Attività per migliorare la conoscenza delle emozioni in allievi di scuola primaria
È fondamentale essere consapevoli delle proprie emozioni e di saperle gestire in relazione al contesto in cui ci si trova e alle esperienze che si stanno vivendo. Come prima cosa introdurrei attraverso la lettura di una breve filastrocca le sei emozioni primarie (gioia, rabbia, dolore, paura, sorpresa e disgusto), spiegando loro che ciascuno di noi ha provato almeno una volta ciascuna emozione.
Dopo aver interpretato la filastrocca anche attraverso il linguaggio del corpo e il tono della voce (i quali aiutano a leggere le emozioni altrui) ci si dispone in cerchio, così da potersi guardare in faccia tutti quanti. L'insegnante dispone al centro del cerchio un dado a 6 facce, ciascuna con un'emozione. I bambini a turno lanciano il dado e devono associare un'esperienza passata nella quale hanno provato quella determinata emozione uscita.
Si realizzano poi i 6 contenitori delle emozioni, ciascuno dei quali riempito con dei bigliettini che riportano ciò che i bambini associano a quella particolare emozione. Sarà interessante discutere su ciò che i bambini provano in determinati momenti e sulle cause delle loro emozioni (cosa li fa arrabbiare, quali sono le loro paure, cosa li rende gioiosi, quando sono sorpresi, cosa suscita disgusto o quali sono i momenti di dolore). In questo modo è favorita anche una conoscenza più approfondita dei compagni, oltre che delle proprie emozioni. Si discuterà poi su come riuscire a controllare le emozioni eccessive che si manifestano attraverso la realizzazione di un cartellone. Ad ogni emozione è associata una faccina espressiva, accompagnata da una didascalia circa le modalità di controllo suggerite da insegnante e bambini, così da poterla avere sempre a disposizione per consultarla. Si potrebbe inoltre decidere di lavorare con delle
immagini: utilizzerei le carte di "Dixit", senza seguire le regole del gioco, e ne estrarrei una alla volta chiedendo a turno ai bambini "Cosa vedi? Che emozione ti suscita? Cosa faresti in questa situazione?". In questo modo si potrà strutturare un dialogo, raccontare storie e provare tantissime emozioni immergendoci nelle immagini. 12. PEER TUTORING: DEFINIZIONE GENERALE E INDIVIDUA UN ESEMPIO DI UTILIZZO DELLA SCUOLA PRIMARIA-DELL'INFANZIA Il peer tutoring è una possibilità per i bambini di aiutarsi a vicenda, il che può aumentare la cooperazione. Implica il coinvolgimento di allievi in funzione di tutor, per favorire l'apprendimento di compagni, i quali assumono il ruolo di tutee. Un'attività di peer-tutoring nella scuola primaria potrebbe riguardare la decodifica del testo. L'insegnante chiederà di leggere un testo in coppia, assegnando al tutee il compito di leggere ad alta voce assieme al tutor.Senteaffiancato; il tutor, invece, acquisirà maggior consapevolezza delle proprie competenze. Rispetto, aiuto, collaborazione, scambio di idee, sono, quindi, tutti obiettivi che intercorrono in questa attività.
QUESITI METODOLOGICI (POTENZIARE LA MEMORIA)
13. SE DOVESSE PROGRAMMARE L'UTILIZZO DELLO MNEMOTEST IN CLASSE, COME ORGANIZZEREBBE LA SITUAZIONE?
Lo MnemoTest è uno strumento di valutazione, volto a valutare il livello mnestico e la competenza metamnemonica del bambino, composto da 12 prove, che descrivono alcune situazioni scolastiche e altre di vita quotidiana che per essere risolte richiedono la messa in campo di strategie di memoria, ciascuna costituita da scheda "Stimolo" e scheda "Domande", descriventi delle situazioni di vita quotidiana che per essere risolte richiedono strategie di memoria. Utilizzerei tale strumento come prova di ingresso, utile a mostrarmi se lo studente si approccia strategicamente nei confronti dei compiti.
