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DELLA FEDE INTESO IN MANIERE DIVERSE

Con Lutero i sacramenti sono decisamente negati. Soltanto uno viene salvato: quello del perdono dei peccati che si

esplica sotto tre segni: il battesimo, la cresima e l'eucaristia.

In Lutero (m.1546) il battesimo era strettamente legato alla fede, necessaria per infondergli validità: "Senza la fede

l'acqua battesimale non serve a niente".

La fede era, inoltre, il modo giusto di vivere il battesimo.

Per Zwingli (m.1531) il battesimo acquista il semplice valore di un distintivo, che dice soltanto l'impegno del credente;

mentre per Calvino (m.1564) è un segno con cui manifestiamo pubblicamente la nostra fede.

Il Concilio di Trento (1545­1563) si riaggancia alla teologia della Scolastica e la collega alla dottrina del peccato

originale e della giustificazione. Il tutto viene sintetizzato su quattro livelli: Cristologico: è necessario Cristo per la

salvezza dell'uomo; Ecclesiologico­sacramentale: la salvezza e affidata alla chiesa a cui si accede per mezzo del

battesimo; Antropologico: tutti gli uomini hanno peccato in Adamo e sono posti fuori dalla vita di Dio; Eziologico: la colpa

originale è stata commessa dai nostri progenitori e da allora il male e la morte si è diffusa in tutto il mondo.

Si introduce, infine, il "votum baptismi", cioè il battesimo di desiderio, applicabile a quei credenti che, non per loro colpa,

pur desiderandolo, non riescono a ricevere il battesimo.

Le recenti riforme circa il battesimo sono scaturite a seguito del Vaticano II (1962­1965) e riguardano prevalentemente il

battesimo dei bambini o "pedobattesimo". 11

La questione fu introdotta dal teologo riformato (m. 1968) il quale evidenzia nel battesimo la sua natura

K. Barth

"cognitiva", propria della dottrina calvinista: il battesimo è un segno per mezzo del quale noi testimoniamo la nostra fede

e questo richiede da parte del battezzando una comprensione e un'accettazione . Per questo il battesimo dato ai

bambini per Barth snatura il proprium del battesimo, riducendolo ad un semplice rito.

Di posizione esattamente opposta è il teologo luterano che vede proprio nel battesimo dei

Edmund Schlink

bambini una nuova creazione operata per "sola gratia". In altri termini, proprio nel battesimo dei bambini appare chiaro

come Dio accolga nel suo Regno l'uomo indipendentemente dalla sua collaborazione.

Da invece, agganciandosi alla prassi della Chiesa antica, si sottolinea l'aspetto di iniziazione della

parte cattolica,

vita cristiana operata dal battesimo. Questo concetto di fondo ha portato la Chiesa a stabilire due riti di battesimo: l'uno

proprio degli adulti, preceduto da un periodo di catecumenato finalizzato ad un graduale inserimento del battezzando

nella comunità cristiana, che culmina, per l'appunto, con il battesimo. Nacque così nel 1975 il "Rito dell'iniziazione

cristiana degli adulti".

Quanto al battesimo dei bambini si stabilì che il rito fosse adattato alla loro condizione reale. Per soddisfare a questa

esigenza nacque per la prima volta nella storia della Chiesa il "Rito del battesimo dei bambini" nel 1969, impostato

prevalentemente sul dialogo con i genitori e la loro responsabilizzazione, nel far crescere il bambino nella fede da loro

scelta e in cui il bambino, in virtù del battesimo, è inserito.

Ma quali sono le motivazioni che in qualche modo giustificano il battesimo al bambino?

Per poter rispondere alla questione, bisogna rifarsi alla dinamica stessa del battesimo, che prevede un precedente

a) b) c) d)

cammino di fede scandito dall'annuncio, dall'ascolto, dal battesimo e dalla vita comunitaria.

Se leggiamo attentamente questo cammino di fede, che introduce con il battesimo il credente nella comunità, scopriamo

in esso delle analogie con quello praticato dai bambini. Innanzitutto va premesso che il battesimo è un dono che la

comunità credente fa indistintamente sia all'adulto che al bambino; la fede, poi, dell'adulto è la fede della stessa

comunità credente in cui l'adulto è inserito, e ciò vale anche per il bambino. Ciò premesso, vediamo come le tappe del

cammino di fede che porta l'adulto nella comunità per mezzo del battesimo, siano riscontrabili, anche se non nel

rigoroso ordine di successione, nel bambino. L'annuncio e l'ascolto nel caso del bambino vengono compiuti all'interno

della famiglia e della comunità e assumono, qui, la configurazione di una vera e propria educazione religiosa e cristiana.

Essi vanno a completare il battesimo, che già è stato somministrato e di cui soltanto ora, nell'ambito dell'annuncio­

ascolto, si prende reale coscienza, vivendo, ora, responsabilmente la vita di comunità, in cui già si è inseriti.

Vediamo, dunque, come con il battesimo dei bambini si attui un processo inverso a quello degli adulti. In tale processo,

come del resto per gli adulti, assume un ruolo fondamentale l'annuncio e l'ascolto, che nell'adulto precedono il

battesimo, mentre nel bambino lo seguono, ma in entrambi i casi sono di vitale importanza.

Il problema da porsi, tuttavia, non va posto sulla "liceità" del battesimo ai bambini, quanto piuttosto sulle condizioni

ambientali particolari in cui esso si attua e che sono di un sostanziale paganesimo e di un ateismo pragmatico.

UNA RIFLESSIONE SISTEMATICA

SUL BATTESIMO 12

I : ' G C

L BATTESIMO INIZIAZIONE ALL APPARTENENZA A ESÙ RISTO

D .

