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PARANOIDE ISTERICA
DEPRESSIVA OSSESSIVA E COMPULSIVA
Le strutture possono essere ricondotte però a 4: struttura paranoide, isterica, ossessiva e
compulsiva (la e indica il fatto che esistono pazienti totalmente ossessivi e altri totalmente
compulsivi dal punto di vista della struttura), depressiva.
Ciascuna ha un funzionamento sano, nevrotico, borderline e borderline grave.
Gli assi cartesiani possono rispecchiare la cesura.
Si parte dal meccanismo della proiezione nel paranoide e arrivo all’introiezione nel depressivo (tutti
i meccanismi difensivi possono essere ricondotti a estroflessione e introflessione).
A sinistra ci sono le psicosi, a destra le nevrosi.
Sopra ci sono gli anaclitici (l’altro centra), sotto introiettivi (l’altro centra meno).
Sopra abbiamo le strutture più narcisistiche, sotto quelle masochistiche.
Esempio sul potere:
ISTERICO→ ha un problema di potere sull’appartenenza di genere
OSSESSIVO e COMPULSIVO→ problema basato sul poter controllare l’incontrollabile
DEPRESSIVO→ il problema è che non sente potere
PARANOICO→ il potere è un potere perverso perché lo vedo nell’altro, e ho paura che l’altro
possa controllarmi
Paura:
ossessivo-compulsivo→ paura di essere controllato
paranoico→ paura di essere sfruttato
depressivo→ paura di annichilimento e distruzione del sé
isterico→ paura dell’altro sesso
A sinistra corrisponde la parte psicotica. Questo è talmente vero che c’è un autore che dice che
tutte le psicopatologie possono essere ricondotte al locus of control. Egli parla di un continuum fra
paranoide e depressiva.
B=basic
C=continuum focus
D=diagnostic
M=model
Sotto ci sono le strutture che arrivano più facilmente all’attenzione del clinico. I pazienti che
arrivano maggiormente da noi sono isterici, masochistici e
L’introiettivo per eccellenza è l’ossessivo-compulsivo. L’anaclitico per eccellenza è l’isterico.
Angoscia:
Isterico→ angoscia di separazione
Ossessivo e compulsivo→ angoscia segnale
Depressione→ angoscia morale
Paranoide→ angoscia di annichilamento
L’incrocio principale parte dall’ossessivo perché potrebbe risolvere il suo problema sia in senso
paranoico che depressivo.
Caratterizzano il continuum evolutivo secondo il BCDM→ Nevrosi, narcisismo, perversione,
psicosi. 18
Quadranti→ tutti qualificabili in senso evolutivo.
1°→ sono bambini con genitori dimentichi, obbligati ad autoconsolarsi
2°→ asimmetria genitoriale→ l’isterico è tale a discapito del genitore del proprio sesso che vede
come debole
3°→ o genitori molto attenti o trascuranti (il bambino impone a se stesso le regole e diventa il
“bravo bambino”)
4°→ genitori molto critici oppure abbandonici, oppure potrebbero avere un genitore a sua volta
depressivo.
In senso kleiniano la depressione è la posizione che permette di pensare, a differenza di quella
schizoparanoide. Non viene quindi vista in maniera negativa.
Greenson dice che se un terapeuta non ha vissuto qualche esperienza di depressione di
qualunque tipo, sarà svantaggiato nel proprio lavoro e non riuscirà ad avvicinarsi al paziente.
Una cosa è la depressione luttuosa, un’altra è quella melanconica (che è quella secondo
Greenson tipica del terapeuta).
Il carattere melanconico è una depressione incessante, permanente, continua, a volte anche
mortifera. Non arriva ad ondate, a differenza del lutto che arriva a fronte di un evento).
Il sé del melanconico si perde.
Depressione→ 3 varianti:
introiettiva→ si sente in colpa, in difetto.. non accettano di buon grado gli psicofarmaci
• antidepressivi
anaclitica→ bisogno di appoggio. Accettano di buon grado gli psicofarmaci antidepressivi
• contro-depressiva→ è la forma più ipomaniacale. Si reagisce alla depressione attraverso la
• maniacalità.
Alla base c’è comunque un principio di introiezione, non di proiezione. Sono processi incorporativi
dell’oggetto d’amore perduto all’origine.
Fanno molta fatica a buttare fuori la propria rabbia, aggressività. Raramente provano una rabbia
libera, spontanea.. rivolgono gli oggetti cattivi all’interno, tanto che per questi pazienti la possibilità
di esternare la propria rabbia, capendo che non si uccide nessuno, può aumentare le loro capacità
relazionali.
Meccanismo difensivo: idealizzazione.
Difficilmente attaccherà il contesto di cura. Qualora dovesse diventare critico, il terapeuta non deve
prendere sul personale la cosa, perché ciò rappresenterebbe un’evoluzione per il paziente:
capacità di esternalizzare critiche e lamentele che di solito rivolge a se stesso.
Struttura ansiosa
Criteri diagnostici (6, ce ne vogliono 3). Almeno 6 mesi
1. alterazione del sonno
2. affaticabilità fisica
3. difficoltà a concentrarsi con vuoti di memoria e difficoltà a connettere le idee
4. preoccupazione costante→ sono in uno stato di profonda agitazione. Hanno i nervi a fior di
pelle
5. tensione muscolare
6. facile irritabilità e impulsività
Hanno un’ansia psicotica→ se interpellati non riescono neanche a dire precisamente di che cosa
sono preoccupati. È un’ansia libera e fluttuante, pervasiva che non riesce a farli pensare.