mnestici: se sì, si può prevedere un curricolo metacognitivo per potenziare la consapevolezza; se no, si può attuare una valutazione focalizzata sulle strategie, adottando azioni riferite al curricolo dei prerequisiti e a quello strategico. Nell'introdurre il test, in primo luogo mi impegnerei nel far presente ai bambini che in esso non vi sono risposte ritenute giuste o sbagliate nel motivare i modi in cui si è riusciti a ricordare, ma ognuna è valida e necessaria per capire come ognuno usa la propria memoria. Utilizzerei la LIM per proiettare la prima Scheda-Stimolo e, dopo aver consegnato agli allievi un quaderno per rispondere alle domande, chiederei loro di prestare molta attenzione a ciò che viene proiettato. A questo punto il bambino introduce delle azioni a livello di memoria di lavoro per poter mantenere l'informazione. Passati 20 secondi interromperei la proiezione per poi presentare la Scheda-Domanda n. 1 che presenta
una domanda di performance di memoria seguita dalla richiesta di esplicare il "Come hai fatto per ricordare?": le modalità di approccio sono diverse le une dalle altre (associazioni divertenti, strategie semantiche, ecc.). Ripeterei lo stesso per ciascuna prova, ognuna delle quali è strutturata in modo tale da richiedere diverse strategie di approccio. Al momento della valutazione si fa riferimento al parametro della prestazione ("ci sei riuscito? Sei riuscito in parte? O no?") e della competenza metacognitiva ("quale strategia hai utilizzato?"), a cui è possibile attribuire un punteggio da 0 a 2 seguendo il protocollo apposito per un massimo di 24 punti a parametro. Tuttavia, questi sono punteggi grezzi che necessitano di una standardizzazione per renderli dati normativi. A ogni punteggio è correlato un rango percentile che indica la % di soggetti che vanno peggio. Queste prove hanno la caratteristica di rispondere precisamente a
Un modello teorico di riferimento: ossia come funziona la memoria e la metamemoria. Inoltre, hanno la caratteristica di essere standardizzate, quindi sono state provate su un campione selezionato molto ampio (più di 1000 bambini), stratificato su tutto il territorio, stratificato per parametri come età, sesso, stratificazione geografica, scuole in centri urbani ampi o zone periferiche, ecc. Lo MnemoTest rappresenta un contributo che può essere significativo ed interessante perché consente, senza mettere in campo delle azioni particolari in maniera ecologica, di riuscire a valutare alcuni aspetti estremamente significativi: come effettivamente i nostri allievi si comportano nel momento in cui sono sottoposti a processi di memorizzazione e di recupero, fulcro di ogni apprendimento.
14. PRESENTI UN ESEMPIO DI LAVORO RIFERITO AL POTENZIAMENTO DELLE STRATEGIE DI MEMORIA
Il potenziamento delle strategie di memoria fa riferimento alla conoscenza delle strategie, al controllo
delle strategie e ai processi messi in atto e alla riflessione sulle strategie utilizzate ossia, alla riflessione metacognitiva. Per poter potenziare le strategie di memoria si potrebbe, quindi, ricorrere a compiti che richiedono il mantenimento dell'informazione nella memoria a breve termine con aggiornamento e modifica dell'informazione nel tempo. Ad esempio, per potenziare le strategie di codifica spaziale (il bambino crea connessioni tra il materiale da ricordare e la collocazione spaziale, ricordandosi, quindi, di un determinato oggetto che si trova in una certa posizione), inizierei con l'introdurre l'attività spiegando agli alunni che effettivamente ognuno si muove sulla base di quelle che sono le proprie caratteristiche mnestiche e non saranno sottoposti a valutazione. Farò vedere attraverso la LIM un'immagine di una pizza margherita condita con 5 diverse verdure. Dopo aver permesso a tutti di osservare l'immagine, ne mostrerò una
successiva nella quale è stato sottratto un ingrediente, chiedendo loro di individuare di quale si trattasse e di segnarlo sul proprio quaderno. Procederà allo stesso modo con i restanti 4 ingredienti, fino ad
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