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PROSPETTIVA PSICODINAMICA

Centrale è il concetto di controtransfert, definita da Freud controtraslazione, per cui si intende una forza interna che si attiva per, generando influsso del paziente sui sentimenti inconsci dell'analista ostacoli nelle capacità di comprensione dell'inconscio del paziente. Dunque rappresenta una resistenza inconscia dell'analista.

In base a ciò viene stilata una tabella, denominata American Journal Psychiatry, al fine di correlare le risposte del terapeuta ai disturbi di personalità individuati tramite SWAP. Tramite la medesima dunque, la quale è abbastanza attendibile, è possibile sancire che un determinato sentimento provato dal terapeuta, possa essere corrispondente ad un determinato tipo di DP:

  • Criticato: schizoide
  • Inadeguato: schizotipico
  • Assenza di coinvolgimento: borderline
  • Eccessivo coinvolgimento: evitante o dipendente
  • Eccessiva
protezioneRisulta poi fondamentale il coinvolgimento dei neuroni specchio, un deficit ai quali induce unainattivazione della teoria della mente, riscontrabile propriamente nei DP. Per quanto concerne la valutazione, risultano di fondamentale importanza 4 elementi:
  • l'esame di realtà,
  • i meccanismi di difesa,
  • le relazioni oggettuali,
  • la tipologia di angoscia.
In aggiunta a ciò si sottolineano 3 principali obiettivi, dunque:
  • evidenziare il funzionamento psichico del paziente, solitamente entro le prime quattro sedute tramite test sessuologici e almeno un test di personalità,
  • formulare un'ipotesi,
  • formulare un progetto terapeutico.
Per quanto concerne quest'ultimo aspetto nella prospettiva psicodinamica si riscontra un limite: quello della mancanza di concordare gli obiettivi, contrariamente a quanto accade ad esempio nella psicoterapia cognitivo-comportamentale. Infine per quanto concerne l'anamnesi, sonostruttura patriarcale, in cui il ruolo della donna era spesso subordinato a quello dell'uomo. La sessualità era spesso regolata da norme sociali e religiose rigide, che limitavano la libertà individuale. 2. L'ANTICA GRECIA E ROMA: in queste civiltà si sviluppò una visione più aperta della sessualità, con una maggiore tolleranza verso l'omosessualità e la pratica di rapporti sessuali extraconiugali. Tuttavia, anche in queste società esistevano norme e regole che regolavano la sessualità. 3. IL MEDIOEVO: durante il periodo medievale, la sessualità fu fortemente influenzata dalla Chiesa cattolica, che promuoveva una visione molto restrittiva e moralistica della sessualità. Il sesso era considerato principalmente come un dovere coniugale per la procreazione. 4. L'ETÀ MODERNA: con l'avvento dell'età moderna, si assistette a un cambiamento significativo nella concezione della sessualità. L'illuminismo portò a una maggiore valorizzazione dell'individuo e dei suoi desideri sessuali. Si svilupparono nuove teorie sulla sessualità, come quella di Sigmund Freud, che sottolineava l'importanza dell'inconscio e dei desideri sessuali repressi. 5. IL NOVECENTO: nel corso del XX secolo, si verificarono importanti cambiamenti nella società e nella concezione della sessualità. Si svilupparono movimenti come il femminismo e il movimento LGBTQ+, che lottavano per i diritti sessuali e la libertà individuale. La sessualità divenne sempre più oggetto di studio scientifico e di dibattito sociale. 6. L'ERA CONTEMPORANEA: oggi, la sessualità è un tema ampiamente discusso e studiato. Si è sviluppata una maggiore consapevolezza dell'importanza della sessualità per il benessere individuale e delle diverse forme di espressione sessuale. Tuttavia, ancora oggi esistono molte sfide e discriminazioni legate alla sessualità, che richiedono un costante impegno per la promozione dei diritti sessuali e la lotta contro l'intolleranza.religione è un sistema sociale fondato sul culto, nel quale vigeva la poliandria, come dimostrato dalla dea matriarca femminile per eccellenza, ovvero la Grande Madre o Signora delle fiere. Ad esempio gli uomini della cosiddetta civiltà gravettiana realizzavano numerose statuette di figure femminili, denominate Veneri paleolitiche, le quali presentavano evidenziati sino all'eccesso le natiche, i seni e l'organo genitale, testimonianza di un culto della donna come fonte perenne di vita. Di contro, i micenei possedevano un'organizzazione patriarcale, nella quale vigeva la poligamia, meglio definita poliginia, poiché erano principalmente gruppi di tribù guerriere. Uno degli esempi da riportare in tal contesto è sicuramente la figura di Ulisse, il quale, pur rimanendo "spiritualmente" fedele alla legittima consorte, non era affatto monogamo. In comunità dunque prevalentemente maschili, come le suddette, si verificavano.inevitabilmente due fenomeni: il concetto della donna-oggetto, preda di guerra eschiava-concubina; e l'omosessualità maschile. In quanto quest'ultimo aspetto, esempio fondamentale da citare sono le figure di Achille e Patroclo, evidentemente amfigeni (bi), la cui relazione si può spiegare nei termini di un intenso rapporto erotico. 2. LA CIVILTÀ GRECA: Sparta: fra gli spartiati il rapporto fra uomini e donne era di circa 7:1, dunque non stupisce che l'omosessualità maschile fosse un tratto caratteristico del tempo, come dimostra il valoroso Leonida. Lesbo: si incontra una situazione opposta alla precedente, poiché in tale isola, come anche nelle altre del mar Egeo, si diffuse l'omosessualità femminile, o piuttosto l'amfigenia. Atene: la sessualità in tal contesto si diffuse in maniera differente. Se da un lato vi era un

eterosessualità molto spiccata, e l'omosessualità veniva considerata in due principali sfaccettature: quella femminile era vista con estremo disprezzo e come manifestazione di una condotta aberrante; mentre invece quella maschile è intesa come suprema espressione non solo della virilità, ma anche della superiorità del "vero uomo" sull'uomo "comune".

