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Criteri diagnostici per i Disturbi del tono dell'umore
DF. I Criteri A e D sono presenti in almeno due o tre contesti (a casa, a scuola, con i coetanei) e sono gravi in almeno uno di questi.
G. La diagnosi non dovrebbe essere posta per la prima volta prima dei 6 anni oppure dopo i 18 anni di età.
H. Dall'anamnesi o dall'osservazione, l'età di esordio dei Criteri A E è prima dei 10 anni.
I. Non vi è mai stato un periodo distinto della durata di 1 giorno durante il quale sono stati soddisfatti i criteri sintomatologici completi a eccezione della durata, per un episodio maniacale o ipomaniacale.
Il sistema PDM-2
Nel PDM-2 i profili diagnostici per la sezione specifica dei Disturbi del tono dell'umore racchiudono i disturbi depressivi, il disturbo bipolare (che nel DSM5 è invece inserito in una sezione specifica a parte), la suicidalità e la reazione prolungata al lutto (o mancata elaborazione del lutto).
Asse MC:
• →STATI AFFETTIVI I disturbi depressivi nei bambini sono
principalmente dei disturbi affettivi che riguardano i sentimenti del bambino che si caratterizzano in un tono specifico di vulnerabilità, richiesta di aiuto, speranza e fragilità. Lo scoraggiamento e la demoralizzazione può sfociare in irritabilità e cattiveria. I bambini depressi non riescono a trovare piacere nelle attività, negli hobbies e con i compagni, si incolpano, si vergognano e non si sentono gratificati dai fratelli, dagli insegnanti e dagli amici.- PENSIERI E FANTASIE
- STATI SOMATICI: I bambini depressi tendono a sentirsi malati e incapaci di fare molto. Complicazioni somatiche sono frequenti, come riduzione o aumento dell'appetito, problemi del sonno, agitazione o ritardo psicomotorio. A parte l'irritabilità, la stanchezza, la diminuzione dell'energia e la fatica sono comuni.
- PATTERNS RELAZIONALI: I bambini depressi possono mostrare un intenso bisogno o un evitamento delle relazioni che non vivono comunque come supportive e che provocano un vissuto interno di rifiuto, malessere e tristezza in una sequenza bidirezionale che evidenzia il legame tra conflitto interpersonale e disturbo specifico: la depressione rende il bambino irritabile, evitante e non disponibile e questo provoca il ritiro delle figure di protezione che non riescono ad interpretare le distonie comunicative del bambino.
Il PDM mette assieme una diagnosi
Considerando il punto di vista cognitivo (pensieri negativi) e quello emotivo (emozioni negative). Inserisci anche il versante somatico (funzione di alimentazione, sonno, etc.), e le relazioni familiari (che sono comunque comuni a tutta la psicopatologia).
Sintomatologia 0-3 anni
I bimbi 0-3 sono molto espressivi: ecco perché si deve considerare molto la mimica facciale, che nel depresso è poco presente. Anche lo scarso contatto visivo è da considerare, ma non deve confondere con diagnosi ASD. In questo caso deriva dal ritiro, non dalla mancanza di intersoggettività (tipica ASD). Difficile che i bimbi arrivino a 0-3 anni per una consultazione.
Sintomatologia 3-5 anni
Il tema da osservare bene è quello del gioco. Il gioco nel bimbo depresso presenta tematiche di malattia, morte, e può essere anche monotono. I contenuti sono di fallimento, dolore, non c'è divertimento nel gioco. Iniziano a emergere comportamenti auto/etero-aggressivi.
