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Nella prima metà dell’800 vengono scritte due opere teatrali che resteranno due pietre miliari nella
lett. russa: una è il Boris Godunov di Puskin e l’altra è Gore ot uma di Griboedov.
Griboedov è famoso solo per questa opera. Egli era una persone più colte dell’epoca, studiò
all’università di Mosca (filologia classica, estetica, poesia russa, filosofia, storia dell’arte, mitologia
e scienze politiche, per prepararsi alla carriera di diplomatico). Era anche musicista e compositore.
Conosceva inglese, francese e tedesco. Nasce nel 1795 (prima di Puskin) e si arruola come
volontario nella guerra contro Napoleone e torna in Russia solo nel 1816, quando si trasferisce a
San Pietroburgo dove lavoro come funzionario.
Egli si avvicina agli arcaisti. Conosce Turgenev, Puskin. La permanenza a Pietroburgo è breve: nel
1818 viene mandato in Persia: è una punizione per aver partecipato ad un duello a quattro.
Griboedov, tra il primo e secondo duello, fu accusato di volersi tirare indietro e tale accusa
influenzerà Gore ot uma.
Prima di trasferirsi in Persia, G. va a Mosca.
Gore ot uma descrive la società moscovita: Mosca è una città provinciale, chiusa, conservatrice,
che dava importanza all’apparenza. Dopo il soggiorno a Mosca, G. si sposta in Persia e si cimenta
nella sua commedia dal 1822. il testo viene scritto in 2 anni, nel 1824 è completo. La commedia
viene rifiutata dalla censura e nel 1825 usciranno solo singoli brani. Solo nel 1831 sarà pubblicata,
anche se con tagli. La versione integrale si avrà negli anni ’60.
Nel 1825 è di nuovo in Persia. Quando scoppia la rivolta dei decabristi è in Persia, ma dati i suoi
stretti legami con i decabristi, viene chiamato a San Pietroburgo e incarcerato per 5 mesi, sottoposto
ad indagine. Dopo essere stato scarcerato, torna a Teeran. Sarà ucciso durante una rivolta dai suoi
avversari in Persia nel 1829.
Gore ot uma (definito ‘’il Vangelo laico degli intellettuali russi’’) viene diffusa sotto forma di
manoscritto ed alcune sue frasi sono diventate fraseologismi della lingua russa. Trama (riassunto).
I motivi del successo dell’opera:
1. Gore ot uma si svolge in un solo giorno (dalla mattina di un giorno a quella del successivo),
tutto si svolge nella casa di Famusov e Cackij è il personaggio principale. Unità di tempo,
luogo e azione. In Gore ot uma, c’è una netta contrapposizione tra personaggi positivi e
negativi. Molti personaggi hanno nomi parlanti: il padre di Sofija si chiama Famusov (da
fama), il segretario si chiama Molcalin (da molcat’ = tacere).
2. il verso: le tragedie di solito venivano scritte con verso alessandrino, esapodia giambica
(ripreso dal francese). Griboedov usa il giambo libero: una misura che ha come misura di
base il giambo, ha la rima baciata, ma non ha un numero fisso di sillabe. Ciò permette di
caratterizzare i personaggi in base alla misura: Cackij si esprime con l’esapodia giambica,
Famusov con la pentapodia.
3. la lingua: si allontana da quella poetica, per avvicinarsi alla lingua colloquiale (dell’alta
società di Mosca). L’opera riprende molto bene il modo in cui parlava la nobiltà del periodo.
4. legame con la contemporaneità: l’ideologia decabrista è ormai fuori tempo. Il futuro non è
più delle persone che si sacrificano per il paese, ma per gli opportunisti che si approfittano
dello status quo per adeguarsi a esso e fare carriera. L’utopismo di Cackij e dei decabristi
non può trovare realizzazione in questo tipo di società.
Cackij permette la fusione di due linee: quella amorosa e quella della satira politico-sociale. In lui
queste due linee si uniscono: da una parte è il protagonista della storia d’amore, dall’altra è
l’oggetto dello scherno degli altri e viene descritto in una situazione comica (è l’unico a non
rendersi conto di quello che sta succedendo). È la prima volta che abbiamo la mistione tra tragico e
comico. Cackij è il primo degli ‘uomini superflui’: è una persona dotata di qualità, slanci, progetti
che in Russia non si possono realizzare e restano ‘ideali’.
Torniamo a Puskin.
Il tema del mito di Pietroburgo: associazione tra la città e una serie di temi che iniziano ad essere
tipici della rappresentazione della capitale.
L’immagine di Pietroburgo nasce con il poema di Puskin ‘Il cavaliere di bronzo’ del 1833.
Testo:
il proemio è diviso in 4 parti. Nell’introduzione si racconta la fondazione di San Pietroburgo
(flashback). Pietro il Grande viene chiamato da Puskin come ‘Lui’, figura che incarna il percorso
storico della Russia. Viene rappresentata la situazione prima di Pietro: il bosco, rive paludose e
coperte di muschio, una singola barchetta, ed il tema dell’oscurità (il sole è nascosto nella nebbia).
Pietro viene rappresentato come colui che realizza un progetto che non è solo suo, colui che apre la
finestra per il contatto con l’Europa, tutte le flotte straniere saranno ospiti in Russia.
In seguito, sono passati 100 anni. Dall’oscurità dei boschi si è elevata una superba e maestosa.
L’opposizione prima-dopo continua: adesso gli edifici dei palazzi sono affollati, le navi arrivano al
porto di San Pietroburgo. Di fronte alla giovane capitale si è oscurata Mosca, entra a far parte del
mondo che ormai è superato.
