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ABUS SESSUALE E MALTRATTAMENTO
Secondo l’OMS, per maltrattamento dell’infanzia “si intendono tutte quelle forme di cattiva cura
fisica e affettiva, di abusi sessuali, di trascuratezza o di trattamento trascurante, di sfruttamento
o altre, che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino,
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la sua sopravvivenza, il suo sviluppo o la sua dignità nel contesto di una relazione di responsabilità,
fiducia e potere”.
Si tratta di una quanto più ampi sono i fenomeni sotto l’etichetta di
definizione omnicomprensiva:
maltrattamento, tanto più è possibile attivare dei percorsi di intervento.
Si ritiene di fondamentale importanza il fatto che l’essere umano debba poter sperimentare
condizioni dignitose di vita, oltre alla salvaguardia della sua integrità fisica e psichica.
Questa stessa definizione è comunque applicabile a tutti gli individui che, pur non essendo bambini,
si trovano in tanto dal punto di vista fisico che psichico
condizioni di limitatezza delle loro risorse,
(anziani o portatori di handicap).
Le tipologie di maltrattamento
a. Cattiva cura fisica e affettiva (discuria o ipercura): non adatta all’età del
cura inadeguata,
bambino, o eccesso di cura rispetto a bisogni e richieste del bambino;
b. Abuso sessuale: si intende non soltanto in termini di ma anche
rapporti sessuali competi,
e, più in generale,
forme di utilizzo del corpo a fini sessuali sessualizzazione della relazione
con il bambino;
c. Trascuratezza e trattamento trascurante: Spesso si ha a
il bambino non è oggetto di cura.
che fare con comportamenti sistematici da parte degli adulti di riferimento che sono un
precursore di un futuro maltrattamento.
Classicamente non veniva inserita nella definizione ma considerata una forma meno grave
di maltrattamento: la letteratura, al contrario, ha trovato che i bambini trascurati
Un bambino
possiedono ancora più fattori di rischio rispetto a quelli maltrattati.
maltrattato ha comunque un adulto che si occupa di lui, sebbene non lo faccia in modo
adeguato; un bambino trascurato, invece, non ha adulti che si occupano a sufficienza di lui.
Questo sembra avere un impatto molto forte sulle traiettorie del bambino.
Caratteristiche dell’abuso
- Durata e ripetitività della forma di maltrattamento, cronicizzazione: la continuità nel tempo
ha un impatto molto più grave rispetto all’esposizione ad eventi
dei comportamenti abusanti
puntuali;
- Commistione di diversi fattori di rischio all’interno dell’esperienza del bambino;
- Vicinanza dell’adulto maltrattante o abusante rispetto alla vita del bambino: nel 90% dei
casi proviene da adulti di riferimento ed è responsabile di patologie
l’abuso è intrafamiliare,
gravi (gli adulti che dovrebbero prendersi cura del bambino sono fonte del pericolo e del
Quanto più sono prossimi nella rete delle relazioni,
maltrattamento a cui questo è esposto).
tanto più sarà impattante il maltrattamento nel bambino;
- Periodo evolutivo in cui si verifica il maltrattamento: non necessariamente un puro criterio
anagrafico, il maltrattamento può un avere impatto diverso a seconda del momento che
l’individuo sta attraversando.
L’unione di questi criteri aiuta a comprendere in caso di valutazione clinica qual è l’esperienza subita
da bambino e la traiettoria evolutiva ipotizzata. 17
Il 30% dei bambini è stato esposto a maltrattamento prima dei 3 anni di vita. L’evento ha un impatto
che mina le fondamenta stesse della strutturazione della psiche del bambino.
Spesso le persone esposte a traumi iniziano a manifestare sintomi post traumatici, con il tanto
grave quanto errato pregiudizio per cui i bambini con una sintomatologia successiva ad un evento
maltrattante sono destinati a liberarsi da quest’ultima, nel corso dello sviluppo, perché resilienti.
Dati sui bambini mostrano che, in realtà, i sintomi post-traumatici in seguito ad un evento
traumatico non scompaiono rapidamente durante lo sviluppo.
Raccontare l’accaduto
I bambini non hanno una lucida visione dell’accaduto e non sono neppure in grado di raccontare in
Essi sono però in grado di percepire di
maniera fedele e cognitivamente accurata cosa successo.
trovarsi all’interno di una situazione che va oltre le proprie risorse e mina la propria sopravvivenza
e salvaguardia.
Il infatti, si va via via sviluppando con gli anni, mentre
piano elaborativo e narrativo, il sistema
e di reagire ad essa.
fisiologico è già in grado di avvertire la pericolosità della situazione
Bambini esposti in maniera cronica a maltrattamento smettono di crescere a livello fisico e a livello
riprendendo le loro curve di accrescimento soltanto una volta collocati in un ambiente
cerebrale,
protettivo.
La memoria autobiografica ed i ricordi consapevoli hanno una stretta interconnessione con lo
sviluppo del linguaggio, che passa inevitabilmente attraverso la rievocazione di fatti accaduti: al di
sotto dei due anni e mezzo non esiste alcun aspetto esplicito della memoria proprio perché non vi è
linguaggio adeguato per esercitarlo.
Con l’aumentare delle competenze linguistiche i ricordi vengono depositati in modo semplice e
consapevole, e via via in modo più dettagliato e articolato con il passare degli anni e la maturazione
dell’encefalo.
