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PROSPETTIVA PSICODINAMICA
Centrale è il concetto di controtransfert, definita da Freud controtraslazione, per cui si intende una forza interna che si attiva per, generando influsso del paziente sui sentimenti inconsci dell'analista ostacoli nelle capacità di comprensione dell'inconscio del paziente. Dunque rappresenta una resistenza inconscia dell'analista.
In base a ciò viene stilata una tabella, denominata American Journal Psychiatry, al fine di correlare le risposte del terapeuta ai disturbi di personalità individuati tramite SWAP. Tramite la medesima dunque, la quale è abbastanza attendibile, è possibile sancire che un determinato sentimento provato dal terapeuta, possa essere corrispondente ad un determinato tipo di DP:
- Criticato: schizoide
- Inadeguato: schizotipico
- Assenza di coinvolgimento: borderline
- Eccessivo coinvolgimento: evitante o dipendente
- Eccessiva
- l'esame di realtà,
- i meccanismi di difesa,
- le relazioni oggettuali,
- la tipologia di angoscia.
- evidenziare il funzionamento psichico del paziente, solitamente entro le prime quattro sedute tramite test sessuologici e almeno un test di personalità,
- formulare un'ipotesi,
- formulare un progetto terapeutico.
eterosessualità molto spiccata, e l'omosessualità veniva considerata in due principali sfaccettature: quella femminile era vista con estremo disprezzo e come manifestazione di una condotta aberrante; mentre invece quella maschile è intesa come suprema espressione non solo della virilità, ma anche della superiorità del "vero uomo" sull'uomo "comune".
Impossibile dunque non citare Platone, il quale paragona l'anima dell'uomo ad una biga, alla quale sono aggiogati due cavalli, uno bianco, simboleggiante la volontà, e uno nero, rappresentante gli istinti e le passioni, i quali sono in equilibrio grazie all'auriga, il quale rappresenta la ragione. L'uomo "vero" è quindi colui che sa dominare le passioni con la ragione, e sarà tanto più "uomo vero" quanto meglio saprà domare la più potente e indomabile delle passioni: l'Amore.
Conseguentemente
È da citare, il quale Aristofane dedica a tale tema un intero dialogo, all'interno del Simposio. L'autore espone dunque il mito degli androgini, il quale spiega l'origine degli uomini e delle donne: gli stessi sarebbero nati dalla divisione di alcuni essere primitivi che formavano un unicum un tutt'uno, i quali potevano essere maschio-femmina, femmina-femmina e maschio-maschio. Una volta divisi, i due mezzi esseri umani vanno ansiosamente alla ricerca della loro perduta metà. Da qui deriverebbe l'eterosessualità, definita da Aristofane come una bassa espressione di bestialità, l'omosessualità femminile, dal medesimo profondamente disprezzata, e l'omosessualità maschile, ritenuta la più sublime. E questo poiché l'amore, nonostante sia un aspetto tragicamente cruento, tende al , rappresentato nell'antichità dall' , il giovane che bello efebo appena raggiunto la pubertà. Pertantol'omosessualità maschile era intesa come un rapporto educativo fra adulto maschio e un giovane, il quale si svolgeva secondo un preciso rituale: anzitutto entrambe le parti dovevano essere libere. L'adulto amante, definito erastes, doveva corteggiare a lungo il giovane amato, definito eromenos, prima di ottenerne i favori. Se da un lato dunque l'amante maturo aveva la gioia di plasmare un'anima nobile, l'efebo, tenuto inizialmente a mantenersi in uno stato di ferma ed educata ritrosia, trovava nell'amante una specie di amico-maestro-guida. Figure peculiari in tal contesto erano poi le etere, donne intelligenti, colte e raffinate, le quali si facevano mantenere in cambio di favori sessuali. In quanto a manifestazioni che odiernamente classificheremo come devianze o parafilie, una delle più diffuse era la zoofilia, la necrofilia, l'autoerotismo, come anche l'incesto. In particolare in tal contesto non si può non citareL'opera di Sofocle, tragedia in cui Edipo Re, Giocasta si suicida in quanto, senza saperlo, sposa suo figlio Edipo, donandogli ben 4 figli, ed Edipo stesso, reso quasi folle da tale consapevolezza, sia pure involontariamente si acceca. Inoltre l'incesto era considerato normale in Egitto, soprattutto nelle famiglie nobili, in quanto si credeva che fosse un particolare modo per preservare la purezza del sangue. Nella mitologia inoltre si trovano chiare testimonianze anche relative al narcisismo, con il mito di Narciso, dal quale il fenomeno prende appunto il nome, come anche relative al voyeurismo.
3. LA CIVILTÀ ROMANA: mostra principalmente due facce: una è quella della romanità tradizionale, caratterizzata da compostezza, rigoroso rispetto, culto della famiglia e del focolare domestico e fedeltà coniugale; mentre l'altra è l'estremo opposto, poiché è caratterizzata da infedeltà coniugale diffusa soprattutto
nella classe sociale più elevata c'era una libertà sessuale sfrenata e la prostituzione era diffusa a tutti i livelli. È importante sottolineare che i costumi sessuali romani erano basati su una società schiavista, con una distinzione fondamentale tra chi era nato libero e chi era schiavo. Un altro elemento chiave della visione romana della sessualità era la netta distinzione tra attività sessuale e passività. Il "vir", ovvero l'uomo vero, era il cittadino libero e sessualmente attivo (è interessante notare che nessun cittadino libero poteva assumere un ruolo passivo, a meno di voler essere deriso e considerato impudico, poiché in quel contesto la passività era vista come una mancanza di virilità, che i romani chiamavano "mollitia"). Nell'ambito della schiavitù, invece, la distinzione tra attività sessuale e passività perdeva di significato.Il proprio valore, dunque lo schiavo poteva rivestire tranquillamente entrambi ruoli senza incorrere in nessun tipo di riprovazione. Inoltre si possono citare due più particolari forme di omosessualità presenti nella società romana: quella o piuttosto imperialistica, per la quale il vincitore afferma la sua superiorità e il suo assoluto dominio sul vinto sodomizzandolo, sinonimo il tempo di umiliazione. È interessante osservare come ancora oggi sia la presenza di tale tipo di omosessualità, in particolare nelle carceri. Quella, per la quale l'omosessualità è di natura puramente letteraria, e non annulla che fare con autentiche tendenze dell'autore. In tal contesto si può citare Orazio, soprattutto nelle Odi.
4. DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO: per quanto concerne il medioevo, è anzitutto possibile suddividere tale periodo in due ambiti