A San Pietroburgo nulla è lasciato al caso, tutto è calcolato. Il tema di San Pietroburgo è quello
della luce, della razionalità e dell’armonia.
All’interno del proemio, dopo aver rappresentato la vittoria di Pietro e aver celebrato San
Pietroburgo come vittoria sulla natura, abbiamo nel proemio l’idea di quello che di terribile che in
questa città succederà. Compare il tema dell’oscurità, viene introdotto il personaggio di Evgenij.
Viene introdotta la contrapposizione tra la figura di Pietro e quella di Evgenij, cioè tra la forza della
storia e quella del singolo individuo.
Il tema di Evgenij è quello di una persona che il sogno della quotidianità. Da qui comincia il tema
dell’inondazione, durante la quale muore la promessa sposa di Evgenij. Dopo la sua morte, Evgenij
sogna di vedere il cavaliere di bronzo, statua che scende dal piedistallo e lo insegue. Evgenij
impazzisce e muore.
San Pietroburgo è apparentemente una città bellissima e solida, ma in realtà è una città in cui la vita
può essere terrificante, è una città in cui tutto è fatto per lo stato e niente è fatto per l’individuo.
Con il cavaliere di bronzo nasce il tema del piccolo uomo, che vien schiacciato da
un’organizzazione sociale e statale.
Евгений Онегин è un romanzo in versi. La stesura dell’opera inizia nel 1823 e termina nel 1830.
Sono 7 anni importanti. Nel 1823 Puskin è nella Russia Meridionale. Tra il 1825 ed il 1830: sale al
trono Nicola II (dopo la riv. Decabrista) e Puskin che era in esilio viene richiamato con urgenza a
San Pietroburgo. Nicola I vuole rendersi conto della lealtà di Puskin: avranno un lungo colloquio.
Se Puskin fosse stato a Pietroburgo avrebbe preso parte alla rivolta decabrista. A fine colloquio, lo
zar perdona Puskin, gli permette di tornare a vivere a Pietroburgo, e diventa il suo censore: le opere
dovranno passare sotto la censura dello zar. All’inizio Puskin nutre la speranza di poter influire sullo
zar, ma presto i rapporti si guastano e Puskin si sente come imprigionato.
Nel 1830 Puskin si sposa con Natal’ja Goncarova: la bellezza di lei fa sì che lo zar voglia averla a
corte e così da una carica di corte a Puskin. Puskin è obbligato a partecipare alle cerimonie di corte i
uniforme. La sua corrispondenza privata è sottoposta a censura. La vicenda di Puskin si conclude
con un duello per la difesa della moglie, sulla quale giravano voci secondo cui avrebbe avuto una
relazione con D’Antes (ufficiale francese, marito della sorella delle Goncarova). Puskin viene
colpito a morte e muore poco dopo a casa.
Puskin ha già abbandonato il romanticismo e la maschera dell’eroe romantico e la visione di stampo
illuministico ed approda ad una visione storicistica.
Евгений Онегин sarà pubblicato a puntate (cosa strana per un’opera poetica. I letterati di impronta
decabrista ritengono l’Onegin un passo indietro rispetto ai poemi meridionali.
L’Onegin racconta la storia di un giovane nobile che dopo la morte dello zio si trova ad ereditare dei
possedimenti nella campagna russsa. Pertanto per ereditarli si trasferisce per u periodo in questa
zona di campagna. Fa amicizia con un giovane poeta Lenskij e con lui comincia a frequentare la
famiglia dei vicini, dove conosce due sorelle: Olga e Tatiana. Tatiana si innamora di Onegin e gli
scrive una lettera in cui dichiara il suo amore, ma Onegin deve rispondere ce lui è stanco della vita:
se fosse pronto per l’amore potrebbe innamorarsi di Tatiana perché lei ha tante qualità, ma l’amore
non è quello che c’è nel suo futuro. Durante una festa, Onegin in preda alla noia per svagarsi fa un
po’ la corte ad Olga e Lenskij (innamorato di Olga) sfida Onegin a duello. Onegin va via per alcuni
anni. Tatiana cerca di conoscerlo attraverso i suoi libri. Quando Onegin torna nella capitale,incontra
Tatiana, che si è sposata. Oneri se ne innamora follemente e le scrive una lettera a cui non riceve
risposta. Un giorno riesce ad incontrarla, ma Tatiana gli confessa che lo ama ancora, ma vuole
restare fedele al marito.
Critiche dei letterati decabristi:
1) l’opera è un passo indietro rispetto ai poemi meridionali perché mancava la figura
eroica, c’era solo un dandy, e mancava una satira di tipo morale o politico. Cioè mancava la
funzione didattica della letteratura: la letteratura deve servire a dare l’esempio (tramite
l’eroe) o ad ammaestrarci (mostrandoci i vizi).
2) Un poeta vicino agli arcaisti dirà che l’Onegin non è un poema nazionale
Il fine dell’Onegin è quello di presentare un quadro della vita russa dell’alta società del suo tempo.
Perché questo quadro sia veritiero è necessario che somigli alla vita, contenendo le sue
contraddizioni. Puskin ogni volta aggiunge un capitolo e se ci sono contraddizioni le mantiene,
perché rispecchiano la complessità della vita, e ne fa anche un elemento strutturale del poema.
Puskin sfrutta la struttura poetica per sottolineare il contrasto tra vita e clichè, facendo scontrare il
disordine con l’ordine. Il testo non è più monologico, non c’è più una prosp