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IL NUOVO PIANO REGIONALE DELLA SALUTE
Il nuovo piano regionale della salute (PRS) mira al rilancio dell'assistenza territoriale,
razionalizzazione, riqualificazione, rimodernamento della rete ospedaliera e valorizzazione delle
politiche di prevenzione. La salute è un diritto dei cittadini e la sua tutela è legata al sistema regionale
sanitario.
Si prevede inoltre la riorganizzazione dei centri unici di prenotazione regionale. E' riservata alla
pianificazione regionale le attività dei centri per le malattie rare e i trapianti degli organi.
Il nuovo sistema prevede un rimodernamento della rete ospedaliera, la quale dovrà funzionare in base
alla classificazione della complessità degli ospedali: ospedali di primo livello con discipline di base,
ospedali di livello intermedio con disciplina di base e specilaistiche.
Il piano, infine, vuole favorire una corretta alimentazione mediante la valorizzazione del consumo della
frutta e la riduzione di sali, zuccheri e grassi.
5.IL PROBLEMA AMBIENTE IN PUGLIA
L'inquinamento atmosferico è uno dei principali problemi ambientali per la presenza nell'aria di
sostanze nocive per la salute dell'uomo, gli ecosistemi e i beni materiali.
Le sostanze inquinanti sono prodotte soprattutto dalle attività umane come le industrie e contribuiscono
a determinare i cambiamenti climatici, la riduzione dell'ozono, piogge acide e degrado della qulità
dell'aria.
I dati di qualità dell'aria provengono dall'ARPA (AGENZIA REGIONALE PROTEZIONE
AMBIENTE), regione, provincia e comune. In particolare dai dati emerge che le concentrazioni di
azoto sono dovute agli impianti di riscaldamento, ad alcuni processi industriali e ai gas.
Dall'eleborazione di lega-ambiente è emerso che la Puglia è tra le regioni responsabili dell'effetto serra
a causa delle emissioni di anidride carbonica con la centrale termo elettrica ENEL di Brindisi, l'ILVA e
le centrali EDISON di Taranto. Proprio a Taranto il settore industriale provoca il 93% delle morti per
malattie respiratorie.
A queste forme di inquinamento si aggiungono anche gli incendi boschivi presenti soprattutto a Foggia.
L'AREA INDUSTRIALE DI TARANTO
Negli anni '50 si verificò nel Mezzogiorno un processo di industrializzazione e sviluppo che portò alla
nascita a Taranto del quarto centro siderurgico ITALSIDER. Il centro siderurgico rappresentò una
svolta nell'economia tarantina e assolveva principalmente a due compiti: coprire il fabbisogno di
acciaio e valorizzare il Mezzogiorno. Gran parte della popolazione ha preferito traferirsi nei centri
vicini per migliorare la qualità della vita, molti giovani si trasferirono in città e grande crescita ebbe
anche il fenomeno del pendolarismo. L'aumento demografico ha influenzato l'espansione topografica
della città (quartiere Paolo VI).
Il centro siderurgico di Taranto è uno stabilimento a ciclo integrale, che parte dalle materie prime per
arrivare ai prodotti finiti. Durante la lavorazione vengono rilasciate nell'aria molte sostanze tossiche. Le
conseguenze dei lavoratori: bronchite cronica, danni cardio circolatori, disturbi digestivi, disturbi al
sistema nervoso, diminuzione dell'udito e forme di artrosi. Queste malattie sono dovute non solo alla
situazione lavorativa, ma anche a fattori individuali: età, obesità, fumo, ecc...
Nel 1969 l'ITALSIDER pubblicò un piano per migliorare l'ambiente e la sicurezza. Si è verificata,
infatti, una diminuzione degli infortuni grazie alle migliori condiizoni di prevenzione e sicurezza.
Inoltre, nel comune di Taranto esiste un inquinamento chimico, fisico, biologico, da rumori, da
vibrazioni che influenza la salute umana.
Notevole è l'inquinamento dell'ILVA, dello stabilimento raffinazione AGIP e il cementificio
CEMENTIR.
Molto inquinato è anche il mare che non consente alle correnti marine di esplicitare gli effetti di
dispersione delle sostanze organiche e i composti nutrienti. Nel mar Piccolo l'inquinamento ha portato a
sospendere la mitilicoltura. Una delle principali sorgenti di inquinamento del mare è dato dalle acque
usate dall'industria siderurgica convogliate nel mare e composte da ammoniaca, residui di ferro o
minerali e cianuro.
Il quartiere di Tamburi è quello più inquinato a causa delle concentrazioni di anidride solforosa.
I fenomeni che compromettono la qualità dell'aria e dell'acqua sono causate dall'urbanizzazione e dalle
industrie. In particolare Manfredonia è sede di stabilimenti chimici e questo ha gravi conseguenze sulla
salute umana, l'area di Bari-Modugno presenta industrie chimiche e meccaniche, Brindisi industrie
chimiche e energetiche, Taranto ha industrie siderurgiche, chimiche e attività portuali. Per l'area di
Taranto la regione Puglia ha programmato degli interventi per risanare l'area costiera così da rilanciare
la molluschi-coltura e acqua-colture, attività che possono a loro volta rilanciare l'economia della pesca
e di tutto il territorio.
L'area industriale di Brindisi
L'area industriale di Brindisi occupa un'area a rischio per la qualità della vita e della salute dei cittadini
che lavorano e vivono nei territori vicini ad essa. Nell'area industriale sono presenti impianti che
operano nel settore petrolchimico: aziende metalmeccaniche, aziende farmaceutiche, centrali per la
produzione di energia elettrica ecc.
