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III.

Lo sviluppo lo abbiamo quando il cambiamento è incrementale;

realizza una maggiore complessità, coerenza e stabilità nella

persona e nelle sue relazioni con l’ambiente.

Capitolo 3.

3.1 Primo Ostacolo per una corretta conoscenza del

I. comportamento infantile è l’assunzione che il bambino

interpreti e rappresenti la realtà in modo simile al nostro.

Secondo Ostacolo è il tentativo di capire e descriver e il

II. comportamento del bambino basandoci sui nostri ricordi.

Terzo Ostacolo: RESOCONTO VERBALE_ si pongono al bambino

III. domande dirette nella convinzione di poter cogliere le sue

conoscenze e il modo in cui si rappresenta nella realtà. Non

tenendo conto del fatto che alle parole possono venire dati due

significati diversi tra adulto e bambino.

Data la loro scarsa fiducia che hanno nella padronanza

 del linguaggio i bambini cercano di interpretare ciò che

l’adulto vuole, basandosi sul contesto non verbale.

La ripetizione di una domanda da parte dell’adulto può

 portare il bambino a supporre che la sua prima risposta

sia stata errata.

Il bambino, nel rispondere ai quesiti dell’adulto è spinto

 dalla tendenza dell’acquiescenza.

Quarto Ostacolo è sufficiente guardare attentamente ciò che il

IV. bambino fa per capire ed interpretare il suo comportamento.

Osservazione Spontanea_ lacunosa e imprecisa; manca

 un piano prestabilito di quello che si vuole osservare e in

genere si impongono alla nostra attenzione gli eventi più

vistosi facendo passare inosservati fenomeni e dettagli

interessanti.

Generalizzazioni indebite_ fenomeni ed eventi sono

 prematuramente e non correttamente etichettati sulla

base di sporadiche e scarse osservazioni.

Tendenza delle persone a trovare connessioni causali

 anche dove non ci sono.

Per descrivere in modo accurato il comportamento effettivo degli

individui dobbiamo:

Abbandonare gli approcci sommare

• Intraprendere un corretto lavoro di analisi e verifica, in modo

• da fornire una conoscenza oggettiva affidabile.

3.3

Il metodo più sicuro per fare una relazione causa-effetto è quello

Sperimentale.

Mettere a confronto 2 gruppi; un Gruppo Sperimentale,

a) variabile di cu si vuole verificare gli effetti. Un Gruppo di

Controllo, variabile assente o in misura ridotta.

La variazione dello sperimentatore è la Variabile Indipendente,

b) libera di agire.

La variazione del comportamento è la Variabile Dipendente,

c) influenzata dai mutamenti della VI.

Oltre alla variabile indipendente possono incidere anche altre

variabili, queste devono essere mantenute e costanti. Per farlo ci

sono due sistemi:

Esperimento confronta due gruppi diversi:

a) Disegno tra soggetti_ assicurarsi che i due gruppi siano

• omogenei. (verificare che i due gruppi abbiano

caratteristiche inizialmente equivalenti. Senza questo non

possiamo stabilire se le differenze riscontrate sono

dovute alla variabile indipendente o a qualche altra

differenza preesistente.)

Esperimento confronta lo stesso gruppo:

b) Disegno entro soggetti_ utilizza lo stesso gruppo di

• soggetti sottoponendolo alla condizione sperimentale e

alla condizione di controllo. (variando l’ordine di

presentazione delle condizioni).

Per formare due gruppi omogenei:

Per gruppi ridotti:

APPAIAMENTO_ misurano le caratteristiche base dei

soggetti. Nel gruppo sperimentale e in quello di controllo

inseriscono uguale numero di soggetti con caratteristiche

simili. Ogni soggetto del gruppo sperimentale ha un suo

omologo nel gruppo di controllo con le stesse

caratteristiche che possono distorcere l’esperimento se

non sono bilanciate e neutralizzate.

Per gruppi più numerosi:

ASSEGNAZIONE CASUALE_ suddividere casualmente i

soggetti in due gruppi nel gruppo sperimentale e nel

gruppo di controllo monitorando le variabili più evidenti.

Perché l’esperimento abbia validità interna è necessario che in tutte

le fasi della ricerca si proceda con il controllo di tutti i fattori che

possono falsare il risultato.

3.4 VALIDITA’ INTERNA_ quando possiamo arrivare a

• conclusioni certe sulle cause dei fenomeni. Possiamo

affermare che cambiamenti riscontrati tra i soggetti

dipendono dal trattamento sperimentale a cui sono stati

sottoposti e non da altre variabili.

VALIDITA’ ESTERNA_ assicurare che il comportamento

• ottenuto in condizioni di laboratorio che simulano la vita

reale rappresenti il modo in cui le persone si comportano

nella realtà, quindi i risultati possono essere ad essa

generalizzati. La generalizzazione è la validità esterna.

Le minacce alla validità esterna sono tre:

Campione non rappresentativo

a) Artificialità del luogo, stimoli e procedure adottate

b) Prove possono essere estranee al quotidiano

c)

Un esperimento tanto più dotato di validità esterna quanto più le

prove che impiega sono radicate nei contesti in cui vengono

acquisite e utilizzate le conoscenza quotidiane.

Accertare che natura e significato della situazione sperimentale

corrisponda ad obiettivi per cui l’esperimento è stato ideato, gli

obiettivi devono indicare il livello di generalizzabilità nel risultati a

cui vuole pervenire.

