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MISURARE LA SICUREZZA/INSICUREZZA

DELL’ATTACCAMENTO

Gli strumenti fondamentali per la valutazione circa la sicurezza e l’insicurezza

dell’attaccamento sono:

• STRANGE SITUATION PROCEDURE (SSP)

Tale strumento di valutazione fu utilizzato per la prima volta da Mary

Ainsworth, alla quale come detto va riconosciuto il grande merito di aver

potenziato la teoria di Bowlby.

I suoi studi basati sull’osservazione delle madri e bambini in Uganda, in

particolare sulle risposte dei bebè alla separazione hanno portato alla luce la

creazione della Strange Situation, procedura sperimentale che misura,

durante la PRIMA INFNAZIA, i modelli sicuri e insicuri di attaccamento

che si sviluppano nel contesto di diversi tipi di caregiving.

Nell’ambito di un ambiente non familiare consistente in una stanza da gioco,

ai bambini vengono proposti brevi episodi di separazione delle figure di

riferimento e di riunione con esse, progettati allo scopo di attivare il sistema

comportamentale dell’attaccamento infantile.

Ciascun episodio della sequenza dura 3 minuti ed è previsto un ritorno più

rapido del caregiver dopo ogni separazione.

Il comportamento del bambino è codificato e analizzato per esaminare ciò

che emerge nei confronti dei materiali da gioco, della separazione e del

ricongiungimento. Attraverso questa procedura possono essere

comprese sia le modalità comportamentali di ogni bambino in relazione

alla qualità del caregiving sperimentato, sia le conseguenze sul suo

stato mentale.

Così il bambino sicuro può sentirsi in difficoltà durante la separazione, ma nel

momento del ricongiungimento con il caregiver la fiducia è rapidamente

ripristinata per cui torna a giocare; mentre il bambino ambivalente che dubita

della disponibilità del proprio caregiver, diventa appiccicoso e insieme anche

arrabbiato, oppone resistenza al conforto e non torna facilmente a giocare.

Così l’equilibrio tra l’attaccamento e l’esplorazione può essere valutato sulla

base di quanto facilmente il bambino è in grado di gestire questi diversi

episodi separativi e tornare a giocare, e la specificità della relazione di

attaccamento viene compresa sulla base delle relazioni nei confronti del

caregiver e dell’estraneo.

I dati raccolti dalla Ainsworth permisero di classificare tre modelli di

attaccamento infantile: sicuro, insicuro/evitante e

insicuro/ambivalente/resistente. Solo più tardi con gli ulteriori studi di

Main e Solomon (1986) fu individuato un altro modello insicuro quello

disorganizzato/disorientato, modello al quale nella maggior parte dei

casi viene attribuita anche una classificazione secondaria per cui

potremo avere: Disorganizzato/Evitante, Disorganizzato/Ambivalente o

Disorganizzato/Sicuro.

Utilizzare una doppia categorizzazione è assai utile per dare un senso

alla gamma dei diversi comportamenti mostrati dai bambini che hanno

fatto esperienze di maltrattamento ed evidenziano segnali

comportamentali di disorganizzazione.

• COMPLETAMENTO DI STORIE

Essa è un’unità di misura ampiamente utilizzata nella ricerca con i bambini

dai 4-8 anni (SECONDA INFANZIA) messa a punto dal gruppo

MacArthur; in questa procedura al bambino vengono presentati una famiglia

di bambole o di animali e l’inizio di una storia ipotetica riguardante un evento

nella vita familiare dei personaggi proposti. Poi lo si invita a mostrare e a

raccontare al ricercatore che cosa pensa possa succedere dopo questa

introduzione.

Come per la Strange Situation, i contenti delle storie da completare sono stati

pensati per creare nel bambino una certa quota di ansia correlata

all’attaccamento, che attiva il sistema stesso dell’attaccamento: si ritiene che

questo spinga il bambino a completare la storia in modi che rivelano la sua

rappresentazione mentale soggettiva dei rapporti tra se stesso e i suoi

caregiver.

Sono proposte soprattutto situazioni di perdita e separazione, malattia e

paura; e nell’analizzare i racconti ciò che interessa in particolare è il modo in

cui il bambino rappresenta gli adulti come capaci di dare conforto e

accudimento, ovvero come traumatizzanti e rassicuranti.

• ADULT ATTACHMENT INTERVIEW (AAI)

Lo strumento più comunemente usato nella ricerca per classificare i pattern

di attaccamento nella tarda adolescenza e in età adulta è la Adult

Attachment Interview, la quale pone domande sulle relazioni

interpersonali che a loro volta aumentano in una certa misura i livelli di

ansia e stimolano un discorso basato sui ricordi connessi

all’attaccamento; da ciò ne emergerà il modo con cui l’adulto organizza

i propri pensieri e sentimenti e utilizza diverse strategie o regole per

accedere, elaborare ed esprimere i materiali interni correlati

all’attaccamento.

Si tratta di un’intervista semi-strutturata che, pur ponendo domande

apparentemente semplici circa l’infanzia e le relazioni significative fino

al momento presente, ha l’effetto di sorprendere l’inconscio.

