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DISTURBI DELLA SFERA CUTANEA: ALOPECIA
Si caratterizza per la perdita o l’assenza di peli, solitamente visibile solo sul cuoio
capelluto, ma che può verificarsi in qualsiasi zona ricoperta da peli del corpo.
In genere ci sono due tipi:
1. Alopecia totale: rara, caduta di tutti i capelli e di tutti i peli del corpo,
nei casi più gravi anche delle sopracciglia e delle ciglia. Solitamente in
seguito a cure mediche o malattie (diabete) oppure causata da fattori di
stress.
2. Alopecia areata: si caratterizza da una o più chiazze prive di capelli. Più
frequente.
Nel bambino vanno indagate le abitudini: ad esempio se appoggia sempre la testa
sul passeggino può avere un diradamento sulla nuca.
Storia clinica precedente: in genere prima della alopecia ci sono eventi stressanti e
manifestazione di sintomi somatici, quali enuresi notturna, encopresi, disturbi del
sonno, asma.
C’è l’evento stressante che causa i tutto ma bisogna anche chiedersi la storia prima
dell’evento che ha portato la persona a prenderlo in maniera così sensibile.
Da osservazioni cliniche emerge che persone con questa problematica sono
bambini con carenza affettiva precoce e continuativa. Si in caso di perdita delle
figure di riferimento ma anche vivere costantemente una situazione di continuo
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stress. Associato spesso a disturbi della regolazione emotiva e
dell’attaccamento.
CASO:SERENA
3 anni. Le chiazze sulla nuca sono apparse da un momento all’altro, in seguito
all’allontanamento improvviso del padre per motivi di lavoro. Il papà era l’adulto
di riferimento che la regolava e quindi si ritrova sregolata.
ALTERAZIONI DEL CONTROLLO SFINTERICO: ENURESI
Enuresi: emissione attiva completa e incontrollata di urina.
Esordio: dopo che sia passato il periodo della maturità psicologica in genere
acquisita tra i 3-4 anni.
Tipi:
1. Enuresi primaria: più frequente, segue direttamente il periodo del non
controllo fisiologico, più legata a fattori maturatici di tipo organico. Non c’è
ancora autonomia nel contenere urina.
2. Enuresi secondaria: il bambino apprende a non essere incontinente e dopo un
periodo di autoregolazione riprende a emettere urina. Esordio dopo almeno 6
mesi del controllo sfinterico.
Si indaga se è notturna (+ frequente), diurna o mista. Predominanza nei maschi.
Prevalenza 5-10% bambini di 5 anni, 3-5% bambini di 10 anni, 1% oltre i 15 anni.
Prognosi: la maggior parte raggiunge la continenza entro l’adolescenza (residuale
di 1% della popolazione adulta).
Diagnosi differenziale: associata all’encopresi, i disturbi del sonno (incubi
notturni e sonnambulismo: vedere se ha un incubo e per la paura lascia pipì oppure se
sogna di andare in bagno), è un campanello d’allarme per altre forme di malessere più
invasive come disturbi della regolazione affettiva e dell’attaccamento e
comportamentali.
CRITERI DIAGNOSTICI DELL’ENURESI SECONDO DSM-5
A. Ripetuta emissione di urine nel letto o nei vestiti, sia involontaria sia
intenzionale.
B. Il comportamento è clinicamente significativo quando si manifesta con una
frequenza di almeno due volte alla settimana per almeno tre mesi
consecutivi o con la presenza di disagio clinicamente significativo o
compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree
importanti.
C. L’età cronologica è di almeno 5 anni (o livello di sviluppo equivalente).
D. Il comportamento non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza
(per esempio, un diuretico, un antipsicotico) o un’altra condizione medica
(per esempio, diabete, spina bifida o disturbo convulsiva).
Specificare quale:
Solo notturna: indagare in che momento della notte.
Solo diurna: indicare se sente lo stimolo e non va o se sente solo quando
non ce la fa più. Se non va in bagno perché in contesti pubblici è a disagio a
chiedere di andare in bagno.
Mista: notturna e diurna
ENURESI: CARATTERISTICHE ASSOCIATE A SUPPORTO DELLA DIAGNOSI
40 Sotto tipo diurno: prevalenza maggiore nelle femmine.
- Emissione rinviata fino al momento in cui si manifesta l’incontinenza,
talvolta a causa di una riluttanza dell’uso del bagno conseguente ad ansia
sociale o a una preoccupazione ad attività scolastiche o ludice
- Il momento si verifica più comunemente nel primo pomeriggio durante i
giorni di scuola.
Sotto tipo notturno: prevalenza maggiore nei maschi. Occasionalmente
l’emissione avviene nella fase del sonno a movimenti oculari (REM) e il bambino
può ricordare un sogno in cui urinava.
Familiarità: maggiore probabilità se i genitori hanno una storia pregressa di enuresi.
Per definizione, l’enuresi primaria inizia all’età di 5 anni. Il periodo più comune
per l’esordio dell’enuresi secondaria è tra i 5 e gli 8 anni, ma può avvenire in
qualsiasi momento.
Fattori ambientali: i più significativi un’educazione all’utilizzo dei servizi
igienici ritardata o approssimata, o stress psicosociale.
Fattori genetici e fisiologici: ritardo nello sviluppo di ritmi circadiani normali
nella produzione di urine.
Altro dato per la diagnosi è che emette urina in contesti non appropriati.
