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Disturbi specifici dell'apprendimento

In quest'ultimo livello si collocano i disturbi specifici dell'apprendimento. Esistono delle sottocategorie:

  • Disgrafia: grafo-motoria della scrittura.
  • Disortografia: componente ortografica della scrittura.
  • Dislessia: disturbo della lettura.
  • Discalculia: disturbo abilità di calcolo.

Se il danno invece è localizzato nel sistema cognitivo centrale, l'esito sarà un disturbo generalizzato dell'apprendimento. Un danno al sistema dei trasduttori comporterà una menomazione sensoriale.

La caratteristica fondamentale dei disturbi specifici dell'apprendimento è la non automatizzazione di capacità specifiche (lettura, scrittura, guida). I bambini che hanno un disturbo specifico dell'apprendimento hanno un cattivo funzionamento delle abilità specifiche e non riescono ad automatizzare i processi riguardanti la lettura, scrittura e il calcolo. L'abilità di calcolo è...

un'abilità dominio-specifica che si automatizza mentre le abilità di problem solving sono ubicabili in quelle capacità che implicano uno sforzo cognitivo nella ricerca della soluzione.

2. Il problem solving.

L'abilità di soluzione dei problemi è altamente correlata con l'intelligenza generale: se c'è l'handicap cognitivo non si è capaci di risolvere i problemi.

Nell'ambito della letteratura psicologica l'analisi delle competenze implicate nel problem solving si è suddivisa su due filoni principali:

Fino alla metà degli anni 80 le ricerche si sono incentrate sullo studio della comprensione dei problemi. Veniva posta l'attenzione sul problem solving come abilità cognitiva generale.

Negli ultimi vent'anni si sono orientate soprattutto verso le abilità strategiche e metacognitive di soluzione. Si sono concentrate sulle competenze di ragionamento e sulle caratteristiche

specifiche del problem solving matematico. I soggetti esperti usano strategie differenti che si basano su un recupero diverso a livello mnemonico. Prima di tutto deve essere compreso il testo, una volta che questo sarà entrato nel sistema analogico matematico il soggetto sarà in grado di risolvere il problema tramite la processazione che necessita di insegnamento formale. Questa processazione è un meccanismo di un flusso cognitivo, dinamico e sinergico che può seguire due vie: - Diretta, processi cognitivi uno alla volta. - Indiretta, "Jumping", si salta da un processo all'altro per poi arrivare alla soluzione. I principali contributi proposti fino ad ora sono 5: 1. Le abilità di comprensione: la comprensione verbale è una condizione necessaria, in quanto qualora ci sia un deficit a livello verbale viene compromessa anche la comprensione dei termini matematici; ma non sufficiente in quanto da sola non garantisce la comprensione delle specifiche del problema. 2. Le abilità di rappresentazione: la capacità di rappresentare il problema in modo visuale o grafico può facilitare la comprensione e la risoluzione. 3. Le abilità di astrazione: la capacità di estrarre le informazioni rilevanti dal testo del problema e di trasformarle in una forma più semplice o simbolica. 4. Le abilità di pianificazione: la capacità di organizzare i passaggi necessari per risolvere il problema in modo logico e sequenziale. 5. Le abilità di controllo: la capacità di monitorare il proprio processo di risoluzione e di correggere eventuali errori. Questi contributi possono essere sviluppati e potenziati attraverso l'insegnamento formale e l'esercizio pratico.informazionimatematiche e dello schema del problema stesso. I bambinicon deficit di comprensione verbale presentano spessoproblemi nella risoluzione dei problemi, ma bambini condifficoltà nella comprensione di problemi matematici nonpresentano per forza una comprensione scorretta dei testiverbali. In alcuni casi la complessità dell'algoritmo di calcolonecessario alla soluzione non è la causa effettiva delledifficoltà nella soluzione di un problema, lo possono essere ilmodo in cui viene presentato il testo e le caratteristiche delmessaggio verbale che lo trasmette.Le abilità di rappresentazione: per comprendere bene lab. natura del problema, ogni informazione deve essere messain relazione con tutte le altre, per ottenere unarappresentazione cognitiva dell'intera situazione. Talecapacità di integrazione-rappresentazione risulta cruciale nelguidare la scelta verso la soluzione corretta. Questa capacitàdi rappresentazionecognitiva può essere guidata tramite l'uso di supporti esterni. Le abilità di categorizzazione: categorizzazione è la capacità attraverso la quale il riconoscimento delle somiglianze/differenze tra schemi di soluzione consente di individuare come simili i problemi che si risolvono nello stesso modo e quindi di riconoscerli appartenenti alla stessa categoria. Due problemi rientrano nella stessa categoria quando mantengono le stesse operazioni logiche di base e rappresentano la stessa relazione tra i dati necessari alla soluzione. I solutori esperti nella scelta della strategia di soluzione riconoscono lo schema di soluzione e lo applicano a tutti i problemi che possiedono la stessa struttura matematica profonda, indipendentemente dalle etichette verbali utilizzate. Inoltre sanno classificare come simili i problemi che si risolvono allo stesso modo. Le abilità di pianificazione: capacità che, una volta appreso il problema e la sua struttura, si rende

necessaria per elaborare un vero piano d'azione, nell'esecuzione di operazioni e calcoli nella corretta sequenza solutoria.