La codifica dell’AAI si basa solo in parte sul contenuto di ciò che viene

narrato e molto più sulla modalità del racconto, in particolare sulla sua

coerenza. Le risposte sono anche classificate in base alla rilevanza, alla

loro appropriatezza rispetto alla durata temporale e ai dettagli e

suggeriscono quanto la persona sia in grado di collaborare con

l’intervistatore.

È attraverso l’analisi approfondita e dettagliata del linguaggio usato, dei

tipi di risposta e dell’interazione con l’intervistatore nel corso della

conversazione che è possibile classificare gli individui sulla base dei

diversi modelli, sicuri e insicuri.

L’AAI è molto lunga da somministrare, trascrivere e categorizzare e la

qualificazione di codificatore attendibile e autorizzato richiede un lungo

processo di formazione, che può durare fino a due anni. È importante che gli

operatori, nell’usare tale tecniche, facciano riferimento alla teoria

dell’attaccamento per comprendere i principi dell’intervista stessa.

Ciò che colpisce di più di questa tecnica, come fece notare Hesse, è che la

qualità del discorso, ossia il modo in cui la madre parla della sua vita e

delle relazione, è predittiva in modi altamente specifici del

comportamento del bambino all’età di un anno nella Strange Situation.

MODELLI DI ATTACCAMENTO

Il modello di attaccamento SICURO-AUTONOMO

L’attaccamento sicuro si verifica quando il bambino è accudito con sensibilità,

quando trova a sua disposizione caregiver accessibili e flessibili e quando

viene aiutato a fare delle scelte personali e a sentirsi efficace. Partendo da

questi primi punti di forza il bambino costruisce la propria crescita sulla base di

forti autostima e autoefficacia e della propria capacità di pensare e gestire

pensieri per riuscire anche a diventare autonomo. Nella tarda adolescenza e

nell’età adulta questo modello viene definito come AUTONOMO E LIBERO DI

VALUTARE.

I neonati i cui caregiver sono sensibili e responsivi imparano così che c’è qualcuno

che pensa a loro, e così possono diventare più facilmente pensatori flessibili, e

saranno in grado di sviluppare una serie di strategie per affrontare ogni nuova

situazione riuscendo anche ad esprimere l’intera gamma delle emozioni sia

negative che positive.

Solitamente i bambini sicuri sono fiduciosi in se stessi e nei confronti dell’ambiente

circostante, questo gli permette di affrontare, in età adolescenziale, con un livello di

ansia adeguata e con un certo grado di fiducia in se stessi la minaccia della

separazione. Tale modello sarà tanto più duraturo quanto più i caregiver saranno in

grado di continuare ad offrire a bambino una base sicura su cui fare affidamento

(infatti se la qualità dell’accudimento verrà modificata, la sicurezza del bambino ne

risentirà). È facile dunque intuire come tutte le dimensioni dell’accudimento prima

descritte siano fondamentali nello sviluppo di questo tipo di attaccamento.

Dalla nascita ai 18 mesi: in questo periodo di fondamentale importanza, come

detto anche in precedenza, sono le prime forme di interazione, dette appunto di

interazione precoce (dare un volto alla voce). Il caregiver dovrà essere in grado di

sintonizzarsi a pieno con il bambino, rilevando da subito i suoi bisogni e stando

attendo a non provocare in esso ansia attraverso il meccanismo di mirroring, che

come detto è quel processo attraverso il quale le espressioni del volto del caregiver

si riflettono sul bambino che potrà così essere turbato o rasserenato in base

all’espressione stessa. Ciò che è importante, dunque, è un continua risposta

sensibile alle esigenza del bambino, risposte che mandano al bambino messaggi

chiari circa la totale disponibilità nei suoi confronti. Se ciò viene assicurato, allora si

potrà creare una interazione cooperativa nella diade caregiver-bambino, che

garantisce una perfetta sincronia e reciprocità. I caregiver dovranno anche

accettare il bisogno di autonomia del bambino, accettazione che renderà

anche le esperienze basilari di vita quotidiana, un’occasione per sviluppare

l’autostima e l’autoefficacia del bimbo.

Centrale è dunque la capacità del caregiver di entrare nella mente del

bambino, di pensare e riflettere su ciò che il bebè può aver bisogno o sul

significato dei suoi segnai.

A partire dalla seconda metà del primo anno, se tutti questi doveri verranno

rispettati, il bambino sicuro avrà sviluppato un modello operativo interno di sé

come amabile ed efficace e un modello operativo degli altri come disponibili.

Tutto ciò favorirà l’esplorazione dell’ambiente circostante anche e soprattutto

attraverso il gioco nel quale cercherà sì autonomia, ma sarà anche attento a

controllare la disponibilità della madre.

• Entrare in una famiglia dalla nascita ai 18 mesi: entrando in una nuova

famiglia, i bambini sicuri proveranno un forte senso di perdita, senso che non

riguarda solamente le figure di attaccamento, ma anche l’ambiente esterno e le

abitudini. Il bambino allora può passare attraverso sensazioni di lutto, che

implicano la protesta e il distacco o al contrario potranno riuscire a gestire in

tempo breve questo senso di perdita della base sicura. Ciò che è sicuro, è che i

bambini sicuri adotteranno una serie di strategie per affrontare tale perdita, in

seguito alla quale le sue aspettative riguardo al mondo saranno state

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
39 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ForatB di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Toselli Monica.