Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 32
Psicopatologia del comportamento sessuale - transessualismo Pag. 1 Psicopatologia del comportamento sessuale - transessualismo Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia del comportamento sessuale - transessualismo Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia del comportamento sessuale - transessualismo Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia del comportamento sessuale - transessualismo Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia del comportamento sessuale - transessualismo Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia del comportamento sessuale - transessualismo Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia del comportamento sessuale - transessualismo Pag. 31
1 su 32
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

4. I TRANSESSUALI NELLA SOCIETA’

In Italia il mutamento di sesso è regolamentato dalla legge n.164 del 1982 che specifica le

“norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso”. L’intervento può essere

effettuato solo dopo che il Tribunale del luogo di residenza dell’interessato, dopo aver avuto

il parere favorevole dei periti, ha dato la sua approvazione alla rettifica dello stato civile. La

legge ha un carattere “senatorio”, cioè di legittimazione e di soluzione di situazioni di fatto

esistenti e la volontà individuale viene messa in discussione dalla presenza di un giudizio di

idoneità fondato esclusivamente sulla presenza di requisiti pisco-sessuali effettuato da un

esperto. Nonostante ciò, le implicazioni personali ma soprattutto sociali che derivano dal

23 www.benessere.com 23

transessualismo sono ancora molte e costituiscono un problema assai complesso da

24

risolvere.

4.1 Stereotipi e pregiudizi

Dal punto di vista sociale la condizione dei transessuali non è affatto limpida. Già nel

normale lessico, spesso si fa confusione e si hanno incertezze tra il maschile ed il femminile

quando si parla di queste persone. I transessuali in occidente sono considerati dei “malati”e

in quanto tali subiscono forti discriminazioni in ambito lavorativo e sociale. Sfruttamento,

abbandono scolastico, prostituzione, tossicodipendeza tra le conseguenze per chi ha bisogno

di trasformare la propria identità, a cui va aggiunta la discriminazione che tutte le donne

subiscono, che aumenta nei confronti di chi da maschio diventa femmina. Vi è una vera e

propria stigmatizzazione, ossia quel fenomeno sociale che attribuisce una connotazione

negativa a un membro o ad un gruppo della comunità in modo da declassarlo a livello

inferiore, ed un’emarginazione ed esclusione di questi individui da quelli considerati

“normali”. Tale fenomeno spesso sfocia in transfobia ossia una reazione di paura, disgusto e

atteggiamento discriminatio nei confronti delle persone la cui identità di genere o

presentazione di genere non corrisponde, nel modo socialmente accettato, con il sesso

assegnato alla nascita. Questo infatti non accade sono con i transessuali, ma anche con

omosessuali, lesbiche, bisessuali, trangender. Viviamo in una società che è molto

consapevole e che investe sul genere sessuale. La determinazione del genere (consapevole o

inconsapevole) è una delle prime cose che facciamo quando vediamo un’altra persona.

Girando per strada, il genere è il primo pezzo di informazione che riceviamo di qualcuno

che incontriamo. Quando vi è qualche ambiguità nei segnali di genere o quando crediamo di

aver sbagliato sul genere di una persona, reagiamo con imbarazzo, distacco e talvonta invece

con attacchi violenti. Tale atteggiamento può essere spiegato facendo riferimento al

24 www.endocrinologiaoggi.it 24

fondamento del genderismo, ossia quella credenza secondo la quale ci sono e ci devono

essere solamente due generi sessuali, e che il genere di ognuno, o la maggior parte dei suo

aspetti, è inevitabilmente legato al sesso biologico. Laddove vi sia un’eccezione a questa

regola si reagisce con disgusto, si rifiuta di usare il pronome di genere appropriato, si

deumanizza la persona. Le discriminazioni messe in atto possono esser poi di diverso tipo:

- Discriminazione sistematica: si riferisce a situazioni in cui ad un intero gruppo di

persone, sulla base di una caratteristica condivisa, sono negate le stesse opportunità,

diritti e protezioni rispetto al resto della società. Ad esempio il fatto che gay, lesbiche e

transgender è negato il diritto di sposarti, costituisce un esempio di discriminazione

sistematica o istituzionalizzata.

- Discriminazione non intenzionale: si chiama così in quanto non esiste un intento di

determinare un’ingiustizia, c’è semplicemente una mancanza di riconoscimento della

loro esistenza. Una discriminazione non-intenzionale può essere altrettanto dolorosa e

distruttiva di una che sia intenzionale.

- Discriminazione intenzionale: si riferisce ad una discriminazione consapevole che è

giustificata dalla credenza che le persone transgender non appartengono ad alcun genere

e non meritino un trattamento equanime. La discriminazione intenzionale può assumere

la forma del porre insormontabili ostacoli nel percorso delle persone per esempio

richiedendo che l’intervento chirurgico sia completato per poter avere diritto ai servizi.

- Discriminazione personale: si riferisce a comportamenti transfobici innescati su una

base di rapporto “uno a uno”. La discriminazione personale crea ed allo stesso tempo è il

prodotto di una discriminazione sistematica e può essere sia intenzionale sia non-

intenzionale. Possono essere esempi di discriminazione personale il mostrare disagio o

paura in presenza di persone transgender, insultare, assillare o aggredire una persona,

25

isolarla e negandole dei servizi o delle facilitazioni.