Le abilità di monitoraggio ed autovalutazione: il monitoraggio è un controllo on task, avviene progressivamente durante lo svolgersi del compito. L'autovalutazione è un controllo off task, alla fine del compito, ciò permette al soggetto di attivare processi di aggiustamento in continuazione.

Lucangeli e i suoi collaboratori proposero uno schema del problem solving matematico: secondo questo schema, la comprensione è sovraordinata a tutte le altre componenti, queste possono comunque contribuire separatamente alla soluzione senza bisogno di postulare fra loro una dipendenza reciproca.

3. Il disturbo specifico del calcolo: la Discalculia Evolutiva.

3.1 Aspetti Storici.

La discalculia evolutiva rappresenta ancora oggi un profilo poco conosciuto, le prime osservazioni risalgono al XIX secolo. Alla base di tale disturbo sono state

Evidenziate delle vere e proprie incompetenze cognitive e neuropsicologiche. I soggetti con tale difficoltà sono stati descritti come bambini con difficoltà visuo-motorie, di orientamento, effettuazione di stime, tempo, distanza con immaturità sociale e scarsa autonomia nell'esecuzione di altre attività.

Cohn è stato il primo ad orientare le sue ricerche verso l'analisi delle cause del disturbo di calcolo, limitandosi ad osservazioni prettamente matematiche. Egli sostiene che questo disturbo sia un ritardo nell'acquisizione delle capacità numeriche.

Kosc considera la discalculia un disturbo strutturale dell'abilità matematica che ha origine in un disordine delle parti del cervello che consentono la maturazione delle capacità matematiche adeguate all'età, senza che ci sia una compromissione delle capacità matematiche generali. Propone 6 diversi tipi di questo disturbo:

Verbale: uso del linguaggio orale

dei termini matematici.
  1. Protognostica: manipolazione degli oggetti, incapacità di considerare gli oggetti secondo un ordine di grandezza e riprodurre correttamente figure geometriche.
  2. Lessicale: lettura dei simboli matematici.
  3. Grafica: scrittura dei simboli matematici.
  4. Ideognostica: incapacità di comprendere le idee/relazioni matematiche e fare calcoli mentali. Incapacità di fare propri concetti mentali.
  5. Operazionale: abilità di eseguire operazioni.
Il modello proposto dalla Badian poi riprende tre categorie:
  1. Alessia/Agrafia: collocazione spaziale.
  2. Acalculia spaziale: collocazione spaziale.
  3. Anarimetria: algoritmo delle operazioni.
  4. Discalculia Attenzionale-Sequenziale: inaccuratezza nell'addizionare/sottrarre qualcosa, ricordare tabelline, considerare le virgole. Tendono a risolvere operazioni proposte senza fare attenzione al segno.
3.2 Aspetti biologici. Grazie all'utilizzo di tecniche di neuroimmaging sono stati individuati 3 punti

Il solco intraparietale bilaterale: ruolo centrale nella rappresentazione quantitativa. Si attiva quando il soggetto si trova a calcolare o a fare un confronto tra numeri. Il solco precentrale e il giro frontale inferiori possono co-attivarsi ed avere un ruolo di supporto in operazioni di calcolo più complesse.

Il giro angolare: elaborazione numerica verbale. È più legato a compiti linguistici. Lesioni di tale area provocano difficoltà di lettura e classificazione dei numeri.

Il lobo parietale dorsale posteriore: elabora le capacità attentive e spaziali implicate nell'elaborazione numerica. Nei discalculici c'è un deficit anatomico e funzionale a livello del solco intraparietale.

3.4 Inquadramento nosografico e criteri diagnostici.

Il metodo della Consensus Conference; linee guida definiscono i criteri diagnostici della discalculia proponendo una procedura che consenta:

Diagnosi clinica: divisa in due

fasi.

  • Esame preliminare dei criteri diagnostici di inclusione: sia. somministrano delle prove di valutazione del livello intellettivo generale, le prove necessarie ad accertare l'esistenza di un disturbo dell'abilità di calcolo. Così permettono al clinico di formulare una diagnosi provvisoria. L'indagine amnestica deve indagare i motivi dell'invio, il livello di sviluppo uditivo e visivo raggiunto dal bambino tenendo conto del bilancio di salute effettuato dal pediatra. Dai dati acquisiti in questa fase il clinico sarà in grado di valutare se procedere ad ulteriori accertamenti.
  • Esame preliminare dei criteri diagnostici di esclusione: b. disposte delle indagini per la conferma diagnostica tramite l'esclusione della presenza di patologie o anomalie.
  • Diagnosi funzionale: finalizzata a completare il quadro diagnostico e valutare le diverse componenti relative alle funzioni deficitarie e alla funzioni integre.

3.5 Comorbidità tra

discalculia e dislessia. Dalle indagini condotte fino ad ora si sono presentati particolarmente rilevanti gli aspetti di comorbidità tra Dislessia e Discalculia. Tali disturbi sono spesso compresenti e i casi discalculici non dislessici sono rarissimi. Numerose ricerche dimostrano che la comorbidità tra Discalculia e Dislessia comporta una maggior gravità nel disturbo di calcolo, una minore possibilità di trattamento e spesso i due disturbi hanno in comune una compromissione delle abilità di memoria verbale.

3.6 Strumenti di valutazione. La scelta degli strumenti di valutazione da utilizzare è a discrezione dell'operatore. Ogni strumento deve comunque soddisfare

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
29 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martab_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Tani Franca.