Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 45
Psicopatologia funzionale Pag. 1 Psicopatologia funzionale Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia funzionale Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia funzionale Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia funzionale Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia funzionale Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia funzionale Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia funzionale Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia funzionale Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 45.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicopatologia funzionale Pag. 41
1 su 45
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

FLESSIONI DELL'ALLEANZA DA ATTIVAZIONE PREVALENTE DEL SISTEMA SESSUALE

Raro poiché è difficile che la diade sia caratterizzata dal prevalere, in entrambi i membri, di motivazioni erotiche e di atteggiamenti di seduzione sessuale che non sfocino mai in atto.

SISTEMA DI COOPERAZIONE PARITETICA (Tomasello, 1999)

Questo SMI ha regole che inducono a considerare un membro del gruppo, che sia interessato al conseguimento di un dato obiettivo più facile da raggiungere attraverso uno sforzo congiunto, come un pari e non solo in base al rango di dominanza.

  1. Insorgenza precoce di questo comportamento (tra i 14 e i 18 mesi)
  2. Ricompense ed incoraggiamento non sono incentivi
  3. Gli scimpanzé adottano lo stesso comportamento
  4. No effetto culturale
  5. Mediazione Empatica

ATTIVAZIONE e META:

Invito a condividere l'interesse per qualche aspetto della realtà

SEQUENZE EMOZIONALI TIPICHE:

Sentimento piacevole di condivisione, interesse, fiducia, gioia per il

raggiungimento di un obiettivo. Sentimento di lealtà reciproca, colpa per averlo tradito oppure dolore mentale e collera per aver subito il tradimento. FLESSIONI DELL'ALLEANZA DA FALLITA SINTONIZZAZIONE SUL REGISTRO COOPERATIVO Non accoglimento di quale sia l'obiettivo del paziente per la richiesta di psicoterapia del trattamento durante la Atto terapeutici incompatibili con le aspettative reciproche formatesi all'inizio definizione di un obiettivo condiviso e concordato. Perdita diretta dell'assetto cooperativo costruito nelle prime fasi della terapia con compromissione della fiducia. Movimenti costanti cooperativi del terapeuta, mentre risposte del paziente restano organizzate su SMI diversi. 6. GIOCO SOCIALE (Panksepp, 1998) Altro SMI, che può sempre essere riconducibile agli altri cinque, con la caratteristica che i segnali comunicativi tipici di detti sistemi sono, nel gioco, accompagnati da metasegnali (Bateson, 1955). I metasegnali del gioco

Il concetto di "sociale" indica come l'intera relazione vada considerata un "come se", piuttosto che essere presa per così dire "alla lettera". Non si gioca se è attivato ATTACCAMENTO. GIOCO SOCIALE non è un SISTEMA di RICERCA ESPLORATIVA. GIOCO SOCIALE non è un SISTEMA AGONISTICO. L'impulso a giocare è innato, non appreso. Nel gioco della lotta (immobilizzazioni), è l'animale più forte che deve essere disposto a penalizzarsi per continuare. Il sistema sensoriale principale che provoca e supporta il gioco è il TATTO. Il SOLLETICO è un promotore del gioco. Il GIOCO sociale è promotore di fattori di crescita neuronale (BDNF).

Le rappresentazioni sono l'elaborazione di codici o simboli, l'essenza dell'elaborazione delle informazioni. Si basa sulle loro proprietà rappresentazionali e causali; questa reazione a catena di simboli ed eventi dà origine a processi cognitivi come la memoria o il pensiero.

astratto. Il cervello crea simboli i cui effetti sono essi stessi simbolici - contengono informazioni. Le rappresentazioni sono perciò processi dinamici; la loro forma e i loro effetti all'interno del cervello vengono chiamati "processi cognitivi". Se guardiamo i processi di elaborazione in termini di evoluzione, possiamo pensare che pressioni di natura evolutiva abbiano portato a una specializzazione, per esempio, delle capacità di problem solving. Secondo questa visione, ognuno dei vari processi cognitivi è una modalità di rispecchiamento di strategie destinate alla soluzione di un particolare tipo di problema, attraverso la creazione di un determinato tipo di rappresentazione.

- Modelli di rappresentazione non funzionai in una mente adulta. O abbiamo dei deficit nella rappresentazione dell'altro (come nell'autismo) quindi ci sono dei test specifici che ci permettono di misurare questa cosa; oppure ci troviamo in una situazione

più difficile perché ci sono tantissimi test chemente dell’altro o farevalutano tantissime modalità differenti di potersi rappresentare, di rappresentare larappresentazioni/inferenze rispetto un funzionamento al di fuori di me.

- Funzione riflessiva

Fonagy studiando l’attaccamento va a identificare la funzione di capacità di rappresentazione dell’altro sulla base deitrascritti dell’Adult Attachment Interview (intervista strutturata che va a indagare il pattern di attaccamento negli adulti)quindi come se si creasse una sorta di siglatura che permette di creare dei punteggi di funzione riflessiva(rappresentazione di me rispetto alle mie figure di attaccamento).