Per favorire un rapporto armonico tra l'uomo e l'ambiente bisogna ricorrere allo sviluppo sostenibile:
occorre tutelare, ripristinare e valorizzare i beni naturali e culturali che potrebbero portare ad una
crescita economica della città.
Sarebbe necessaria una politica contro l'inquinamento partendo dall'informazione della popolazione in
quanto vi è un insufficienza di impianti di depurazione dell'acqua.
Ad oggi manca uno studio organico e sistematico del territorio di Brindisi, i dati per una correlazione
tra ambiente e natura. Da uno studio del Dipartimento di Medicina e Lavoro dell'Università degli Studi
di Bari, è emerso che negli anni che vanno dal '90 al '92, nel comune di Brindisi, si è verificato un
aumento della mortalità generale, soprattutto a causa di tuomori. Il tumore nasce in rapporto al lavoro
nelle industrie e alle aree di residenza vicine alle aree industriali. SI tratta quindi di una patologia, che
così come le malattie cardiovascolari, è strettamente legata alla qualità dell'ambiente e allo stile di vita.
Il problema delle acque
Il problema della carenza dell'acqua è sempre stato noto in Puglia. Da un'analisi delle acque costiere
marine in Pugla, è emerso che l'81,3% di costa è stata dichiarata balneabile. Non sono risulttai
balneabili 97 km di costa.
La Puglia non ha molti corsi d'acqua xke i terreni calcarei assorbono l'acqua, creando fiumi sotterranei.
Gli unici corsi d'acqua si trovano maggiormente nell'Anfiteatro Tarantino e nel Tavoliere di Foggia:
sono torrenti x cui rimangono asciutti d'estate, per cui nasce la necessità di prendere l'acqua dalle
regioni vicine.
Il progetto di salvaguardia del fiume Ofanto nasce per per rendere tutti i cittadini consapevoli della sua
importanza e del valore del suo ecosistema. Di qui la necessità di elaborare interventi finalizzati
all'ambiente, a recuperare aree vicine al fiume, al miglioramento della qualità delle acque, alla tutela e
conservazione degli habitat.
Il fiume Ofanto, inoltre, ha subito l'occupazione degli agricoltori e il prelievo abusivo dell'acqua per
l'irrigazione. Ciò è preoccupante per l'impoverimeno dell'acqua del fiume, ma anche perche essa è
inquinata e viene utilizzata per coltivare verdure che finiscono sulla nostra tavola.
Legato al problema dell'acqua è la perdita di acqua dall'Acquedotto pugliese: il 49% si perde durante il
percorso, a cui si vanno ad aggiungere gli agganci abusivi e le fontane lasciate scorrere
ininterrottamente.
L'impatto dell'urbanizzazione
Il problema dell'urbanizzazione si è sviluppato con la crescita dell'edilizia: le città si sono estese nelle
zone periferiche che un tempo erano destinate alle culture. Ciò ha contribuito alle variazioni climatiche,
poichè manca il processo clorofilliano delle piante. Collegato a questo problema è il turismo, specie
sulle coste che ha portato alla riduzione degli spazi a causa della crescita dell'edilizia non solo nell'area
urbana, ma anche sulla costa.
Il problema dei rifiuti
Il nuovo piano dei rifiuti, in Puglia, esecutivo dal 2002, prevede la riduzione del numero dei bacini di
utenza da 18 a 15 per una migliore organizzazione del territorio. In Puglia sono presenti 15 bacini (4
bacini in provincia di Foggia, 4 in quella di Bari, 3 in quella di Lecce, 2 in quella di Brindisi e 2 in
quella di Taranto) con altrettante discariche e 7 impianti di biostabilizzazione.
I rifiuti seguono delle fasi:
1.passano dalle discariche alla lavorazione, dove vengono trattati e smistati.
2. compostaggio: separazione tra la frazione umida (per usi ambientali) e quella secca (per usi
industriali).
3. biostabilizzazione.
4.i rifiuti vengono destinati ad alimentare l'energia elettrica che consente alle Aziende di lavorare.
Il problema delle cave di pietra
Nel territorio pugliese sono fortemente presenti le rocce calcaree. Queste sono state impiegate nel
settore delle pietre ornamentali e in quello delle pietre da costruzione. L'attività astrattiva riveste,
quindi, un ruolo molto importante nell'economia regionale. Le aree estrattive principali sono: Apricena,
Poggio Imperiale, San Giovanni Rotondo, Trani, Bisceglie, Andria, Corato, Minervino Murge, Fasano,
Ostuni, Carovigno e Cisternino.
La pietra leccese viene usata come pietra da decorazione e le principali cave attive sono presenti nei
territori di Cursi e Melpignano, in provincia di Lecce.
Un'importanza minore ha l'estrazione di tufi calcarei, utilizzati nelle costruzione del territorio pugliese.
Una discreta importanza rivestono le argille, usate nel settore dell'edilizia, per la produzione
artigianale, di terrecotte e maioliche.
Nel 2003 l'export italiano di pietra naturale grezza e lavorata ha subito un calo a causa della
concorrenza dell'estremo Oriente e dell'India. Inoltre, le difficoltà di questo settore sono aggravate dalla
situazione normativa. Infatti, la Puglia attende da più di 18 anni il Piano regionale per le attività
estrattive.
Della Puglia dobbiamo ricordare il Marmo di Puglia che è piu famoso di quello toscano. I bacini di
estrazione sono di marmo sono le cave di pietra di Trani, Apericena e Fasano. Il problema è che tali
cave vengono abbandonat