ALTERAZIONI DEL CONTROLLO SFINTERICO: ENCOPRESI
Encopresi: emissione involontaria o volontaria delle feci in modo e in luoghi
inappropriati per il contesto sociale e la culturale del bambino.
Esordio: 2-3 anni (acquisizione routine di pulizia).
Tipi: Encopresi primaria: si manifesta senza una fase precedente di
acquisizione del controllo delle feci;
Encopresi secondaria:
Predominanza nei maschi.
Eziopatogenesi: motivazionale-comportamentale (poco chiaro); solo <5%
dovuta a disfunzioni anorettali o a patologie del midollo spinale.
Spesso stress associato nelle relazioni sociali. Necessario indagare quando e
quali metodi sono stati utilizzati dai genitori nell’iniziare il toilet training.
CRITERI DIAGNOSTICI DELL’ENCOPRESI SECONDO IL DSM-5
A. Ripetuta emissione di feci in luoghi non appropriati (per esempio, nei
vestiti, sul pavimento) sia involontaria sia intenzionale.
B. Tale evento si verifica almeno una volta al mese per almeno tre mesi.
C. L’età cronologica è di almeno 4 anni (o livello di sviluppo equivalente)
D. Il comportamento non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza
(per esempio lassativi).
Specificare quale:
- Con costipazione e incontinenza da sovrariempimento
- Senza costipazione e incontinenza da sovrariempimento
LE CEFALEE
A. Cefalea primaria: si escludono cause organiche.
1. Emicrania con aura: tendenzialmente asimmetrica, con dolore molto
intenso e spesso a carattere pulsante. Aura: sintomo che precede il mal di
testa. Aura visiva (luci) ma anche sensoriale (formicolii), motoria
(ipertonicità) e linguistica (difficoltà a parlare), vomito. Scompare in breve
tempo con il manifestarsi del mal di testa.
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2. Emicrania senza aura: asimmetrica.
3. Cefalea tensiva: tendenzialmente simmetrica, con dolore medio o lieve
non a carattere pulsante.
B. cefalea secondaria: causa organica (15-20%)
CASO:GIULIA
8 anni, soffre dai 6 anni. Malessere sopraggiunto con l’inizio della scuola
elementare. Giulia ha poche amicizie preferendo il coinvolgimento di figure adulte.
L’area emozionale non è stata curata dai genitori che investono sullo sviluppo
intellettuale. L’emicrania deve essere curata perché Giulia deve studiare.
Incidenza molto alta: 25% bambini in età scolare.
Predominanza femmine solo a partire dall’età postpuberale.
Vantaggio secondario del disturbo: uno degli affetti dell’emicrania è il ritiro
sociale. Impatto sull’ambiente circostante, struttura di personalità del bambino,
concomitanza della prima manifestazione dell’emicrania a seguito di eventi dolorosi,
fattore di stress contestuali.
I DOLORI ADDOMINALI RICORRENTI (DAR)
Uno dei disturbi più comuni.
Caratterizzato da dolori addominali parossistici (acuto improvviso), con
ricorrenza almeno mensile, per almeno tre mesi consecutivi, della durata
usualmente inferiore alle tre ore e tali da modificare le normali attività del
bambino.
Incidenza: 10-15% dei bambini.
Insorgenza: 4-6 anni e adolescenza (aumenta con l’età).
Eziopatogenesi: solo 10% causa organica.
Vantaggio secondario del disturbo: come cefalee (evitamento e isolamento).
CASO:TOMMASO
5 anni. Soffre di ricorrenti mal di pancia e spesso non vuole uscire di casa perché
ha paura di sentirsi male. Esclusa causa organica. I genitori litigano spesso in modo
violento, la madre soffre di attacchi d’ansia che la limitano nelle uscite. La nonna, che
si occupava di Tommaso, è stata ricoverata e l’esordio del malessere del bambino
coincide con questo evento. 23/04/202
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DISTURBI ALIMENTARI INFANTILI
Difficoltà nel fare diagnosi e valutazione in età evolutiva. La complicazione sta
nel fatto che il bambino non può comunicare, non sa perché mette in atto un certo
comportamento. Si è quindi costretti a interfacciarsi con il genitore.
Spesso i disturbi sono però collegati alla relazione con il genitore e non è facile dal
punto di vista del genitore riconoscere che qualcosa nella relazione ha portato al
sintomo.
Spesso quando i genitori arrivano per problematica alimentare sono già stati da
tanti altri medici, con tante opinioni diverse. La preoccupazione del genitore è
quella per cui il bambino non mangia e quindi non cresce.
Tema centrale perché non ha a che vedere solo con la salute psicologica ma ha a
che fare anche con la salute fisica. Difficilmente vengono trattati in ambito privato
ma è necessario ci sia un equipe per le conseguenze fisiche che può avere.
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In generale lo sviluppo alimentare del bambino è caratterizzato da diversi
cambiamenti nel tempo: possono esserci delle discontinuità, momenti di
difficoltà temporanea.
I momenti principali sono quello della dentizione, lo svezzamento: passaggio dal
cibo liquido al cibo solido ma anche cambiamenti nel contesto di vita del
(inserimento al nido o alla materna
bambino , abituati ad avere momento alimentare
come momento diadico che devono gestire il pasto in un contesto in cui ci sono
molti bambini che devono mangiare).
È importante sapere riconoscere le alterazioni (non necessariamente cliniche) che
devono essere attenzionate perché potrebbero portare all’evolversi in disturbo.
Differenziare comportamenti evolutivi da comportamenti patologici.