E ALLA VITA DI COMUNIONE DEL IO TRINO

La Scrittura stessa ci illustra quali effetti siano prodotti dal battesimo.

Con il battesimo, in quanto accorpati a Cristo e divenuti un'unica cosa con lui, partecipiamo, di conseguenza, anche ai

suoi destini; ci viene donato, poi, lo Spirito con cui veniamo rigenerati alla vita stessa di Dio, che è essenzialmente una

vita trinitaria, in cui circola l'amore che qualifica il vivere cristiano, sicché esso diventa una sorta di sacramentalizzazione

della vita stessa di Dio e una sua testimonianza in mezzo agli uomini; il vivere cristiano diventa, pertanto, un dire la vita

di Dio. Grazie al battesimo, poi, ci sono rimessi i peccati in quanto che in Cristo e per mezzo dello Spirito siamo

purificati e rigenerati alla vita stessa di Dio e in lui ricollocati. Di conseguenza siamo generati ad una vita nuova che ci fa

nuove creature in Cristo per mezzo dello Spirito e da cui scaturisce un nuovo modo di concepire la vita, ora, orientata

definitivamente al Signore. Con il battesimo, poi, tutti i battezzati sono accorpati a Cristo e in lui soltanto riconoscibili;

così qualificati essi costituiscono una nuova comunità messianica che annuncia i tempi nuovi e ne dà testimonianza con

un nuovo stile di vita e un nuovo modo di relazionarsi, al cui interno tutte le differenze etniche, sociali, culturali e

sessuali sono superate o, comunque, perdono di significato, poiché ciò che conta ora è l'essere tutti cristificati, cioè

diventati un'unica realtà in Cristo.

Configurati, pertanto a Cristo, nasce come esigenza primaria di conformare il nostro vivere quotidiano a queste realtà in

cui siamo immersi e rivestiti come di un abito nuovo.

Il battesimo, quindi, è il segno concreto che realizza la nostra accoglienza nella Chiesa e la nostra comunione con lei e

tra di noi; tale comunione, poi, è sacramento della comunione con la vita di Cristo, che ci colloca nella vita trinitaria

stessa e ce ne rende partecipi.

A

SPETTI ECCLESIOLOGICI

Il Vaticano II, nei suoi documenti AG e SC, parla di "riti di iniziazione" ricollegandosi alla teologia battesimale della

Chiesa antica, per la quale il battesimo, la cresima e l'eucaristia facevano parte dell'unico rito di iniziazione e dicevano

l'introduzione del credente nella nuova comunità messianica salvata e configurata a Cristo.

L'iniziazione era un processo di crescita e di maturazione spirituale che comportava l'abbandono del vecchio stile di vita

per assumerne uno nuovo. Grazie ad esso il credente si inseriva gradualmente nella comunità e, nel contempo, la

comunità si avvicinava al credente e lo accoglieva nel proprio seno.

Ma il battesimo, proprio perché inserisce tutti i credenti in Cristo, facendone una nuova realtà e una sola cosa in lui,

apre nuovi spazi ecumenici; per cui tutti i battezzati in Cristo sono in comunione con lui e ogni barriera storica è di fatto

superata. Ognuno in Cristo parla lo stesso linguaggio di fede e di amore. Le divisioni, oltre che essere uno scandalo e

una profanazione del corpo di Cristo, mentono sulla reale condizione dei credenti in Cristo.

L

A QUESTIONE DELLA NECESSITÀ DEL BATTESIMO PER SALVARSI

Quanto è necessario il battesimo per la salvezza? E, similmente, quanto è necessario appartenere alla Chiesa per

accedere alla salvezza?

Si diceva anticamente "Extra Ecclesiam nulla salus". L'espressione, tuttavia, per ben comprenderla, va ricollocata nel

contesto storico in cui è sorta. Essa voleva stigmatizzare l'apostasia dei cristiani che, perseguitati, spesso

abbandonavano la fede. Non era, quindi, un'affermazione assoluta di principio. 13

Se da un lato il battesimo incorpora il credente alla Chiesa e, per mezzo suo, a Cristo, decretandone in tal modo la

salvezza, ciò non significa che il non battezzato non possa in alcun modo accedere alla salvezza, con modo suo proprio

che, comunque, lo configura a Cristo, anche a sua insaputa.

La stessa Parola di Dio ci testimonia la volontà salvifica universale di Dio stesso: "... Dio nostro salvatore, che vuole che

tutti gli uomini siano salvi" (1Tm 2,4). Un principio questo che è stato recepito anche nel nostro Credo: "... per noi

uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo".

Proprio perché la salvezza manifestatasi in Cristo è universale, il suo ambito trascende la Chiesa visibile stessa e si

lascia trovare ovunque l'uomo la cerchi con cuore sincero: "Pietro prese la parola e disse: <<In verità mi sto rendendo

conto che Dio non fa preferenza di persone, ma chiunque lo teme e pratichi la giustizia, a qualunque popolo

appartenga, è a lui accetto>>." (At. 10,34­35).

Un principio questo ormai ampiamente accolto anche nel magistero della Chiesa in cui si afferma che anche " quelli che

non hanno ancora ricevuto il Vangelo, in vari modi sono ordinati al popolo di Dio" (LG 16a); e ancora "Dio non è

neppure lontano dagli altri che cercano il dio ignoto nei fantasmi e negli idoli ... infatti, quelli che senza colpa ignorano

Cristo e la sua Chiesa, e che tuttavia cercano sinceramente Dio ... possono conseguire la salute eterna" (LG 16b).

La salvezza, quindi, non appartiene soltanto all'uomo cristiano, ma alla stessa nozione cristiana dell'uomo.

Ciò che determina la salvezz

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
39 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.io di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Questioni di teologia speculativa e dogmatica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Lombardi Roberto.