3.5

Quasi esperimento_ lo sperimentatore prende le condizioni come

sono in natura e le sfrutta per valutare gli effetti sullo sviluppo.

Metodo correlazionale_ ricercatore rinuncia da principio a cercare di

individuare nessi causali tra variabili, verifica se e in che misura

sono associate tra loro:

Positiva

a) Negativa

b) Nulla

c)

3.6

Metodo Osservativo:

Stabilire cosa si vuole osservare in modo mirato: osservazione

a) guidata da un’ipotesi di ricerca formulata in precedenza, in

modo da poter selezionare cosa osservare.

Come osservare:

b) Osservazione Naturalistica_ comportamento così come si

 presenta in natura, registrando la frequenza, durata e

eventi precedenti e successivi alla loro comparsa. Il limite

consiste nelle situazioni in cui è più probabile che si

manifesti un dato comportamento sono fortuite.

Osservazione Controllata_ introduce alcune modificazioni

 nell’ambiente per garantire maggiore uniformità ed

omogeneità nelle situazioni osservate e per favorire la

comparsa di comportamenti rilevanti per il problema che

vogliono studiare.

3.7

La validità di osservazione.

Influenza dell’osservatore sul comportamento del soggetto

a) osservato_ la presenza di un estraneo può indurre il soggetto a

comportarsi in modo diverso dal solito. Per minimizzare tale

effetto:

Precedere l’osservazione da un periodo di

 familiarizzazione con l’osservatore fino a che i soggetti si

abituano.

Osservazione partecipante_ osservatore fa parte del

 contesto interagendo liberamente con i soggetti.

Osservazione Dissimulata_ osservatore maschera la sua

 presenza.

Fattori a carico dell’osservatore_ informazioni ottenute sono

b) filtrate dall’osservatore e non è facile riuscire a districare gli

aspetti che si vogliono considerare. Se le sessioni sono lunghe

sono più difficoltose, l’osservatore tende a cogliere più o meno

quanto avviene.

Codifica_ i dati raggruppati in categorie con molte

c) informazioni, assegnazione di un comportamento a una o ad

un’altra categoria.

Validità interna, si può stabilire quali fattori rendono più probabile il

verificarsi di un dato comportamento. Non si fanno affermazioni

certe ma previsioni sulla comparsa e andamento.

3.10

Modello Longitudinale_ stessi soggetti vengono seguiti nel corso del

loro sviluppo, osservando periodicamente i cambiamenti che con il

tempo si producono nei loro comportamenti. Durata del periodo di

osservazione e l’intervallo temporale tra le osservazioni dipendono

dall’età del soggetto e dalla natura del cambiamento.

pro

I :

Ottenere una documentazione precisa di tutte le tappe intermedie

attraversi cui si sviluppano determinate competenze.

Studio degli stessi individui, consente di analizzare

dettagliatamente cambiamenti in singole aree di sviluppo.

Comprendiamo la natura dello sviluppo, se il processo è continuo o

discontinuo.

È l’unico metodo che documenta la storia dei singoli individui nel

corso dello sviluppo.

Contro :

Tempi lunghi

 Dispendio denaro

 Impegno richiesto ai ricercatori e ai soggetti:

 Perdita casuale (esiti non compromessi)

1) Perdita selettiva (esiti compromessi)

2)

Invecchiamento degli strumenti e modelli teorici.

3.11

Metodo trasversale_ confronto in un unico momento temporale

individui di diverse età.

Pro : Tempo breve e grandi quantità di informazioni

 Medie prestazioni: Valore Normativo, costituiscono il criterio di

 riferimento per valutare se lo sviluppo dei singoli bambini è

normale per la loro età.

Contro :

Informazioni su differenze legate all’età non sui cambiamenti

 che si producono con l’età.

Sviluppo uguale per tutti_ perdita di informazioni sui

 cambiamenti individuali nel tempo.

Gruppi disomogenei in partenza, soggetti di età diverse

 possono aver fatto esperienze diverse, appartenere a diversi

coorti (gruppo il cui sviluppo avvenuto nello stesso periodo,

stesse esperienze storiche e sociali educative).

3.12

Metodo longitudinale sequenziale_ gruppi di soggetti di età diversa

seguiti longitudinalmente fino a che l’età di ogni gruppo non si

sovrappone parzialmente a quella che avevano inizialmente i gruppi

di età successivi.

Esaminare in tempi diversi soggetti della stessa età: se il

cambiamento storico avvenuto ha avuto effetti nello sviluppo. Se

così non fosse i due gruppi sono omogenei.

3.13

Misurazione indiretta_ misurano i comportamenti nell’ipotesi che ci

sia una corrispondenza con i processi e le funzioni che non

possiamo misurare direttamente.

Il loro valore deve essere verificato dimostrando l’accuratezza delle

misurazioni (attendibilità). Inoltre deve esserci una prova

dell’esistenza della relazione tra quello che intendiamo misurare e

quello che si misura (validità).

3.14

Il primo ad individuare il modo per misurare l’intelligenza fu Binet.

La più importante revisione della sua scala fu effettuata da Torman

nel 1916, per la prima volta venne introdotto il concetto di Q.I. (Età

mentale/Età cronologicax100). Attualmente il Q.I. calcolato

confronta prestazioni di un soggetto co

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Publisher
A.A. 2012-2013
25 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martab_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Tani Franca.