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Disturbi a lungo termine: Disturbo post traumatico da stress

1. Disturbi dissociativi: origine in eventi traumatici avvenuti nell'infanzia e in abusi sessuali. L'alterazione psichica principale consiste nella perdita dell'impressione soggettiva di continuità della memoria e della coscienza. Divisi in:

- Amnesia Dissociativa: improvvisa perdita di memoria di cui il soggetto è cosciente. Termina in modo subitaneo, recidive rare.

- Fuga Dissociativa: fuga priva di scopo, amnesia per eventi passati della vita senza coscienza per la perdita di memoria. Assunzione di un'altra identità, comportamento durante la fuga è normale, può durare ore/giorni. Guarigione improvvisa.

- Disturbo dissociativo della personalità: la persona ha più personalità distinte, ognuna domina a seconda dei momenti, il comportamento. Quella principale è amnestica nei confronti delle subpersonalità, decorso cronico, affetto 5%.

soggetti in cura. Disturbo di depersonalizzazione: disturbo che si esprime con un persistente senso di irrealtà relativa al proprio corpo e al proprio sé, il giudizio è conservato, più frequente in adolescenza e l'esordio è improvviso, con tendenza alla cronicizzazione. Tutte a lungo termine e concernono situazioni di disagio che non sempre hanno un'origine traumatica. Rischio di suicidio: l'abuso sessuale può indurre una sensazione di impotenza, una situazione che non può essere rilevata né interrotta. Può accadere che per la vittima l'unica via di fuga sia rappresentata dal pensiero della morte. Tale propensione è attiva durante l'adolescenza, dove i conflitti da affrontare sono più dolorosi. Deriva sociale: condotte autodistruttive, espressione di aggressività autodiretta, a causa della disillusione delle aspettative di sicurezza fornite dal caregiver o tendenza del soggetto traumatizzato a perpetrare lo stato di.abuso infantile possono essere molto complessi e influenzare diversi aspetti della vita delle persone coinvolte. Alcuni effetti comuni includono: 1. Svalutazione personale: le persone che hanno subito abusi da piccole, come la prostituzione, possono sviluppare una bassa autostima e una percezione negativa di sé stesse. 2. Riesposizione a traumi: le donne che hanno subito abusi in età infantile sono più esposte al rischio di subire un altro abuso in età adulta. 3. Deviazioni nell'identità di genere: a seguito di abusi, alcune persone possono sperimentare confusione o difficoltà nell'identificarsi con il proprio genere. 4. Disturbi somatoformi: il trauma infantile può causare una sofferenza fisica che non può essere spiegata da cause mediche. Il corpo diventa un veicolo per stati emotivi non elaborabili. 5. Disturbi depressivi: l'abuso infantile è spesso associato allo sviluppo di disturbi depressivi in età infantile. Alcune persone possono trovare sollievo dalla loro depressione attraverso la violenza fisica, mentre l'abuso sessuale non offre lo stesso beneficio nonostante una buona relazione amorosa. È importante sottolineare che ogni individuo reagisce in modo diverso agli abusi subiti e che questi effetti possono variare da persona a persona. È fondamentale offrire sostegno e risorse a coloro che hanno subito abusi per aiutarli a superare gli effetti negativi e promuovere il loro benessere.

traumainfantile hanno una grande possibilità di recidiva fino aevidenziare vere situazioni depressive resistenti altrattamento.

Condotte violente: vittime di abuso sessuale/fisico hanno7. un'alta probabilità di perpetuarlo in età adulta.

Attitudini materne disfunzionali: madri che hanno subito8. un abuso mostrano carenze nell'attitudine materna con seridisturbi comportamentali verso i loro figli, soggetti ad uneducazione scorretta.

Competenza genitoriale di due tipi: 1)perpetuare i pattern relazionali del genitore maltrattante. 2)messa in atto di modalità di accudimento caratterizzate dacomportamenti eccessivamente apprensivi e tutelanti.

Uso di sostanze: abuso sessuale e violenze importanti9. fattori di rischio per un futuro uso di sostanze.

Disturbi di personalità: abusi e traumi infantili sono10.fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi della personalità inetà adulta.

Relazione tra trauma e disturbo borderline,

Tipi diversi di trauma possono concorrere allo sviluppo di tipi particolari di disturbo della personalità. (violenza psicologica = personalità evitanti-paranoidi; violenza fisica/sessuale = personalità schizoide-borderline-passivo/aggressiva.)

Disturbi dell'alimentazione: disturbi del comportamento alimentare sono ricollegabili ad un abuso sessuale infantile. In particolare la bulimia, derivato di tipo dissociativo. E il disturbo da alimentazione incontrollata anche.

Autolesionismo: aggressività autodiretta correlata alla gravità, caratteristiche e frequenza intrusività fisica dell'abuso.

Competenza sociale - capacità del bambino di dare risposte che si rilevano efficaci o hanno la probabilità di produrre effetti positivi per il soggetto interagente. Si tratta di una variabile latente, misurabile attraverso una serie di variabili osservabili. Greenspan, individue tre livelli di competenza sociale: Orientato

Verso l'esito: abilità che consentono al bambino/a di interagire in modo efficace con l'ambiente sociale. Indicatori affidabili per le difficoltà sociali ma non spiegano se i processi possono dare esiti negativi o positivi.

