di letteratura che sono più attenti sul valore aggiunto perché rappresenta la remunerazione ditutti i fattori della produzione.

    MISURAZIONI E VALUTAZIONI

    Quando parliamo di "semantica" si tratta, in generale, del rapporto tra gli oggetti e i segni.

    Questi segni, alla fin fine, in estrema sintesi, possono essere segni che:

    • Indicano Quantità
    • Segni che indicano Qualità

    Quindi, se vogliamo dirla in maniera informale o colloquiale, potremmo dire "Numeri" o "Parole", alternativamente, entrambe sono relative a sistemi e di entrambi, se ne deve occupare, la Ragioneria.

    In ordine, di progressiva complessità, troviamo:

    1. Prima le "Quantità Misurabili"
    2. Dopo le "Quantità Valutabili"
    3. E infine le "Qualità" dette descrivibili

    È chiaro che le qualità devono essere descrivibili, mentre misurabili e valutabili, serve a distinguere due grandi complessità di questa rappresentazione semiotica degli accadimenti aziendali.

    Diciamo, in ordine di progressiva complessità,

    perché è chiaro che quando ho degli oggetti molto semplici Io li misuro, li misuro con un'unità di misura appropriata. Queste grandezze sono "omogenee" tra di loro. Se sto misurando, in un'azienda (di un alto forno ad esempio) che produce tonnellate di benzina, o qualsiasi altro prodotto fisico - tecnico, Io lo posso misurare con una unità di misura delle scienze fisiche (tonnellate, kilowattori, ecc). Quando si passa al problema della "valutazione" si ha, per così dire, "un perché salto qualitativo", ho "grandezze, fra di loro, ed ho bisogno di un'unità di misura che me Io questa volta eterogenee le renda omogenee; quindi di un metro che mi renda omogenee tra di loro cose che, naturalmente, sono disomogenee..; non a caso di queste cose se ne occupano pure gli ingegneri, i fisici..; quando si passa dalle misurazioni alle valutazioni diventa un campo, esclusivamente, nostro. Evidentemente.questo metro comune, che mi consente di ridurre "tutto" ad un valore omogeneo è: più propriamente, cioè quell'indicatore di valore. La moneta: la moneta-segno, È chiaro che questa "omogeinizzazione forzata" porta, con sé, delle incertezze e dei gradi di soggettività, enormemente, più alti di quanto non avvenisse con le semplici "misurazioni", non perché, le misurazioni siano "oggettive", così se io parlo con un ingegnere o con un fisico, si è vero che questa "oggettività abbastanza sofisticato, dice che la misurazione perfetta non esiste, perfetta" non c'è, tuttavia dal nostro punto di vista, si tratta di "una che, in relativa oggettività" quanto tale, non pone particolari problemi, anche, la misurazione dei tempi dipende se l'orologio funziona bene o cose di questo genere. Nella valutazione l'incertezza è,per così dire, invece “connaturata” , anzi, chi ci dicesse che, esiste un valore “vero” e “reale” che fa parte di una certa tradizione “ragionieristica” , ci da un’informazione, fondamentalmente, errata; Non esiste “un valore vero delle cose, delle risorse” esiste un processo di valutazione, che come dice la stessa parola, è un giudizio di valore e quindi, in quanto, tale “Soggettivo”, ma soggettivo non vuol dire “completamente arbitrario” , evidentemente, vuol dire che è un giudizio largamente influenzato dai punti di vista, dalle finalità, dai metodi di rilevazioni e quant’altro. E quindi, questo, quello del campo delle quantità valutabili, è, non solo, il campo tradizionale della Ragioneria, noi ci siamo sempre situati a questo livello intermedio di complessità, ma costituisce diciamo, la “fede naturale” nella quale pone i problemi di

    Stima e di Congettura: anche,

    Stima: quando, questa soggettività, in qualche modo, è verificabile a posteriori. Congettura quando, invece, questa possibilità di verifica, assolutamente non c'è; l'esempio classico di Stima: "Una impresa o una società, in liquidazione, ha la figura del liquidatore, il liquidatore redige una cosa strana che si chiama "Bilancio di liquidazione", in cui, le attività sono valutate al "valore cioè questo è l'esempio più classico di Stima, di presunto realizzo", io trovo un magazzino di un'azienda che sta chiudendo i battenti, presumo che questo magazzino deve essere venduto ad un "Tot" e valuto questo magazzino a questo "Tot", ci sarà un momento in cui il liquidatore vende, effettivamente, le merci depositate in magazzino e poi là si vedrà tutto. L'esempio più classico relativo

    alle Congetture, è quello del così detto ammortamento, se volessi determinare quanto l'acquisto di un macchinario ha contribuito al "Reddito e sedi esercizio", questo macchinario viene usato su molti esercizi non c'è niente da fare, sarebbe corretto attribuire quel blocco ad un esercizio della durata pari alla durata dell'impianto, ciò non è possibile, perché conoscitive particolari, non consente di avere "esercizi parziali così lunghi", la legge o altre finalità siamo costretti, soprattutto nel campo dell'impresa ma un po' dappertutto, a redigere dei documenti che sono relativi agli esercizi parziali annuali, quindi, siamo costretti a dividere ciò che, per natura, è unito, quindi, a congetturare, ecco la Congettura, che è una parte di questo macchinario si consumi quest'anno un'
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A.A. 2012-2013
57 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeriadeltreste di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Costa Massimo.