Indicatori nella AAI:

  1. Citazione specifica di Stati Mentali
  2. Sensibilità alle caratteristiche degli Stati Mentali
  3. Sensibilità per la complessità e la diversità degli Stati Mentali
  4. Tentativi Specifici di collegare gli Stati Mentali ai comportamenti osservati
Comprensione della possibilità di cambiamento degli Stati Mentali La funzione riflessiva è l'acquisizione evolutiva che permette al bambino di rispondere non solo al comportamento degli altri, ma anche alla sua concezione dei loro sentimenti, credenze, speranze, aspettative, progetti. È ciò che permette al bambino di leggere la mente delle persone. Abbiamo bisogno delle rappresentazioni per fare questo passo adattivo nel mondo, altrimenti rimaniamo in un flusso di informazioni che non riescono ad andare su un piano differente, più alto. - Metacognizione Un'altra possibile teorizzazione di funzione riflessiva è la metacognizione. Le funzioni metacognitive sono abilità che ci consentono di comprendere i fenomeni mentali e di operare su di essi per risolvere compiti e per padroneggiare stati problematici fonte di sofferenza soggettiva. - Deficit metacognitivi Alcuni autori vanno a distinguere diversi deficit metacognitivi perché,operating in the field of personality disorders, it has been noticed that patients have metacognitive difficulties distributed at different levels. So much so that they structure what is called interpersonal metacognitive therapy, that is, they identify this dysfunctional pattern as a recurring pattern within personality disorders as if the biggest difficulty were that of distraction levels. Monitoring: overall difficulty in recognizing, discriminating, and defining the cognitive and emotional components of one's own and others' mental states. Decentration: inability to take perspective so that another person looks at themselves and the world. Egocentric thinking. Differentiation: recognizing our mental states as differentiation of reality and therefore not coinciding with it. Integration: conscious ability to hold together various episodes and meanings of one's own experience. Mastery:risorse o abilità che attiviamo per fronteggiare situazioni complesse. Padroneggiare gli stati mentali, compresi quelli problematici. Il deficit di mastery comporta la percezione di una mente impotente.

LA COSTRUZIONE DEL PUNTO DI VISTA DELL'ALTRO È UN PROCESSO ATTIVO

Quando il paziente processa le informazioni verbali e non verbali del terapeuta, costruisce progressivamente un modello della mente dell'altro ed, in particolare, una rappresentazione della rappresentazione, ossia una METARAPPRESENTAZIONE, che il terapeuta ha di lui.

IL CICLO INTERPERSONALE

"I processi di costruzione dell'individuo portano a tipici comportamenti e comunicazioni che elicitano nell'altro risposte prevedibili. Il soggetto ha delle aspettative sull'andamento della relazione e con questo carico entrerà in rapporto, attendendosi determinate risposte. Le sue previsioni lo muoveranno a comportamenti, automatici o coscienti, congrui con desideri. L'interazione"

sarà guidata proprio da questi desideri, aspettative e comportamenti, anche se il soggetto non ne è consapevole”CICLO INTERPERSONALE DISFUNZIONALEIl soggetto può selezionare altri che giocano ruoli complementari a quelli assunti dal sé (se il sé presta cure selezionerà altri bisognosi d’aiuto), ricevendo risposte che confermeranno le assunzioni sottostanti (gli altri hanno bisogno del mio aiuto);il soggetto anticipa le reazioni degli altri e reagisce in conseguenza di queste previsioni, elicitando proprio le reazioni previste;- SISTEMA NERVOSO AUTONOMOProspettiva storica sistema nervoso autonomoPrima che arrivasse la teorizzazione di Porges, storicamente il sistema nervoso autonomo è stato studiato all’interno della psicopatologia, quindi la fisiologia del sistema nervoso autonomo nella ricerca dell’eziopatogenesi dei disturbi ecc.La concettualizzazione precoce del vago lo definiva come via efferente indifferenziatache si assumeva modulasse la "tonicità" di diversi organi bersaglio. I circuiti che regolano la via sopradiaframmatica (le vie vagali mieliniche che originano nel nucleo ambiguo e terminano sopra il diaframma) non erano funzionalmente distinte da quella sottodiaframmatica (le vie vagali non mielinizzate che originano dal nucleo dorsale del vago e terminano sotto il diaframma). La ricerca e la teoria si sono concentrate sull'antagonismo tra l'innervazione parasimpatica e simpatica per i diversi organi bersaglio. La conseguenza di un enfasi su questo antagonismo in fisiologia è stata l'accettazione e l'uso di costrutti globali come il bilanciamento del sistema nervoso autonomo, tono simpatico e tono vagale in psicofisiologia e medicina psicosomatica. Impliciti nel modello teorico sono quattro caratteristiche importanti che hanno un impatto diretto sullo sviluppo di ipotesi verificabili: 1) il ruolo specifico delle strutture cerebrali e dei circuiti.neurali hanno nella regolazione dello stato autonomo
  • la giustificazione di sviluppare metodi che possono distinguere e monitorare l'uscita vagale dinamica per organi bersaglio attraverso l'originario vago mielinizzato nel nucleo ambiguo e l'originario vago amielinizzato nel nucleo dorsale
  • il ruolo che le afferenze viscerali e i rilevatori sensoriali hanno sulla commutazione tra i circuiti neurali che regolano lo stato autonomo
  • il rapporto tra la regolamentazione degli organi viscerali e la regolazione dei muscoli striati del viso e della testa coinvolti in comportamenti di impegno sociale, tra cui influisce il riconoscimento e l'espressione emotiva
  • IL CONCETTO DI SICUREZZA

    Guardare, ascoltare e sentire l'altro nel momento terapeutico rappresenta un'illustrazione della comunicazione bidirezionale dinamica tra lo stato corporeo e i processi emotivi durante un'interazione sociale.

    Affinché l'interazione sociale possa essere di

    supporto reciproco e rendere possibile una co-regolazione dello stato

    Dettagli
    Publisher
    A.A. 2021-2022
    45 pagine
    SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

    I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carb99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neurologia e psicopatologia funzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Vita-Salute San Raffaele di Milano o del prof Martoni Riccardo.