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∑R ∑I
H – + ≤ FSO
0 ∑R
3 – + 0 ≤ -2
∑R ≤ -5 è
Per raggiungere l’FSO necessario portare una riduzione di 5 ordini.
Esempio 2 è
Il livello iniziale (H ) del patogeno nel prodotto crudo di 100 ufc/g e la crescita (ΣI) può essere prevenuta. FSO deve essere al
0
massimo 1 ufc /100g
∑R ∑I
H – + ≤ FSO
0
2-∑R +0 ≤ -2
ΣR ≤ -4 è
Per raggiungere l’FSO necessario portare una riduzione di 4 ordini.
Esempio 3 è 3
La popolazione iniziale (H ) del prodotto crudo 10 ufc/g, la lavorazione può determinare un incremento (ΣI) medio di 100 volte
0
5
(10 ufc/g). FSO pari a 1 ufc/100 g.
∑R ∑I
H – + ≤ FSO
0 ∑R
3 – + 2 ≤ -2
∑R ≤ -7 è
Per raggiungere l’FSO necessario operare una riduzione di 7 ordini.
Esempio 4 è
Il livello iniziale (H ) non noto e non c’è contaminazione o crescita (ΣI) sino al momento del consumo (L. Monocytogenes piatto
0
è
pronto), FSO al massimo 100 ufc/g
∑R ∑I
H – + ≤ FSO
0
H – 0 + 0 ≤ 2
0
H ≤ 2
0
Il livello iniziale del patogeno (H ), per raggiungere l’FSO deve essere < 1/g.
0
Criterio microbiologico criterio microbiologico
Il valore di FSO permette di stabilire il che definisce l’accettabilità di
un prodotto , lotto di prodotti alimentari o di un processo, in base all’assenza, presenza o al
numero di m.o. e/o in base alla quantità delle relative tossine/metaboliti, per unità di massa,
volume, area o partita. È quindi lo strumento applicativo idoneo a distinguere tra accettabilità
e non accettabilità. criteri ingiuntivi:
Possiamo distinguere
- obbligatori, ovvero ingiuntivi, in quanto fissati per legge. Il
Standard microbiologici,
mancato rispetto comporta una violazione punibile.
criteri suggeriti:
e
- criteri raccomandati previsti da autorità di controllo o da associazioni di
Linee guida,
categoria o da aziende leader del settore ed indicano i requisiti finali del prodotto quando le
GHP e HACCP sono applicati correttamente.
- capitolati interni e sono dettati da accordi commerciali tra
Specifiche microbiologiche,
acquirenti e produttori.
© Simone Toppi – Vietata la copia, la riproduzione e la vendita senza consenso dell’autore! 11
Qualità e sicurezza alimentare – Mod.1 (Qualità microbiologica) – Prof.ssa Franzetti L.
A livello europeo i criteri sono dettati nel Reg. CE 2073/2005, e contempla i criteri per
numerose tipologie di prodotti divisi per categoria. L’applicazione di un criterio, è parte
integrante di un piano HACCP e delle GHP.
Un criterio microbiologico dovrebbe essere stabilito ed applicato solo se:
- Reale o potenziale pericolo per la salute del consumatore
- Applicazione è possibile sulla base dei sistemi disponibili
Alla base di un criterio microbiologico c’è la scelta del piano di campionamento, distinguendo
due piani:
Piano di campionamento a due classi: utilizzato per lo più per la ricerca di m.o. patogeni
- e pertanto abbastanza restrittivo. Le risposte possono essere: prodotto accettabile o non
accettabile qualora i limiti siano superati. I parametri previsti sono:
- n, unità campionarie da analizzare
- m, valore limite che delinea il confine tra prodotto accettabile e prodotto non accettabile
- c, numero di u.c. massimo che può superare il valore di m.
Piano di campionamento a tre classi: più permissivo perché prevede tre possibili
- risposte: prodotto accettabili, mediamente accettabile, da rifiutare. In questo caso i
SCELTA PIANO DI CAMPIONAMENTO
parametri sono: Scelta del piano di campionamento
- n, unità campionarie da analizzare Il microrganismo può essere misurato da
- m, valore limite inferiore Presenza o assenza Conta o concentrazione
SI
- M, valore limite superiore SI
Piano a due classi Piano a tre classi
- c, u.c. il cui valore può essere compreso
tra m-M E’ possibile accettare la presenza del Scegliere n e c per arrivare alla
La fase più critica e da svolgere con microrganismo nell’alimento ? probabilità desiderata
particolare cura, è quella del NO SI
campionamento. È un’operazione che
permette di selezionare una porzione o C = 0 C > 0
parte di un prodotto in modo tale che sia
possibile ottenere informazioni estrapolabili Scegliere n per arrivare alla Scegliere n e c per arrivare alla
probabilità desiderata
alla totalità del campione. Possiamo probabilità desiderata
effettuare un campionamento in modo casuale (campionamento oppure un
random)
Corso di Laurea in Scienze e tecnologie alimentari 46
Qualità e sicurezza alimentare . Mod. 2 Sicurezza microbiologica FRANZETTI DeFENS
dove è necessario verificare la carica microbica in momenti
campionamento stratificato
diversi per esempio del processo produttivo o a differenti livelli del prodotto.
Normativa alimentare Normativa Cogente Normativa Volontaria.