A volte potrebbero sembrare isterici o ossessivi.
L’ansia è generica, non circoscritta. Non c’è meccanismo di difesa che riesca a tenere a bada le
loro angosce. Hanno angosce segnale, morale, di separazione, di annichilimento.. 19
L’ansioso è molto legato alla paranoia. Il paziente paranoide forse è tale perché sotto c’è una
struttura ansiosa.
Struttura psicotica
Iato, distanza fra il sapere e il non sapere. Bion→ iato fra il noto o l’ignoto, fra k e o, conoscenza e
verità. Questo iato spiega la terza pulsione: pulsione contro la verità. Spiega anche il normale
processo di rimozione nevrotica.
Se questa terza pulsione si amplifica eccessivamente e l’unica opzione possibile diventa un
rapporto con la realtà parassitario, si passa dalla nevrosi alla psicosi. La distanza fra sapere e non
sapere, fra noto e ignoto, si annulla. Psicosi che consiste non nell’oscillazione inevitabile fra k e o,
ma nell’attaccare, nel distruggere, nell’espellere la coscienza. Nella rimozione non c’è espulsione
della coscienza. Nella psicosi non c’è quella capacità di tollerare l’ambivalenza della mente, tra
sapere e non sapere. C’è un’ostilità nei confronti della mente. Cosa che non si rileva nella nevrosi.
Il primo risultato è che la persona non si sentirà (proprio perché non riesce a distinguere fra noto e
ignoto) né viva (conoscere) né morta (non conoscere). È in uno stato intermedio.
Il secondo risultato è che lo psicotico trasformerà le parti rimosse, scisse di sé, in oggetti esterni
concreti, non oggetti persecutori. Al contrario, gli oggetti reali esterni attraverso un principio di
incorporazione diventeranno intenzioni psichiche, mentali. Diventeranno pensieri. Bion dice
“elementi beta”, non completamente digeriti. Elementi bruti. Lo iato si amplifica a dismisura tanto
che con la realtà si instaura un rapporto parassitario fatto di delirio e anticipazioni. Le allucinazioni
servono ad evacuare le parti scisse. l’allucinazione è una percezione senza oggetto. Del delirio
importa il processo attraverso cui il soggetto è arrivato a produrre quel delirio e non il contenuto del
delirio. Tendenzialmente il delirio dello schizofrenico è un delirio persecutorio (per il DSM esiste un
delirio persecurorio, di gelosia, di grandezza, somatico (es. l’ipocondria), erotomanico). Ci sono
anche le allucinosi, che è una forma debole di allucinazione in cui rimane una sufficiente capacità
critica del soggetto. Egli si rende conto che forse la sua allucinazione non è così reale, anche se
rimane pervaso dal dubbio.
Dal punto di vista nosografico il problema della psicosi
È bene sapere che il termine schizofrenia non è stato il primo termine per indicare questa
patologia. Bleur conia il termine in Demenza precoce e gruppo delle schizofrenia. Krepelin
individua la patologia di “demenza precoce” perché riconobbe in un gruppo di soggetti giovani
pazienti psicotici lo stesso esito di demenza, di deterioramento cognitivo.
La schizofrenia ha l’incidenza 15-34 anni.
Krepelin si trova davanti a 3 tipi di demenza precoce:
paranoica→ in cui prevale delirio di pensiero e di comportamento
• ebefrenica→ in cui la componente principale è un’incoerenza di pensiero e di comportamento
• (richiama la struttura schizotimia
catatonica→ caratterizzata da arresto psicomotorio, ritiro sociale, rifiuto alimentare a volte fino
• alla morte
Freud parla di parafrenia, per sottolineare l’aspetto più centrale della schizofrenia che era quello
pasanoico.
Oggi di aggiunge una quarta forma:
difettuale o residua→ mancano i sintomi positivi (deliri e allucinazioni)
•
Il DSM ne aggiunge una quinta definita indifferenziata, in cui vi è una componente mista.
Bleur nel 1911 dice che non è tanto importante l’esito demenziale che si ha nelle 3 forme, come
diceva Krepelin. Quello che conta è il processo di scissione, dissociazione, divisione. scissione fra
idee, affetti, comportamenti e emozioni.
Da qui la metafora di orchestra senza direttore. In questo senso c’è scissione.
Oppure si parla di libro le cui pagine non sono rilegate.
Quello che cambia non è tanto l’esito, come per Krepelin. Cambia la caratteristica di base delle tre
forme di schizofrenia. 20
(Ricordare la differenza fra delirio, allucinazione e allucinosi, e i 5 tipi di schizofrenia)
C’è anche la parte del ritiro→ autismo.
È un concetto molto vasto e molto vago. Tant’è che è stato spesso trascurato nelle nosografie. È
stato considerato in modo molto diverso dai vari autori. A volte è considerato come distacco,
freddezza. Altri considerano l’autismo schizofrenico come un estremo tentativo di adattamento alla
pervasività dei sintomi negativi. A forza di sentire voci che gli dicono cosa fare o non fare provano
dolore, a cui si ritrae in modo autistico pur di non sentire il dolore.
L’autismo schizofrenico è un artefatto osservativo, diagnostico o una realtà clinica specifica della
schizofrenia? È un fenomeno secondario di adat