Impossibile dunque non citare Platone, il quale paragona l'anima dell'uomo ad una biga, alla quale sono aggiogati due cavalli, uno bianco, simboleggiante la volontà, e uno nero, rappresentante gli istinti e le passioni, i quali sono in equilibrio grazie all'auriga, il quale rappresenta la ragione. L'uomo "vero" è quindi colui che sa dominare le passioni con la ragione, e sarà tanto più "uomo vero" quanto meglio saprà domare la più potente e indomabile delle passioni: l'Amore.

Conseguentemente

È da citare, il quale Aristofane dedica a tale tema un intero dialogo, all'interno del Simposio. L'autore espone dunque il mito degli androgini, il quale spiega l'origine degli uomini e delle donne: gli stessi sarebbero nati dalla divisione di alcuni essere primitivi che formavano un unicum un tutt'uno, i quali potevano essere maschio-femmina, femmina-femmina e maschio-maschio. Una volta divisi, i due mezzi esseri umani vanno ansiosamente alla ricerca della loro perduta metà. Da qui deriverebbe l'eterosessualità, definita da Aristofane come una bassa espressione di bestialità, l'omosessualità femminile, dal medesimo profondamente disprezzata, e l'omosessualità maschile, ritenuta la più sublime. E questo poiché l'amore, nonostante sia un aspetto tragicamente cruento, tende al , rappresentato nell'antichità dall' , il giovane che bello efebo appena raggiunto la pubertà. Pertantol'omosessualità maschile era intesa come un rapporto educativo fra adulto maschio e un giovane, il quale si svolgeva secondo un preciso rituale: anzitutto entrambe le parti dovevano essere libere. L'adulto amante, definito erastes, doveva corteggiare a lungo il giovane amato, definito eromenos, prima di ottenerne i favori. Se da un lato dunque l'amante maturo aveva la gioia di plasmare un'anima nobile, l'efebo, tenuto inizialmente a mantenersi in uno stato di ferma ed educata ritrosia, trovava nell'amante una specie di amico-maestro-guida. Figure peculiari in tal contesto erano poi le etere, donne intelligenti, colte e raffinate, le quali si facevano mantenere in cambio di favori sessuali. In quanto a manifestazioni che odiernamente classificheremo come devianze o parafilie, una delle più diffuse era la zoofilia, la necrofilia, l'autoerotismo, come anche l'incesto. In particolare in tal contesto non si può non citare

L'opera di Sofocle, tragedia in cui Edipo Re, Giocasta si suicida in quanto, senza saperlo, sposa suo figlio Edipo, donandogli ben 4 figli, ed Edipo stesso, reso quasi folle da tale consapevolezza, sia pure involontariamente si acceca. Inoltre l'incesto era considerato normale in Egitto, soprattutto nelle famiglie nobili, in quanto si credeva che fosse un particolare modo per preservare la purezza del sangue. Nella mitologia inoltre si trovano chiare testimonianze anche relative al narcisismo, con il mito di Narciso, dal quale il fenomeno prende appunto il nome, come anche relative al voyeurismo.

3. LA CIVILTÀ ROMANA: mostra principalmente due facce: una è quella della romanità tradizionale, caratterizzata da compostezza, rigoroso rispetto, culto della famiglia e del focolare domestico e fedeltà coniugale; mentre l'altra è l'estremo opposto, poiché è caratterizzata da infedeltà coniugale diffusa soprattutto

nella classe sociale più elevata c'era una libertà sessuale sfrenata e la prostituzione era diffusa a tutti i livelli. È importante sottolineare che i costumi sessuali romani erano basati su una società schiavista, con una distinzione fondamentale tra chi era nato libero e chi era schiavo. Un altro elemento chiave della visione romana della sessualità era la netta distinzione tra attività sessuale e passività. Il "vir", ovvero l'uomo vero, era il cittadino libero e sessualmente attivo (è interessante notare che nessun cittadino libero poteva assumere un ruolo passivo, a meno di voler essere deriso e considerato impudico, poiché in quel contesto la passività era vista come una mancanza di virilità, che i romani chiamavano "mollitia"). Nell'ambito della schiavitù, invece, la distinzione tra attività sessuale e passività perdeva di significato.

Il proprio valore, dunque lo schiavo poteva rivestire tranquillamente entrambi ruoli senza incorrere in nessun tipo di riprovazione. Inoltre si possono citare due più particolari forme di omosessualità presenti nella società romana: quella o piuttosto imperialistica, per la quale il vincitore afferma la sua superiorità e il suo assoluto dominio sul vinto sodomizzandolo, sinonimo il tempo di umiliazione. È interessante osservare come ancora oggi sia la presenza di tale tipo di omosessualità, in particolare nelle carceri. Quella, per la quale l'omosessualità è di natura puramente letteraria, e non annulla che fare con autentiche tendenze dell'autore. In tal contesto si può citare Orazio, soprattutto nelle Odi.

4. DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO: per quanto concerne il medioevo, è anzitutto possibile suddividere tale periodo in due ambiti

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
44 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pelatino99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia del comportamento sessuale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Limoncin Erika.