La normativa alimentare si distingue in e
La normativa cogente, è rappresentata dai Regolamenti Comunitari e dalle normative
nazionali, regionali ecc., il non rispetto comporta sanzioni.
La normativa volontaria è rappresentata da regole e comportamenti riportati in un documento
di riferimento ed è il singolo soggetto interessato che stabilisce di rispettarle; una volta aderito
le regole diventano cogenti.
Si è assistito a una notevole evoluzione della legislazione alimentare
La politica di sicurezza alimentare mira a proteggere la salute e gli interessi dei consumatori,
garantendo allo stesso tempo il regolare funzionamento del mercato interno. L'Unione ha
elaborato Direttive e Regolamenti finalizzati in materia di igiene degli alimenti e dei prodotti
alimentari, salute e benessere degli animali, salute delle piante e prevenzione dei rischi di
contaminazione da sostanze esterne.
La qualità igienico-sanitaria (sicurezza è garantita dalla legislazione e da un
alimentare)
adeguato sistema di controlli.
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Qualità e sicurezza alimentare – Mod.1 (Qualità microbiologica) – Prof.ssa Franzetti L.
Attenzione è stata rivolta anche alla etichettatura dei prodotti che dovrà fornire tutte le
informazioni necessarie al consumatore che dovrà essere in grado di scegliere i prodotti sulla
base delle informazioni riportate.
Alle esigenze di tipicità, tradizione ed abitudine dei consumatori, il legislatore ha risposto con
l’emanazione di Regolamenti Comunitari in materia di prodotti a Denominazione di Origine
Protetta (DOP), Indicazione Geografica Protetta (IGP), Specialità Tradizionale Garantita (STG)
e, con riferimento ai vini, Vini di Qualità Prodotti in Determinate Regioni (in Italia DOC, DOCG
e IGT). Sono stati regolamentati i sistemi di produzione biologica ed integrata, come risposta
alle esigenze di tutela dell’ambiente e di sviluppo sostenibile.
marchi di qualità,
Sono stati creati dei a cui il produttore accede per scelta volontaria, ma
per i quali i criteri normativi di riferimento ed i procedimenti di valutazione della conformità/
certificazione, sono definiti da regole cogenti.
Si distinguono:
Denominazione Origine controllata (DOP): marchio di qualità che serve
• a tutelare il legame imprescindibile che alcuni prodotti alimentari hanno con
il loro territorio produzione. Designa in particolare un prodotto originario di
una regione e di un paese le cui qualità e caratteristiche sono
essenzialmente, o esclusivamente, dovute all'ambiente geografico. Il
fattori naturali, fattori umani
legame riguarda sia sia capaci di attribuire
agli alimenti delle peculiari caratteristiche qualitative. Tutta la produzione, la trasformazione e
l'elaborazione del prodotto devono avvenire nell'area definita. Devono seguire rigide regole
riportate nel disciplinare di produzione, il cui rispetto è garantito da organismi di controllo.
Indicazione Geografica Protetta (IGP): introduce un nuovo livello di tutela
• qualitativa che tiene conto dello sviluppo industriale del settore, dando più
peso alle tecniche di produzione rispetto al vincolo territoriale. Un prodotto
originario di una regione e di un paese le cui qualità, reputazione e
caratteristiche si possono ricondurre all'origine geografica e di cui almeno
una fase della produzione, trasformazione ed elaborazione avvenga nell'area
delimitata.
I riconoscimenti DOP e IGP, costituiscono una valida garanzia per il consumatore e una tutela
per gli stessi produttori, nei confronti di eventuali imitazioni e concorrenza sleale.
Specialità Tradizionale Garantita (STG): Marchio che viene attribuito a
• prodotti agricoli e alimentari per i quali vengono utilizzate le definizioni di
“specifico” e “tradizionale”. Specificità: elemento o insieme di elementi
che permettono di distinguere nettamente un prodotto agricolo o
alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi, appartenenti alla stessa
categoria. Tradizionale: corrisponde all'uso di un prodotto, sul mercato
comunitario, attestato da un periodo di tempo che denoti un passaggio generazionale;
dovrebbe corrispondere circa a quello di una generazione, cioè almeno 25 anni. La
differenza è che i prodotti non devono provenire da una determinata zona, ma per la loro
produzione è necessario rispettare una ben precisa tecnica.
Denominazione d’Origine Controllata (DOC): marchio di origine italiano che viene
• assegnato ai vini di qualità per certificare la particolare zona di origine dell’uva con cui il vino
è prodotto. Contraddistingue vini le cui caratteristiche sono strettamente connesse
all’ambiente naturale ed ai fattori umani, viene rilasciato dopo approfondite analisi chimiche
ed accurati esami organolettici.
Denominazione d’Origine Controllata Garantita (DOCG): ancora più restrittivo. I vini
• DOCG devono sottostare a controlli ancora più rigorosi, devono essere venduti in
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Qualità e sicurezza alimentare – Mod.1 (Qualità microbiologica) – Prof.ssa Franzetti L.
contenitori inferiori a 5 litri e recano un contrassegno che indica lo Stato che attribuisce la
garanzia dell'origine, la qualità e che consente di numerare le bottiglie.
Indicazione Geografica Tipica (IGT): assegnato ai vini di un livello inferiore rispetto ai
• DOC