Orientato sul contenuto: studio comportamenti che possono contribuire a esiti sociali positivi o negativi.

Orientato alle abilità: consapevolezza del soggetto che riguarda la competenza/abilità individuali utili per entrare in relazione con l'altro.

7.1 La qualità delle relazioni tra pari come significativo indicatore di adattamento/rischio psicosociale.

Risulta una relazione positiva tra qualità dei rapporti con i coetanei e adattamento psico-sociale dell'individuo - difficoltà relazionali durante l'infanzia spesso sono associate a difficoltà di adattamento nelle età successive. Buon adattamento nelle relazioni tra pari fin dall'infanzia sono associate a equilibrio.

Ebenessere nell'età adulta. Una delle prime ricerche venne effettuata da Parker-Asher, individuarono 2 modelli concernenti la relazione tra difficoltà con i coetanei e futuro disadattamento del soggetto:

Modello incidentale: non accettazione da parte dei coetanei comporta una serie di disturbi più gravi che si sviluppano dall'infanzia all'età adulta.

Modello causale: le relazioni tra coetanei sono indispensabili per lo sviluppo sociale, cognitivo e morale del bambino. Quindi l'esclusione di tale relazione comporta un fattore di rischio nel percorso evolutivo di un individuo.

Kupersmidt, Coie e Dpdge effettuarono un ulteriore ricerca mantenendo queste basi, esaminando il ruolo delle differenze di genere ed età:

Nei bambini di età scolare il rifiuto comporta atteggiamenti aggressivi e difficoltà di controllo esterno del comportamento.

Negli adolescenti il rifiuto comporta spesso isolamento.

vulnerabilità. Quindi la qualità delle relazioni tra coetanei costituisce un indicatore di rischio e i disturbi della condotta presentano una continuità dall'infanzia all'età adulta. 7.2 Verso un modello multidimensionale e complesso delle relazioni tra pari. Gli amici tendono a condividere molte caratteristiche del modo di essere dell'individuo, possono rafforzarsi a vicenda sia in modo negativo che positivo. Si parla qui di omofilia - nella scelta del partner i bambini e adolescenti tendono a orientarsi verso compagni simili a sé, rafforzando così la propria identità. Il soggetto seleziona determinati ambienti, che assumono un ruolo importante di rafforzamento delle proprie caratteristiche iniziali. Il rifiuto sociale può essere un predittore di rischio di una popolazione normale ma all'interno di una popolazione ad alto rischio può risultare associato a comportamenti positivi che poggiano sul rifiuto di.condotte devianti.

7.3 La qualità del comportamento sociale come indicatore di rischio.

Il comportamento, aspetti negativi del comportamento. Nei disturbi della condotta, troviamo più frequentemente:

  • Aggressività
  • Violenza
  • Bullismo

Aggressività non costituisce un costrutto omogeneo, ma al suo interno possono essere individuate delle categorie con significato relazionale omogeneo e specifico, distinguendo i comportamenti che assumono anche significati relazionali diversi tra loro.

Aggressività proattiva: messa in atto senza che vi sia una provocazione da parte del partner e rivolta a eseguire il fine dell'aggressore. Aggressività intenzionale. Suddivisa in:

  1. Aggressività ostile: (diretta), forma di aggressione spontanea, diretta contro qualcuno con lo scopo di arrecare danno.
  2. Aggressività strumentale: (specifica), forma di aggressione finalizzata ad ottenere/trattenere oggetti particolari.

NB: motivazione

nell'affermazione di dominanza interpersonale. Aggressività reattiva: messa in atto come reazione a condizioni antecedenti. NB: comportamento coercitivo rivolto a fini personali. In età prescolare prevalgono l'aggressività strumentale e reattiva su base emotiva. In tarda età prescolare rimane stabile l'aggressività ostile ma diminuisce quella strumentale. Durante questo periodo emergono le differenze in ambito sessuale nella condotta aggressiva. In età scolare minor frequenza dei comportamenti aggressivi. Lahey e Loeber, individuarono un percorso che mette in collegamento il disturbo oppositivo e di sfida in età scolare con il disturbo di condotta in età adolescenziale. Il persistere di manifestazioni aggressive dirette oltre il termine della scuola elementare segna l'esistenza di una forma di disagio psichico/difficoltà relazionale e può essere assunto come indicatore di una disabilità sociale.à. Il declino dell'aggressività compare un cambiamento sulpiano comportamentale. L'adolescenza è l'età in cui le azioni violente più serie aumentano. Tra gli 11/12 anni le differenze legate al sesso diventano sempre più marcate. Distinzione tra: - Aggressività: comportamento avente lo scopo di recare danno a una o più persone (intenzionalità dell'azione). - Comportamento antisociale: infligge dolore fisico o danneggia proprietà altrui, costituendo o meno un'infrazione della legge. Definizione più ampia, che racchiude in sé anche il concetto di aggressività.
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Publisher
A.A. 2012-2013
27 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martab_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Tani Franca.