4.2 Transessualismo e prostituzione

La prostituzione transessuale è un fenomeno recente. A peggiorare la condizione di tali

persone è una sorta di circolo vizioso nel quale la società, attraverso lo stigma, spinge la

transessuale alla prostituzione, la quale poi viene dalla stessa società identificata come il

lavoro unico e possibile delle transessuali, con ciò rendendo l’immagine della persona

transessuale equivalente alla prostituzione, all’oggetto sessuale, alla trasgressione. La

25 www.azionetrans.it 25

maggior parte di queste persone sono contrarie alla prostituzione come “mestiere”, perchè

non lo hanno mai esercitato, neppure per rimediare alle più gravi situazioni economiche. Se

la gente percepisce le trans come parte del mondo della prostituzione, la colpa è delle insulse

categorizzazioni degli organi di informazione. Quando si parla di persone transessuali, si

cerca sempre il torbido e le si dipinge come fenomeni da baraccone, volgari ed ignoranti.

Nel caso di immigrate, la maggior parte di esse appena arrivano in Italia vengono sfruttate,

a farlo sono solitamente delle anziane sfruttatrici (la “maman” o “madame”), quasi sempre

ex o in alcuni casi attuale prostituta. Le sfruttatrici possono essere coadiuvate da malavitosi

italiani con cui a volte hanno anche un legame sentimentale. Se però a far muovere le

ragazze è quasi sempre la grande povertà dei paesi di provenienza, con l’aggiunta a volte del

raggiro o di menzogne su come realmente verrà svolta l’attività, se non addirittura del

rapimento, per le trans si aggiungono altri e ben precisi fattori che indirizzano le vite e le

scelte di queste persone verso la prostituzione. La discriminazione e l’avversione che la

società nutre nei confronti delle transessuali, la grande ignoranza che ancora avvolge la loro

realtà, rendono estremamente difficoltoso per le trans l’accesso ad una normale vita di studio

e lavorativa, se addirittura non la precludono nettamente. Le trans immigrate parlano di

totale impossibilità per loro di trovare un lavoro in paesi fortemente disagiati

economicamente, dove già chi non è vittima del loro stigma ha grosse difficoltà a collocarsi

nel mercato del lavoro. In più, il desiderio di riuscire a completare o intraprendere il viaggio

verso il genere sessuale a cui ci si sente interiormente di appartenere, le spinge ad

intraprendere un altro viaggio: la migrazione verso l’Europa. A volte seguono l’esempio di

un’amica già partita e che realizzato qualcosa di concreto, altre volte vengono intercettate e

reclutate nel loro paese dagli emissari locali delle reti allacciate con chi è in Europa. Gli

stessi emissari, a migrazione avvenuta, cureranno il controllo sulle famiglie delle ragazze

partite, attivandosi anche con minacce ai familiari di quelle particolarmente ribelli nei

confronti di chi le sfrutta. Nel recente passato si sentiva spesso dire che la prostituzione per

le trans nasceva da un bisogno principalemente emotivo, legato alla ricerca

dell’affermazione della loro femminilità. Ancora oggi infatti alcune transessuali dichiarano

che vedono nell’essere scelte o rifiutate dai clienti una conferma o una dolorosa negazione

della loro femminilità, almeno esteriore. Moltissime di loro sono giovanissime, anche

diciottenni. Si trovano inserite in una rete abbastanza articolata che disegna un variopinto

business intorno alla loro attività. Spesso, oltre alla sfruttatrice principale, vi è una specie di

tutrice che si fa carico del controllo più operativo e di protezione sulla strada. Gli

appartamenti, soprattutto per i primi tempi, sono delle vere e proprie topaie umide, spesso

26

dei seminterrati, e il prezzo del posto letto, spesso condiviso con un’amica, è di circa due o

trecento euro a settimana. E qui si innesca poi un altro discorso molto diffuso tra le trans: se

esse stesse partono da una situazione di sofferto sfruttamento, facilmente col tempo entrano

nell’ordine di pensiero di divenire loro stesse parti attive nell’organizzazione che recluta e

sfrutta altre ragazze. Altre invece, una volta libere, cambiano modo di lavorare preferendo

26

l’attività al chiuso ed eventualmente raggiungendo i clienti tramite inserzioni su internet.

4.3 Perchè gli uomini vanno con le trans?

In questi ultimi tempi stiamo assistendo ad un fenomeno nuovo e di difficile compresione:

molti uomini vanno con i trans e molti non sono omosessuali, anzi la maggior parte di loro

sono regolarmente sposati o comunque hanno una vita sessuale attiva con la propria partner.

Nella maggioranza di casi ciò avviene per pura curiosità o per provare un’esperienza nuova,

una notte di trasgressione. In genere la scoperta del proibito nella vita sessuale attira un certo

numero di adulti di oggi che, stanchi della normalità, si mettono in situazioni estreme per

aumentare il livello di eccitazione. Inizialmente oltre alla curiosità, c’è anche il timore e la

paura di ciò che non si conosce. Le persone si misurano con quello che provano e ciò li

sconvolge, non solo per la situazione in sè, ma anche per la reazione che ha il loro corpo.

Questa paura a mano a mano che viene superata, diventa una sottile forma di piacere che

porta a desiderare e sperimentare situazioni sempre più forti. All’inizio solitamente gli

uomini chiedono alle trans esclusivamente un rapporto orale, che li tranquillizza perchè in

ogni caso esalta la loro mascolinità. Negli incontri successivi, aumentando la confidenza con

il corpo della transessuale, si lasciano coinvolgere al punto tale da richedere la penetrazione

sia agita che subita. Alcuni uomini preferiscono le trans alle prostitut

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
32 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher namibugs di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia del comportamento sessuale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Jannini Emanuele.