Neonati e bambini vengono spesso esposti ad un alto numero di esperienze traumatiche o
potenzialmente traumatiche, continuative nel tempo e legate ad adulti di riferimento e/o al nucleo
familiare di origine.
Questo genera per loro un’esposizione a:
- Paradosso: condizione non situata nella linearità logica, affettiva e cognitiva dei processi
relazionali a cui i bambini dovrebbero essere associati;
- Paura: derivata da situazioni croniche traumatiche.
La paura
Il maltrattamento costituisce una minaccia reale o potenziale alla salvaguardia dell’individuo e al
Essa:
suo benessere, rendendolo impotente di fronte a un pericolo.
- Viola gli assunti di base della sopravvivenza;
- Evidenzia l’impossibilità dell’individuo di controllare e/o prevedere gli eventi;
- È caratterizzata da una l’individuo percepisce
situazione di sopraffazione e imprevedibilità:
una sproporzione tra le risorse a disposizione e le richieste dell’ambiente.
In questa situazione vi è (asse HPA) e
un’attivazione di sistemi psicofisiologici di risposta alla paura
allo stress, utili per e
velocizzare l’elaborazione delle informazioni indurre un movimento
(reazione attacco o fuga).
dell’individuo di fronte ad un evento traumatico
Se la condizione di pericolo, invece, si dimostra cronica e costante nel tempo, l’individuo non potrà
mai attivarsi e disattivarsi a seconda delle circostanze: lo stato di paura si protrarrà nel tempo e
non permetterà all’organismo di rientrare in una condizione di baseline, lasciandolo in una
costante iperattivazione. 18
Questo implica:
- dell’asse HPA;
Iperproduzione di cortisolo
- discontrollo degli impulsi e alterazione delle
Disfunzione nella produzione di serotonina:
memorie connesse al trauma.
Alcuni lavori aggiungono poi la come attenuazione della risposta
produzione di oppioidi endogeni
emotiva legata al trauma, come se l’organismo cercasse di difendersi dall’eccesso di attivazione.
Tra le aree maggiormente coinvolte:
- Corteccia prefrontale: funzioni cognitive di alto livello (attenzione, memoria, pianificazione
e linguaggio);
- Amigdala: significato emotivo degli eventi;
- Ippocampo: apprendimento e memoria.
Disturbi dissociativi
Quando i bambini sono esposti a maltrattamento, si verifica una a fronte
scissione tra sé e l’altro:
della condizione paradossale per cui ma allo stesso
l’adulto di riferimento è legato al bambino,
tempo il bambino preserverà le parti buone nell’adulto e accentrerà quelle cattive
lo danneggia,
su di sé, giustificando l’abuso attraverso l’utilizzo di meccanismi alla base dei sintomi dissociativi che
possono comparire anche in momenti successivi della vita dell’individuo.
Questo meccanismo, se usato continuativamente, può condurre a disturbi dissociativi della
coscienza a forza di estraniarsi dalla realtà: pensarsi in altra vita e o all’interno di un altro mondo è
forse l’unico modo possibile per sopportare il dolore, causando uno scollamento tra realtà e fantasie.
Assistere all’abuso
Nei casi di maltrattamento assistito, i bambini manifestano un la
problema di controllo e vigilanza:
mente è sempre altrove ed il bambino non ha la possibilità di investire nel qui ed ora. Vi è un
meccanismo di ipervigilanza nei confronti dell’ambiente domestico, accompagnato a sentimenti di
impotenza.
Disturbi PTSD possono quindi verificarsi anche in soggetti che non hanno subito direttamente
l’esperienza traumatica, ma hanno assistito alla stessa. È spesso presente un vissuto di colpa
secondo il quale chi è sopravvissuto non merita di essere ancora vivo.
Erotizzazione dell’abuso
L’erotizzazione della relazione è un tema molto delicato, dal momento che in alcuni casi l’abuso
non sempre, infatti,
può comportare degli aspetti di piacere a livello fisico e affettivo nell’abusato:
l’abuso è violento, ma si possono manifestare temi di pedofilia ed attenzioni ricevute che nel
sebbene questa sia
bambino possono provocare una certa quota di piacere, interesse ed attenzione,
profondamente negativa.
Il bambino non sarà così in grado di distinguere tra il piacere derivante da una relazione buona e
imparerà che la strada migliore per essere amati è
quello derivante da una relazione abusante:
quella della seduzione, esponendosi a ulteriori pericoli durante il suo sviluppo.
In una logica paradossale non si deve dimenticare, quindi, che esiste una ridotta ma pur presente
quantità di piacere e di legame, intesa come affettività positiva del bambino e dell’adulto dentro
una relazione così patologica, nei confronti di adulti maltrattanti. 19
Il trauma relazionale
Secondo molti autori, al di là della specificità del maltrattamento, ci si trova spesso in presenza di
un trauma relazionale, una frattura che distrugge, talvolta irreversibilmente, il legame affettivo tra
il bambino ed i suoi adulti di riferimento.
Questo vale anche quando gli adulti non sono rappresentati dai genitori: molti casi riguardano
in luoghi come la scuola, il parco
qualsiasi situazione in cui i bambini sono esposti a maltrattamenti
giochi, luoghi ai quali il bambino