Non sono tutti sintomi eclatanti, ed è per questo che si deve porre molta attenzione a questi sintomi. Un indicatore molto importante per la psicopatologia si ha quando il bambino acquisisce stadi dello sviluppo, progredendo, e poi si arresta o regredisce. Il tema della regressione è quindi importante, anche più della fissazione. Sintomatologia 6-11 anni Già da questa età iniziano ad esserci sintomi e comportamenti molto importanti, gravi e invalidanti. Strumenti di valutazione Uno dei problemi è che non si dispone di molte scale di valutazione tradotte e traslate alla popolazione italiana. Uno degli strumenti più utilizzati è la CBCL (eseguita da genitori e insegnanti) e la YSR (strumento analogo ma self-report per i bambini/ragazzi). Altri strumenti di valutazione: - Preschool Age Psychiatric Assessment [Egger Ascher 1999] - Kiddie Schedule for Affective Disorder andSchizofrenia Early Version [K SAD EC, GaffreyLuby 2012] • Diagnostic Interview for Children - Young Child Versione [DISC YC, Lucas, Fisher, Luby1988] 116 – © Francesco Aveta Lezione del 15 dicembre 2020 Capitol IX I disturbi post-traumatici da stress Utile dapprima comprendere quali sono gli errori di natura evolutiva che sono stati fatti nell'interpretazione del trauma e nella comprensione dell'eziologia dei disturbi post-traumatici. Il primo bias deriva dal pensiero che l'età del bimbo fosse una condizione di immaturità e incapacità del soggetto di comprendere a pieno le situazioni stressanti a cui viene sottoposto. Si pensava che sotto una certa età (quella prescolare) il bimbo avesse delle competenze talmente immature e precoci che non gli consentissero di comprendere tali situazioni traumatiche questo bias sarà smontato dalla letteratura seguente. Il secondo bias riguarda il fatto che si pensava che bimbi e adolescenti,crescendo in un contesto di riferimento adulto, fossero il target di popolazione meno esposto a situazioni di stress o trauma. Bimbi o adolescenti non vivono soli, ma sono accuditi da adulti di riferimento: si pensava che questa fosse una condizione che abbassava la probabilità che un bimbo o adolescente entrasse in contatto con esperienze traumatiche. Il terzo bias è che un bimbo o adolescente esposto ad una condizione stressante o traumatica, presenta fattori protettivi dello sviluppo che funzionano in maniera tale da far sì che i sintomi di natura post-traumatica non possano emergere. Come se la natura contrastasse con l'insorgenza di disturbi post-traumatici. Ecco la disconferma dei suddetti bias: 1. Gli individui sono in grado di riconoscere anche ad età precoci i traumi e gli eventi stressanti a cui sono esposti (già dall'ultimo semestre di gravidanza!). Ciò che cambia nelle varie fasi di vita è il grado di elaborazione riferito a se.stessi e agli altri che ciascun individuo riesce a fare rispetto all'esperienza che si trova a vivere. Per esempio, se una donna incinta è esposta a traumi e maltrattamento, il feto dà segni di riconoscimento di questo stress, sia a livello di indicatori psicofisiologici (es., frequenza cardiaca) che a livello dei movimenti fetali (si agita maggiormente). →2. Anche il secondo bias è scorretto. Dati relativi a studi epidemiologici su ampi campioni (Copeland, Keeler, Angold, Costello, 2007; Costello, Erkanli, Fairbank, Angold, 2002) indicano come approssimativamente due terzi della popolazione giovanile affrontino entro i 16 anni almeno un evento di questa natura. Ciò significa che gli eventi stressanti prescindono dalla rete di protezione che gli adulti possono costruire (es., catastrofe climatica, COVID, etc.). In secondo luogo, al di sotto dei 16 anni, il 90% delle esperienze traumatiche registrate sono connesse con la loro rete di affetti: sono situazioni.traumatici intra-familiari!3. Spesso è difficili per bimbi e adolescenti individuare l'evento traumatico che ha generato i sintomi post-traumatici (ma è importante trovarlo perché è un criterio importante per la definizione e la diagnosi del disturbo). In passato, inoltre, i disturbi post-traumatici venivano classificati servendosi di altre caratteristiche come aspetti depressivi e ansia. I criteri del disturbo post-traumatico in età evolutiva vanno quindi meglio specificati (per la difficoltà nel reperire l'episodio traumatico con bimbi e adolescenti). Inoltre, a seguito di uno o più eventi traumatici è possibile che si verifichi il manifestarsi di una qualche patologia post-traumatica. Non è vero che la natura fa il suo corso: esistono certamente fattori protettivi ma i processi di sviluppo non saneranno il disturbo, anzi, il soggetto subirà arresti o rallentamenti.evolutivi. Caratteristiche degli stress traumatici- Durata. Ha significato nella definizione della condizione di stress traumatico. È molto diverso l'impatto che ha un evento traumatico specifico e limitato nello spazio e nel tempo, rispetto al significato che più eventi ripetuti nel tempo possono avere sulla vita e sullo sviluppo del soggetto.
- Un evento singolo, eccezionale, e limitato può venire circoscritto e l'individuo potrà distinguere in maniera relativamente facile le emozioni provate in relazione a tale evento rispetto al resto della sua vita.
- Gli eventi stressanti di natura continuativa sono differenti. La condizione della ripetizione dell'evento traumatico fa sì che i processi di sviluppo del bimbo vadano a intersecarsi in maniera stabile con la condizione di stress traumatico. Per esempio, vivere in una famiglia molto conflittuale e violenta. L'impatto sulla psiche, sui processi di sviluppo, e sulla capacità di